Una legge d’iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo. La proposta del Forum Salviamo il Paesaggio

Ci siamo !

Finalmente possiamo, con piacere, annunciarVi che il nostro Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare ha completato il proprio compito: la nostra Proposta di Legge Popolare “NORME PER L’ARRESTO DEL CONSUMO DI SUOLO
E PER IL RIUSO DEI SUOLI URBANIZZATI” ora è pronta.

In allegato trovate il testo definitivo dell’articolato e della ricchissima premessa della nostra norma e a seguire il comunicato (vedere sotto) con cui nei prossimi giorni divulgheremo alla stampa e alle forze politiche l’avvio di questa nuova fase di lavoro intenso per tutto il nostro Forum.
La conclusione di questo imponente lavoro cade in un momento di particolare rilievo: abbiamo infatti la possibilità e l’opportunità (e anche il dovere …) di approfittare del mese di febbraio per far pesare questa importante Proposta di legge in campagna elettorale.
Questo significa lavorare da subito per trovare il massimo rilievo sulla stampa nazionale e locale, contattare tutte le forze politiche e chiedere di valutare la nostra proposta normativa ed esprimersi prima del voto (impegnandosi a sostenerla successivamente in Parlamento).
Vi invitiamo ad organizzare incontri pubblici a livello locale (ovunque …) già nel mese di febbraio, incontrando tutti i candidati dei Vostri collegi e sollecitando le loro prese di posizione a sostegno di questa norma “dal basso”.

Ora abbiamo in mano lo strumento che ancora ci mancava: spetta a a ognuno di noi trasformarlo nel documento di riferimento per un dibattito parlamentare veramente costruttivo, pronti a mettere in campo una campagna popolare di sottoscrizioni qualora, ancora una volta, la “politica” mostrasse la sua indifferenza.

Per prepararci invitiamo tutte e tutti a voler contribuire alla creazione di un nuovo fondo per finanziare le nostre prossime iniziative, qui trovate le indicazioni per sostenerci (ognuno per le proprie possibilità).

 

LEGGI LA PROPOSTA DI LEGGE DEL FORUM SALVIAMO IL PAESAGGIO >

In questa sezione potete trovare tutti i principali documenti di approfondimento sulla nostra proposta normativa nazionale: SCARICA TUTTI I DOCUMENTI>

 

COMUNICATO:

Una legge d’iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo. La proposta del Forum Salviamo il Paesaggio

Alla stesura del testo normativo ha lavorato per 13 mesi un Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare formato da 75 persone: architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti…

Cassinetta di Lugagnano, 3 febbraio 2018 – Dieci articoli per una legge contro il consumo di suolo, per fermare “la modifica o la perdita della superficie agricola, naturale, seminaturale o libera, a seguito di interventi di copertura artificiale del suolo, di trasformazione mediante la realizzazione – entro e fuori terra – di costruzioni, infrastrutture e servizi o provocata da azioni, quali asportazione ed impermeabilizzazione”.
Dieci articoli per una legge attesa da decenni o, almeno, dal 2009, quando un’ampia aggregazione nazionale di associazioni, comitati e singoli cittadini rese evidente l’insostenibile peso della speculazione edilizia.
Dieci articoli per una legge dal basso, dopo che lo scioglimento delle Camere ha sancito la fine ingloriosa del testo arenatosi al Senato, che ha vanificato lo sforzo avviato all’inizio della legislatura e l’impegno di tanti che avevano prestato il proprio servizio al Paese, producendo osservazioni, partecipando ad audizioni.

“Un fallimento, quello della politica, che ci obbliga a riprendere con energia la battaglia, perché di battaglia si tratta, per arrestare subito il consumo di territorio. Arrestare e non limitare o ridurre. Perché quello che serve oggi è un taglio netto. Un obbligo per legge – spiega il Forum Salviamo il Paesaggio, promotore del progetto di legge -. Una legge che oltre a porre la parola “fine” al film ‘Le mani sulla città’ che va in onda ininterrottamente dal secondo Dopoguerra, punti tutto sul recupero dell’enorme patrimonio edilizio esistente, sulla bonifica e riconversione ecologica delle immense aree dismesse e abbandonate (una vera e propria emergenza diffusa su tutto il territorio nazionale che deve vedere lo Stato applicare il principio costituzionale che prevede la tutela della proprietà privata solo se questa ha una funzione sociale), sulla valorizzazione urbanistica, sociale, economica e culturale sia dei centri storici e sia delle periferie dormitorio cresciute fuori dalle mura e ai margini delle autostrade”.

La legge che oggi il Forum Salviamo il Paesaggio presenta e mette a disposizione del nostro Paese è stata scritta dal basso, frutto del lungo lavoro di un folto gruppo di esperti e arricchito dalle ulteriori proposte di tutte le migliaia di suoi aderenti e delle oltre 1.000 organizzazioni che lo compongono.
Dieci articoli che se approvati dal Parlamento Italiano sarebbero la mera l’applicazione della nostra Costituzione, pur sembrando una vera rivoluzione.

Una legge per la quale il Forum Salviamo il Paesaggio è pronto a raccogliere le firme dei cittadini, dopo averla presentata all’attenzione della prossima XVIII legislatura della Repubblica Italiana.

Nove anni fa, il 24 gennaio 2009, a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, veniva promosso il manifesto della campagna “Stop al consumo di territorio”: “Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto. Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto. La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata. Curiamola!

A quel pensiero è ancorata l’azione del Forum, costituito nel 2011: dopo avere registrato l’entrata del tema emergenziale del consumo di suolo all’interno dell’agenda “politica” e del Parlamento, ha dovuto però constatare che alle parole non seguissero norme stringenti.

Eppure, l’Italia non ha bisogno di una legge nazionale sul consumo di suolo.

Ha bisogno di una buona legge nazionale sul consumo di suolo.

Nel 2018, continuiamo a “divorare” terra al ritmo di 4 metri quadrati al secondo. Nel 2000 si era toccata quota 8 metri quadrati al secondo e la media degli ultimi 50 anni si attesta tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo.

Solo tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 250 chilometri quadrati di territorio, 35 ettari al giorno, 35 campi di calcio ogni 24 ore (ISPRA, 2017).
In termini assoluti, il consumo di suolo si stima abbia intaccato ormai circa 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio, una superficie pari all’Emilia Romagna. Perdiamo suolo e con esso perdiamo biodiversità, bellezza, paesaggio, qualità della vita, salute, storia, agricoltura. Il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l’80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991.

Consumiamo terra e siamo sempre meno in grado di garantirci il nostro cibo: non abbiamo più altro tempo a disposizione per invertire drasticamente la rotta.

 

Per ulteriori informazioni:

Domenico Finiguerra, 3384305130 – domenico.finiguerra@gmail.com
Alessandro Mortarino, 3337053420 – alessandro.mortarino@libero.it
Federico Sandrone, gonzy2005@libero.it

16 commenti

  1. C’è proprio necessità di una legge che regolamenti e limiti (se non addirittura blocchi) la cementificazione selvaggia in Italia. Purtroppo gli italiani sono quasi insensibili a questo tema e ai nostri legislatori questo tema non interessa anche perché va contro le lobby del cemento. Spero divenga legge il prima possibile anche perché il nostro povero territorio è sempre più martoriato (lo vedo quotidianamente nel “mio” Veneto. Avanti tutta.

  2. Iniziativa lodevole, io che vivo alle Eolie vedo in modo spregiudicato e abusato un continuo consumo del territorio. Proprio dove abito, nella frazione di Canneto dell’isola di Lipari, il comune ha già un progetto esecutivo per allargare sul lungomare la carreggiata della strada e sottrarre oltre duemila metri quadri di spiaggia, una vera follia che nessuno contrasta, per non parlare di altri scempi e abusi privati che ormai sono incontrollati.
    La mia isea sarebbe quella di iniziare da territori delicati e importanti come le piccole isole.

  3. Ottima e doverosa la proposta di legge sopra descritta per la salvezza del territorio, che è come dover intraprendere una cura contro una malattia che devasta e devasterà ancor di più le generazioni future.
    Gli italiani risultano essere un popolo che ha molto bisogno della sensibilizzazione del problema, dal momento che i politici parlano prevalentemente d’altro.

  4. Se non ho capito male,si intende presentare la proposta di legge elaborata dal gruppo dei 75 all’attenzione dei candidati al parlamento e,ad elezioni avvenute, ai nuovi gruppi parlamentari.La proposta di legge di iniziativa popolare per arrestare il consumo di suolo resterebbe, pertanto, solo un’opzione di riserva.
    Francamente non mi sembra una buona strategia.La raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare andrebbe invece avviata tempestivamente.Solo un forte movimento dal basso può smuovere le acque stagnanti della politica italiana.
    Aldo Camporeale, professore emerito di Agronomia ed Estimo

  5. Ho letto il testo e l’ho trovato fatto molto bene, bisogna farlo approvare senza accettare alcun emendamento in quanto modificherebbe l’assetto complessivo del testo elaborato.

  6. Salviamo il paesaggio. Riuso e bonifica dei terreni e degli edifici abbandonati. ViviNovara

  7. Gli “usi civici” (normati dalla L. 1766/1927 e dal R.D. 332/1928) peraltro tutelati ed individuati come “beni paesaggistici” dall’art. 142 comma 1 lettera h) del D.Lgs. 42/2004 (in passato dall’art. 82 del D.P.R. 616/1977 così come integrato dall’art. 1 della L. 431/1985) ed anche i “domini collettivi” recentemente normati dalla L. 20/11/2017 n. 168, in quanto individuati come beni di “interesse della collettività”, a maggior ragione rientrano a pieno titolo nelle aree oggetto di tutela previste dalla presente proposta di legge.

    Alessandro Mortarino/Federico Sandrone

  8. Sarebbe utile sapere quali politici hanno appoggiato tale manifesto, sia per un eventuale voto che per un controllo post-voto

  9. In tempi non molto antichi alcune aree erano soggette ad usi civici: diritto di legnatico,beveraggio, pascolo. Prerogative perse con l’avanzare della tecnologia e la diluizione delle necessità. Oggi molti di quegli usi civici sono persi perchè i terreni, specie quelli a ridosso di città in espansione sono stati resi edificabili da quelle amministrazioni pubbliche che non hanno saputo preservarli ad un uso pubblico. Andrebbero rivendicati proprio per questa funzione tutti i terreni ancora oggi gravati da uso pubblico e sottratti agli appetiti di cementificatori complici di politici senza scrupoli…

  10. Attenzione anche ai cosiddetti “usi civici” ed alle novità introdotte dalla nuova norma sui “domini collettivi” (168/2017). Mi pare un tema coerente, dal momento che la norma sottolinea che Il compito dei domini collettivi (riconosciuti ora come figura giuridica)è di tutelare i beni in modo efficace e duraturo, attraverso strumenti giuridici che si caratterizzano per una serie di vincoli alla utilizzabilità del proprio patrimonio. Ciò dal momento che -si legge – il bosco, le risorse, le fonti ed il pascolo sono ricchezze fondamentali per il territorio. Patrimonio naturale, culturale ed economico a disposizione della popolazione ed in comproprietà, da conservare e tramandare di generazione in generazione. Il ruolo de gli enti esponenziali che gestiscono, dei Comuni, ecc.
    Cinzia Di Fenza. Formez Pa e Pres. Associazione Oltre La Crescita

  11. da sostenere e da pubblicizzare adeguatamente.La Liguria,ad esempio,non si può piu’ permettere come il resto d’Italia la continua e costante del proprio paesaggio e della cultura di cui è diretta espressione.
    Danilo Bruno storico,capolista al Senato della lista Insieme per la Liguria

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