Bosco Ronchi, un caso aperto da 45 anni


LEGNANO – Disattenzione, sottovalutazione, oppure certezza (erronea) che alla fine la questione si sarebbe risolta con una intesa bonaria? Se lo chiede il consigliere comunale di Sinistra Legnanese, Giuseppe Marazzini, che interviene duramente sulla vicenda del bosco Ronchi, da alcuni giorni nuovamente “sotto attacco” della proprietà che ha deciso di operare un nuovo drastico taglio di alberi e arbusti. Taglio, peraltro, perfettamente legale, nonostante già lo scorso anno un analogo disboscamento aveva creato allarme.

Si pensava che con la nuova amministrazione le cose sarebbero cambiate, di fatto estendendo il regolamento comunale sul verde al bosco della Canazza. Ma la giunta Centinaio non ha fatto in tempo: ruspe e motoseghe sono tornate in azione.

< Il fatto è – rimarca Marazzini – che la nuova amministrazione, dopo le promesse, non ha ancora definito come procedere per salvaguardare il bosco Ronchi che ci piace tanto chiamare “Parco” ma che in realtà è un terreno privato >.

Bisognerebbe pure domandarsi perché dopo quasi 25 anni dal primo atto amministrativo (era il 1990) l’area sia rimasta appunto privata». Documenti alla mano, la questione risulta aperta in realtà ancora da prima: già nel 1968 la zona era stata infatti destinata a “standard e verde pubblico”. Da allora sono passati 45 anni! Marazzini parla ora di “strage di alberi annunciata”: «Sull’argomento mi ero già espresso al momento del primo taglio, quello del 2011, e per la verità non è che ci fu una grande mobilitazione popolare al di là di una forte presa di posizione della consulta territoriale Oltresempione. Il disboscamento di questi giorni attuato dalla proprietà, e fra i proprietari c’è anche la Caritas Ambrosiana, è un crimine ecologico, paradossalmente avvenuto rispettando le regole vigenti in materia di disboscamenti.

L’azione condotta è volutamente provocatoria perché la proprietà sa dell’affetto che tanti legnanesi, di tutte le età, nutrono per questo bosco, ma gli interessi sono gli interessi.

Infatti se qualche anno fa, nel corso dì trattative di acquisizione di parte dell’area fra amministrazione comunale e Caritas, si parlava di 45/50 euro al metro quadrato ora, dopo l’approvazione del Pgt, l’area ha un valore che si aggira attorno ai 180 euro al metro, valore, che potrebbe anche aumentare visto che è “obbligatorio” cedere i diritti edificatori. Quindi in ballo ci sono diversi milioni e l’area senza il bosco potrebbe diventare più appetibile per eventuali compratori».

Marazzini parla anche di “miopia politica” da parte di Regione, Provincia e Comune”: «Trincerandosi dietro a una burocrazia becera non riescono o non vogliono fare regole più efficaci a tutela delle aree boschive presenti nelle città. Eppure gli strumenti ci sono a cominciare dai Pgt e dalle regole che ne conseguono. Nel frattempo il Parco Bosco Ronchi facciamolo diventare un problema per tutta la città e manifestiamo per riprenderci il bosco chi con cappellino bianco, chi con il foulard arancione e chi con la sciarpa rossa».

 Coordinamento Legnanese Salviamo il Paesaggio – Altomilanese

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