Fotovoltaico: con migliaia di km di autostrade non serve occupare suolo fertile!

Da più parti si sottolinea la necessità di un futuro energetico fondato sulle fonti rinnovabili come il fotovoltaico. Per risolvere un problema non se ne deve però creare un altro: quello del consumo di suolo agricolo. Questo è possibile come ci dimostra l’esempio virtuoso di una barriera autostradale fotovoltaica.

Colpisce senza dubbio l’attenzione degli automobilisti che transitano sull’Autostrada del Brennero la barriera antirumore fotovoltaica lunga più di un km realizzata in località Marano nel comune di Isera (TN).

Un’innovativa soluzione, la prima nel nostro Paese, che trasforma le necessarie ma spesso brutte barriere antirumore che costeggiano le numerose autostrade italiane in generatori di energia pulita: il rivestimento anteriore con pannelli fotovoltaici, verticali in basso e inclinati nella parte superiore per sfruttare l’irraggiamento migliore, può infatti garantire una produttività annuale di energia elettrica stimata in quasi 700.000 kWh.

Una risposta efficace al complicato problema delle dipendenze e dell’insostenibilità dei consumi: per ragioni ambientali ed economiche dobbiamo riuscire a liberarci dalla dipendenza dalle fonti energetiche fossili senza però creare un deficit di produzione agricola. Altrimenti avremmo ben due problemi: il degrado del territorio e la creazione di un’altra pericolosa dipendenza, quella alimentare.

Con soluzioni come quella sopra descritta invece questo si può evitare, così come scegliendo di preferire alle istallazioni di pannelli fotovoltaici al suolo l’impiego degli stessi sulle pareti o sulle coperture che garantiscono un ampio spazio di diffusione non ancora sfruttato.

La rete autostradale italiana è vasta e ancora in espansione a continuo discapito del suolo. <<Tutte le autostrade dovrebbero essere dotate per legge di queste barriere antirumore fotovoltaiche>> ci dice l’Ing. Mario Zamboni – presidente Comitato WWF Bergamo che ha segnalato questo interessante progetto. Così si potrebbe mitigarne l’impatto e al tempo stesso consentire di coprire buona parte delle necessità energetiche, senza sprecare i preziosi terreni agricoli.

Luca D’Achille

APPROFONDIMENTI

Approfondimenti tecnici sul progetto della prima barriera antirumore fotovoltaica ad alta efficienza d’Italia
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31 commenti

  1. Quando si inizia? Magari dalle autostrade che feriscono ambiente e salute della Liguria

  2. Domando: ma se un terreno é agricolo, é legittimo o legale usarlo per produrre qualcosa che non sia cibo? No, perché l’elettricitá é importante, l’acqua calda pure, ma io mangio ancora patate e broccoli e mi scasserebbe assai doverli importare dalla Cina…..

  3. e il paesaggio? Dove lo mettiamo il paesaggio! per me non è il massimo viaggiare senza vedere nulla di quello che c’è oltre la barriera e come unica vista pannelli fotovoltaici e asfalto.

    1. Eh si pero tapezzare i terreni agricoli a discapito tra l’altro della produzione agrícola, quello si che é migliorare il paesaggio!!

  4. Bravissimi, lo scrissi già anni fa – perchè non coprire le autostrade ??? Ancor meglio fare le barriere sonore …

  5. Penso che non debbano esistere gli incentivi. Creano false illusioni economiche ed appena calano crolla il mercato. L’ incentivo costa e il ritorno del pubblico è minore del costo. Alla fine si arricchisce il privato a spese del pubblico. Nn va bene

  6. Sono un ex progettista d’impianti per telecomunicazioni ormai in pensione, poichè mi sono occupato anche di impianti fotovoltaici per privati realizzando un progetto di max per installare i pannelli su un giardino pensile al decimo piano di un condominio con superficie di 3000 mq. Purtroppo l’assemblea condominiale ha bocciato l’idea solo per il motivo di dover attendere alcuni anni prima del ritorno positivo dell’investimento. Non solo avremmo prodotto circa 200.000 KWh/anno, ma avremmo avuto anche l’acqua calda condominiale gratis.
    Ho fatto questo esempio per dire che io sarei favorevolissimo all’installazione del fotovoltaico lungo i tratti autostradali, risolverebbero in certe situazioni 2 problemi: il problema acustico installando i pannelli fonoassorbenti per non disturbare il privato a 100-200 mt di distanza e asicurare una rumorosità residua durante le ore notturne 45 dBA contro le loro finestre chiuse, inoltre la barriera con pannelli fotovoltaici permetterebbero di produrre energia elettrica a basso costo non solo, ma dopo alcuni anni (10-12)l’italia potrebbe risparmiare veramente il 20% del costo dell’elettricità e magari superare anche la grande Germania che di sole ne hanno molto meno di noi.

  7. Io non credo alle favole, ho un’elevata esperienza nel settore e affermo saldamente che incentivi sul fotovoltaico non ci sono, quindi se non c’è autoconsumo il fotovoltaico non conviene per nessun motivo… Per ammortizzare le spese ci vogliono 15 anni se non autoconsumi… Soldi spesi male e spero che non sia un investimento pubblico..

    1. Veramente non capisci? Uno stato deve fare anche delle valutazioni diverse da quelle economiche .
      Produrre energia pulita potrebbe anche costare più caro che produrre bruciando carbone o petrolio,ma ogni vita umana salvata da una malattia vale più di un risparmio economico , poi se invece vogliamo fare anche i conti da cinico, allora mettiamo il costo delle cure dei tumori , vedrai che il fotovoltaico vince alla grande sul fossile

    1. Vorrei informazioni sul fatto che la barriera fotovoltaica non sia più funzionante , vedi commento precedente:
      “nov 15, 2015 DAVIDE VENTURA says: Non è più funzionante. Uno scandalo di cui nessuno parla!!!”

  8. Pubblico qui la lettera aperta inviata a:
    On. Presidente del Consiglio dei Ministri,
    on. Ministri,
    gentili Presidenti e Assessori delle Regioni e delle Province Autonome,

    Oggetto: Baldacchino salva-Italia, elettricità pulita e subito lavoro !
    Progetto Tirol-Adria: Canale transalpino Danubio-Tirol-Adria, River-Room-Recreation, energia rinnovabile, mobilità elettrica, linee elettriche e dati.
    Ho il piacere di poter informarVi su un progetto con concreti e importanti scenari di sviluppo.
    Nel 2007 fu presentato il progetto per gli impianti idroelettrici, basati sulla deviazione d’acqua da affluenti dell’Inn in Austria verso l’Adige per la produzione d’energia idroelettrica e per garantire la navigabilità del fiume Adige da Merano al mare per tutto l’anno, presupposto per la nuova via di comunicazione sull’acqua, il canale transalpino Danubio-Tirol-Adria. Tale progetto – integrato e modificato nelle parti “C” e “D” con iniziative utilissime e coraggiose – ora viene ripresentato. Le variazioni apportate riguardano:
    1. L’allestimento e la coltivazione di spazi fluviali , concetto “River-Room-Recreation”,
    2 l’energia rinnovabile
    3. l’elettro-mobilità
    4. le linee di trasporto di energia elettrica e di dati.
    L’innovazione principale del progetto “C” è la copertura – in forma di un baldacchino – di corsi d’acqua, autostrade e strade quale base per le seguenti utilizzazioni:
    a) La produzione di energia elettrica con la copertura fotovoltaica,
    b) Il passaggio di linee di trasporto d’energia elettrica in bassa, media e alta tensione attraverso l’impalcatura del baldacchino sopra i corsi d’acqua o autostrade, che sono corridoi quasi ininterrotti e per questo molto adatti anche per linee di trasporto dati;
    c) Il montaggio di fili di contatto per l’elettrificazione di corsie per la mobilità elettrica (trolleytruck e filobus su autostrade e strade o perfino navi sulle idrovie interne). L’energia per la trazione del veicolo elettrico verrà ricavata direttamente dalla tettoia FV sovrastante.

    L’Italia così potrebbe produrre 60.000.000.000 kWh l’anno (il 20 % del fabbisogno attuale) da energia solare equivalente alla capacità di circa 9 impianti termonucleari con la differenza che con la costruzione degl’impianti FV si può iniziare subito e sull’intero territorio nazionale avendo subito ricavi dalla produzione di energia rinnovabile, mentre altre soluzioni richiedono anni solo per poter incominciare a costruire gli impianti, che poi, fra un decennio, funzioneranno con energia fossile o nucleare e condurranno il paese verso nuove dipendenze ed incertezze.
    La strada da intraprendere sarà l’uso di tutte le fonti rinnovabili per avvicinare la produzione al pieno soddisfacimento del fabbisogno, che contemporaneamente si deve cercare di ridurre aumentando l’efficienza delle tecnologie adottate. Purtroppo la Provincia Autonoma di Bolzano, in contraddizione alle linee guida dell’UE, attuate dallo Stato con D.L. n. 387/2003, limita, in via di principio, la costruzione di nuovi impianti idroelettrici e ostacola con interventi legislativi e burocratici centinaia di domande per nuovi investimenti causando danni irrimediabili alle imprese richiedenti, all’ecologia, all’economia e alla collettività. Basta pensare al mantenimento e alla creazione di tanti posti di lavoro nelle tecnologie ambientali e alla creazione di valore aggiunto con le relative entrate per il fisco nel proprio paese. La prassi dell’autorità provinciale, di negare l’utilizzo della fonte rinnovabile a causa della tutela d’ambiente, dovrà essere modificata in seguito alla sentenza n. 112/2011 della Corte Costituzionale, secondo la quale “energia e ambiente, in queste disposizioni, non sono più termini antitetici ma conciliabili tra loro”.
    La mobilità elettrica e il canale transalpino Danubio-Tirol-Adria rappresentano un balzo epocale per un trasporto ecosostenibile con nuove prospettive di sviluppo.
    Aggiungo il testo della lettera inviatami dal sig. Negrini della Provincia di Mantova, che illustra bene questa visione.
    “Spett. Tirol-Adria, grazie della Vostra Mail. Seguiamo con grande interesse il tema del collegamento idroviario Tirol Adria ed in generale seguiamo tutte le azioni tese a connettere il Sistema Idroviario Padano Veneto Italiano con le reti idroviarie transeuropee. Come é stato sottolineato nella stessa comunicazione, la rete idroviaria Italiana ed i porti Adriatici, potrebbero immaginare importanti scenari di sviluppo se connessi al reticolo idroviario transnazionale. Il canale transalpino Danubio-Tirol-Adria porta la rete Italiana a connettere con il principale asse idroviario Europeo del Danubio, fra le priorità delle reti TEN. Il progetto descritto nel Vostro sito http://www.tirol-adria.com ha una visione multidisciplinare con utilizzo plurimo delle acque. L’aspetto idroviario è solo una parte dell’insieme proposto che comprende produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. E’ facile capire come le criticità legate alla distrazione di risorsa idrica dai propri bacini imbriferi, sono compensate dai numerosi vantaggi che il progetto immagina di procurare in termini ambientali. In una ottica di climate-change, in corso anche sull’arco alpino, le comunità dei decisori politici dovranno abituarsi ad una Governance della risorsa idrica in termini di cooperazione e scambio della risorsa stessa. Ritengo il tema così importante per l’alto valore sociale intrinseco. Per tali motivi ci teniamo a rimanere informati sugli sviluppi che potrà avere questo progetto che implica accordi bilaterali fra Austria-Italia. Nel congratularmi per l’ottimo lavoro, restiamo disponibili per ogni forma di collaborazione.
    G. Negrini“
    Proprio l’Italia potrebbe affrontare la dipendenza energetica, la crisi economica ed occupazionale captando il sole meridionale con la copertura fotovoltaica di superfici non fruttiferi, o per di più, dove il baldacchino fotovoltaico crea perfino vantaggi all’uso ed al mantenimento delle strade e fornisce direttamente la corrente per le corsie elettrificate. Il rendimento dell’energia FV usata attraverso le linee di contatto delle strade elettrificate per l’auto con propulsore elettrico integrato nelle singole ruote raggiunge perfino il 96 % (auto a gasolio 20 %). Attraverso l’ idrogeno, quale combustibile per l’auto, solo l’11 % dell’originaria energia fotovoltaica raggiunge l’asfalto. Dall’efficienza della propulsione elettrica dipende anche il grado di recupero dell’energia di frenamento.
    L’istanza e la relazione tecnica vengono allegati e sono anche scaricabili insieme a ulteriori schemi dal sito http://www.tirol-adria.com.
    Valle di Casies – BZ, lì 19 marzo 2013
    Distinti saluti
    L’ideatore Albert Mairhofer

  9. buongiorno, ho letto l’articolo ed i vostri commenti. Lavoro per una ditta di Trento che ha sviluppato una nuova tipologia di barriera antirumore fotovoltaica, parzialmente differente da quella installata a Isera.
    Lascio l’indirizzo internet del nostro sito aziendale per chi avesse piacere di vedere la nostra tipologia di barriera o fosse interessato ad approfondire l’argomento.
    La barriera non è stata installata solo lungo le autostrade ma anche nei centri abitati a protezione ad esempio di scuole o edifici, con l’obiettivo che l’esposizione della barriera al sole renda l’operazione sostenibile.
    Luca

    http://www.irislab.it

  10. Io penso che invece delle autostrade o strade statali , si potrebbero utilizzare tutte le strade rurali, creando in questo modo la tanto sognata elettrificazione dei fondi rustici tanto attesa dagli agricoltori. cioè creare strutture fotovoltaiche (dove naturalmente fa).
    Inoltre abbiamo in italia circa 165 consorzi di bonifica e 30 consorzi di irrigazione nei quali si potrebbero utilizzare , COME FANNO IN INDIA, i canali di irrigazione scoperti e coprirli con i pannelli fotovoltaici e tanto per fare un esempio abbiamo circa 57000 km. di canali consortili in Italia, se fossero coperti quanta energia elettrica si produrrebbe? Inoltre abbiamo anche 156.000 km. circa di strade e altrettanti km . di argini dove si potrebbero coprire tutte le parti dove potrebbe essere possibile realizzare questi impianti fotovoltaici. infine il governo potrebbe fare un piano come hanno fatto in Germania per fare queste strutture su tutti gli edifici pubblici di proprietà dello Stato , comuni e province e aree demaniali. Come si vede le superfici se si vuole cercare non mancano e i terreni agricoli, come fanno in India lasciarli alla coltivazione e per creare nuovamente sviluppo e ripresa agricola. Le idee ci sono ma abbiamo uno Stato fatto di persone che pensano solo al loro stipendio (abbastanza sostanzioso) e dell’economia se ne fregano altamente. secondo me rubare terreno all’agricoltura e dannoso e come!!!! Ma ci sono anche tantissime altre soluzioni che rubare terreni alla produzione agricola…..

    1. errata corrige al commento di lukas baffo del 7 aprile 2013: volevo dire “16000 km di strade” e non “156000 km”

  11. Penso che ci sia troppa prevenzione verso gli impianti al suolo.
    Il problema dello spreco di suolo fertile e di speculazione esiste, ma la soluzione non sta nel vietare totalmente ogni installazione al suolo.
    Questa soluzione del FV sulle autostrade è buona, ma non può essere proposta “al posto” dell’unica soluzione che potrebbe permettere la nascita di una vera filiera di produzione energetica diffusa rinnovabile!
    La soluzione sta nel regolamentare rigidamente le installazioni al suolo, limitandole nel metraggio e soprattutto riservandole a zone di terreno di scarso interesse agricolo (ce n’è molto).
    L’impianto FV deve essere un supporto all’azienda agricola, non il core business.
    Si può fare senza immaginare stati di polizia burocratica evitando sia le sterminate distese di pannelli al posto del mais sia una sciocca prevenzione che limiti una possibilità importante di sviluppo.

  12. IN ITALIA SI PUO’ SOLO SPERARE CHE QUALCHE POLITICO AVVII UNA INDUSTRIA DI PANNELLI FOTOVOLTAICI ECC. ECC.,VEDRESTE CHE SVILUPPO!!!!

  13. Leggendo il PDF allegato si comprende che trattasi di un business discretamente interessante per varie aziende e imprese. Onde evitare che le barriere fotovoltaiche-fono-assorbenti vengano edificate anche dove non c’è ragione di fonoassorbire alcunchè oppure dove il sole brilla poco è opportuno che a tali opere non siano concessi incentivi pagati dai cittadini. Le concessionarie autostradali sono gia piene di soldi, usino quelli.

    1. Molto giusto. La soluzione è’ buona, ma bisogna evitare, a tutti i costi, il proliferare delle speculazioni che in Italia sono la regola: usare incentivi pubblici per finanziare società di capitali, anche straniere, che impestano qualsiasi territorio con le ‘ipotetiche’ strutture per le energie rinnovabili! le autostrade, costosissime e a capitale privato, sono una buona soluzione, purché non utilizzino soldi dei cittadini, cui poi si fa pagare l’elettricità prodotta come fosse oro puro, concesso come un grande favore, per il quale bisogna dissanguarsi!

  14. Si, ma a patto che il costo ricada esclusivamente sulle spalle delle concessionarie autostradali che tirano su un sacco di soldi spremendo gli automobilisti. A opere di questo tipo non devono essere concessi incetivi pagati dai cittadini, altrimenti partirebbe una nuova bolla speculativa tesa a spremere soldi dai cittadini-limoni.
    Gli incentivi devono andare al solo fotovoltaico sui tetti per autoconsumo.
    Il fotovoltaico (e l’eolico) sui terreni agricoli e naturali dovrebbe essere vietato per legge.

  15. Ma non ci sarebbero riflessi di luce che potrebbero accecare gli automobilisti alla guida?

  16. mi sembra che non sia un bell’esempio da propagandare, esposta verso est, in pratica sfrutta malissimo il sole, Probabilmente è stata acquistata con i soliti contributi a pioggia che abbondano nelle province autonome di trento e bolzano. Quella superficie si poteva mettere sulle coperture delle stazioni di servizio, correttamente esposte a sud (d’altronde come la direzione della val d’adige.
    Forse era meno evidente ma più efficiente.

  17. questo è usare l’intelligenza,lo dice uno che ha il fotovoltaico sul tetto

  18. Se la lavorazione della terra, detta anche agricoltura, fosse più remunerativa, i prodotti agricoli italiani più tutelati e meno sfruttati dagli intermediari nessuno sarebbe interessato a ricoprire i terreni fertili con pannelli fotovoltaici ma, visto come stanno andando le cose, questo investimento pare essere di gran lunga più sicuro e redditizio di un impianto di pere mele o altro!!

    1. non sono del settore agricolo, quindi la mia vuole essere semplicemente una constatazione a pelle. NON MI PARE DI VEDERE VECCHIE CASCINE IN GIRO, MA TANTE SPLENDIDE CASE, CON TANTO DI PANNELLI SOLARI, VICINE A COSTRUZIONI DI ANTICA DATA AGRICOLA.

  19. All’interno dell’autostrada A1, nel tratto Roma/Napoli, al casello di Capua, stanno installando un grosso impianto fotovoltaico.

  20. Ma con lo smog e le polveri alzate dal traffico, che si depositano sopra l’impianto, non diminuisce considerevolmente il rendimento dei pannelli?

    1. certo che diminuisce, ma per questo esiste la manutenzione….tra l’insensatezza di rubare terreno per mettere dei pannelli e metterli sopra i tetti dei capannoni con costi maggiori, metterli intorno alle strade mi sembra un ottimo compromesso….

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