Nuove urbanizzazioni a Faenza, nonostante 3.800 alloggi vuoti e un andamento demografico stabile

I rappresentanti di Faenza di Italia Nostra e Legambiente hanno pubblicamente espresso la loro forte contrarietà a tre dei quattro progetti discussi lo scorso 11 dicembre dalla Commissione urbanistica e assetto del territorio del Comune di Faenza. Progetti che avranno ripercussioni sul paesaggio e comporteranno un rilevante consumo di suolo in assenza d’interesse pubblico.

A gennaio l’amministrazione comunale aveva deliberato un bando per la selezione di “manifestazioni di interesse” relative a nuove costruzioni, che aveva evidenziato ben sette proposte.
«Sarebbe necessario avere la certezza che le proposte non più in esame, relative ai grandi insediamenti di via S. Orsola e via Pana, siano definitivamente decadute – spiegano Italia Nostra e Legambiente – solo la proposta di un nuovo sito per il recupero degli scarti edilizi, da realizzare tra via Granarolo e via Sant’Andrea, prefigura le condizioni di un interesse pubblico a livello ambientale; per l’attività svolta nel recupero di materiali, per la riduzione del traffico e per la bonifica dell’attuale area produttiva presso la cava Crocetta, che ritornerebbe alla sua originaria destinazione agricola. Lo spostamento di questa attività, in una zona vicina all’autostrada eviterebbe il traffico di attraversamento della città e il passaggio di mezzi pesanti lungo la via per Modigliana».

Secondo le due associazioni, opere pubbliche strategiche risultano invece «assenti nella nuova area residenziale proposta dalla Coabi in via Firenze. In un contesto paesaggistico sensibile, la costruzione di nuovi edifici andrebbe ad alterare l’identità di un luogo rurale che circonda la storica villa Ghilana. Il nuovo cemento, e relativo consumo di suolo, restringerebbe l’attuale area rurale davanti alla villa, spezzando l’unità paesaggistica, e visiva, con l’ansa del fiume».

«Anche nell’intervento proposto dalla società Naturlandia in un’area a nord di via S. Orsola non sono riscontrabili opere pubbliche di interesse strategico. Un consumo di suolo non può essere “compensato” con una stretta striscia di verde lungo la strada e con la cessione di un’area da destinare a verde pubblico. In questo caso, come negli altri, la destinazione a uso pubblico di aree verdi, oltre a non compensare la perdita di altro suolo da cementificare, riversa sulla collettività problemi di gestione e costi pubblici».

Infine «la proposta di nuova area residenziale tra via Cimatti e via Santa Lucia, oltre a non prevedere opere di interesse pubblico, è situata all’esterno del perimetro di territorio urbanizzato definito dal Psc e quindi in contrasto con quanto indicato dal bando. Un intervento negativo, che oltre al consumo di suolo allargherebbe il fronte insediativo della città, senza una funzione di ricucitura con altre aree esistenti. Il solito spezzone di verde a uso pubblico non può compensare il consumo di suolo e l’assenza di una motivazione strategica pubblica».

«Le tre proposte di nuove residenze non contengono una motivazione d’interesse pubblico anche per l’assenza di fabbisogno di nuove costruzioni: a Faenza ci sono ben 3.800 alloggi vuoti e un andamento demografico stabile, come dimostrano i dati pubblicati dal Comune. C’è una carenza di edilizia sociale, ma nei casi in esame lo scopo primario è costruire alloggi di lusso. Sono solo proposte di carattere privato, che non attuano gli obiettivi strategici del Psc, aumentano la cementificazione del suolo e hanno un impatto negativo sul paesaggio».