Colli Euganei: due nuovi centri commerciali minacciano le ville venete

Sconcertante. L’indice padovano degli insediamenti commerciali legati alla grande distribuzione è quasi il triplo, in termini di superficie, rispetto agli standard europei ed ogni giorno nei centri urbani della nostra provincia decine di piccoli e medi negozi di vicinato sono costretti a chiudere, eppure si continuano a progettare ed a realizzare nuovi mega centri commerciali.

Non solo. Quasi sempre i nuovi insediamenti, consentiti da apposite varianti urbanistiche, si collocano in luoghi estremamente sensibili da un punto di vista paesaggistico ed ambientale.

È questo ad esempio il caso del nuovo centro commerciale previsto dal Comune di Abano ai confini del complesso monumentale di Ca’ Mocenigo (ora Mainardi), che, oltre alla bella villa settecentesca in cui soggiornò Casanova, comprende un oratorio, due barchesse, magazzini e diversi essiccatoi per il tabacco, un tempo coltivato nelle vicine campagne comprese tra la strada romana e lo storico Canale di Battaglia. Una testimonianza fondamentale dell’opera di bonifica e di valorizzazione agricola avviata sin dal XV secolo dalla nobile famiglia veneziana nell’entroterra veneto.

Ancor più clamoroso è il caso del centro commerciale progettato nel territorio del Comune di Due Carrare. Un vero e proprio ecomostro, lungo 290 metri, con una superficie coperta di quasi tre ettari e con tutt’attorno una distesa di parcheggi scoperti (in un Comune di soli 9.000 abitanti).

Il nuovo insediamento cementifica irreversibilmente fertili terreni oggi utilizzati a fini agricoli, ma soprattutto deturpa il contesto di due tra i più importanti complessi monumentali del Veneto, quali quelli del Castello del Catajo e di Villa Dolfin – Dal Martello: un territorio sino ad oggi miracolosamente scampato all’alluvione di capannoni, villette e condomini, che caratterizza tanta parte della campagna veneta.

La costruzione del Castello del Catajo, che si erge sulle pendici del Parco dei Colli Euganei costituendone uno dei punti di riferimento paesaggisticamente più rilevanti, venne avviata – com’è noto – nel XVI secolo da Pio Enea I degli Obizzi; i suoi discendenti ne promossero gli ampliamenti seicenteschi e settecenteschi, sino a quando nell’Ottocento tutto il complesso passò in eredità alla Real Casa D’Asburgo – Este, sovrani del Ducato di Modena. Le pareti delle stanze del piano nobile accolgono uno dei primi e più importanti cicli di affreschi auto celebrativi del Nord Italia, opera di Giovanni Battista Zelotti. Motivo d’interesse e d’attrazione, per le molte migliaia di turisti italiani e stranieri che ogni anno visitano il complesso, sono altresì la presenza a sud di un ampio parco comprendente numerose piante secolari di magnolia e di sequoia, le prime importate in Europa dall’America, la vista ad ovest di una delle valli più integre e suggestive del Parco dei Colli Euganei (un tempo appartenente agli stessi proprietari del castello) e la vista ad est (là dove si vuol far sorgere il nuovo centro commerciale) di un paesaggio agrario di pianura, coltivato a vigneti e seminativi e solo marginalmente compromesso dal passaggio dell’autostrada Padova – Bologna.

Ai confini dell’area destinata al centro commerciale vi è anche la tenuta – vincolata come bene monumentale dalla Soprintendenza – di Villa Dolfin – Dal Martello, nota come La Mincana e sede attualmente di una fiorente azienda agricola. La villa, che presenta un impianto di chiara impronta palladiana, ed il parco annesso trovano compiuta definizione alla fine del ‘700, ma già nel 1382 Marietta figlia di Pietro Bragadin e moglie del veneziano Francesco Durnier dichiarava di possedere in questa località una “casa con cortivo, orto e brolo e altre Comodità per comodo di stanziar quando si va in Villa”: una casa di cui nel 1617 risulta proprietaria Marietta Dolfin ed alla quale, nell’estimo del 1740, quando come proprietari sono indicati i figli di Daniele Dolfin di San Pantalon, vengono annessi alcuni vicini terreni agricoli.

Certo i nuovi insediamenti commerciali non insistono direttamente sulle aree sottoposte a vincolo, “limitandosi” a lambirne i perimetri e a deturparne le visuali ed il contesto paesaggistico. Ma è proprio questo il meccanismo che – come ha ripetutamente denunciato Salvatore Settis – più ha contribuito alla sistematica distruzione del paesaggio della campagna veneta, un tempo ammirata e celebrata da poeti e scrittori di tutta Europa.

Osserva infatti Settis che troppo spesso «la tutela di un tesoro monumentale si è fermata un centimetro oltre la recinzione, come se il valore di quel tesoro non fosse anche l’essere inserito in un determinato spazio». Una osservazione che trova documentata conferma nella recente approfondita ricerca del professor Tiziano Tempesta, che ha monitorato 3.782 ville costruite tra il Seicento ed il Settecento, scoprendo che solo il 21,9% di queste si può considerare ancora inserito in un contesto pienamente agricolo.

Se si distruggono le relazioni un tempo esistenti tra le ville e la campagna circostante, se si dimentica che – come sottolineava Eugenio Turri – per secoli le ville venete sono state i centri propulsori dell’organizzazione del territorio dal punto di vista agricolo, le ville stesse, anche quando dignitosamente conservate, si trasformano inevitabilmente in lacerti decontestualizzati, in «… frammenti “simbolici”, che sopravvivono senza dignità e senza respiro soffocati dalle brutture» (Salvatore Settis). Viene così di fatto cancellata una delle qualità fondamentali del paesaggio, la cui bellezza e significatività deriva proprio dall’unitarietà della visione d’insieme, dall’equilibrio e dall’armonia tra le parti e dalla possibilità di percepirne i fattori strutturanti e le regole che ne hanno orientato l’evoluzione nel corso della storia.

Riteniamo, per concludere, che Enti locali e Regione non possano restare indifferenti di fronte a tanto scempio perché l’alluvionamento urbanistico non deriva da una ineluttabile calamità naturale, bensì da precise scelte di pianificazione e programmazione territoriale.

Sergio Lironi
Presidente onorario di Legambiente Padova

35 commenti

  1. Ma non era lo stesso governatore Zaia ad aver dichiarato non più di pochi mesi fa che era ora di mettere un freno al consumo di territorio?! Il Veneto (ma anche i vicini Lombardia e Friuli) sono terribilmente cementificati grazie a governatori ed amministratori che nel nome di uno pseudo sviluppo economico e occupazionale (tutto da dimostrare) concedono continuamente a costruire una bruttura dietro l’altra. I friulani se ne ricordino, devono ricordarsi, alle prossime elezioni regionali di fine mese.

  2. non si può chiedere l’intervento e l’aiuto anche del FAI? ho visto che spesso all’interno di striscia la notizia la fondazione cura una rubrica sugli scempi paesaggistici e sul sito internet c’è una sezione dedicata all’emergenza paesaggio. sarebbe un modo per diffondere a livello nazionale questa battaglia! tentar non nuoce

  3. boicottare i centri commerciali!!!Perchè i Cittadini, i Consumatori, gli Utenti continuano a frequentare a tutte le ore di tutti giorni compresa la domenica questi maledetti centri commerciali??? Perchè i giovani ci trascorrono ore di ozio e di “svago”? Dobbiamo essere più consapevoli, se non avessero clienti i centri commerciali non aprirebbero Io non ci vado da anni, mai, e si vive benissimo. Il risparmio poi è un’illusione, perchè in realtà si acquista in modo compulsivo e imprudente.

  4. penso che l’Italia tutta sia stata massacrata dalla speculazione edilizia che crea, a vantaggio di pochi, l’illusione momentanea di salto economico qualitativo. l’ottica che guida questo dilagante modo di agire è miope, distruttiva dal punto di vista ambientale ed estremamente deleteria per le generazioni a venire. infatti i nostri figli e nipoti si troveranno a fare i conti con gli attuali ripetuti sprechi di territorio agricolo, forestale, costiero. la terra cementificata è persa per sempre e annullato è il suo potenziale produttivo, in termini di cibo e processo fotosintetico. non di secondaria importanza poi è la compromissione irreversibile dell’ambiente naturale come fonte di benessere interiore, armonia e tranquillità esistenziale. non penso siano sentimenti passati di moda, fanno profondamente parte parte della natura umana, di quella parte istintiva ed essenziale che ci dà la consapevolezza di far parte dei ciclici processi della natura.

  5. Non riesco a spiegare questo desidetrio incontrollabile di costuire senza rispettare le bellezze del territorio. E mentre si costruiscono centri commerciali Pompei cade assieme a decide di altri beni artistici. Io vorrei vedere un giorno(vorrei vederlo oggi, ma vista l’attuale sensibilità al paesaggio dei nostri politici…) un politico che difenda il nostro paesaggio veneto!!!!!!

  6. Ma di cosa si stà parlando.
    Tutto il Veneto è ormai l’oggetto di una speculazione edilizia senza precedenti, hanno imparato tutti dal sig. B. si fanno modifiche ad hoc e come per magia quello che fino ad ora era proibito diventa legittimo.
    Il sindaco di un comune del Bassanese, di fronte alle osservazioni dei cittadini, preoccupati per l’insediamento di un deposito per il trattamento, lo stoccaggio ed il recupero di rifiuti pericolosi e non sopra una falda da cui attinge un pozzo idropotabile, ha tranquillamente dichiarato ad una TV locale “Cosa volete che ci faccia, io sono d’accordo, e poi le carte sono a posto, hanno i timbri e le firme”.
    E di fronte a questa sistematica distruzione del territorio non è con lo scrivere le nostre rimostranze che possiamo risolvere qualcosa, ci si deve organizzare e controbattere punto per punto, ricorrendo fino al Consiglio di Stato se servisse, e cominciando a frequentare assiduamente tutti i consigli comunali, luoghi nei quali vengono decise e attuate queste stolte politiche speculative, create ad arte con la scusa che il Veneto e l’Italia tutta devono crescere.
    Purtroppo non hanno ancora capito che non sarà con questi sistemi che potrà avvenire il miracolo, la crescita è e sarà ferma per molti anni ancora, sarà già molto se riusciremo a conservare quel poco che resta in piedi, le politiche da attuare sono ben altre, ma qui si parla di lungimiranza e di futuro, due cose che negli ultimi decenni sono totalmente mancate alla politica ed ai politicanti.

    1. cominciando a frequentare assiduamente tutti i consigli comunali, luoghi nei quali vengono decise e attuate queste stolte politiche speculative

      parole sante!!!!

      1. Io provo mandare una e-mail a striscia la notizia, chissa’ magari servira a far muovere qualcosa e piu persone verranno a conoscenza di questo caso. Ma non si riuscirebbe a rendere inedificabili questi appezzamenti agendo direttamente su di esse in modo che siano inedificabili? Se qualcuno a una risposta lo dica.

  7. L’opposizione di Legambiente Padova alla realizzazione dei centri commerciali di Abano Terme e di Due Carrare si è finora concretizzata nelle osservazioni, che sono state presentate all’interno dei procedimenti di approvazione delle strutture.
    Per quanto riguarda il centro commerciale di Abano Terme, è stata contestata la legittimità della variante alle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del P.R.G, che il comune ha adottato con la finalità di semplificare la formazione del piano particolareggiato relativo alla grande struttura di vendita. La variante deve ritenersi illegittima in quanto è stata adottata con un procedimento non conforme alla legge urbanistica regionale.
    Entrando comunque nel merito delle modifiche introdotte con la variante, si è contestata la decisione di consentire il rilascio del certificato di agibilità del nuovo centro commerciale in assenza di opere di urbanizzazione che prima erano state considerate funzionali alla struttura di vendita.
    Infine, con riferimento agli aspetti ambientale dell’area oggetto dell’insediamento, si è chiesto che la norma che disciplina la formazione del piano particolareggiato sia integrata con prescrizioni che tutelino la villa monumentale Mocenigo Mainardi, facendola rientrare in quel concetto di “Porta di Abano Terme” che, come prescrive lo stesso P.R.G. va qualificata con “fasce di rispetto a verde, ottimizzazione dell’impatto ambientale e visivo sulla fuga prospettica Abano/Colli Euganei.”
    Per quanto riguarda invece il centro commerciale di Due Carrare, l’oggetto dell’osservazione, presentata assieme ad Italia Nostra, è stato lo Studio di Impatto Ambientale ( atto fondamentale per la VIA) della megastruttura commerciale. Ricordiamo che, in questo caso, il piano di lottizzazione è già stato approvato a seguito di sentenze favorevoli al lottizzante, in quanto gli enti competenti, Regione e comune, hanno gestito in modo indecente la procedura di annullamento della prima variante urbanistica, che aveva destinato ad uso commerciale un’area di assoluta valenza ambientale.
    Nell’osservazione, la SIA è stata considerata colpevolmente lacunosa in quanto, nell’analisi delle valenze ambientali e culturali del territorio in cui ricade il nuovo complesso commerciale, sono stati ignorati sia il Castello del Catajo, che la villa Dolfin Dal Martello. Inoltre non si è tenuto conto del Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei che, nella scheda dell’Unità del Paesaggio dedicata al Catajo, prevede la conservazione, libera da costruzioni, di “Assi e fulcri di fruizione visiva” che partono proprio dall’area d’intervento. Si è chiesto quindi il completo aggiornamento dello Studio di Impatto Ambientale.
    È stato rilevato anche un vizio di legittimità laddove in contrasto con le previsioni delle norme del P.R.G. che ammettono “edifici isolati o composti in blocchi articolati in modo da ridurre l’impatto visivo dell’entità volumetrica complessiva” è stata progettata una megastruttura di ml 290 di lunghezza e 115 di larghezza alta fino a 10 metri. Inoltre sono state ritenute generiche sia le valutazioni sugli effetti dell’intervento sull’ambiente, che le contromisure proposte. In conclusione si è chiesto di valutare la necessità di una diversa localizzazione dell’intervento e, in subordine, di mimetizzare la megastruttura con terrapieni e filari alberati che ne mascherino la visuale anche dalle alture del Catajo.
    Le denunce, in entrambi i casi, sono puntuali e circostanziate. Ci auguriamo che gli enti preposti abbiano l’onestà intellettuale di tenerle in debito conto. In mancanza non resta che la via giudiziaria che, però, non può essere delegata alle sole forze ambientaliste.
    Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

  8. BASTA BASTA BASTA!!!!! facciamo una raccolta firme, promuovete manifestazioni come quelle contro la TAV (sono Veneta ma purtroppo vivo in Lombardia) non se ne può più di questi scempi. Impariamo a valorizzare e a proteggere il nostro meraviglioso e unico patrimonio non solo storico, artistico e urbanistico ma anche la meraviglia del verde e della campagna

  9. Voglio segnalare in prossimità del costruendo ecomostro un’altra bruttura. Mi riferisco alla ex Galileo. Sapete che è stata utilizzata per depositarvi una quantità enorme di scorie industriali? Il colpevole di ciò ha avuto solo una pena minore ed oggi a quanto ci risulta è libero di fare ancora danni in altre parti d’Italia (pare in Friuli). Informatevi ed informate di tutto ciò! Grazie

  10. non si sa in quale logica vengono studiati questi progetti a dir il vero imbarazzanti non solo questi centri commerciali sono ad oggi già una forte prssenza sui nostri territori , rovinando grandi aree verdi , ma hanno il coraggio di deturpare il patrimonio immobilare esistente by passando tutele , salvaguardie, vincoli ben ristretti e evidenti per il solo businness cementizio e dei grandi marchi commerciali. Oggi con la recensione economica non abbiamo bisogno di nuovi centri commerciali , in quanto i cittadini hanno ridotto i consumi per la crisi contingente, piuttosto serve mantenere quelli che ci sono già ed eventualmente migliorare l’offerta.

    1. la loro logica è solamente quella di intascarsi i soldi………e pensare che Zaia dovrebbe stare dalla parte dei cittadini e dei commercianti che fanno fatica a andare avanti sopratutto per via di questi centri commerciali.

  11. Dico basta a questo scempio del territorio,specialmente nel nostro Veneto,dobbiamo farci sentire per fermare la cementificazione,i nostri politici hanno sempre in mente autostrade vedi la (Valdastico)centri Commerciali,rotatorie e Tangenziali,con sempre piu’ traffico, ma il bello è che dopo non hanno i soldi per asfaltarle sono tutte piene di buche,peggio dello Zambia.

  12. Invece di dire che schifo e strapparci le vesti, in concreto qualcuno attivo in zona (Italia Nostra?)dia indicazioni su come muoversi. Di solito si comincia con lo stendere un comunicato sul quale chiedere sotegno a cittadini, associazioni, istituzioni.Ammenochè non si scopra che l’iter del procedimento amministrativo si è svolto tranquillamente e basta solo dare l’inizo ai lavori. Spero non sia così.
    Paolo Favaro

  13. Non sono veneto. Venivo a Battaglia Terme per lavoro nella storica “Galileo”, oggi dismessa (che tristezza) e conosco abbastanza bene la bellezza del paesaggio, le ville e gli edifici storici dei colli euganei minacciati da queste assurdità speculative.
    FERMATELI!!!!

  14. Gia le bellezze turistiche venete non sono x nulla valorizzate anzi con questi vilipendi andiamo proprio bene!è una si bella ragione xke rovinarla ancora?sara che il paese in se non sa + gestire gli incanti che ha.è triste.

  15. Allego le osservazioni di Renzo Fontana, Presidente di Italia Nostra di Padova, che dimostrano la superficialità e l’inattendibilità dello “Studio di impatto ambientale” presentato dalla società immobiliare alla Provincia di Padova a sostegno dell’intervento. «E’ davvero sorprendente constatare come lo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla società Deda, documento fondamentale per la VIA, poggi su un’unica fonte, la Carta archeologica del Veneto: in base ad essa i due soli Beni Culturali meritevoli di segnalazione, in rapporto a una possibile incompatibilità del progettato Centro commerciale, sono un vassoio rituale in lamina bronzea rinvenuto in comune di Battaglia e alcune iscrizioni romane reperite in comune di Due Carrare, conservate in paese e a Vienna. Nient’altro.
    Eppure, anche a voler ignorare le abbondanti e facilmente reperibili informazioni offerte da una copiosa e plurisecolare letteratura storico-artistica, sarebbe bastata una rapidissima ricognizione in loco per rendersi immediatamente conto delle emergenze clamorose che caratterizzano il paesaggio naturale e storico di questo lembo del territorio ai piedi degli Euganei. Lasciamo pur perdere il vicino centro storico di Due Carrare, con l’Abazia di Santo Stefano, i resti della corte fortificata carrarese, la scamozziana villa Priuli-Soranzo; ma a poche centinaia di metri dall’area del progettato Centro commerciale si trovano due ville fra le più celebri della Riviera Euganea: il Cataio e villa Dolfin-Dal Martello, nota anche come Mincana, senza contare il canale di Battaglia scavato dai Padovani nel XII secolo e la cinquecentesca botte del Pigozzo che lo sottopassa.
    Vale la pena di sottolineare l’importanza specifica e il valore territoriale di queste due ville. Villa Dolfin, liberamente improntata al classicismo palladiano, è rifabbrica d’ inizio Settecento voluta da Dionisio Dolfin, patriarca di Aquileia (Brunelli-Callegari, 1931). Charles de Brosses, durante il suo viaggio in Italia nel 1739-40 la lodò come la più bella delle ville affacciate sulle rive del canale di Battaglia (de Brosses, 1836). Famosi erano i suoi giardini alla cui ideazione concorsero Bartolomeo Deverato, Giannantonio Selva (giardino all’inglese) e Francesco Bettini attivo a Parigi e a Roma e incaricato dei progetti da Daniele I Dolfin quand’era ambasciatore in Francia e a Vienna (Azzi Visentini, 1988). Tra l’altro, per la Mincana, Bettini aveva progettato un grandioso giardino agronomico e un giardino anglo-cinese dei quali esistono i disegni. L’agente di Dolfin, Luigi Ballarini, che seguiva i lavori per il suo padrone, paragonando la villa a uno dei più famosi castelli francesi, gli scriveva della Mincana come dello “Chantilli di Padova” (Brunelli-Callegari, 1931).
    Il Cataio, considerato “uno dei più straordinari complessi architettonici della terraferma veneta” (Muraro, 1986), fu costruito fra il 1570 e il 1573 per volontà del nobile padovano Pio Enea Obizzi, che partendo da una precedente abitazione lo volle addossato al colle nelle severe forme chiuse riecheggianti l’architettura castellana, con tanto di ponte levatoio e torricelle (Brunelli-Callegari, 1931). Ampliato nel 1648-1666 quando fu dotato del cortile dei Giganti, negli anni trenta del XIX secolo il complesso fu pressoché raddoppiato dal duca di Modena e Reggio Francesco IV erede degli Obizzi (Corradini, 2007). Infine sempre per via ereditaria il Cataio e le sue ricche collezioni (Fantelli, 1983) passarono agli Asburgo. All’interno del corpo cinquecentesco un fastoso ciclo di affreschi di Giovan Battista Zelotti (1571-1573) orna il salone e le stanze dell’appartamento d’onore (Betussi, 1573; Glaser 2003; Jaffe, 2008), mentre gli spazi esterni sono caratterizzati dalle vaste aree a parco e giardino, poste sia in piano sia sul colle. Come ricordano Magani e Gini in una pubblicazione della Provincia di Padova (1996), all’origine delle scelte di Pio Enea Obizzi fu la volontà di relazionarsi con il paesaggio circostante, egli infatti “suggestionato dalla vista che dall’altura si poteva godere, decise di far ampliare a monte, aggiungendovi una torre-belvedere”, la precedente costruzione appartenuta alla madre Beatrice Pia.
    Cataio, villa Dolfin, Colli Euganei: è questo lo straordinario concentrato di valori paesaggistici che si presenta a chi esca dall’innesto autostradale di Terme Euganee in direzione ovest lungo la strada provinciale n. 9 “Mincana”. Proprio grazie al casello autostradale, questo accesso alla zona dei Colli e alla Riviera Euganea ha assunto oggi una straordinaria rilevanza, tanto che, il Piano Ambientale del Parco dei Colli Euganei, nella scheda dell’ Unità di Paesaggio dedicata al Cataio, alla voce “Assi e fulcri di fruizione visiva” precisa che “il complesso della villa domina l’intera Unità di Paesaggio e costituisce fulcro di grande distanza, con asse principale da est (innesto all’autostrada)” indicando l’area intorno allo svincolo autostradale come “Relazione da conservare”. Ne deriva, a tutela delle prospettive, “il divieto della costruzione o dell’ampliamento di edifici, manufatti, barriere vegetali od elementi d’arredo urbano o stradale che possano intercettarle o precluderle”. In questo contesto s’intende collocare un centro commerciale fra i più grandi della provincia, destinato a sfasciare irrimediabilmente un paesaggio secolare.
    La costruzione del centro commerciale, con connesso enorme parcheggio e opere stradali destinate a sconvolgere la viabilità fin sotto il Cataio, non pregiudicherà solo le visuali dalla pianura verso i Colli e le ville, ma, cosa altrettanto grave, altererà per sempre l’orizzonte di pianura esperibile dalle finestre e dalle terrazze del Cataio: quelle vedute che mossero il committente a compiere le impegnative scelte progettuali che ancor oggi ammiriamo. E’ evidente che, come i profili collinari alle sue spalle, la pianura che si apre dinanzi al complesso architettonico è parte integrante e imprescindibile della sua identità monumentale e va pertanto integralmente salvaguardata». Renzo Fontana, Presidente di Italia Nostra di Padova.

  16. ha ragione lo scrittore Vitaliano Trevisan che scrive che oggi “i barbari veneti distuggono costruendo!” Di barbari ce ne sono in ogni Comune. A Torreglia (PD) è in progetto un mega impianto nella zona ai piedi di S. Daniele detto PARCO(?) Aquatico con piscine e scivoli di 30 m. per riconvertir un’area agricola.
    E’ urgente una legge sui delitti contro il paesaggio che contempli la responsabilità penale degli amministratori.

  17. Purtroppo si sente più la voce dei cittadini che vogliono strade comode e centri commerciali. E sono gli stessi cittadini che parlano di crisi.
    Noi che vogliamo il verde e la natura dobbiamo diffondere il nostro pensiero e non tenercelo solo tra di noi e dobbiamo assolutamente farci sentire e vedere!

  18. è l’ennesimo centro commerciale ai piedi dei Colli Euganei, ne vogliono fare un’altro poco più in là, a Selvazzano. Verremo sommersi. Urge che tutti i comitati e i gruppi dei paraggi, ambientalisti, protezionisti o per la difesa del patrimonio culturale, si mettano assieme senza riserve. Diversamente non funzionerà, è l’ultima spiaggia. Restiamo tutti in contatto e organizziamo un vero coordinamento. Bisogna iniziare ad essere presenti fisicamente per le strade.

    Michele Favaron
    Salviamo il Paesaggio Area Ovest Padova https://www.facebook.com/sippadova
    mmfavaron@gmail.com

  19. E’ indispensabile diffondere e far diffondere queste notizie su facebook e su altri siti

  20. Ma che k fa il presidente della regione? Non era a favore dell’agricoltura?
    Che schifo.
    Ma le associazioni ecologiste che cavolo fanno?!?!?! Invece di difendere le pale eoliche perchè non difendono i terreni agricoli?!?!?!?!
    Che schifo!!!
    Che vergogna!

    1. Probabilmente il presidente della regione avrà qualche interesse personale o d’altro tipo nella costruzione di obbrobri di quel genere! E ostacola le associazioni ecologiche e di salvaguardia del territorio sul punto di vista culturale e agricolo. Sete di guadagno + ignoranza….

      1. Si, perchè non ci possono essere altri motivi per deturpare il paesaggio in quel modo. Non sono contro lo sviluppo, ma esistono delle zone industriali per costruire centri commerciali etc… Perchè farlo a ridosso di opere d’arte, testimonianze della storia, del passato…. Che tristezza!

  21. A ogni notizia di un nuovo sciempio ambientale, che è poi un atto di violenza verso tutti noi, nessuno escluso, mi sento molto triste, specialmente per l’impotenza che ho di fronte a tutto questo. Perciò mi sento grata verso tutti voi che come me siete sensibili a questi problemi. Spero comunque sempre che qualcosa si possa fare e in futuro anche di più.

  22. è incredibile che in un territorio già cementificato oltremodo si voglia distruggere una delle ultime isole felici dall’altissimo valore culturale e ambientale , il tutto in un paese che pone la tutela paesaggistica tra i principi fondamentali della costituzione, costituzione che dovrebbe valere anche per i politici locali e gli speculatori. Spero che le associazioni del luogo portino avanti con tutte le loro forze questa battaglia, con coraggio perchè, come scrisse Dostoevskij, solamente ” la bellezza salverà il mondo”: mi auguro che per il nostro paese non sia troppo tardi.

  23. BASTA CON QUESTI “SCEMPI PAESAGGISTICI”, i nostri occhi hanno bisogno di ….VERDE e non di cemento !!!!!!

  24. Che orrore! La nostra Italia ormai non è più Bella ma una distesa di cemento, uno schifo. Il verde non esiste più. Se penso alla verde Austria o alla Valle della Loira coi suoi Castelli, il cui territorio è incontaminato mi sento male a vedere questo scempio.

  25. che e ‘incredibile! purche ‘ si costruisca, costruisca, costruisca forsennatamente! senza mai capire che il nostro vero tesoro e ‘ la bellezza! e che quello andrebbe mantenuto coccolato e fatto rendere….

  26. Rimango sconcertato da queste notizie che non riesco a comprendere, o meglio è il solito “mangia mangia”all’italiana, e i veri ecomostri sono le giunte locali che indisturbate fanno scempio del paesaggio con una faccia tosta da fare schifo.

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