Dopo 100 anni Milano Marittima definitivamente in mano ai cementificatori

Ecco una nuova cementificazione orrenda: da città giardino a nuova Lido Adriano

E’ ben triste la vicenda che con tanta enfasi il Sindaco di Cervia ha presentato ai giornali in occasione del centenario di Milano Marittima, la celebrata città giardino che ha assicurato a questa parte della costa dell’Emilia Romagna per quasi un secolo un destino diverso da quello legato esclusivamente al cemento, ben noto con la definizione di “riminizzazione“.

Negli ultimi anni, sotto l’impulso dato dalla amministrazione, i metri cubi di cemento hanno dilagato a Milano Marittima, villini sono stai sostituiti da casermoni speculativi, le altezze degli edifici sono state portate ad oltre 25 metri, aree verdi , pinetate e inedificate da sempre sono state vendute per far cassa e per consentire lucrosi affari a quelli che Antonio Cederna chiamava “gli energumeni del cemento armato”, dopo decenni si è tornati a permettere gli  scavi e le costruzioni sotto il piano di campagna, accettando di fatto che le pompe drenassero superfici enormi di terreno sconvolgendo i delicati equilibri idrici della costa.

Ora, con la scusa del centenario e anche con l’avallo di padri dell’urbanistica a cui forse l’età ha fatto definitivamente dimenticare i principi di buon governo del territorio da loro diffusi in tutte le città e università italiane, il Comune di Cervia si cimenta in un vero e proprio ulteriore assalto a beni pubblici e di interesse storico che un governo volle trasferire in tutta fretta nel periodo fra natale e capodanno di una decina di anni fa proprio ad una società pubblica, Fintecna , perchè questa ne facesse una speculazione immobiliare.

Una amministrazione che avesse avuto a cuore il proprio territorio, avesse voluto salvaguardare il proprio patrimonio storico e ambientale, avesse avuto a cuore la sorte dei salinari che ancora abitano le case del centro storico anch’esse oggetto del trasferimento a Fintecna, avrebbe immediatamente messo in atto ogni iniziativa volta a scongiurare che l’operazione del governo si traducesse in una colossale speculazione immobiliare.

E’ successo esattamente il contrario, anzi si potrebbe dire che sono stati ricercati i partner ideali per vestire di pseudomodernità una cosa che offende il buon senso e si chiama solo con un nome: “CEMENTIFICAZIONE”, lo stesso che  i cervesi più attenti e ironici hanno benevolmente appiccicato con il diminutivo di “Cementino” al regista di tanto squallida operazione.

Se cento anni fa venne costruita Milano Marittima, bisogna anche ricordare che sessanta anni fa politici cervesi illuminati bloccarono la costruzione dei grattacieli , che ora si vogliono invece riproporre, sulla costa del comune di Cervia.

Occorre appena osservare che l’area in fregio al canalino è tutelata ai sensi del codice dei beni culturali e che la colonia dei monopoli gode e merita le tutele del Piano Paesaggistico Regionale, che la comprese fra quelle degne della conservazione.

Sauro Turroni

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GALLERIA FOTOGRAFICA

Ecco la Milano Marittima del futuro >

2 commenti

  1. No al grattacielo. Per giunta anche brutto, sembra un edificio terremotato. La città giardino non si può permettere questo. Speriamo che questo incubo passi alla svelta, basta speculazioni edilizie, chi ha tutti questi soldi da spendere con questa crisi?

  2. in cambio della concessione edilizia di un albergone so che offrono al comune il restauro di pezzi di centro storico, così le amministrazioni senza soldi si vendono pure l’anima dei luoghi, con i terreni inedificati che avrebbero dovuto rendere inedificabili definitivamente. Non si salva nessuno, al luccicar delle monete.

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