“Monocultura” dello sci: nuovi impianti sul Monte Rosa, in zona protetta

Vallone d'Olen, zona dei nuovi impianti di sci
Vallone d’Olen, zona dei nuovi impianti di sci

E’ stato presentato in questi giorni ad Alagna Valsesia presso il Teatro dell’Unione il Piano di Sviluppo di Monterosa 2000 S.p.A., Società a totale capitale pubblico proprietaria e gestore degli impianti di risalita.

Sono ben 15 gli interventi in progetto sul Monte Rosa per un investimento di 15 milioni di euro da realizzarsi in tempi ravvicinati (da 1 a 4 anni) in conseguenza dei quali si verificherà inevitabilmente un incremento spropositato dell’antropizzazione nelle alte quote degli ambienti montani in zone protette coinvolgendo Siti Natura 2000 IT1120028 e IT1120027 Alta Valsesia (SIC e ZPS) in zona dichiarata dal Ministero dell’Ambiente “di notevole interesse pubblico” vincolo D.M. 1 agosto 1985 per l’Alta Valsesia e Valli laterali.

Si programma lo sfruttamento intenso delle risorse idriche per l’innevamento programmato e per centraline idroelettriche, si prevede addirittura un “lago artificiale” a cielo aperto che modificherà in modo significativo l’attuale paesaggio, si progettano collegamenti stradali sterrati in alta quota (2400/2500 mt.), persino tapis roulant che nulla hanno di montano, si compromettono nell’altopiano di Cimalegna zone umide caratterizzate da laghetti alpini e torbiere d’alta quota. Gli interventi comportano una grave intrusione sulla percezione del paesaggio locale.

Il Piano di Sviluppo Monterosa 2000 non è altro che il progetto di un grande Luna Park provvisto persino di luminarie notturne, un parco divertimenti finalizzato al solo profitto senza tenere in considerazione la protezione e la tutela dell’ambiente naturale e del paesaggio così da garantire stabilmente l’efficienza degli ecosistemi, la conservazione della flora e della fauna e dei loro habitat, l’unicità e la bellezza della natura e del paesaggio nel loro insieme.

Dobbiamo conservare e valorizzare la montagna per quello che la natura offre, dobbiamo salvaguardarla come bene collettivo destinato a soddisfare bisogni profondi, duraturi ed essenziali, dobbiamo assumerci la responsabilità di detenere un bene prezioso e delicato e di consegnarlo alle generazioni future, dobbiamo pensare che anche verso la montagna abbiamo dei doveri e non solo dei diritti. La montagna può essere lasciata lì, per quel che è, per consentire a chi lo desidera di essere contemplata, ammirata, vissuta, nel rispetto della sua natura. Chiunque ami la natura e l’autenticità della montagna deve opporsi a questo scriteriato approccio al modo di fare sviluppo. Date le caratteristiche del territorio, lo sci praticabile ad Alagna non è certo quello dello sciatore principiante o delle famiglie. Alagna è sempre stata meta di sciatori esperti dotati di buona tecnica ed è stata pubblicizzata negli ultimi anni come “freeride paradise”. I costi economici ed ambientali degli interventi previsti sono elevati in rapporto ai benefici, considerato che il bacino di utenza è alquanto limitato. Le caratteristiche generali del territorio non consentono di cambiare con successo il target turistico.

E’ tempo che tutti i soggetti del territorio alpino (operatori locali ed enti territoriali) cambino atteggiamento rispetto alla monocultura esasperata dello sci e sempre più volgano l’attenzione verso quelle pratiche sportive che garantiscano il minimo impatto ambientale, sociale e culturale delle strutture e delle attività legate al turismo sul territorio.

Il Comitato “Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile”

10 commenti

  1. Ci vorrebbe un’iniziativa unica nel suo genere. Un’iniziativa forte.
    Bisognerebbe organizzare una giornata di protesta richiamando escursionisti, naturalisti, alpinisti, biologi da tutta l’Italia, e dare vita a un momento di condivisione, a una camminata che formi una catena di persone capace di abbracciare il Monte Rosa. Io abito nel bresciano ma giuro che verrei anche per tre giorni per dare un segnale di questo genere: difendere la montagna è lottare per un modo di vivere in equilibrio con il mondo e la sua bio-diversità.

  2. mi associo sempre a chi propone una petizione. Creare un movimento nomonterosa ski

  3. Di fronte a questi squali l’unica cosa in cui sperare è che il riscaldamento globale faccia nevicare solo una settimana all’anno..e con 15°C non c’è innevamento artificiale che tenga..e lo dico da appassionato sciatore, che però ormai è schifato dalle Mac-seggiovie

  4. Nulla insegna ai folli. Se continua la devastazione della Valsesia e partono questi progetti, boicottiamola invitando la gente a non andarci.

  5. Bene e cosa potremmo fare in concreto ? La Monterosa Ski in che modo potrebbe fare retromarcia ?

  6. La stessa solfa dalle Alpi agli Appennini (Terminillo / stazioni abruzzesi) per progetti anti economici ……un paese di merda abitato da gente di merda.

  7. La “rapallizzazione” del paesaggio italiano, montano, di costa, di collina ormai continua inesorabile.
    Non cambia una virgola confronto a 20/30 anni fà!
    A suon di falsi slogan all’insegna di “nuova occupazione”, ci stiamo giocando gli ultimi territori intonsi dello stivale, che, inesorabilmente sta sprofondando…nel fango della vergogna.

  8. Io amo lo sci ma basta distruggere paesaggi montani. Giusto promuovere un turismo eco sostenibile.

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