Pedemontana Lombarda: errore perpetrato e pericolo trascurato

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L’Autostrada Pedemontana minaccia ancora il territorio della Lombardia e della Brianza. I governi, regionale e nazionale, continuano a puntare sul miraggio dell’asfalto: una cieca ostinazione che porta a trascurare il pericolo diossina. Le vicende di queste ultime settimane.

L’opera pare ormai sempre più in difficoltà: il mese scorso sembrava scavalcata tra le priorità del Decreto Legge del Fare da altre opere fortemente discusse, la TEM e la BreBeMi.
Ma il 7 luglio a Monza, durante un altro contestatissimo evento, quello verso EXPO 2015, è stato lo stesso presidente del Consiglio Letta ad indicare ancora la Pedemontana, insieme alle altre opere rinvigorite dal decreto, come indispensabile passaggio per la ripresa economica del territorio.

L’ERRORE PERPETRATO

Eppure i numeri sono chiari. L’8 luglio il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza ha inviato un appello ai consiglieri regionali.

Perché, si legge nel testo, quella sulla questione della mobilità delle persone e delle merci è “una discussione da cui dipende il futuro della regione in materia di sviluppo sostenibile”.
C’è la necessità di “invertire la rotta sino a questo momento seguita da almeno un ventennio… in questo momento l’allarme sia ai massimi livelli, sia per l’eccessivo consumo del suolo (il doppio della media nazionale), sia per i livelli di inquinamento dell’aria e del suolo le cui cause principali sono dovute ai troppi veicoli circolanti in regione

Seguono impressionanti dati sulla “maglia nera” della Lombardia con oltre il 10% di aumento del territorio consumato e sulla notevole estensione delle strade principali (autostrade, statali, provinciali e strade dei capoluoghi): Km 16.480.
Un numero spropositato se confrontato al dato dell’estensione delle linee ferroviarie, sia di proprietà statale che regionale, che arriva appena a km 1.869.

Tutto questo dimostra ancora una volta, come conclude l’appello, che occorre un cambiamento: “le autostrade regionali (l’inutile BreBeMi, la disastrosa TEM e la dannosa Pedemontana) sono già un fallimento annunciato, ed ogni euro che verrà speso (11 miliardi totali) per questi ecomostri della pianura sarà un euro tolto a famiglie, imprese ed enti locali”.
La soluzione c’è: “Una mobilità che incroci i bisogni quotidiani di lavoratori e studenti, che decongestioni le città, che conceda spazio e sicurezza a ciclisti e pedoni, che utilizzi meglio le infrastrutture ferroviarie, che consenta a nuovi operatori di mettere a disposizione una maggiore e più qualificata offerta di mobilità e che innovi i concetti di logistica per le merci per tagliare drasticamente il numero di camion che percorrono la nostra rete stradale e autostradale” .

IL PERICOLO TRASCURATO

Ed in Consiglio Regionale è arrivata il 7 luglio una mozione urgente, su cui ha lavorato il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE che chiedeva nello specifico di “verificare l’opportunità di una revisione del progetto dell’autostrada Pedemontana Lombarda al fine di evitare il passaggio nelle aree in cui si riscontrano concentrazioni di diossine eccedenti le concentrazioni soglia di contaminazione

Una preoccupazione di cui sembra indiscutibile l’importanza, eppure il carattere d’urgenza della mozione è stato respinto dalla maggioranza e quindi, come annuncia il coordinamento in un comunicato: “niente discussione sull’argomento. E’ proprio indigesto parlare di Pedemontana e rischio DIOSSINA”.

Tutto questo nonostante tra le prescrizioni del progetto è chiaramente inserita la necessità di realizzate ulteriori indagini dettagliate sui terreni interessati da contaminazione da diossina, poiché nel corso delle indagini preliminari per la verifica della concentrazione residua sono stati riscontrati superamenti dei valori limite per questo parametro.

CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI

Il prossimo 14 luglio 2013 è prevista una passeggiata nel Bosco delle Querce (info su brianzacentrale.blogspot.it). A 37 anni dal disastro ambientale la minaccia oggi è il progetto autostradale che rischia di scoprire pericoli nascosti ma ancora presenti.

Ad un anno dalla manifestazione dello scorso 30 settembre 2012,  si pensa anche ad un nuovo grande appuntamento in cui le associazioni del territorio faranno ancora una volta sentire, tutte insieme, le motivazioni del no all’opera e del sì ad una mobilità nuova e sostenibile.

Luca D’Achille

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