La Bibbia dell’ecologia

Chissà se Roberto Cavallo riuscirà a completare l’opera avviata da Papa Francesco che, con la sua enciclica “Laudato Si’“, ha sparso semi fertili di consapevolezza verso un rispetto assoluto di Madre Natura che inducono al cambiamento degli stili di vita – individuali e di comunità – ma di cui, purtroppo, fino ad ora si sono assaporati solo gli stimoli intellettuali e troppe poche azioni e scelte.

Probabilmente anche in questo caso dovremo accontentarci delle sole consapevolezze (d’altra parte se non c’è riuscito – ancora – il saggio Pontefice …), ma di certo questo “La Bibbia dell’ecologia. Riflessioni sulla cura del Creato” rappresenta un tassello importante di un mosaico che sempre più raffigura i limiti (raggiunti e superati) del nostro modello esistenziale e suggerisce le nuove vie da percorrere per riparare i danni che l’uomo moderno sta perpetrando nei confronti del Pianeta intero, della Natura, di sè stesso.

Roberto Cavallo non è un teologo e non è un biblista, ma è uno dei massimi esperti italiani sul tema della corretta gestione dei rifiuti, nonché scrittore, divulgatore scientifico, imprenditore e consulente di Enti e Ministeri. In questo suo ultimo lavoro affronta una profonda introspezione di particolare suggestione anche sotto il profilo squisitamente letterario: partendo da episodi fanciulleschi della sua vita a contatto con la più pura ruralità “di un tempo“, intreccia una fitta serie di rimandi che toccano passi delle Sacre Scritture e le crude cifre statistiche e scientifiche dei grandi mali che affliggono “i nostri tempi“.

Quasi 400 pagine fitte di fonti, numeri, dati, percentuali, che formano un enorme archivio da cui ciascuno potrà trarre tutte le necessarie informazioni per mettere in fila e a nudo i limiti e tirare il freno a mano alla apparente inarrestabile corsa di uno sviluppo poco compatibile con il “respiro” del nostro pianeta. Un lavoro per il quale Cavallo ha dedicato venticinque anni di progressive scritture e revisioni, fino a giungere alla sintesi di un match che fonde – appunto – Bibbia, contemporaneità distorta, autobiografia.

Nella Bibbia i riferimenti al rispetto dell’ambiente e ai corretti comportamenti sono innumerevoli e rilucono in totale aderenza con il nostro oggi. Si potrebbe dire, secondo la saggezza dei nostri avi, che tutto è già stato detto e tutto è già stato scritto.
Ma le parole, si sa, sono istanti fuggenti …

Ne “La Bibbia dell’ecologia” Cavallo identifica nove sezioni tematiche che affrontano le “spine” di questa nostra contemporaneità difficoltosa e bisognosa di repentine rivisitazioni a stretto contatto con biodiversità, terra stabile, cibo sano e sicuro, economia naturale, cambiamento climatico, sobrietà, acqua, semplicità.
Sono gli “ingredienti” del nostro futuro.

Cavallo li ritrova pienamente nelle Sacre Scritture:

«Guai a voi che continuate a comprare palazzi e terreni. Voi che non lasciate un pezzo di terra a nessuno e diventate gli unici padroni del paese. Ho sentito che il Signore dell’universo ha fatto un giuramento: “Tutte queste abitazioni saranno distrutte, questi palazzi grandi e belli resteranno disabitati» (Isaia 5,8-9).

«Il fascino e la bellezza attirano l’occhio, ma più ancora un campo verde che promette un buon raccolto» (Siracide 40,22).

«Un terreno non potrà essere venduto in modo definitivo, perché la terra appartiene a me, il Signore, e voi sarete come stranieri o emigrati che abitano nel mio paese» (Levitico 25,23).

«La vostra terra sarà ridotta a deserto e le vostre città a rovina. Allora, per tutti gli anni in cui sarete esiliati presso i vostri nemici, la vostra terra abbandonata godrà di un periodo di riposo, in compenso dei periodi di riposo che voi non avete osservato. Il suolo si riposerà per compensare tutti i periodi di riposo che voi non gli avete concesso, quando l’abitavate. E quelli di voi, che sopravvivranno nel paese dei loro nemici, li riempirà d’angoscia: il semplice rumore di una foglia agitata dal vento li metterà in fuga; fuggiranno come davanti a un nemico e cadranno, anche se nessuno li inseguirà» (Levitico 26,33-36).

Dice Cavallo: «Di fronte a un’emergenza, all’avvicinarsi di un pericolo, nel percepire una minaccia l’uomo deve rifugiarsi nella natura, perché è la natura stessa che gli garantisce la vita». E la Natura significa biodiversità, salvaguardia di un capitale genetico senza il quale l’uomo stesso rischia l’estinzione.

E’ forse superfluo ricordare qualcuno fra i numeri che caratterizzano il consumo di suolo mentre il dato demografico mondiale continua a crescere e, con esso, anche i grandi esodi di massa tra nazioni e continenti. Le previsioni indicano, inoltre, il raddoppio della popolazione che lascerà le campagne per insediarsi nelle città, passando da 3,4 milioni di persone residenti oggi in città a circa 6 miliardi e mezzo nel 2050: le dieci città più popolose del mondo ospiteranno, in quella data, quasi 300 milioni di abitanti.

L’uomo ha perduto il senso delle sue stesse misure, tanto che il 2% delle produzioni agrarie resta in campo, con punte, per gli ortaggi in serra, oltre il 3,5%. Solo in Italia, con i prodotti rimasti in campo potremmo risparmiare quasi 700 milioni di euro all’anno. E senza costi aggiuntivi. Nella pattumiera delle nostre case entrano quasi 1.000 kCal al giorno, poco meno della metà del fabbisogno calorico di una persona adulta.
In Europa lo spreco di cibo è di circa 90 milioni di tonnellate, cioè otto chili a testa di media. Il miliardo abbondante di tonnellate che ogni anno nel mondo vengono sprecate potrebbero sfamare due miliardi di individui sul pianeta, il doppio di quanti oggi sono colpiti da denutrizione:

«Se una famiglia è troppo piccola per mangiare un agnello, dovrà unirsi alla famiglia più vicina, quella che abita accanto, tenendo conto del numero delle persone» (Esodo 14, 4-5).

Oltre a sprecare il cibo, l’uomo getta abitualmente anche autentici “tesori“, parte integrante del suo quotidiano stile di vita: in uno smartphone ci sono 24 milligrammi d’oro, 0,3 milligrammi d’argento, 10 milligrammi di palladio, 1 milligrammo di platino, 25 grammi di alluminio, 15 grammi di rame. Considerando che in Italia oltre il 60% dei cellulari non viene riciclato, significa che gettiamo via quasi 200 chili di oro, quasi 2 tonnellate di argento e così via. Più di 30 milioni di euro …

«Getteranno l’argento e l’oro come rifiuti per le strade. Quando io, il Signore, sfogherò la mia collera l’argento e l’oro non li salveranno, non li sazieranno, né potranno soddisfare i loro desideri. Sono stati proprio l’argento e l’oro a farli inciampare nel peccato» (Ezechiele 7, 19).

La terra fertile è sfruttata ma ha bisogno, invece, di riposo:

«Per sei anni coltiverai la tua terra e ne raccoglierai i prodotti, ma nel settimo anno non la lavorerai e la lascerai incolta. Quel che vi crescerà, lo mangeranno i poveri del tuo popolo e quel che rimane sarà divorato dalle bestie selvatiche. Devi fare lo stesso per la tua vigna e per il tuo uliveto. Lavora sei giorni e il settimo riposati; così possono riposare anche il tuo bue e il tuo asino e possono riprendere le forze i figli della tua schiava e lo straniero» (Esodo 23, 10-12).

Il cambiamento climatico è accompagnato dall’aumento del rischio di desertificazione e, secondo il WWF, il 40% delle terre emerse corre questo pericolo:

«Il resto della terra invece diventerà un deserto per le azioni malvagie dei suoi abitanti» (Michea 7, 13).

Il peggioramento delle condizioni ambientali hanno provocato nel 2012 oltre 12 milioni e mezzo di morti, il 23% dei decessi totali. E l’inquinamento atmosferico miete ogni anno 3,7 milioni di morti, di cui 800 mila in Europa.

Il 40% dei conflitti umani è causato dalla necessità di accesso alle risorse naturali, prima fra tutte l’acqua che ricopre il 75% della superficie terrestre. Ma solo il 2,5% circa è dolce e solo lo 0,3% è relativamente facile da raggiungere e destinare all’uso umano, poichè quasi il 70% della risorsa è imprigionata nelle calotte polari e nei ghiacciai perenni e quasi il 30% è nascosto nelle profondità del suolo, nel permafrost o in terreni paludosi.

Ogni riga di questo libro contiene un’informazione e ogni informazione è uno stimolo a cambiare rotta; l’ultimo capitolo riassume, addirittura, una serie di decaloghi scanditi con “metrica” secca per suggerire le dieci azioni che una singola persona può facilmente mettere in campo per una agricoltura sostenibile, per il suolo e il paesaggio, per convivere in armonia in una società allargata, per l’economia naturale, per far passare la febbre alla Terra, per fare meno rifiuti, per un uso corretto dell’acqua.
Dieci azioni semplici sono una grande opera. E questi suggerimenti subito operativi sono rivolti a ciascun essere umano, che da spettatore può e deve diventare attore protagonista del proprio cambiamento, di quello della propria comunità, delle scelte delle amministrazioni più vicine, della “Politica” in senso più ampio.

Noi e io.

Forse la chiave del futuro è proprio tutta qui …

«Chiunque ha sete, venga a bere! Anche chi è senza soldi, venga a mangiare. Tutto è gratuito: c’è vino e latte e non si paga. Perché spendere soldi per un cibo che non sazia? Perché date tutto quel che avete per qualcosa che non soddisfa? Datemi retta e mangerete bene, vi sazierete di cibi deliziosi. Datemi retta e venite a me! Ascoltatemi e vivrete» (Isaia 55,1-3).

Recensione di Alessandro Mortarino.

 

La Bibbia dell’ecologia. Riflessioni sulla cura del Creato
di Roberto Cavallo.
Elledici, 2018
Pagine: 392
Euro 22,00

 

Un commento

  1. Grazie Sandro. spero di vederti a qualche presentazione. A presto e grazie a tutti gli attivisti di salviamo il paesaggio per lo straordinario lavoro di protezione del nostro futuro.

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