A cura di Italia Nostra, sezione Roma.
Il futuro Parco Archeologico di Centocelle, esteso su una superficie di 126 ettari, più grande di Villa Borghese, è interamente tutelato dal vincolo paesistico “Ad duaslauros” apposto con D.M. 24.10.1995 come “zona di interesse archeologico”, ed è altresì in parte tutelato da vincoli archeologici apposti sui seguenti beni: Osteria di Centocelle, apposto con D.M. 12.6.1969; Villa rustica, apposto con D.M. 19.12.1991; Villa Ad duaslauros, Villa della piscina e Campo Marzio, apposto con D.M. 9.7.1992.
All’interno del Parco è presente anche il Forte Casilino, tutelato da vincolo monumentale apposto con D.M. 23.2.1984.
Il Parco è stato oggetto di pianificazione urbanistica attraverso un Piano Particolareggiato approvato dalla Regione Lazio nel 2006, il quale ha contestualmente approvato il progetto di massima di realizzazione del parco.
Fino ad oggi è stato tuttavia realizzato solo il primo stralcio di 33 ettari sulla Via Casilina, mentre il secondo stralcio di 18 ettari ubicato tra il primo stralcio e Via di Centocelle è stato solo progettato e finanziato, ma non ancora realizzato. La realizzazione del Parco Archeologico di Centocelle, oltre a garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali presenti, permetterebbe l’avvio di una riqualificazione ambientale della periferia orientale della città, permettendo ai quartieri limitrofi (Centocelle, Alessandrino, Torrespaccata, Cinecittà, Quadraro e Torpignattara), carenti di verde pubblico, di poter usufruire di un vasto parco urbano. Il Parco archeologico di Centocelle ricade all’interno delle aree del Sistema Direzionale Orientale (SDO), che attraverso i finanziamenti della Legge 396/1990 per Roma Capitale ed il Progetto Direttore SDO è stato un importante tentativo di riqualificazione ambientale della periferia orientale della città di Roma.
Nei quattro Comprensori SDO (Pietralata, Tiburtino, Casilino e Centocelle-Quadraro-Torrespaccata) è stata prevista la realizzazione di ampi parchi con la funzione di valorizzare i beni culturali ed ambientali presenti e garantire contestualmente ai quartieri limitrofi il verde pubblico mancante.
Mentre il Parco Archeologico di Centocelle è stato realizzato solo in parte, negli altri Comprensori SDO i parchi progettati e/o finanziati non sono ancora stati realizzati (Parco di Pietralata, Parco archeologico Tiburtino, Parco Prenestino ex Snia-Viscosa). La pianificazione urbanistica del Comprensorio Casilino SDO, rappresentata dal Piano Particolareggiato Casilino SDO adottato dal Comune di Roma nel 2002 e che prevede un parco compreso tra Via Prenestina e Via Casilina esteso per 96 ettari, non si è ancora conclusa. Eppure si tratta di un’area tutelata quasi in tutta la sua estensione dal vincolo paesistico “Ad duaslauros” ed in parte dal vincolo archeologico riguardante il compendio archeologico del Mausoleo di Sant’Elena e delle sottostanti catacombe cristiane, apposto con D.M. 18.3.1994.
Anche i parchi urbani previsti lungo il tratto urbano della A 24 tra Casalbertone e Tor Sapienza, sebbene previsti dall’Accordo del 28.2.2005 tra Roma Capitale e TAV/RFI come compensazione ambientale per la realizzazione e l’esercizio della linea ferroviaria alta velocità Roma Napoli, non sono stati fino ad oggi realizzati. Addirittura ampie aree del Parco Archeologico Serenissima – Parco Campagna previsto su ambo i lati di Via dei Fiorentini, ma non ancora realizzato, sono state recentemente sottoposte a sequestro giudiziario per la presenza di estese discariche di rifiuti.
La realizzazione del Parco di Centocelle deve quindi accompagnarsi ad un forte e costante impegno per la realizzazione delle opere già progettate e approvate più di quindici anni fa, finanziate con la Legge per Roma Capitale e pertanto definite “opere di preminente interesse nazionale”.
L’area del futuro Parco archeologico di Centocelle presenta in particolare oggi le seguenti criticità:
• L’inadeguatezza degli accessi al Parco ai cittadini ed anche ai mezzi di soccorso.
• La necessità di ripristinare le parti di cancellata mancanti e di garantire una adeguata vigilanza diurna e notturna per prevenire la formazione di nuove discariche ed insediamenti abusivi.
• La necessità di realizzare strutture all’interno del primo stralcio di 36 ettari già aperto al pubblico (aree ludiche, aree per cani, etc) per favorire la frequentazione da parte dei cittadini.
• La necessità di effettuare le bonifiche delle discariche di rifiuti interrati oggetto della Ordinanza della Sindaca n. 22 del 10.2.2017 •La necessità di monitorare e mettere in sicurezza le cavità sotterranee presenti.
• Il mancato avvio dei lavori del secondo Stralcio.
• Il progetto di valorizzazione del complesso archeologico Villa della piscina, la cui area è in parte ancora di proprietà militare.
• Il rischio di incendi che potrebbero riguardare gli autodemolitori, le discariche e le strutture militari, e la necessità di adottare un piano di prevenzione incendi.
• La delocalizzazione degli autodemolitori, la cui presenza non è compatibile con i vincoli paesistici ed archeologici presenti.
• La verifica della compatibilità delle attività economiche e ricreative oggi presenti sull’area del futuro Parco.
• La salvaguardia e la valorizzazione del monumento “Osteria di centocelle”, acquisito tramite prelazione con D.M. 21.9.1990 al demanio statale.
• La delocalizzazione degli autodemolitori, la cui presenza non è compatibile con i vincoli paesistici ed archeologici presenti.
• La definizione del regime di proprietà delle aree del primo e del secondo stralcio, non essendo stati perfezionati gli atti amministrativi per il passaggio della proprietà medesima dal demanio militare al patrimonio di Roma Capitale disposto con Legge 453 del 29.10.1987.
• La definizione del regime di proprietà delle aree del Forte Casilino e della parte meridionale della villa Ad duaslauros, rimaste in possesso dell’Autorità Militare, e che sarebbero dovute passare al patrimonio di Roma Capitale in base alla Legge 453/1987.
• La verifica della compatibilità delle attività economiche e ricreative oggi presenti sull’area del futuro Parco.
• La decadenza del Piano Particolareggiato approvato con DGRL 676 del 20.10.2006 dopo dieci anni dall’approvazione, con conseguente decadenza dei vincoli urbanistici preordinati all’esproprio. E’ necessario infine segnalare le criticità presenti nel Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio in corso di approvazione, riguardanti la mancata registrazione negli elaborati dei vincoli archeologici Campo Marzio D.M. 9.7.1992 e Villa rustica D.M. 19.12.1991, e la prevista disciplina del suolo non compatibile con le esigenze di tutela dei beni culturali ed ambientali presenti.