Mettiamo in sicurezza il paesaggio del litorale pisano

Guardando da fuori il litorale pisano pare miracolosamente scampato al destino funesto che ha distrutto gran parte dei paesaggi delle nostre coste, aggredite negli ultimi 30 anni dalla carica inarrestabile del cemento, il combustibile dello sviluppo così come l’abbiamo conosciuto fino ad ora.

La verità è che le istituzioni di questa zona, da Torre del Lago a Calambrone, si dotarono già più di 30 anni fa di un potente strumento per la difesa del territorio e per avviare uno sviluppo sostenibile. E’ infatti del 1979 la istituzione del Parco Regionale Migliarino San Rossore Tombolo, i cui strumenti di programmazione ambientale hanno costituito in tutti questi anni un punto di riferimento ineludibile per tutte le scelte in campo urbanistico.

Il Parco fu molto avversato, negli anni della sua costituzione; in seguito, proprio dal Parco sono venute le occasioni più importanti per la crescita di occasioni di reddito per le popolazioni, a cominciare da quelle che si dedicano professionalmente all’ospitalità ed al turismo. La stessa crescita dell’economia balneare ha preso avvio da strutture che originariamente erano sostanzialmente abusive, ma si sono poi integrate adeguandosi agli strumenti normativi previsti dal Parco, costituendo strutture possibili solo grazie all’esistenza di questo istituto.

Nondimeno, l’esistenza del parco e la salvaguardia di ambiente paesaggio non possono essere mai ritenute al sicuro. In questi anni l’appetito di alcune categorie è cresciuto e gli amministratori hanno perso molto del “favore ambientale” che caratterizzava invece l’epoca precedente.

Si sono approvate varianti ai primitivi strumenti, favorite probabilmente dalla necessità di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione e nella miope convinzione di aiutare l’occupazione. Ma il livello di guardia si è superato quando dal Comune di Pisa sono giunte risposte positive alla richiesta, avanzata dai costruttori, di rendere percorribili, asfaltandole, strade bianche che percorrono longitudinalmente la pineta di Tombolo, per meglio raggiungere Calambrone e Livorno.

C’era bisogno di far crescere un movimento forte che dicesse di no a queste scelte. E, per radicare questo movimento, si doveva lavorare per mettere in circolo idee che mostrassero la possibilità di avere un turismo diverso, un turismo sostenibile. Facendo crescere la consapevolezza che l’ambiente e il paesaggio sono i primi motori anche del turismo, e facendo conoscere sia le esperienze di altri luoghi, che dal “turismo dolce” hanno tratto e traggono ricchezza, sia la possibilità di accedere a risorse nazionali e comunitarie utili ad aiutare gli operatori e le imprese che scelgono questo tipo di attività.

Il Comitato “Salviamo il paesaggio del litorale pisano” è nato per questo, raccogliendo in pochi mesi più di cento adesioni.

Il convegno del 21 gennaio, dedicato al turismo sostenibile, ha avuto un successo straordinario di partecipazione. Il Comune di Pisa era stato invitato a indicare un relatore, ma la proposta non è stata accolta, Il fatto che nonostante un esplicito ostracismo si siano registrate molte presenze di amministratori è sicuramente un fatto che ci riempe di soddisfazione.

Pensiamo che d’ora in avanti sarà più difficile dire di si a proposte assurde di nuove edificazioni e di nuove aggressioni alle pinete, alle aree agricole, alle norme del Parco.

Fabiano Corsini
Salviamo il Paesaggio del Litorale Pisano
Referente regionale slow food per Salviamo il Paesaggio

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Tutti i materiali del convegno sono consultabili al sito www.unaltravoce.it

Un commento

  1. Conosco abbastanza la zona intorno a Marina di Pisa. Poi, nel 2007, c’è stato il ‘colpo di fulmine’ con la Tenuta di San Rossore, ogni volta che è possibile io e mio marito ci ‘rifugiamo’ in quell’angolo di paradiso. Abbiamo fatto molti percorsi sia nelle zone aperte al pubblico che in quelle visitabili solo con una guida ( sempre persone competenti e appassionate del proprio lavoro) e ogni volta si riesce a scoprire qualcosa di nuovo anche in zone già ampiamente visitate.
    Purtroppo ho anche visto, nel corso degli anni, l’aggressione costante a tutto quel territorio, sulla costa come nell’interno, sempre con l’alibi dello ‘sviluppo’ e il miraggio dei posti di lavoro.
    A volte ho l’ impressione che le persone che vivono in zone come quelle non si rendano conto del tesoro che hanno, soprattutto quando ho letto la notizia del progetto di ‘valorizzazione’ della Tenuta (che, una volta fermato, spero non venga riproposto con un altro nome, come spesso succede). Provassero a passare un mesetto nella ‘padania’, dove vivo io….

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