Linarolo (PV): Arriva il cemento per 16.000 metri quadrati di terreno agricolo?


Nella provincia pavese, in piena crisi del settore edilizio, si affaccia all’orizzonte l’insensata scelta di edificare in un contesto naturale e storico ai confini del Parco del Ticino

Siamo a Linarolo, nella zona del Borgo di Vaccarizza, un’area in prossimità del Sito di Interesse Comunitario (SIC) dei Boschi di Vaccarizza e delle Zone di Protezione Speciale dei Boschi del Ticino e del Po (Siti Rete Natura 2000). Qui si prospetta l’arrivo di nuovo cemento perché aree agricole saranno trasformate in residenziali.

Nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, il Piano di Governo del Territorio (PGT) ha avuto l’ok dalla Regione. Un piano che eredità già aree edificabili dal precedente Piano Regolatore Generale (PRG) e ne prospetta altre con un aumento previsto della popolazione di 1000 abitanti, considerevole dato che stiamo parlando di una popolazione residente attuale di circa 2700 abitanti.

Entro fine anno il Comune dovrà pronunciarsi ma dal Rapporto Ambientale si intravedono concrete possibilità che la cementificazione del territorio subisca una considerevole accelerata.

Due gli ambiti di trasformazione previsti per il Borgo Vaccarizza: edificazione a destinazione prevalentemente residenziale e la realizzazione di servizi di interesse pubblico e generale per lo sviluppo della residenza.

PERCHE’ TALE SCELTA?

La scelta di edificare non convince la cittadinanza per diversi motivi, come ci spiega Fabrizio Cavaldonati, un abitante di Vaccarizza, frazione di Linarolo.

Come si può giustificare un intervento di sviluppo urbanistico di tale entità all’interno di un borgo antico? Vengono infatti escluse incidenze ambientali rilevanti e si enfatizzata esclusivamente l’importanza per il comune di tali progetti. Ma non si vede l’interesse pubblico nel sacrificare con l’edificazione un’area di pregio ed una risorsa ambientale.

Perché privilegiare limitati interessi locali rispetto alla salvaguardia del territorio? Il progetto dell’ambito di trasformazione sopra descritto disegna uno scenario chiaro: la natura rischia di essere inesorabilmente circondata e schiacciata da cemento e strade.

PERCHE’ EDIFICARE IN PIENA CRISI DEL SETTORE?

Anche in questa zona la crisi dell’edilizia è in stato avanzato e non giustifica certamente la necessità di nuove abitazioni: non ci sono richieste di nuove case e ci sono diverse abitazioni disponibili all’affitto .

Una crisi che va avanti da tempo: un articolo apparso su la Provincia Pavese sottolineava un dato chiaro: «Nel Pavese sono invendute 7 case su 10». L’attuale situazione economica non è certamente mutata così come non si vede all’orizzonte una inversione di tendenza che possa giustificare la necessità di edificare

Come succede spesso però si utilizza la possibilità di un accordo pubblico-privato per consentire la negoziazione a discapito del territorio. Si prevede quindi una sicura rivalorizzazione economica delle aree, a tutto vantaggio dei proprietari che le vedranno trasformare da agricole a residenziali.

Considerata inoltre l’estensione dell’ambito considerato (ben 16.000 metri quadrati) difficile pensare ad interventi edilizi di lieve entità. Il miraggio degli oneri di urbanizzazione, che rappresentano un’entrata sicura per il bilancio comunale, come spesso accade non faranno altro che invogliare l’Amministrazione a concedere concessioni e futuri ampliamenti.

LA PARTECIPAZIONE NELLE SCELTE SUL TERRITORIO

I cittadini presenteranno sicuramente osservazioni alla proposta, per comprendere a fondo l’entità di tale intervento e per capire se ci sono o ci saranno variazioni del perimetro delle aree di interesse comunale all’interno del Parco del Ticino. Le associazioni ambientaliste della zona potrebbero dunque interessarsi alla vicenda.

In un borgo come questo, di pochi abitanti, poteva essere facilmente coinvolta ed informata la cittadinanza su una scelta così impostante. Ma non è stato fatto. La cittadinanza si farà sentire per proporre da subito quello che serve veramente al borgo: perché non valorizzare l’area con una pista ciclabile verso il Ticino? O con un parco pubblico per i bambini residenti? O incentivando l’importante presenza di un’impresa agricola locale?

Un commento

  1. In qualsiasi altro Paese europeo, Vaccarizza verrebbe conservata e valorizzata per quello che è, preservando le sue caratteristiche urbanistiche di insediamento tradizionale. Invece è diventata una frazione pressoché dimenticata, con servizi insufficienti… salvo ora avviare manovre speculative grazie alla colpevole o interessata miopia della Regione Lombardia. In Italia ormai la cementificazione va contro ogni principio elementare di civiltà, buongusto e buonsenso: la Regione Lombardia è sconciata al di là di ogni ragionevolezza, zeppa di edifici orrendi, centri commerciali e capannoni sorti ovunque come funghi velenosi grazie a connivenze politiche e collusioni con organizzazioni malavitose; la Lombardia è un esempio negativo di questo modo di procedere tipicamente italiano.
    Salviamo Vaccarizza!

I commenti sono chiusi.