La COP24 ci lascia con l’amaro in bocca, e a pagarne lo scotto è il Pianeta

A cura di Greenpeace.

Gli esperti dell’IPCC – il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico– ce lo hanno detto in tutte le lingue: abbiamo solo 12 anni per salvare il clima del Pianeta, eppure la COP24 di Katowice si è conclusa oggi senza nessun chiaro impegno di miglioramento delle azioni climatiche da intraprendere.

Dal summit, infatti, emergono solo progressi procedurali. Mentre è stato approvato un regolamento relativo agli Accordi di Parigi, non è stato raggiunto un chiaro impegno collettivo per migliorare gli obiettivi di azione sul clima – Nationally Determined Contributions (NDC) – nonostante le aspettative che si avevano su questo appuntamento.

Un anno di disastri climatici e il terribile monito lanciato dai migliori scienziati climatici avrebbero dovuto condurre a risultati molto più incisivi, invece i governi hanno deluso i cittadini e ignorato la scienza e la situazione dei più vulnerabili. Riconoscere l’urgenza di dover aumentare le ambizioni, e adottare una serie di regole per l’azione per il clima, non è neanche lontanamente sufficiente quando intere nazioni rischiano di sparire.

Noi continuiamo a esortare a i governi ad accelerare immediatamente le proprie azioni e a dimostrare di aver ascoltato le richieste che arrivano dalla società. Il rapporto IPCC è un campanello d’allarme che richiede azioni urgenti all’altezza delle minacce.

Senza un’azione immediata, anche le regole più forti non ci porteranno da nessuna parte, occorre avere molto più coraggio per difendere il clima!