Dopo soli cinque anni è già chiuso il supermercato del futuro

Il 6 dicembre 2016 veniva inaugurato a Milano il nuovo supermercato Coop Lombardia nello spazio del Bicocca Village.
Un luogo non “banale”, poiché nasceva direttamente dall’esperienza del “Future Food District” che aveva caratterizzato l’Expo 2015 su un progetto di Carlo Ratti del City Lab del MIT di Boston. E che, dunque, rappresentava una scommessa importante, un laboratorio, una sorta di sfida lanciata per mostrare al mondo intero il volto futuro di un moderno negozio high-tech: un esempio da imitare.
E un’esperienza da raccontare, per un supermercato insediato con enfasi nell’area nord della metropoli milanese, enorme quartiere da tutti considerato come carente di servizi commerciali e favorito dalla vicinanza con la sede dell’università e con un esteso terziario.

Ma dal 30 gennaio 2022, 61 mesi dopo la fastosa cerimonia di ouverture, questo avveniristico punto vendita abbasserà le serrande. Chiuso. Rimarrà operativo solo il bar e l’area ristoro, che occupa 200 dei suoi 1.100 metri quadrati. Motivo? Non essere riusciti a rispettare le previsioni, che stimavano un afflusso di clienti attorno alle duemila unità al giorno, una previsione molto lontana dal riscontro dell’effettivo traffico raggiunto.

Coop vi ha investito circa 4,5 milioni di euro. Eppure, dicono, l’idea era di quelle assolutamente vincenti: un supermercato profondamente alternativo e innovativo, con totem e schermi a disposizione dei clienti per consentire, attraverso semplici gesti, di scoprire tutte le informazioni desiderate su ciò che si accingevano ad acquistare.

Vuoi sapere quanti grassi contiene un prodotto? Sufficiente scansionare il codice a barre a fianco della confezione e lo schermo risponde. Come devo smaltire l’imballaggio di un altro prodotto? Idem. Da dove arriva uno specifico alimento? Indicando con la mano la confezione, un computer ti offriva la risposta. E se volevi selezionare prodotti consumabili anche da chi è intollerante, un pannello informativo ti indicava quelli da evitare per la presenza di allergeni. E, naturalmente, ti suggeriva anche l’origine bio, l’assenza di glutine, gli sconti attivi. In un colpo solo.
Intelligenza. Tecnologia. Al servizio del consumatore attento ed esigente.

Chiuso. Redditività bassa.

Ecco già pronto un ennesimo caso di rigenerazione urbana da immaginare.
Non sempre il mercato (e il supermercato…) risponde alle aspettative degli investitori. E, ancora una volta, la concorrenza porta in dote alla comunità un deserto da rigenerare.

Il demalling ringrazia e (ci) prepara a qualche altra nuova esperienza…