Tutela del viale alberato di corso Marconi a Torino

Alcune Associazioni di Tutela Ambientale piemontesi, insieme all’Associazione di cittadini residenti “Rispettando San Salvario”, sono preoccupate in merito alle ipotesi di manomissione di corso Marconi (già corso del Valentino), connesse con la realizzazione di un cospicuo parcheggio interrato di carattere privato pertinenziale, del quale è stato approvato il bando (che si chiuderà nei prossimi mesi con una probabile aggiudicazione).

Molte associazioni hanno espresso ripetutamente le loro preoccupazioni all’Amministrazione Comunale in merito al futuro di del viale storico di Corso Marconi, che purtroppo non è mai stato oggetto di specifici provvedimenti di tutela ministeriale.

Come è noto l’attuale corso Marconi, denominato corso del Valentino fino alla metà del secolo scorso, costituiva il viale alberato storico di collegamento tra la chiesa del SS. Salvatore in via Nizza (progetto del Castellamonte) ed il castello del Valentino. La chiesa suddetta, poi annessa al convento delle Suore Vincenziane, svolgeva di fatto il ruolo di cappella reale; e l’esistenza di un viale di collegamento tra la Chiesa ed il Castello è documentata fin dalla metà del XVII secolo: si veda in allegato l’acquaforte di Giovenale Boetto, datata intorno al 1650, che già documenta, con la città sullo sfondo, l’esistenza di tale viale alberato. Detto viale alberato, con una rotonda in corrispondenza dell’attuale via Madama Cristina, è documentato poi dalla bella e nota veduta prospettica verso Ovest (sempre in allegato) del castello del Valentino, eseguita verso il 1668 da Tommaso Borgonio per il “Theatrum Sabaudiae” pubblicato dal Blaeu nel 1682, ed è poi chiaramente visibile anche in tutta la vedutistica successiva, fino alle grandi Esposizioni della fine del XIX secolo. Tale corso, per la sua importanza, fu anche scelto non a caso per localizzavi, nella rotonda situata tra via Nizza e l’attacco del corso, il monumento-obelisco dedicato alla rivoluzione del 1821 e ai “moti di San Salvario”.

L’espansione urbana corrispondente al piano del Promis, che vide lo sviluppo del quartiere di San Salvario dopo la metà del XIX secolo, conservò tale importante viale di collegamento col parco del Valentino, mantenutosi intatto malgrado le devastazioni del periodo bellico, grazie al rifacimento delle alberate abbattute o distrutte dai bombardamenti.

Negli anni Cinquanta del secolo scorso in corso Marconi furono costruiti due palazzi gemelli che hanno ospitato fino a poco tempo fa il centro direzionale della FIAT: recentemente sono stati oggetto di ristrutturazione e trasformati in abitazioni e uffici. Il corso ospita nella parte tra via principe Tommaso e via Nizza un’alberata costituita da filari di Celtis Australis impiantati nel dopoguerra, e nella parte a valle un’alberatura di ippocastani, molti dei quali purtroppo sacrificati da interventi viabilistici, sistemazioni provvisorie (ancora esistenti, a distanza di un decennio) di suolo pubblico per lo spostamento del mercato di piazza Madama Cristina, ed altri interventi sulle reti dei sottoservizi effettuate con la realizzazione della Linea 1 della Metropolitana ed il vasto cantiere allora impiantato. Pur tuttavia tale viale costituisce ancor oggi un “continuum” di pregio che adduce al castello e al parco del Valentino, che sono invece ed ovviamente tutelati da specifici provvedimenti ministeriali assunti in quest’ultimo dopoguerra. Da tempo poi sono in corso discussioni nel quartiere su una possibile pedonalizzazione di corso Marconi, o comunque interventi di moderazione del traffico, così come è certamente sentito dal quartiere il bisogno di una sua riqualificazione complessiva.

Pro Natura Torino, Italia Nostra, Legambiente Circolo Ecopolis e l’associazione Rispettando San Salvario scrivono:

Ci paiono pertanto al momento attuale del tutto incongrue le proposte di realizzazione di un vasto parcheggio di carattere privato-pertinenziale in tutta la parte del corso che si colloca tra via Madama Cristina e corso Massimo D’Azeglio (questo già oggetto di tutela), senza che esista un progetto complessivo di riqualificazione di tutto questo importante viale storico, condiviso tra la Città ed i competenti organismi di tutela. Tale intervento comporterebbe ovviamente la realizzazione di rampe di entrata e uscita, ascensori pedonali, griglie e impianti di aerazione.

Ci rivolgiamo pertanto a codesta spettabile Soprintendenza, di cui apprezziamo la competenza e la sensibilità, affinché venga esaminata ed accolta una nostro proposta di allestire uno specifico provvedimento di tutela del corso e della sua alberata, assai amata dai cittadini residenti malgrado essa sia in parte ammalorata da incongrui interventi.

L’anticipazione immotivata di progetti di parcheggi interrati pertinenziali ed interventi di suolo pubblico che condurrebbero ad una quasi totale impermeabilizzazione dei suoli, non legati ad un progetto complessivo, verrebbero a compromettere definitivamente la continuità di uno storico viale alberato che richiede certo validi interventi manutentivi ma non il suo sacrificio.

Ci pare naturale in questa fase chiedere una forma di “tutela preventiva” che conduca magari in una fase successiva ad un progetto più ampio. La compromissione del viale non sarebbe peraltro riconducibile a un “progetto strategico” come la Linea 1 della Metropolitana (che ha già avuto pesanti ricadute sull’alberatura della rotonda di corso Marconi) di evidente interesse pubblico, ma ad un progetto di carattere “privatistico” che comporta la cessione dei diritti di superficie da parte della Città ad un soggetto attuatore ancora da identificarsi. Vive sono altresì le preoccupazioni per la stabilità di alcuni edifici di pregio risalenti alla fine del XIX secolo, tra cui un grande complesso scolastico che si affaccia sul corso, e per le inevitabili ripercussioni sulle reti delle acque bianche (tra cui l’antica Bealera del Valentino, che adduceva al castello, ancora esistente sotto l’attuale sedime stradale).

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