Orbassano: Amazon, ancora cemento e impoverimento del territorio

A cura del Comitato Piemontese del Forum Salviamo il Paesaggio.

A quanto ci risulta da parziali informazioni apparse sui mezzi d’informazione, a partire dall’ottobre 2020, i vari Enti titolati stanno procedendo a esprimersi, attraverso Conferenze dei Servizi, in merito all’approvazione della proposta mirata a insediare un nuovo magazzino e centro di distribuzione di Amazon nel territorio del Comune di Orbassano. Si tratterebbe di un’area agricola di circa 135.000 mq., che dovrebbe ospitare un capannone di 35.000 mq., con relative aree a parcheggio e spazi per la movimentazione delle merci, ai confini con i comuni di Rivalta e Nichelino, tra l’autostrada Torino-Pinerolo e la SP 143. Gli articoli pubblicati parlano di un investimento di 50 milioni di euro, con la creazione di 400-500 posti di lavoro totali, con un procedimento che comporterà comunque una Variante Urbanistica semplificata (Art. 17 bis della Legge Urbanistica Regionale), in un’area agricola di pregio (quindi a totale consumo di suolo), senza che siano state esaminate localizzazioni alternative, mirate ad esempio al riutilizzo di aree industriali dismesse già urbanizzate.

Le confuse informazioni giornalistiche disponibili non consentono di comprendere a quale fase specifica il progetto sia pervenuto, né tantomeno se sia stata aperta una procedura preliminare di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.).

Riteniamo che la proposta in oggetto sia in palese contrasto con gli indirizzi e le norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP2) ora in capo alla Città Metropolitana, che tutela prioritariamente le aree libere da edificazione e in particolare le aree agricole nel territorio metropolitana.

Senza contare che l’enorme consumo di suolo agricolo insito in tale progetto pare ignorare in modo scellerato la drammatica situazione (non solo a livello regionale, ma anche nazionale e mondiale) che impone di adottare con la massima urgenza ogni possibile strumento per bloccare il dannosissimo fenomeno della cementificazione di suolo libero fertile.

Ci appelliamo pertanto agli Enti preposti affinché ripensino alla scelta ancora in itinere ed esaminino alternative su aree già compromesse (come SITO e lo Scalo di Orbassano), certamente più adatte a ospitare tale insediamento. A tale proposito ci risulta che nel mese di maggio del 2020 fosse stato annunziato l’interesse di Amazon a collocarsi proprio nel SITO (Società Interporto Torino Orbassano) già attrezzato e urbanizzato, interesse di cui poi si sono misteriosamente perse le tracce.

Chiediamo altresì che sia garantita la massima pubblicità del procedimento autorizzativo attualmente in corso e alle indispensabili varianti urbanistiche, che dovrebbero avere un carattere strutturale, garantendo la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e delle associazioni di tutela ambientale.

Chiediamo infine alle Associazioni Agricole di farsi parte diligente affinché i principi e le norme orientate al contenimento del consumo di suolo vengano fatte valere in modo serio e vincolante, non limitandosi a enunciazioni di principio che la pratica smentisce in troppe occasioni.