In Valpolicella cresce la cantina-ecomostro

Con l’aiuto di Gabriele Fedrigo, cerchiamo di ripercorrere alcune delle tappe del progetto edilizio in Valpolicella che vede protagonista il gruppo vinicolo Masi Spa.

Il 17 ottobre 2022 sul sito del gruppo vinicolo Masi Spa, nella sezione news, l’azienda ha presentato il suo Monteleone21: “un’innovativa location polifunzionale che sarà punto di riferimento per il settore enoturistico vero ‘entry gate’ nelle terre dell’Amarone. Un progetto architettonico ambizioso nel segno della sostenibilità che rappresenta l’impegno di Masi verso il territorio della Valpolicella Classica”.

Il progetto, si legge ancora nella news, “è stato studiato per una perfetta integrazione con il paesaggio della Valpolicella, reinterpretato in chiave contemporanea nei suoi elementi più caratteristici”.
In merito a questo progetto, tutt’ora in fase di realizzazione, si era espresso duramente lo storico dell’arte Tomaso Montanari sul Fatto quotidiano del 23 maggio 2022. Il titolo dell’articolo, scritto in occasione della visita dell’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi in Valpolicella all’azienda Masi Spa, avvenuta il 20 maggio 2022, diceva già tutto: “Pugnalata alla Valpolicella. La cantina è un ecomostro”.

La prima segnalazione indirizzata al sindaco del Comune di Sant’Ambrogio, Roberto Albino Zorzi, sulla nascita di questo ecomostro che ha compromesso in modo irreversibile uno degli ultimi coni panoramici rimasti sulla strada provinciale SP4 che percorre la Valpolicella, sottoposta a vincolo paesaggistico fin dal 1957, risale al 16 febbraio 2022. A scriverla è stato Gabriele Fedrigo, autore di “Negrarizzazione. Speculazione edilizia, agonia delle colline e fuga della bellezza“, noto per aver ricostruito la storia del saccheggio del paesaggio nel comune di Negrar di Valpolicella.

A questa prima lettera ne sono seguite altre scritte dalle associazioni del territorio e indirizzate sia al sindaco di Sant’Ambrogio che al Soprintendente di Verona, Vincenzo Tiné, cui si chiedeva in data 8 aprile 2022, come fosse stata possibile l’approvazione di un progetto così impattante e lesivo del paesaggio, qual è appunto quello che ora l’azienda Masi Spa si perita di vendere come “perfettamente integrato con il paesaggio della Valpolicella”.

Di fatto, come dimostra la ricostruzione dell’iter di approvazione del progetto, a firma inizialmente dello studio Libero e Vittorio Cecchini di Verona e poi anche dello studio di Giovanna Mar di Venezia (già ricordata da Tomaso Montanari in un precedente articolo sul Fatto quotidiano del 15 agosto 2020 per un progetto di mega lotizzazione a Venezia), da parte della Soprintendenza di Verona in data 24/06/2022, risulta che lo stesso progetto, nelle sue quattro varianti, sia stato approvato, per così dire, sempre con il silenzio-assenso della Soprintendenza.

Ciò che risulta sconcertante è non solo il silenzio degli organi di stampa locali su quanto sta avvenendo (ricordiamo che “L’Arena”, del gruppo Athesis, è controllata da Confindustria Verona il cui presidente, Raffaele Boscaini, è il figlio del patron Masi, Sandro Boscaini); è non solo la risposta del sindaco di Sant’Ambrogio di Valpolicella Zorzi, già assessore all’urbanistica dal 2004-2014 e poi sindaco dal 2014, per il quale la cantina Masi “ha ottenuto tutti i pareri e le autorizzazioni dal parte degli enti preposti” (24 marzo 2022); inquietante è il parere post hoc espresso dal Soprintendente Tiné in data 24/06/2022 secondo cui: “il lungo e complesso iter progettuale, attraverso le diverse varianti in corso d’opera, ha conseguito un apprezzabile miglioramento della qualità paesaggistica dell’attuale intervento rispetto a quanto inizialmente autorizzato nel 2012, connotando il fabbricato con soluzioni architettoniche contemporanee e non banali, adeguatamente studiate al fine di migliorarne l’inserimento nel contesto”.

Insomma, la nuova “location Masi” sta diventando un caso esemplare di come funzionano le cose nel nostro Belpaese dove molti elementi (potremmo rubricarli come denaro, ignoranza, affarismo, arroganza, mancato esercizio di tutela?…) hanno di fatto permesso la nascita di questo ecomostro del vino in barba alla storia e alla bellezza della Valpolicella.

A buon intenditore poche parole.

Un commento

  1. Sconvolgenti sono le misure del Cubo di cemento. Inamissibile progetto urbanistico che si scontra con un paesaggio lieve di prima collina e vigneti. Sconcertante silenzio degli interessati e l’ Aprovazione della Sovraintendenza ..

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