Serve un Fondo nazionale per l’ambiente

L’appello di Luca Marchesi, presidente AssoArpa e vicepresidente Snpa, sulla necessità di continuare il cammino intrapreso nella Legislatura appena conclusa con l’istituzione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

Il Parlamento, nella Legislatura appena conclusa, è riuscito ad approvare, con il concorso di tutte le forze politiche, la legge (n.132/2016) che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), nell’ambito di un fitto quadro complessivo di leggi ambientali positive e innovative, numerose e di qualità come probabilmente non era mai accaduto nella storia della Repubblica.

Si tratta di una riforma con forti connotazioni “federaliste”, che cerca di coniugare il ruolo delle Regioni per la salvaguardia ambientale, dando vita, al contempo, ad un Sistema “a rete” con l’intento di garantire omogeneità a tale impegno su tutto il territorio nazionale – e qui dovranno rivestire un ruolo fondamentale i Lepta (Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali).

Ma la riforma segna il passo, mancando i decreti attuativi previsti dalla legge e mancando gli adeguamenti alla nuova disciplina delle precedenti leggi regionali, che avevano istituito le Arpa regionali e le Appa nelle province autonome.

Luca Marchesi, Presidente di AssoArpa e Vicepresidente Snpa, prova ad evidenziare quale potrà essere il percorso da intraprendere nel corso della prossima Legislatura.

L’inadeguatezza delle risorse di cui dispongono le Agenzie ambientali è un limite che impedisce di affrontare le grandi e piccole sfide ambientali del Paese. In questi anni ultimi anni, i casi di Puglia (per Ilva) e Basilicata (per il petrolio) sono stati affrontati con norme specifiche, che hanno previsto risorse ed impegni adeguati (ancora in via di implementazione) per potenziare le relative Agenzie ambientali. Tuttavia il problema è ben più ampio di quanto riguarda questi pur importanti e delicati territori e riguarda tutt’oggi, in generale, tutte le Regioni italiane, non solo del Mezzogiorno.

Abbiamo da poco finalmente ottenuto, anche grazie al lavoro svolto come SNPA e in Assoarpa, una norma generale sulle capacità assunzionali delle Arpa che rimuove irragionevoli vincoli posti finora dalle pregresse leggi finanziarie e manovre di bilancio e che consente dunque alle Agenzie, nell’ambito delle risorse esistenti, di assumere nuovo personale.

Bisogna però adesso che le Regioni colgano l’occasione offerta dal Legislatore nazionale e destinino alle Agenzie e al Sistema dei controlli ulteriori risorse. Iniettare nel Sistema nuove risorse credo sia oggi una necessità assoluta, sia per la tutela dell’ambiente sia per lo sviluppo economico, come cercherò di spiegare. E bisogna farlo subito, pur senza dimenticare che si tratta comunque di una soluzione “tampone”, in attesa che la completa ridefinizione degli organici del Snpa si possa finalmente ancorare in maniera oggettivamente fondata ai Lepta, per il tramite di un Fondo Nazionale per l’Ambiente adeguatamente capiente per l’affronto dei problemi reali.

Sul processo di definizione dei LEPTA – che sconta purtroppo un netto ritardo, nonostante il pregevole lavoro fatto dal SNPA – serve una forte accelerata. Questa dovrà essere da subito, nella prossima Legislatura, una priorità per il nuovo Governo. E questo riguarda, come dicevo prima, le sempre crescenti attese della popolazione in materia di qualità della vita e di binomio ambiente/salute, ma riguarda anche le grandi sfide globali che ci attendono nel prossimo futuro, nonché lo sviluppo competitivo del nostro Paese sui mercati interni e sui mercati mondiali.

Uno sviluppo economico sano, virtuoso, ambientalmente compatibile e finanche competitivo dal punto di vista dei mercati, infatti, ha bisogno di un sistema pubblico dei controlli adeguato ai tempi e in linea con i migliori standard internazionali: parlo di ispezioni in azienda, ma anche di monitoraggi, di conoscenza, di assistenza tecnica agli Enti coinvolti e di percorsi di accompagnamento alle Imprese che vogliono mettersi su percorsi virtuosi di crescita “green”.

Insomma, abbiamo bisogno di un sistema di controllo ambientale che sia non solo repressivo, ma che operi come una vera e propria funzione di “controllo-qualità” nei confronti dell’intero processo di sviluppo economico di un territorio. A garanzia di tutti e quindi nell’interesse di tutti, Impresa compresa.

Non ci deve essere e non ci può essere antinomia tra Ambiente e Sviluppo. I Governi regionali e nazionali devono sapere e ricordare che stanziare risorse per le Agenzie significa farlo per tutelare l’ambiente e la salute, ma anche per favorire un corretto e prospero sviluppo economico dei territori. E credo che non dobbiamo mai stancarci di ricordarlo e di affermarlo, anche in quanto tecnici e in quanto Sistema istituzionalmente preposto: controlli ambientali pubblici, indipendenti, terzi, scientificamente ancorati, non semplicemente repressivi ma anche orientati a risolvere i problemi, fanno bene anche alle imprese.”

http://ambienteinforma-snpa.it/serve-un-fondo-nazionale-lambiente/

 

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