A San Donà di Piave un gigante indesiderato

 

San Donà di Piave è un comune della provincia di Venezia di quasi 50 mila abitanti, è considerato uno dei “capoluoghi” della Venezia Orientale.

Il territorio sandonatese è caratterizzato da corsi d’acqua di diversa origine, tra cui spicca il Piave, e i suoli del territorio sono di tipo argilloso-limoso.

Come si legge nel blog http://sandonabella.wordpress.com/, a S.Donà di Piave, da alcuni anni il Piano “Regolatore” permette di costruire edifici fino ad un’altezza di 18 mt (il triplo delle abitazioni qui presenti) in quartieri residenziali centrali, occupati esclusivamente da villette alte 5-6 metri.

Come altrove in Italia, anche a S.Donà ci sono molte centinaia di abitazioni non utilizzate. C’è chi parla di 3.500 unità abitative vuote. Costruite, finite, ma non abitate.

Ultimamente l’attenzione della popolazione del comune veneziano si è spostata sull’edificazione, in una zona residenziale sita in via Leopardi, di un grattacielo che secondo gli abitanti della zona deturperebbe, e non poco, il paesaggio.

Questo riportava il quotidiano locale “La Nuova Venezia” (ed. on line) del 06 marzo 2012:

No alla nuova costruzione in via Leopardi, raccolta di firme contro l’immobile che sarà realizzato vicino a via Bortolazzi. In quartieri residenziali centrali, occupati esclusivamente da villette, il piano regolatore ha dato il via libera a costruire edifici fino ad un’altezza di 18 metri, circa il triplo delle abitazioni presenti. I residenti protestano e denunciano la deturpazione del paesaggio, il drastico abbassamento della qualità di vita per i confinanti in quanto luce e sole vengono a mancare.

«Mia mamma, di quasi 80 anni, risiede da 35 in via Leopardi 2 – spiega Lucia Rizzo – e sta per essere una delle prossime vittime di questo piano «sregolatore». L’ufficio tecnico ha approvato la costruzione di un edificio di 5 piani davanti alla sua casa. Mia mamma anziché il sole, vedrà cemento, come diversi altri vicini. I residenti verranno espropriati di un bene prezioso, acquisito in 35-40 anni. L’impresa edile, in cambio, destina a verde 3 ettari di terreno nella cintura periferica. Forse i residenti devono traslocare tutti in periferia per continuare ad avere verde e sole? Un altro punto inspiegabile è che gran parte di queste nuove abitazioni rimane sempre vuota. Ci sono centinaia di abitazioni non utilizzate in città. Le imprese edili sono indubbiamente degli importanti datori di lavoro. Allora perché non incaricarle di sanare e ristrutturare ospedali, scuole e beni pubblici?»

Già nella vicina via Dalla Francesca altri residenti si sono lamentati per le nuove costruzioni nel corso degli anni, segnalando abusi e costruzioni entro distanze estremamente ravvicinate che hanno tolto un diritto alla salubrità nel senso di poter avere il sole e non il cemento davanti alle finestre di casa. «Il piano regolatore – ricorda Antonio Balliana, ex consigliere comunale e sindacalista – negli anni ’60-’70 aveva previsto dei limiti ben precisi in una città come San Donà che non sarebbe dovuta crescere a dismisura anche nel numero degli abitanti. Il territorio non può sopportare la cementificazione che abbiamo avuto in questi decenni e che non accenna assolutamente a diminuire».

Il progetto del condominio di Via Leopardi

Gli stessi autori del blog, SanDonaBella, si chiedono dove sia l’utilità di costruire condomini che abbruttiscono il paesaggio abbassando la qualità della vita dei vicini di casa, per poi magari, una volta realizzati, rimanere desolatamente vuoti.

Tra l’altro se la motivazione è quella di far lavorare le imprese edili della zona, si potrebbero investire risorse sul recupero di edifici già esistenti per essere recuperati e resi disponibili alla pubblica amministrazione e ai cittadini.

2 commenti

  1. Infatti, è incredibile: da un lato, ci riempiono di fiori e piante (nonchè vasi, ecc.) costosissimi, ovviamente a carico del cittadino.
    Dall’altro, ci TOLGONO LA NATURA! In città non ci sono quasi più alberi, S.Donà è destinata a diventare una distesa di cemento.
    Pieno di fiori e vuoto!!!

  2. Penso che a San Donà non c’è solo la cementificazione (nonostante ci siano condomini quasi vuoti), ma c’è in atto una guerra agli alberi a volte per far posto alle piste ciclabili, che d’estate saranno impraticabili per rischio insolazione. Future vittime i tigli di via M.L. King che saranno tagliati per far posto ad una pista ciclabile anche se potrebbero benissimo essere salvati perché c’è spazio sufficiente per loro e per la pista ciclabile.

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