A Melegnano il cemento non si ferma

A cura dell’Osservatorio permanente contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano.

Qui di seguito i suggerimenti e le proposte per la Variante generale al PGT dell’Osservatorio permanente contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano, un organismo composto dalle strutture locali di Italia Nostra, Legambiente, WWF, Slow Food, DESR, Amici di Carlotta, Comitato Tilt Vizzolo, Greensando, Comitato Stop alla logistica Sordio-San Zenone, Associazione per i Vivai proNatura, Associazione per il Parco Sud Milano, Associazione NOI, Associazione Cittadini di Paullo, Comitato salviamo gli alberi di via Galvani a Peschiera Borromeo, Comitato Salviamo il Pratone, Comitato No Logistica di Paullo e Associazione Culturale per l’Autogestione Tutela dell’ambiente.

Crediamo che la variante al PGT non debba essere un atto slegato dalla realtà e dal contesto in cui la nostra città è inserita, un evento amministrativo in cui valutare asetticamente le opportunità di occupazione il territorio comunale.
La variante non può prescindere da quanto scienziati e istituzioni stanno affermando da anni; il nostro pianeta è sull’orlo del collasso: il cambiamento climatico sta mettendo a rischio l’avvenire delle future generazioni.
Un comune, e con esso i suoi cittadini, è certamente vittima di questa calamità annunciata poiché subisce le conseguenze dell’inquinamento prodotto in tutto il mondo. Può però diventare complice e artefice del disastro se i suoi amministratori decidono di non introdurre nella gestione del territorio tutte le azioni suggerite dagli esperti per fermare questa pericolosa deriva.

Chiediamo che la variante introduca strumenti per contrastare l’emergenza climatica, anche con l’introduzione di norme più rigorose nel regolamento edilizio.

Azzeramento del consumo di suolo
È noto, lo affermano tutti gli scienziati, che il suolo vergine contrasta il cambiamento climatico. L’Agenda ONU 2030 fissa l’obiettivo di zero consumo di suolo zero.
Anche la politica a livello comunitario, nazionale e regionale ha lanciato una campagna per azzerare il consumo di suolo.
Il suolo è una risorsa essenziale non rinnovabile, e un alleato insostituibile nel contrasto al cambiamento climatico non si deve svenderlo!Non solo, il suolo è un capitale che ci dà una rendita giornaliera, sotto forma di benefici o contributi che l’uomo ottiene, direttamente o indirettamente, dagli ecosistemi. Di seguito, per sommi capi, i servizi nella definizione che ci dà l’ISPRA:

• servizi di approvvigionamento (prodotti alimentari e biomassa, materie prime, etc.);

• servizi di regolazione e mantenimento (regolazione del clima, cattura e stoccaggio del carbonio, controllo dell’erosione e regolazione degli elementi della fertilità, regolazione della qualità dell’acqua, protezione e mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, riserva genetica, conservazione della biodiversità, etc.);

• servizi culturali (servizi ricreativi e culturali, funzioni etiche e spirituali, paesaggio, patrimonio naturale, etc.).

Data l’importanza di questi servizi l’Europa ha deciso di valutare anche sotto il profilo economico il danno derivante dalla loro perdita e un rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale valuta i costi della perdita dei servizi ecosistemici (SE) del suolo sigillato.
A puro titolo di esempio, il rapporto Mappatura e valutazione dell’impatto del consumo di suolo sui servizi ecosistemici valuta che solo per il sistema di raccolta e allontanamento delle acque in un’area urbanizzata occorrono 6.500 euro per ettaro per anno.
Non stiamo parlando di minuzie, l’impatto del consumo di suolo nell’economia nazionale è significativo, un costo annuo per ettaro compresa tra 36.000 e 55.000 euro, un valore che (capitalizzato) è maggiore della rendita speculativa derivata dall’edificazione. E non possiamo dimenticare che questi costi sono finanziate dalle tasse, dunque, escono dalle nostre tasche. E sono costi che oggi paghiamo noi, poi li dovranno pagare i nostri figli e i nostri nipoti… per l’eternità.

Chiediamo quindi che la variante tuteli il suolo e ne azzeri il consumo, archiviando la visione della vecchia politica che lo considera cosa senza valore.

Chiediamo che l’area di via San Francesco su cui è previsto l’insediamento dell’ospedale di comunità diventi un parco urbano e che per la nuova struttura sanitaria venga utilizzato l’immobile di via 8 Giugno, di proprietà pubblica e oggi sottoutilizzato oppure l’area ex Lidl che dovrebbe a breve diventare disponibile, per cui si potrebbe valutare l’acquisizione o l’esproprio.

Chiediamo che eventuali nuovi parcheggi vengano ubicati in aree dismesse e già sigillate.

Chiediamo, in subordine, che per ogni proposta di intervento urbanistico siano calcolati e resi pubblici i costi legati alla perdita dei servizi ecosistemici e che venga anche valutato l’impatto sui parametri del benessere umano, quali salute, valori culturali, ambiente, paesaggio e patrimonio culturale, qualità dei servizi.

Chiediamo, nel malaugurato caso in cui si preveda nuovo consumo di suolo, che la decisione presa non resti come sempre confinata nelle segrete stanze e che i cittadini possano conoscerla solo leggendo un comunicato scritto in linguaggio burocratico ma che sia pubblicamente discussa in assemblea con i cittadini.

Difesa del territorio
Il report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022, redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sono drammatici: in Italia il 7,13% di suolo è cementificato, contro una media europea di circa il 4%.
A Melegnano, che ha il 47,3% di suolo già sigillato (dato ISPRA), il cemento non si ferma, un’area di oltre 40 ettari è sotto assedio.
L’edificazione di stabilimento e magazzini della San Carlo e di un data center porterà il nostro comune ad avere il 70% di suolo indisponibile (utilizzando i parametri della banca dati Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali di Regione Lombardia) posizionandoci tra i dieci comuni peggiori in tutta l’Italia.Le due nuove strutture hanno bisogno di un’enorme quantità di acqua e di energia e in cambio rilasceranno calore che, con la prevista distruzione del bosco che protegge la città, si aggiungerebbe al calore prodotto dalle autostrade. Lo stesso dicasi per l’inquinamento atmosferico.

Chiediamo che vengano rivalutati i piani attuativi della AT24 con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo, le volumetrie, i consumi energetici e le emissioni in atmosfera dei nuovi insediamenti.

Chiediamo che gli oneri di urbanizzazione introitati dal comune per progetti già avviati vengano destinati ad acquisire aree non sigillate da destinare a verde pubblico o aree già edificate da destinare a strutture pubbliche e parcheggi.

Rigenerazione e riqualificazione urbana
Occorre riqualificare tutte le aree dismesse in cui, troppo spesso cresce il degrado e che sono destinate a diventare rifugio del disagio sociale.

Chiediamo che la variante, nell’azzerare il consumo di suolo, punti alla rigenerazione e riqualificazione dell’esistente, seguendo le indicazioni anche di Regione Lombardia.

Paesaggio e beni culturali
Rivendichiamo il diritto alla bellezza. Il paesaggio e i beni architettonici e culturali devono essere salvaguardati.
Le piazze della città devono diventare, o meglio tornare ad essere, un centro di socialità per cittadini e visitatori.
Dobbiamo valorizzare il Lambro e farlo diventare, come in tutte le città attraversate da un corso d’acqua, un monumento naturale.

Chiediamo che la variante affronti questi due temi e introduca soluzioni innovative e lungimiranti.

Chiediamo che la variante disegni le aree lungo le sponde del Lambro.

Verde urbano
Il suolo, libero e protetto, deve anche essere curato e gestito.

Chiediamo che venga mappato il verde sul territorio identificando in dettaglio il suo stato e che vengano identificate le aree da destinare a nuovo verde urbano.

Chiediamo che venga individuata almeno un’are da destinare a orti urbani solidali: dobbiamo restituire il suolo ad una delle sue funzioni primarie: produrre cibo.

Chiediamo che venga incrementato il patrimonio forestale piantando un nuovo albero per ogni cittadino per creare nuovi parchi urbani.

Mobilità urbana
L’inquinamento prodotto dal traffico urbano è una delle cause cambiamento climatico.

Chiediamo che la variante identifichi, promuova e progetti alternative di mobilità sostenibile.

Auspichiamo che questa variante rompa il gioco della vecchia politica, che afferma di voler difendere l’ambiente ed il suolo mentre affila le armi per aggredirli. Ci aspettiamo una variante coraggiosa e ci auguriamo di poter illustrare in dettaglio le nostre proposte durante la fase di definizione delle linee guida della variante.