“TAV Chi Sì”: la prima investigazione civile aperta sulla perversione della spesa pubblica

Costi delle linee“Tav chi sì” è un ebook e un webdocumentario: quattro scrittori (Ivan Cicconi, Andrea De Benedetti, Claudio Giorno, Francesco Paola) accompagnano il lettore nella ricostruzione della lunga e complessa vicenda della costruzione dell’Alta Velocità, “la madre di tutti gli sprechi”.

Quella dell’Alta Velocità è prima di tutto la storia dell’Italia degli ultimi trent’anni: l’avvento della finanziarizzazione, l’applicazione di un subdolo paradigma neoliberista che ha moltiplicato il debito pubblico, l’adozione di strumenti dannosi come il project financing, l’abitudine a nascondere i debiti dentro società fintamente private.

“Tav chi sì” è un ebook molto speciale: gli autori intendono sperimentare per la prima volta in Italia l’investigazione partecipata. L’ebook e il webdocumentario – in vendita a 4 euro su www.trancemedia.eu – rimangono in aggiornamento fino alla fine del 2016. Tutti gli utenti hanno la possibilità di inviare suggerimenti e indicare nuove piste investigative. Ogni indicazione viene sottoposta a peer review. Una volta validata, all’utente viene proposto un contratto autoriale per produrre un articolo o un video che aggiunga il pezzo mancante all’ inchiesta, che vuole essere un’operazione di sorveglianza democratica e indipendente. L’ebook si candida così a diventare fino al 2016 un osservatorio sullo sviluppo delle grandi opere e sull’attuazione dello Sblocca Italia, il decreto che – nato sotto la stella del patto del Nazareno – potrebbe generare enormi consumi di suolo e nuovi rischi finanziari.

Il lettore può alternare l’ebook al webdoc in qualsiasi momento. Trova nel primo una lettura sequenziale (e numerosi link documentali). Online, i contenuti “freemium” offrono l’esperienza opposta: rich-media ed estesa interagibilità cronologica, tematica, ipermediale, con funzioni partecipative. Una vera e propria mappa interattiva, pratica e funzionale.

Qualche dato sulla storia dell’Alta Velocità:

  •  L’Av è stata progettata nel 1991. Doveva costare l’equivalente di 14 miliardi di euro. Finora è costata 100 miliardi di euro, senza contare i tunnel ancora da costruire, gli arbitrati e i completamenti in corso
  • Il capitale per la costruzione dell’Av doveva essere al 60% privato. Finora i costi sono stati coperti interamente con soldi pubblici
  • Salvo imprevisti, l’Italia pagherà i debiti dell’Alta Velocità almeno fino al 2050
  • Per spingere i treni a 300 km all’ora sono state costruite nuove linee elettrificate a 25 mila volt
  • Il Pendolino viaggiava a 240 km all’ora con linee elettrificate a 3 mila volt
  • La Germania per le sue linee a alta velocità utilizza linee elettrificate a 3 mila volt
  • Il brevetto del Pendolino è stato venduto alla azienda francese Alstom, che lo utilizza ancora

“Tav chi sì” è un progetto Trancemedia.eu. Trancemedia.eu opera da Torino, crossover fra editoria, film (soprattutto documentari), web e fenomeni social. Claudio Papalia e Tiziana Ripani ne sono gli animatori da cinque anni, dopo aver curato, dal 2004 con Book Film Bridge al Salone del Libro, gli scambi di diritti fra nuovi media, editoria e cinema, in un intenso attivismo europeo di produttori indipendenti. La “trance di ritorno verso la realtà” (Trancemedia va in quel senso) per loro avviene con i webdocumentari, e in generale, con la non-fiction civile online

5 commenti

  1. Concordo su tutto. Però evitiamo di fare politica qualunquista: il patto del nazareno non centra un cavolo con l’alta velocità. Riferimento ridicolo e falso. Per favore.

  2. Attenzione, evidenziando dettagli del tipo
    “•Per spingere i treni a 300 km all’ora sono state costruite nuove linee elettrificate a 25 mila volt
    •Il Pendolino viaggiava a 240 km all’ora con linee elettrificate a 3 mila volt”
    e dando informazioni sbagliate come:
    “•La Germania per le sue linee a alta velocità utilizza linee elettrificate a 3 mila volt”
    distruggete la credibilità dell’opera:
    l’alimentazione a 25kVca è vantaggiosa rispetto ai 3kVcc per il minore impatto dei campi magnetici e per la possibilità offerta della frenatura a recupero, ed in Germania l’alimentazione è a 15kVca.
    Attenzione quindi a non dare informazioni irrilevanti e fuorvianti o addirittura sbagliate, grazie !

  3. Poiché l’alimentazione a 25kV ha un minore impatto elettromagnetico e permette la frenatura a recupero, non è solo errato da un punto di vista ecologista ma è deplorevole il goffo tentativo di impressionare i lettori evidenziando:
    “•Per spingere i treni a 300 km all’ora sono state costruite nuove linee elettrificate a 25 mila volt
    •Il Pendolino viaggiava a 240 km all’ora con linee elettrificate a 3 mila volt”.

    A questa cattiva informazione si aggiunge una nota proprio sbagliata
    “•La Germania per le sue linee a alta velocità utilizza linee elettrificate a 3 mila volt”
    poichè in Germania (come in Svizzera, Austria e Norvegia) l’elettrificazione è a 15mila Volt c.a. (che permette la frenatura a recupero d’energia).

  4. il TAV (unico TAV merci al mondo) di 53 km al servizio di impregilo per portare improbabili container da Genova Fegino all’interporto del Gruppo Gavio di Rivalta Scrivia (Tortona) COSTA DA PROGETTO 6,2 MILIARDI

    1. Collegare il raddoppio di Ponente Andora – Bastia d’Albenga a Garessio con 24 km fornirebbe un valico decisamente più utile della Cuneo-Ventimiglia, che lascerebbe le linee di S.Giuseppe di Cairo dedite ai porti savonesi e renderebbe superfluo o poco urgente il Quarto Valico di Genova (3° sui Giovi): con 400 milioni si recupererebbero all’uso decine di km di ferrovie piemontesi, si eviterebbe di congestionare il nodo di Genova, si permetterebbe il trasferimento modale a Ventimiglia (oggi quasi tutto gomma), investendo 1/15 e facendo prima che col Terzo Valico. Ne parleremo a Garessio(CN) il 22-23 agosto (GarExpo2015)

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