Villa Invernizzi e BreBeMi, un patrimonio rubato in un silenzio assordante

Se un’autostrada incontra una villa storica, in qualsiasi altro paese, l’autostrada fa un passo di lato, una deviazione. In Italia, no. Nel Belpaese l’autostrada si mangia la villa.

No certo, non direttamente i suoi muri e i suoi pavimenti: ma tutto il resto intorno sì, i suoi alberi e il suo parco immenso per esempio. 

La tenuta di Trenzanesio, per tutti Villa Invernizzi, comprende una superficie di spazi sconfinati alle porte di Milano. Intonsi. Mai toccati finora. Uno dei pochi patrimoni rimasti a testimoniare un’epoca diversa. Una ricchezza così sconfinata che è difficile da immaginare, oggi, in tempi in cui anche un balcone è un lusso.

Romeo Invernizzi, il noto industriale che inventò “il formaggino di massa”, morto a 98 anni nel 2004, aveva comprato negli anni ’50 la magnifica villa palladiana di Trenzanesio e poi arricchita di un parco enorme popolato di daini e capretti. Circa trent’anni fa quest’area fu destinata a fondazione (privata) “a uso sociale” e fino ad oggi era una delle più grandi aree verdi della Lombardia,a 14 chilometri dall’irrespirabile centro di Milano.

Romeo Invernizzi aveva destinato, nella sua mente, quella immane proprietà ai suoi concittadini milanesi. Un’eredità che, nessuno lo dice, diventerà in gran parte cemento per l’autostrada che farà da corridoio tra Milano, Bergamo e Brescia.

E’ a loro, ai cittadini, nella figura del Comune, che Romeo avrebbe voluto dare i terreni della villa palladiana. Prati, zone aperte, in cui l’occhio si perdeva erano protetti da quei giganti gentili, pioppi annosi concatenati dalla nobile siepe di bosso sempreverde, come nei classici giardini all’italiana. Quei filari recintavano il parco della villa storica senza innalzare muri, se non di foglie. Al loro interno, un branco di caprioli che avrebbe fatto la gioia di qualsiasi bimbo.

Quei filari oggi non ci sono più, sono diventati cataste di tronchi, pezzi viventi ammucchiati qui e là come in un gigantesco mattatoio vegetale. Le grandi entrate con i cancelli monumentali a destra e a sinistra, grazie alle ruspe, sono ormai nudi, cadaveri senza più significato né funzione.

Qualche sparuta voce si leva di fronte al disastro di quegli alberi abbattuti, di quei campi violati, di quegli spazi espropriati. Per esempio l’appello via mail di Paola Bellaviti del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Milano. 

I dubbi che vengono, del resto, sono più di uno, anche sull’infrastruttura stessa: “La BreBeMi potevano farla più a sud, in modo da collegarla direttamente alla tangenziale ovest: perché allargare strade preesistenti come Cassanese e Rivoltana, sapendo di distruggere un grande valore culturale e paesaggistico che in realtà appartiene ai cittadini?”, “Il traffico automobilistico sta calando perché i trasporti pubblici stanno migliorando (per esempio con i treni suburbani) e la quarta corsia sulla Milano-Bergamo ha diluito pesantemente il traffico: la BreBeMi, fatta così, è ancora così necessaria?”

E di fatto è perlomeno sospetta la velocità con cui sono stati abbattuti i filari di pioppi cipressini nell’area di Villa Invernizzi: paura che qualcuno protestasse? Che qualcuno se ne accorgesse, nel dormiveglia delle istituzioni? La Sovrintendenza dov’è? E il Parco Agricolo Sud? La Provincia? E la Fondazione di Villa Invernizzi che faceva, mentre le ruspe distruggevano? Perché non ha custodito quello che il suo stesso proprietario (basta leggere l’articolo nell’archivio del Corriere) aveva sempre amato e protetto in vita?

Un “sequestro” come quello del parco di Villa Invernizzi non sta forse rubando un pezzo di preziosa natura, cultura e storia ai cittadini di Milano, che avrebbero dovuto invece, ormai da anni, diventarne i diretti destinatari e fruitori?

rif. http://fioriefoglie.tgcom24.it/wpmu/2012/06/05/villa-invernizzi-e-brebemi-un-patrimonio-rubato-in-un-silenzio-assordante/

7 commenti

  1. Non è mai troppo tardi!!!????
    Potremmo attivare quello che a me piace definire
    “obbedienza civile”
    cioè obbedire alla propria coscenza di persone civili,
    propongo a tutti di non utilizzare mai questa strada,
    non utilizzare nessun mezzo di trasporto che percorra questa via,
    non servirsi di qualsiasi servizio che utilizzi la brebemi etc. etc.
    in sintesi boicottare facendo delle scelte civili.

    E’ un sogno realizzabile, così farò.
    Gigi

  2. Io abito a Vignate e quindi al confine con la tenuta Trenzanesio. Ogni mattina mi si gela il cuore a vedere cosa stanno facendo. Il mio Comune si era opposto insieme ad altri due a questo progetto ma è stato calpestato dagli altri 38 favorevoli (così è stato detto in un’assemblea pubblica).Hanno abbattuto 1.200 piante e ci vorranno decenni prima che quelle che ripianteranno (se lo faranno veramente) diventeranno così rigogliose. E’ sempre piu’ vergognoso vivere nel paese Italia dove gli interessi economici hanno calpestato tutto, anche la gioia di tornare a casa percorrendo una strada piena di alberi e prati. Ora non piu’!

  3. In Veneto in occasione della realizzazione del tracciato di prolungamneto dell’Autostrada Valdastico tratto Vicenza-Rovigo si sono attivate forme di mitigazione degli impatti come ad esempio la scelta di sviluppare l’opera in trincea per salvaguardare il contesto storico artistico delle Ville Palladiane e il valore paesaggistico dei luoghi. Non capisco perchè in questo caso non si sia attivato almeno qualche intervento di mitigazione. Molto strano…troppo strano!

  4. SONO INCREDULA.Non puo’essere vero che a nessuno interessi quanto sta accadendo in quel luogo unico creato con tanto amore,colmo di bellezza.
    Diventera’ tutto cemento ,un bel cemento grigio per la gioia degli occhi e del cuore…VERGOGNA,VERGOGNA,VERGOGNA.
    Diventera’ una ‘bella’ strada a scorrimento veloce, piena di gas da far respirare ai nostri figli.
    Complimenti a chi ha avuto la splendida idea, a chi ha firmato il progetto ed infine a chi ha posto l?ultima firma. DAVVERO, COMPLIMENTI!

  5. E’ veramnte inqualificante per amministratori e cittadini che sia potuto succedere; questo la dice lunga su quanto gli interessi economici di pochi possono sovrastare il bene di tutti; c’è pero una condizione di base: la nostra cultura del disinteresse da ogni evento che non ci tocca direttemente e nel preciso istante che avviene (insensibili e miopi)E’ doloroso per due condizioni: che avviene e che avviene nel disinteresse quasi generale. A povera ITALIA.Personalmente , non conoscendo nel dettaglio il progetto, non lo avrei creduto possibile; certo che gli interessi dei costruttori Brebemi non conoscono ostacoli.Giustamente, così, anche in minima parte, nella parte a nord della villa, nulla di simile è avvenuto per il quadruplicamente della linea Milano – Treviglio.

  6. Penso che sia uno scempio, una violenza continua che gli Italiani subiscono giorno dopo giorno, perché tutti i giorni se ne impara una nuova. Distruggono cose uniche al mondo e che il mondo ci invidia, il nostro oro nero, la nostra ricchezza su cui nessun Paese può farci concorrenza. Loro la ricoprono di cemento perché è l’unica cosa che sanno fare,il cemento, arido come loro e i soldi che vogliono “guadagnare” facilmente. Corrotti corruttori e controllori, tutti impegnati a intascare denaro a qualunque costo. Spero che prima o poi agonizzino su una delle loro belle strade a tre o quattro corsie sotto un sole cocente alla disperata ricerca di un po d’ombra.Cosa lasciamo ai nostri figli e ai nostri nipoti? solo cemento su cui sbucciarsi le ginocchia da bambini? cosa diremo loro quando ci chiederanno perché non abbiamo fatto niente?

  7. é stato è e sarà sempre così se non riscopriamo i valori della condivisione e amore per le cose pubbliche. Abbiamo perso il senso del sentire comune.
    L’indifferenza verso la degenerazione dei sentimenti individuali, i personalismi, gli individualismi e l’amore sfrenato verso il “Dio Denaro” continueranno a distruggere tutto.Sono pessimista? No realista.

I commenti sono chiusi.