Crescita urbana e degrado del patrimonio storico-culturale: il caso delle Ville Venete

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Il 6 dicembre 2013 si è svolto a Montegrotto Terme, in Veneto, un incontro sulla forte crescita urbana della regione e il contestuale degrado paesaggistico delle Ville Venete. 

L’incontro è stato organizzato dal Salviamo il Paesaggio di Area Ovest di Padova, WWF, Legambiente, LIPU, Comitato Popolare “Lasciateci Respirare” e l’Associazione “Diversamente Bio” , relatore era il Professor Tiziano Tempesta, del dipartimento territorio e sistemi agro-forestali Università di Padova.

Il Professor Tempesta inizia il suo intervento con una breve introduzione alle Ville Venete, costruite in quasi tutto il territorio dal 1400, quando la Repubblica di Venezia decise di estendere i suoi domini in terraferma portando le nobili famiglie ad “investire” nello sviluppo agricolo de territorio.

Di fatto le Ville sono da considerarsi delle vere e proprie aziende agricole, sorte quasi sempre nelle vicinanze di fiumi, connesse a opere di irrigazioni e bonifica del territorio per renderlo fertile e lavorabile. Oltre a essere opere di enorme valore artistico diventarono il vero e proprio motore del paesaggio agrario. Una villa che vive della campagna e del suolo.

Parlare delle Ville e della crescita urbana che si è sviluppata intorno ad esse è una ottima chiave di lettura per riflettere su quanto suolo si è utilizzato nell’arco degli ultimi 50 anni in Veneto.

Nella nostra regione sono censite 3.782 Ville e nel 92% dei comuni della regione ne è presente almeno un esemplare.

Questo patrimonio molto capillare è poco tutelato dal punto di vista paesaggistico infatti, continua il Professore, vi sono stati due boom edilizi, il primo negli anni ’70 mentre il secondo nei primi anni 2000.

Villa Giovanelli – Noventa Padovana
Villa Giovanelli – Noventa Padovana
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Villa Contarini Crescente a Padova

 

Villa Bonini a Vicenza
Villa Bonini a Vicenza

Se negli anni ’70 la crescita edilizia era accompagnata ad una crescita della popolazione e anche di una crescita del valore produttivo della regione nel 2001, fino ai giorni nostri, l’aumento edilizio non è dovuto a queste cause, infatti proprio in questi anni possiamo dire che la crescita economica della regione si blocca.

Si sviluppa quindi una sovrapproduzione di case e capannoni con la conseguente stagnazione del mercato (con 88.000 abitazioni costruite e non utilizzate e con 40.000 ettari di suolo “buttato via”).

Avviene inoltre, continua Tempesta, un fenomeno che si lega al “caso delle Ville”, infatti la popolazione in queste due ondate di inarrestabile costruzione è andata a ridistribuirsi dalle città alle fasce extraurbane con un aumento di suolo pro capite per residente del 50% in più, proprio in quei territori dove sono presenti i suoli agricoli e le Ville padronali. Nei 2/3 delle Ville esistenti questa crescita edilizia ha portato alla perdita dei contesti agricoli originali con la costruzione di insediamenti civili ed industriali troppo a ridosso delle Ville esistenti, rovinando così un valore artistico che poteva essere meglio tutelato ed utilizzato a fini turistici. Si è voluto “rinnegare” il nostro passato rurale e contadino perdendo di fatto un patrimonio e anche una conoscenza che non ritornerà più.

Inoltre si è parlato del “Piano Casa 2013” reso operativo di recente. Il Piano, senza tenere conto di quanto sia in stagnazione il mercato, va ancora ad incentivare l’attività edilizia in Veneto.

Il suolo non è visto come un bene da tutelare per scopi agricoli o paesaggistici ma è ormai divenuto un mero strumento per uscire dalla crisi economica. Una merce di scambio.

Conclude poi il Professore su quanto possiamo fare per sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri governanti sulla tutela del restante patrimonio delle Ville che non sono state colpite dall’edificazione selvaggia e che ancora mantengono caratteristiche paesaggistiche originali. Circa 1200 siti d’interesse storico e culturale poco valorizzato e per la maggior parte sconosciuto dove è ancora possibile cogliere il legame con il paesaggio rurale circostante.

Scarica le due presentazioni del prof. Tiziano Tempesta in formato pdf:

Crescita insediativa, consumo di suolo e sviluppo economico nel Veneto (1,7 Mb) >

Crescita urbana e degrado del patrimonio storico-culturale: il caso delle Ville Venete (6,5 Mb) >

12 commenti

  1. Per il Veneto delle tangenziali e dei passanti non c’é speranza. Se la media degli stupidi (che sono di origine genetica!) in Italia risulta elevata rispetto all’Europa, nel Veneto abbiamo le concentrazioni massime. La ricchezza sembra instupidire e Zaia interpreta fedelmente il suo ruolo, di guida indiscussa (e democraticamente eletta) degli stupidi autolesionisti.

  2. Cosa dire, avete ragione tutti. Ma cosa fare? Quando ci si presenta l’occasione siamo disuniti ognuno dai propri interessi, ci hanno abituato così, nord contro sud, imprenditori contro dipendenti, donne contro uomini, destra contro sinistra (eppoi invece i politici più uniti che mai), vecchie generazioni contro le nuove. Che fare? Si cambia o no? Intanto stop alle costruzioni e agevolazioni alle ristrutturazioni, abattimento immediato di costruzioni abusive e controlli più severi rendendo responsabili (veramente in solido oltre al licenziamento) chi ha concesso tali permessi o ha fatto finta di non vedere. Severità, rigore, rispetto, Utopia?

  3. Le attività criminali che la giunta Zaia sta mettendo in atto in Veneto, passano sotto silenzio perché la popolazione stessa ha inculcato nella testa il mantra: “Benessere, crescita, infrastrutture, costruire”.
    La giunta Zaia ha devastato il Veneto, eppure è stata riconfermata!
    Purtroppo il Veneto è spacciato.
    Alessandro (Castelgomberto)

  4. Riviera del brenta l’avevano denominata. Ora ne rimangono solo frammenti mentre si continua a dilapidare il territorio e a sfregiare il paesaggio con pseudo infrastrutture e uno sviluppo distruttivo!

  5. Penso che sia utile viaggiare in tutta Europa e confrontare quanto e come viene conservato il verde, fatta manutenzione dei fiumi, regolamentata la gestione dei fossi fra vari poderi,la potatura delle siepi che si affacciano su strade comunali e provinciali e così via. Solo da questi sopralluoghi in macchina, a piedi, in treno o anche dall’aereo si possono ricostruire gli effetti di legislazioni adeguate e capacità di rendere operative regole, sanzioni, obblighi che costituiscono le leggi sul paesaggio e sulla manutenzione del territorio. Questa capacità di osservare è molto utile anche a proposito della raccolta dei rifiuti. Esiste in parlamento un rapporto sulle legislazioni nazionali su paesaggio e consumo di suolo? Come mai continuiamo a vendere terreni a tutti e a fare colate di cemento ovunque?

  6. Purtroppo concetti come Bellezza, Armonia, Tradizione,Salvaguardia rurale e paesaggistica non sono nè prioritari nè tanto meno essenziali per la maggioranza degli italiani, frequentatori delle Nuove Cattedrali, i centri commerciali…

  7. Il popolo andrebbe educato dai governanti, ma loro per primi sono dei cialtroni.Cosa ci aspettiamo da loro?

  8. Alfio ha ragione ma…all’incontro non siamo riusciti nemmeno a portare un consigliere comunale, un assessore comunale, e tanto meno un sindaco di un minuscolo paese. Nè di destra nè di sinistra. Eppure l’incontro era perfino pubblicizzato sul cartellone luminoso della città di Montegrotto! ma, se ci penso bene, all’incontro non siamo riusciti a portare nemmeno i cittadini…perchè eravamo in 20, relatore compreso.
    è sempre più evidente che ce la cantiamo e ce la suoniamo tra di noi, e il popolo è del tutto corresponsabile della distruzione in atto.
    Noi ci ostiniamo a credere nella favoletta del governatore tiranno e del popolo oppresso. Ma ormai è del tutto evidente che è proprio il popolo che vuole e applaude il tiranno.
    Esiste un’ultima spiaggia, anche se è comunque effimera, ed è quello che stanno facendo in Val di Susa ogniqualvolta che una ruspa prende fuoco…

  9. Perché all’incontro non era presente nessun assessore regionale? Dirsela e raccontarsela tra noi non é tanto tanto utile.

  10. il Veneto purtroppo è colonia romana che viene depauperato dallo stato centrale di 20miliardi all’anno, accompagnato da un processo di continua perdita della sua identità, quindi alla fine meno rispetto del suo territorio.

  11. Da quello che si evince dall’articolo il governatore del Veneto mantiene inalterata la sua reputazione di clown e pinocchio, raccontando solo balle in difesa del suolo ed offendendo l’intelligenza altrui. Che essere!!!

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