Arrestare il consumo di suolo a Bari con il PUG

Documento della Consulta Comunale dell’Ambiente di Bari.

Con il PUG (Piano Urbanistico Generale) in itinere, è opportuno eliminare le previsioni edificabili che individuano interventi di qualsivoglia destinazione comportanti consumo di suolo in aree tipizzate come agricole ed in aree naturali e seminaturali. In ogni caso è sospesa l’efficacia degli strumenti urbanistici vigenti e delle eventuali varianti, relativamente alle disposizioni che prevedono interventi che comportano consumo di suolo in aree agricole ed in aree naturali e seminaturali.

Le previsioni edificatorie degli strumenti urbanistici comunali su terreni liberi, costituiscono indicazioni meramente programmatorie e pianificatorie che non determinano l’acquisizione di alcun diritto da parte dei proprietari degli stessi terreni. Al fine di eliminare le previsioni edificatorie comportanti il consumo di suolo e attuare il riuso e la rigenerazione urbana si dovrebbero:

a) Individuare gli strumenti di pianificazione comunale relativi agli «ambiti urbanistici» che comprendono isolati, aree o singoli immobili in condizioni di degrado da sottoporre a interventi di riuso, di rigenerazione urbana e di recupero dei centri storici e delle aree con tutela paesaggistica. Tale individuazione dovrà essere aggiornata e pubblicata sul sito istituzionale del Comune;

b) Redigere, una «perimetrazione-individuazione dell’area urbanizzata esistente». Tale perimetrazione dovrà essere aggiornata ed essere pubblicata sul sito istituzionale del Comune;

c) Redigere, un «censimento edilizio comunale». Tale censimento dovrà individuare gli edifici e le unità immobiliari pubbliche e/o di Enti pubblici e Morali, non utilizzati o abbandonati di qualsivoglia destinazione, in cui specificare caratteristiche e dimensioni. Altresì dovrà
procedersi alla quantificazione e qualificazione delle aree infrastrutturate esistenti e delle aree residue non ancora utilizzate, al fine di creare una banca dati del patrimonio edilizio pubblico disponibile per il recupero o il riuso ed avere un aggiornamento dello stato del consumo di suolo. Tali informazioni dovranno essere aggiornate, congiuntamente all’individuazione e perimetrazione di cui alla lettera a).

Proposte operative:

– recupero prioritario delle aree urbane ex produttive (60%);

– compattazione della forma urbana;

– localizzazione delle espansioni urbane (ERP) in adiacenza al tessuto urbano consolidato esistente privilegiando le aree a minor valore agricolo e ambientale. Tale azione dovrà essere subordinata alla inesistenza di altre soluzioni per soddisfare i bisogni dei cittadini;

– esclusione dei processi di densificazione dei centri urbani esistenti;

– localizzazione delle espansioni e loro densificazione (indice minimo di densificazione) lungo le linee di forza del trasporto collettivo.

Consulta Comunale per l’Ambiente.
Bari, 17 ottobre 2018

 

La Consulta Comunale per l’Ambiente
Il consiglio comunale di Bari, con deliberazione n. 18 del 14 febbraio 2005, ha istituito la Consulta comunale per l’Ambiente ai sensi dell’art. 40 del proprio Statuto, in rappresentanza delle istituzioni ambientali e degli enti e/o delle associazioni ecologiste, ambientaliste, animaliste e tecnico-professionali-ambientali, nonché comitati di cittadini stabilmente costituiti a tutela di interessi diffusi di rilevanza ambientale, operanti nel territorio comunale di Bari.

La Consulta svolge funzioni consultive e di orientamento rispetto all’attività dell’amministrazione comunale in tema di tutela ambientale e si attiva per determinare la partecipazione ed il coinvolgimento del sistema ambientale, facilitando la promozione della tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. La Consulta, altresì, collabora con l’assessorato comunale all’Ambiente in sede di definizione degli indirizzi e di condivisione delle iniziative comunali in materia di tutela dell’ambiente.

 

Un commento

  1. A Molfetta, comune a 25 km dal capoluogo, nel quale sono nata e cresciuta, negli ultimi trent’anni si è costruito tantissimo: stabili per civili abitazioni, soprattutto, ma anche centri commerciali e capannoni industriali. E’ vero che nei precedenti vent’anni si era costruito poco e che tantissimi molfettesi erano andati ad abitare nei comuni limitrofi dove comprare o prendere in affitto un appartamento costava meno. E che le tantissime case edificate in questi ultimi anni sono state occupate proprio dai molfettesi ‘rimpatriati’ allorquando i prezzi sono diventati meno esosi. Ma è pur vero che si sta continuando a costruire tantissimo pur in presenza di una diminuizione della popolazione residente. Tutta colpa, a mio vedere, dell’abbandono dell’agricoltura, da sempre una delle pricipali attività dei molfettesi, perchè troppo faticosa, troppo dispendiosa e pochissimo remunerativa. Il suolo edificabile rende, in termini monetari, immensamente di più. E per giunta si tratta di guadagni rapidi e che non comportano alcuna fatica: si vende il terreno all’impresa edilizia e si realizza subito un bel guadagno. L’agro molfettese sta per scomparire quasi del tutto sotto l’asfalto e il cemento. Perché non è stata condotta una politica a sostegno dell’agricoltura? L’ aria si è fatta quasi irrespirabile per la scarsità di alberi e l’abbondanza di veicoli a motore. Stento a riconoscere la mia città, le sporadiche volte in cui vi ritorno. E mi piange il cuore nel non ritrovare più tutta quella campagna, coltivata ad ulivi, mandorli, viti e alberi da frutto, in cui ho fatto tantissime passeggiate domenicali nei miei primi ventitré anni

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