Abusivismo: per il WWF la sentenza della Consulta sulla legge campana è una vittoria della legalità

La sentenza della Corte costituzionale (n° 140/18) che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme campane che consentivano ai comuni di non procedere alle demolizioni e di affittare o, addirittura, alienare l’immobile abusivo allo stesso costruttore abusivo, non solo rappresenta un successo per tutti coloro che si battono contro l’abusivismo edilizio e per curare le ferite del territorio, ma è una vittoria della legalità e del buon senso.

La sentenza della Corte Costituzionale conferma e rafforza un elemento di chiarezza sull’abusivismo edilizio che, in quanto reato penale, riguarda tutti i cittadini di tutte le regioni, senza alcuna distinzione. Ne consegue, quindi, che la competenza sull’abusivismo edilizio non può che essere statale come il WWF aveva segnalato nelle argomentazioni inviate prima alla Regione Campania e poi al Governo per chiedere che fosse impugnata la legge regionale.

Le norme dichiarate incostituzionali rischiavano di essere un pericolosissimo precedente, dando un possibile avvio a sanatorie regionali “fai da te”, incentivando inevitabilmente nuovi abusi per dinamiche a tutti note e stradocumentate.

Con la sua decisione la Corte Costituzionale non solo ha introdotto un elemento di tutela per il territorio campano, già ampiamente devastato dal cemento illegale e criminale, ma lancia un forte monito per tutte le altre regioni rispetto alla gestione del territorio e alla necessità di azioni di contrasto all’abusivismo “in considerazione della gravità del pregiudizio recato all’interesse pubblico”.

Questo il commento del WWF Italia che aveva immediatamente contestato la legge regionale 22 giugno 2017, n. 19 ritenuto dall’associazione un pericolosissimo passo indietro sul cemento illegale.

Gli immobili abusivi, dunque, una volta entrati nel patrimonio dei comuni, devono essere demoliti e solo in via eccezionale – attraverso una valutazione caso per caso – possono essere conservati.

 

2 commenti

  1. Mi attacco qui per qualche aggiornamento sulla colonizzazione dei Colli Berici da parte di presunti “amanti della natura” di plastica.
    Tra ville, falsi depositi-attrezzi e piscine la “cementificazione diffusa” (poltiglia urbana) prosegue, capillare implacabile.

    Segnalo qualche recente episodio (solo alcuni tra i tanti) di devastazione paesaggistica (a mio avviso, beninteso) a base di sbancamenti e cemento.

    Uno a Castegnero (sul filo del confine comunale con Longare con cui comunque Castegnero starebbe per unirsi), uno a Nanto e un terzo altro a Villaga (ma in realtà, volendo, gli esempi si sprecano).

    1) Castegnero
    lo “sbrego” sopra Castegnero è proprio sul crinale, in linea con i due affioramenti rocciosi dei “Covoli” ora trasformati in “parco-giochi” (pardon “mini-palestra di roccia” come da tabella segnaletica) e si vede da chilometri di distanza (sia dalla Riviera Berica che dalla pista ciclabile) – e anche su google-map.
    Un pugno allo stomaco, oltre che nell’occhio)

    Come arrivarci:
    da Castegnero si prende la (stretta) via Castellaro che sale sui colli in direzione di Villabalzana.
    Lo scavo (con sbancamento) si trova poco prima della curva da dove parte il sentiero per la “Croce di Castegnero” (Monte Castellaro)e il sentiero per per scendere al cimitero di Lumignano, sulla destra della strada,
    Praticamente, come ho detto, sul crinale Un punto panoramico con “vista mozzafiato” (come recitano i depliant) sulla pianura sottostante (peraltro ingombra di capannoni a decine).
    Non posso escludere la preesistenza di un piccolo manufatto (i ruderi di una legnaia o di un riparo per animali) ma sicuramente era praticamente invisibile e di dimensioni minime. Quello che ora sta “crescendo” invece pare una villa di ampie dimensioni (valutando dalle fondamenta).
    Tra l’altro questa è anche area carsica (ma non esiste una normativa europea, almeno per le aree”sic”?), trovandosi poco lontano dai “Covoli di Castegnero” e sopra alle Grotte della Mura e della Guerra (localizzate sull’altro versante, verso Lumignano).

    2) Nanto
    La casa, con pompeiane e piscina si trova alla fine di via Crearo. L’inizio della costruzione risale a 5-6 anni fa. Da allora si registrano ulteriori interventi (con ruspe) per costruire una strada e innalzare vari muri in cemento, presumo per evitare smottamenti di terreno dovuti appunto ai vari sbancamenti.
    Oltretutto va a rompere l’integrità di una caratteristica vecchia piccola contrada (quasi un blocco unico ben inserito nel paesaggio).
    Sul fatto che – almeno inizialmente – fosse stata classificata “deposito attrezzi” mi rifaccio alle dichiarazioni di esponenti del Consiglio comunale (lista civica di opposizione) e alle polemiche tra amministrazione e consiglieri comunali di opposizione (in passato avevano richiesto l’intervento della Forestale per l’ennesimo sbancamento).

    3) Villaga.
    Altro caso di devastazione (ma si dovrebbe parlare anche di indebita privatizzazione del paesaggio e della bellezza paesaggistica) sui Berici: una villa con ampie vetrate (previo taglio di alcune querce) con “vista mozzafiato” (come da manuale) sulla pianura. Poco sopra l’Agriturismo “Le mandolare”, lungo la soidisant “Alta via dei Berici” andando in direzione dell’altro agriturismo “Monte degli Aromi” (non vorrei far pubblicità, ma solo dare indicazioni).
    Su google-map si notano ancora i segni degli sbancamenti.

    Per ora mi fermo qui…alla prossima
    GS

I commenti sono chiusi.