Polo Industriale di Tencara (Cremona): nuova occupazione o inutile consumo di territorio?

Un milione di metri quadrati di terreno agricolo destinati a diventare un Polo Industriale Strategico di rilevanza europea. Questo è il futuro di una vasta area in prossimità di Pizzighettone (Cremona).

Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto alla fine di maggio tra il Ministero per lo Sviluppo Economico, la Regione Lombardia, la Provincia di Cremona,  i comuni di Cremona e Pizzighettone, CGIL, CISL e UIL e le principali associazioni industriali, artigianali ed agricole del territorio. Una scelta che, come si legge nel documento, si pone l’obiettivo di rilanciare l’economia e l’occupazione locale, nell’ottica dell’intermodalità.

L’area interessata è infatti situata vicino al bacino posto alla fine del Canale Navigabile, un’opera che, negli intenti originari, doveva collegare il porto fluviale di Cremona con Milano, e che invece termina malinconicamente dopo una quindicina di chilometri, in piena campagna, poco prima di Pizzighettone.

Le acque torbide del canale hanno conosciuto il loro massimo momento di gloria nel 2008, quando hanno ospitato i mondiali di pesca sportiva. Percorrendo le sponde del canale si può immediatamente constatare lo stato di abbandono dell’infrastruttura, il cui recupero non può però prescindere da una regolarizzazione della navigabilità del fiume Po, ipotesi tuttora piena di incognite dal punto di vista degli investimenti economici necessari e dell’impatto ambientale.

La vicinanza della linea ferroviaria Cremona-Codogno, che dalla cittadina lodigiana prosegue nelle direzioni di Pavia e Milano, è considerata un ulteriore punto di forza del progetto di Polo Strategico. Questa linea, ad oggi ancora a binario unico, necessita però di un adeguamento, come possono confermare i tanti pendolari che dal Cremonese e dal Mantovano raggiungono quotidianamente il capoluogo lombardo, lamentando frequentissimi disagi.

L’intermodalità rischia perciò di rimanere un’idea bella ma irrealizzabile; l’unica certezza, allo stato attuale, è il trasporto su gomma, che andrebbe a gravare ulteriormente sulle infrastrutture esistenti, oltre che sulla qualità dell’aria che respiriamo.

Di fronte alla possibilità di una trasformazione d’uso di terreni agricoli di tale entità, richiamando la necessità di coinvolgimento dei vari livelli di rappresentanza, riteniamo importante la partecipazione al Tavolo di Coordinamento delle associazioni ambientaliste e di tutela del territorio.

Allo stesso modo riteniamo opportuna una presentazione pubblica del piano strategico di investimento del Polo Industriale che ne evidenzi il ritorno di investimento e di occupazione previsti.

L’ipotesi di realizzare una così vasta urbanizzazione, scommettendo sull’insediamento di aziende che rilanceranno la stagnante economia cremonese ed incrementeranno il livello occupazionale (nettamente al di sotto della media regionale), appare troppo ottimistica, tenendo conto dell’attuale congiuntura economica a livello nazionale.

L’impressione infatti è che non sono le aree produttive a mancare sul nostro territorio. E’ sufficiente viaggiare per la nostra provincia per vedere aree dismesse e capannoni vuoti, in vendita, in affitto o abbandonati. A questi bisogna poi aggiungere le previsioni di espansione produttiva già presenti negli strumenti urbanistici dei vari comuni.

Questa situazione è senza dubbio l’eredità di una pianificazione del territorio poco coordinata a livello sovracomunale, ma è la realtà con cui dobbiamo fare i conti se vogliamo evitare un ulteriore spreco di territorio. I

l comitato locale della campagna “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” rilancia perciò la necessità e l’urgenza di realizzare anche a livello locale un censimento di tutti gli edifici inutilizzati e le aree dismesse, che riguardi non solo gli immobili a destinazione produttiva ma anche quelli residenziali, così come proposto dal “Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio”, che a tale scopo ha inviato un’apposita scheda a tutti i comuni italiani. La reale e completa conoscenza dell’attuale patrimonio immobiliare è un presupposto imprescindibile per una coordinata pianificazione del territorio.

Il testo completo del protocollo siglato è disponibile al link seguente:

http://www.cremonaoggi.it/2012/05/25/tencara-finalmente-decolla-il-polo-industriale-da-un-milione-di-metri-di-valenza-europea-firmato-il-protocollo/#more

Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
Comitato Cremonese, Cremasco, Casalasco

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4 commenti

  1. Penso che a Cremona andrebbe spazzata via tuta la classe dirigente, perché da vent’anni si fa la politica economica di Formigoni e i risultano sono sul nostro territorio.
    Ma oggi vi scrivo per parlare con voi di biomasse: in provincia di Cremona sono già più di 380, lo sapete?
    Vi prego di scrivermi e di dirmi se volete che ci si unisca e fare rete per questa criticità.
    Grazie, a presto, Maria Teresa Puliti

    1. Rispondo con notevole ritardo perchè tramite WordPress non ricevo segnalazioni quando commentano gli articoli…
      Relativamente al biogas, come coordinamento locale di Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori abbiamo inviato a tutti i comuni della Provincia di Cremona una proposta di mozione d’impegno alla realizzazione di un regolamento energetico comunale in cui si preveda, tra le altre cose, che gli impianti siano commisurati al materiale di scarto e al fabbisogno energetico dell’azienda proponente e che si vietino i campi fotovoltaici su terreno agricolo, prediligendo i tetti degli edifici. Questo per evitare dinamiche speculative. Alcuni comuni hanno risposto positivamente. Siamo in possesso dei dati della Provincia e li stiamo rielaborando per poter tornare presto sull’argomento.
      valerio gamba
      Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori
      Coordinamento Cremonese, Cremasco, Casalasco
      salviamoilpaesaggio.CR@gmail.com
      http://www.facebook.com/groups/341025792583592/

  2. Orrore per una delle zone più belle e verdi della bassa lombarda. Intanto resta in stato di totale abbandono e con grandi quantità di amianto (tetti) al suo interno l’area dell’ex genio militare: questa sì con una stazione ferroviaria nelle immediate vicinanze e ad oggi completamente sottoutilizzata.
    La musica è sempre quella: si parla sempre di nuovi insediamenti ( civile e industriali) e quasi mai di riconversione.
    E’ ora di fare le barricate. Francesco

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