Cilento: questo parco delle sughere non s’ha da fare

La regione Campania, con delibera di giunta del 30 dicembre del 2011, ha istituito un’area protetta nel Cilento, compresa nei comuni di Vibonati e Ispani, che dovrebbe diventare un parco “urbano” detto “Parco delle sughere”. Abbiamo usato il condizionale perché si sono subito manifestate opposizioni, specialmente da parte dei cacciatori.

La Campania è tra le regioni a più alta biodiversità e una delle più interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. L’obiettivo principale dell’ente Regione era quindi quello di realizzare zone cuscinetto e di corridoi ecologici che mettano in relazione le varie aree protette, e Il parco urbano si presenta infatti contiguo al Parco nazionale del Cilento e Diano.

D’altronde la Costituzione, all’art. 9, detta quale fondamentale principio di rango costituzionale la tutela del paesaggio e del patrimonio storico della Nazione, e la Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000 , ha come obiettivo di promuovere l’adozione, non solo a livello nazionale, ma anche regionale e locale, di programmi di salvaguardia e di gestione dei paesaggi europei secondo i principi dello sviluppo sostenibile.

Ebbene, quale migliore occasione per la Regione, ma soprattutto per i comuni di Vibonati (Bandiera Blu da diversi anni) e Ispani avere un parco naturale nel quale il patrimonio vegetale costituito da boschi di querce da sughero che produca “un effetto sia sulla qualità ambientale che sulla qualità della vita dei cittadini, in termini di valori sociali, estetici e ricreativi?”

C’è stato dunque una precisa determinazione dei sindaci dei Comuni di Vibonati ed Ispani quando hanno inteso procedere alla costituzione, con una delibera del 2010, di un unico Parco Urbano Intercomunale di interesse Regionale nell’area in cui vegetano da secoli boschi di sughere, simbolo del Bacino del Mediterraneo centro occidentale.

La quercia da sughero è pianta assai longeva, folta e sempre verde, habitat ideale per molte specie, intrappola grande quantità di anidride carbonica grazie alla composizione strutturale del sughero che riveste la sua corteccia.

La quercia da sughero ha anche altre  proprietà importanti: resiste agli incendi, grazie alla sua corteccia ignifuga, è uno dei migliori esempi di biodiversità mediterranea e potrebbe ancora dare  lavoro in ambito agricolo con la raccolta del sughero.

La quercia da sughero, inoltre,  affonda le sue radici a profondità insospettabili, mantenendo compatto il terreno, impedendone smottamenti.

La zona collinare che incornicia il golf di Policastro , così esposta a mezzogiorno, è ancora ricca di sugherete che venivano un tempo sfruttate per la raccolta della corteccia. La “decortica” (raccolta del sughero) era una attività redditizia per il territorio. Ci dicono che diversi anni fa arrivavano i bastimenti a caricare il sughero cilentano. Poi lentamente questa attività è stata abbandonata, perché altre attività, tra cui l’edilizia, si sono imposte.

Oggi sono rimaste ristrette aree nei comuni di Torraca, Sapri e appunto di Vibonati e Ispani dove dovrebbe sorgere il parco, proteggendo così questa zona verde da aggressioni di ogni specie.

Esiste ad esempio una sughereta nel comune di Vibonati, vandalizzata si potrebbe dire, perché tagliata a metà da una strada che sale ripida per Tortorella, realizzata su un versante della montagna in forte pendenza e molto friabile. Pertanto l’area  ha  presentato subito degli smottamenti e delle crepe nel manto stradale, tali da proibire il transito di mezzi pesanti. Fu una scelta  poco lungimirante, a parer nostro. Nel comune di Vibonati esiste ancora una quercia centenaria che ha un’età , secondo le analisi effettuate da specialisti, di circa 200 anni. Ha visto quindi lo sbarco di Carlo Pisacane. Per trovarsi ancora lì dove è nata, ha sopravvissuto all’apertura della strada statale, il cui tracciato sacrificò tanti ulivi e pini molto antichi, che rimangono ancora qua e là quali testimoni di un golfo soprattutto verde.

Il Wwf campano ha recentemente spedito un alettera al comune di Vibonati, raccomandando la tutela e la valorizzazione di questa sughera bicentenaria.

Ma torniamo al parco delle sughere. Perché non si può più fare?

Mettendo vincoli su un area, trasformata in parco, i tanti cacciatori che la frequentano sarebbero, a loro dire, danneggiati ulteriormente. Privati infatti di esercitare “l’arte venatoria” in una vasta area dove transita fauna migratoria e dove il cinghiale trova abbondante cibo con le grosse ghiande prodotte dalle sughere.
Le amministrazioni dunque si trovano adesso in grossa difficoltà a scontentare una “lobby” potente, pronta a ricorrere se necessario anche alle vie legali.

Purtroppo anche ll consigliere provinciale, responsabile ambiente, si pronuncia contro il Parco delle sughere e chiede la sospensione della delibera regionale. Troppi vincoli e “laccioli”- dichiara il consigliere – bloccano la crescita del Cilento, già gravato da l’esistenza del parco nazionale.

Tuttavia questa area protetta – occorre sottolineare – non è stata calata dall’alto della regione Campania. Furono proprio le amministrazioni locali a chiederne l’istituzione presentando tutta la documentazione necessaria.

Parco delle Sughere, mappa del progetto (clicca per ingrandire)

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Aggiornamento

Lunedì 16 gennaio 2012 il comune di Vibonati, seguito appresso da Ispani, ha annullato la delibera che istituiva il parco urbano definito “ di valore ambientale e paesistico, nonché un laboratorio strategico privilegiato per la sperimentazione di un nuovo approccio metodologico, finalizzato a concretizzare azioni di sviluppo sostenibile in armonia con le vocazioni dei luoghi e con le tradizioni delle comunità locali”.

Con l’annullamento della delibera salterebbe anche il progetto di tutela e valorizzazione della sughera centenaria (vedi foto), sulla strada statale 18, che rientra nel perimetro del parco e che il Wwf aveva sollecitato e il comune promesso solennemente. Nella legge regionale (17/2003) infatti si considera parco urbano anche un particolare monumento naturale, ovvero “esemplari vetusti di piante, di formazioni geologiche o paleontologi che presentano caratteristiche di rilevante interesse naturalistico o scientifico”.

Tutto ciò è stato deciso in una riunione concitata in cui maggioranza e opposizione si attribuivano colpe reciproche, di essere stati cioè troppo precipitosi e non aver considerato gli interessi di numerosi cittadini.

E’ da precisare, detto per inciso, che un parco urbano non presenta gli stessi vincoli del parco naturale, quale ad esempio il contiguo parco nazionale del Cilento e V.D. La gestione dei parchi urbani infatti è affidata ai comuni competenti per territorio

Paolo Abbate

 

2 commenti

  1. Mi fa ridere la lobby dei cacciatori, come se questi, cosi facendo, avessero qualcosa da tutelare. La tutela è la flora ( se si tutelano le sughere si incrementano i cinghiali oltre che la biodiversità) e di conseguenza la fauna di quella zona; se non ci arrivano i cacciatori che lobby sono ?

  2. la sughera centenaria va salvata a tutti ,chi puo’ accedere ai mezzi di informazione, lo dica a gran voce ! Che lo sappiano tutti! CHE NON PASSI LA SOLITA DISINFORMATA INDIFFERENZA! A Salerno l’amministrazione comunale ha fatto abbattere 5 platani secolari per far posto ad un cantiere!MARIA VITACCA dell’associazione “articolo 9” SALERNO

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