Amantea (CS): salviamo il paesaggio dello scoglio di Coreca

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Lo scoglio di Coreca (Amantea – CS) è stato teatro, sabato 7 febbraio 2015, di una manifestazione da parte di cittadini e associazioni locali, per manifestare disappunto riguardo i lavori di una barriera posta davanti allo scoglio grande di Coreca, nell’ambito di un ampio programma per la salvaguardia della costa.

Un finanziamento comunitario di 1.100.000 euro pronto per essere erogato dalla Regione Calabria, riguarda la realizzazione di un pennello semisommerso a “T”, a sud dello scoglio di Coreca, composto da una parte emersa della lunghezza di 50 metri ortogonale alla costa ed una parte sommersa della lunghezza di 35 metri parallela alla costa; la realizzazione di una barriera emersa della lunghezza di 100 m posta alla profondità di 3.50 m.s.l.m. ad asse curvilineo; la realizzazione di un ripascimento protetto della spiaggia nell’intorno dello scoglio di Coreca per un volume di sabbia versata pari a circa 43.000 metri cubi prelevato dal vicino torrente Oliva.

L’elemento che più ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione, è proprio la sabbia proveniente da un sito altamente inquinato come l’Oliva, sottoposto ad indagini giudiziarie da parte di diverse Procure fin dal dicembre 1990, giorno dello spiaggiamento della motonave “Rosso” avvenuto a poca distanza. I campionamenti effettuati nel sito ritenuto contaminato dal carico interrato illecitamente della “Rosso”, effettuati dall’ISPRA e dall’Arpacal, ​hanno riscontrato presenza di fanghi industriali, elevate concentrazioni di idrocarburi, di sostanze velenose come l’arsenico e l’avvelenamento delle acque di falda inutilizzabili, secondo i tecnici del ministero, per uso umano, agricolo e zootecnico. La quantità di rifiuti interrati è stimata in 140mila metricubi.

Contrastanti sono i pareri riguardo l’impatto ambientale dell’intervento, c’è chi ritiene inaccettabile una simile opera che devasterebbe quella che da sempre è considerata la cartolina illustrata di Amantea, chi invece, reputa opportuno un intervento che completerebbe quello effettuato negli anni a sud e a nord dello scoglio, con “pennelli” simili a protezione della costa, che hanno favorito la formazione della spiaggia che a partire dai primi anni 2000 s’era persa.

Tutti indistintamente condanniamo l’ipotesi di sfruttamento del materiale inerte contaminato proveniente dal torrente Oliva.

Il comitato locale del forum “Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori”

Un commento

  1. Stanno trasformando le coste da ambienti salubri nell’esatto opposto. Con danni irreversibili nel breve periodo sulle popolazioni locali e sui sistemi ambientali, sull’immagine complessiva di una regione/paese, erodendo quel poco che rimane al turismo come attività economica sostenibile.
    Del resto è un modo come un altro per liberarsi di materiali scomodi. Della serie “una via e due servizi”…o meglio “salviamo capra e cavoli”, poi la capra mangerà il cavolo avvelenato e..

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