Il progetto del nuovo stadio di Parma tra lettere minatorie e partecipazione negata

A cura del Comitato Tardini Sostenibile.

Il caso di Parma è molto simile a quelli che, un po’ dappertutto in Italia, stanno mettendo a ferro e fuoco tante città, a causa della famigerata cosiddetta legge Stadi.  Il dettato della normativa sugli impianti sportivi (legge 147/13 sostituita, ora, dal decreto legislativo 38/21 entrato in vigore il 1.1.2023), viene da più parti considerato incostituzionale per palese violazione dell’art. 9, comma 2 della Costituzione, secondo cui la Repubblica “tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della Nazione”; e dell’art. 3 della Costituzione sul principio di uguaglianza e pari dignità sociale, risultando manifestamente discriminatorio e irragionevole il favore concesso a chi intende realizzare nuovi impianti sportivi o ristrutturare impianti già esistenti rispetto a chi voglia realizzare altre opere edilizie, anch’esse ritenute di pubblico interesse.
Non abbiamo quindi la pretesa di essere ‘speciali’. Ma nella ricca Parma, la potente lobby degli industriali locali, da sempre dominus della politica cittadina, ultimamente sta passando il limite della decenza, dimostrandosi, con l’ultima vicenda occorsa, anche potenzialmente destabilizzante l’ordine e la pace sociale.

LETTERA MINATORIA

Sabato 28 gennaio la Presidente del Comitato Tardini Sostenibile Anna Kauber ha trovato nella sua cassetta della posta una lettera anonima, con minacce di stampo mafioso e gravemente intimidatorie, spedita tramite posta e recante la data del 12 gennaio (quindi spedita prima dell’inizio degli incontri del sedicente “processo partecipativo”, di cui si leggerà più avanti, promosso dall’amministrazione e recentemente concluso). La Presidente ha sporto immediatamente denuncia in Questura. La pratica ora è nelle mani della Pretura che, con la Digos di Parma, sta provvedendo agli accertamenti del caso.
Il testo della lettera minatoria è stato letto durante la conferenza stampa tenuta il giorno giovedì 2 febbraio, nella piazza civica di Parma, sotto la sede del Comune, alla presenza di numerosi cittadini accorsi per testimoniare la propria indignazione e rinnovare il pieno sostegno a coloro che si battono per la difesa del bene comune.
Quello che sempre più sta emergendo, e preoccupa fortemente, dalla vicenda del nuovo stadio  è l’espandersi continuo della grande  zona d’ombra che questo progetto di finanza pubblica – il più grande affare immobiliare e finanziario sulla città degli ultimi decenni – sta gettando sulla città stessa. L’amministrazione non è garante dell’interesse collettivo: nessuna salvaguardia della qualità della vita della comunità, nessuna considerazione dei veri bisogni e delle urgenze che, soprattutto in questi ultimi tempi, imporrebbero un ripensamento generale delle priorità pubbliche.  Lasciati soli contro lo strapotere dei potentati industriali di Parma, i cittadini, ridotti a semplici osservatori, sono trattati come clienti o, peggio ancora, come sudditi.

PREMESSA

Nel maggio 2021 il proprietario della società Parma Calcio 1913, l’americano Kyle Krause, ha presentato al Comune di Parma un faraonico progetto di “restyling” dello storico Stadio Ennio Tardini, costruito nel 1927 e rinnovato negli anni ’90 dall’allora “patron” Calisto Tanzi. Il progetto si avvale, ovviamente, della normativa della legge Stadi.
Il “restyling” consiste, in realtà, nella totale demolizione del presente e nella sua ricostruzione con un impatto urbanistico, ambientale e sociale di straordinaria imponenza, soprattutto in relazione all’area di inserimento.

COLLOCAZIONE ALL’INTERNO DEL TESSUTO URBANO

Lo stadio di Parma si trova inserito nel quartiere residenziale Cittadella, a circa un chilometro dal centro. Un tempo campagna, il quartiere si è pian piano sviluppato con abitazioni liberty, palazzi, negozi e luoghi di ritrovo, un asilo, una grande area verde e un’importante scuola di quartiere (elementare e media di 600 alunni) al servizio delle famiglie dal 1957. L’area dello stadio è incastonata nel tessuto abitativo, e molte costruzioni, compresa la scuola, distano pochi metri dal confine. Posto su uno snodo cruciale di attraversamento viario cittadino, la zona è già congestionata da un traffico considerevole. Durante le partite, in ordine alle normative di sicurezza, il quartiere viene militarizzato e questa vasta porzione di città diventa ZTL, chiusa con barriere che mandano letteralmente in tilt la circolazione dell’intera città.

LO STADIO ATTUALE: UNA RISTRUTTURAZIONE ILLEGITTIMA (anni ’90)

Il restauro degli anni ’90 (quando la squadra militava in serie A) era già stato fortemente osteggiato dai residenti che, rivolgendosi al TAR prima, e al Consiglio di Stato poi, si videro riconosciuti i loro diritti: l’intera giurisprudenza amministrativa accolse il ricorso affermando che la presenza dello Stadio (con tifoserie e presenze da Serie A) sarebbe ormai divenuta incompatibile, per diverse ragioni, con la sua collocazione. Tuttavia, non essendo stata accolta l’iniziale richiesta di “sospensiva”, i lavori cominciarono e furono portati a termine prima dell’ultima pronuncia. Dopo anni di oneroso contenzioso, i cittadini ricorrenti non trovarono più la “forza” di continuare la battaglia per far demolire il manufatto. Da allora, in questi ultimi trent’anni la presenza dello stadio in quell’area è tollerata, ma illegittima e causa dei gravi disagi che, nei giorni di partita, si abbattono sugli stessi residenti e sull’intera città.

IL NUOVO PROGETTO KRAUSE

Non i residenti ma nemmeno la cittadinanza hanno mai reclamato la necessità di abbattere lo stadio locale “Ennio Tardini” per ricostruire un impianto “mondiale”. Parma possiede già uno stadio di calcio, che non ha problemi strutturali, è perfettamente funzionante e con licenza UEFA. Soluzioni per una maggiore accessibilità e per il comfort (il completamento della copertura, l’installazione del fotovoltaico, la parete d’alluminio o il verde verticale sulle mura perimetrali) sono tutti miglioramenti realizzabili anche sull’impianto esistente, senza che ci sia la necessità di demolirlo. Una ristrutturazione conservativa potrebbe certamente rappresentare l’interesse pubblico.
L’imprenditore americano Krause pone le sue condizioni: demolizione e ricostruzione di uno “stadio mondiale” (anche se da alcuni anni la squadra di calcio locale milita nella serie B…), “polo di attrazione” per flussi anche extra territoriali, che offrirà 7 giorni su 7 attività a pagamento di commercio, ristorazione e intrattenimento per grandi numeri. La realizzazione di un parcheggio interrato privato per 160 autovetture, a uso della società. Non ultimo, l’area pubblica (maggiore cespite del Comune) sarà concessa a costo zero all’investitore privato per 90 anni. Per quasi un secolo, dunque, la comunità non avrà più il controllo su quella importante parte della città: l’esperienza (non solo quella di Parma) ci ha ampiamente dimostrato che, purtroppo, non c’è convenzione che tenga e che, nel rapporto pubblico-privato, alla fine vince sempre il privato.
Un progetto del genere, in quel contesto urbanistico, è una follia. A partire dal cantiere devastante: ci siamo rivolti al prof. Pileri (Politecnico di Milano), per avere esatti calcoli emissivi, ma i tempi sono troppo stretti. Tuttavia, con una semplice proporzione rispetto a quelli di Milano, è più che plausibile affermare che anche per Parma la concentrazione di inquinanti emessi sarebbe spaventosa. Doppiamente grave perché, addirittura, in centro città, all’interno di un quartiere ad alta densità abitativa e con una scuola elementare-media e una scuola d’infanzia attaccate! I danni ambientali e i costi sociali di questo affare speculativo saranno altissimi e, con una concessione ‘eterna’ come questa, possiamo dire, per sempre…

LA GESTIONE OPACA DELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE: assenza di coinvolgimento dell’opinione pubblica e strappi istituzionali

Nel corso dell’intera vicenda, a partire dalla presentazione del progetto nel 2020, né i residenti del quartiere Cittadella, su cui insiste lo stadio, né la cittadinanza sono stati coinvolti. Mai un’assemblea pubblica, nessun confronto, nessuna consultazione che desse loro la possibilità di esprimersi liberamente sulla trasformazione radicale e definitiva del loro luogo di vita. Senza nemmeno farsi carico di conoscere direttamente quali fossero i reali bisogni della cittadinanza, l’amministrazione ha lasciata libera la società sportiva privata – motivata esclusivamente dalla proprie ragioni di reddito e di interesse, com’è giusto che sia – di dettare le condizioni. Con ciò, dimenticando le ragioni fondative del mandato di difesa dell’esclusivo interesse collettivo.
Il 24 gennaio 2022 il Consiglio Comunale (della passata amministrazione) ha deliberato il “pubblico interesse”. Per capire le gravi omissioni, le forzature e gli strappi compiuti dall’amministrazione precedente nell’iter procedurale che ha condotto a questa delibera, si legga il testo della “Petizione Tardini” qui.
NB: in quella votazione di delibera, i 4 consiglieri PD di minoranza di allora votarono contro il pubblico interesse preliminare. Oggi, nella nuova amministrazione di Parma a maggioranza PD, quelle stesse persone, incredibilmente, ne sostengono la pubblica utilità…

NUOVA AMMINISTRAZIONE – IL PERCORSO PARTECIPATIVO un’occasione di trasparenza (volutamente) persa

Per apparire maggiormente legittimata nelle proprie scelte, la nuova Amministrazione Comunale ha avviato un procedimento di ascolto partecipativo. Tuttavia quello che è stato concesso ai cittadini chiamati ad esprimersi si è immediatamente configurato in un perimetro di azione molto limitato: non è stato loro proposto di valutare se realizzare o no il progetto del Parma Calcio, o se, nel caso, possano esistere alternative alla sua localizzazione, ma semplicemente è stato chiesto di “condividere il progetto per raccogliere indicazioni ed orientamenti per la sua realizzazione“. La differenza è evidente ed enorme.
Il percorso partecipativo si è dunque qualificato come un immediatamente compromesso e non degno di questo nome anche per la grave carenza di documentazione messa a disposizione dal proponente, per la stessa modalità di gestione degli incontri (una durata complessiva troppo breve, i tempi di ascolto del pubblico ridotti a pochi minuti…).

L’APPOGGIO DELLA POTENTE LOBBY IMPRENDITORIALE LOCALE

Il 31 dicembre il presidente dell’UPI (l’Unione Parmense degli Industriali, lobby di interesse privato molto influente a livello locale) ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta di Parma in cui è intervenuto a gamba tesa sulla questione dello Stadio Tardini esprimendosi con le seguenti affermazioni: “dobbiamo accelerare“, “Le discussioni sullo spostamento dello stadio sono sterili“, “è ora di smetterla con le polemiche“, “a questo punto il Comune deve concretizzare e arrivare rapidamente a chiudere”. Il termine “sterili” applicato alle discussioni pubbliche del processo partecipativo appare inquietante ed offensivo. E’ spontaneo chiedersi se l’inutilità della discussione sia dovuta al fatto che anche la “pubblica utilità”, concetto finale dell’iter normativo, è già stata decisa nonostante manchino ancora la presentazione del Progetto Definitivo, e la Conferenza Definitiva dei Servizi. E se tale definizione debba servire a schiacciare la crescente reazione di Parma a cui, ultimamente, fa eco la Provincia danneggiata a sua volta negli spostamenti in città per studio, lavoro o altre necessità.

LA NON TERZIETA’ DELLA STAMPA LOCALE

Il quotidiano locale più diffuso, la Gazzetta di Parma, nonché la locale TV Parma, entrambi di proprietà di alcuni “influenti” imprenditori locali, non hanno mai fornito una comunicazione bilanciata, ma lasciato prevalere, anche attraverso un uso manipolatorio del linguaggio, la ‘narrazione’ univoca dell’asse Comune / Società privata. In due anni possiamo affermare che le voci contrarie al progetto sono state scientificamente omesse. Il progetto del nuovo stadio, ci è stato detto da un giornalista interno, è “argomento sensibile”, e per questo qualsiasi informazione, prima di essere pubblicata, deve passare dall’alto.
Tanto per dire l’ultima, martedì 24 gennaio alle ore 21 si è tenuto, sulla TV locale, l’ennesimo dibattito sull’argomento, pensato e condotto in modo gravemente sbilanciato. Invitati: l’Assessore allo Sport del Comune, il Direttore Sportivo del Parma Calcio, un architetto favorevole al progetto e un ingegnere sfavorevole. In collegamento esterno si è interpellata la tifoseria organizzata… Alla faccia dell’informazione!

IL COMITATO TARDINI SOSTENIBILE

Il Comitato Tardini Sostenibile, costituitosi formalmente nel dicembre 2021, ha contribuito fortemente a raccogliere il dissenso evidenziando, anche con l’aiuto di studiosi ed esperti, tutte le problematiche derivanti dalla eventuale realizzazione di un simile progetto nell’attuale zona, che comprometterebbero la qualità della vita dell’intera città, in termini di carico urbanistico, viabilità, aumento dell’inquinamento, salute e sicurezza pubblica.
Da due anni stiamo seguendo passo a passo l’intera vicenda. Abbiamo chiesto, inascoltati, all’amministrazione precedente e a quell’attuale, che, anche in considerazione delle precedenti pronunce giurisdizionali, fosse fatta una rigorosa analisi dei costi e dei benefici del progetto del proponente, unitamente alla valutazione di possibili alternative di collocazione in un’area più adeguata, in zona pubblica già cementificata ma dismessa, più ampia, accessibile, non residenziale e dove, quindi, tutte le nuove funzionalità possano svolgersi senza ulteriormente compromettere la vita attuale e futura della città.

Abbiamo organizzato svariate assemblee pubbliche, dibattiti aperti con relatori prestigiosi, incontri e manifestazioni.
Siamo in contatto con i due Comitati di Milano, e condividiamo lo stesso studio legale milanese che sta curato il loro e il nostro ricorso al TAR. Abbiamo altresì depositato due esposti in Procura e uno alla Corte dei Conti.

Attualmente è in corso una petizione popolare con raccolta delle firme che chiede al Consiglio comunale di rimettere in discussione il pubblico interesse del progetto di demolizione e ricostruzione dello stadio, e che venga messa al voto la salvaguardia definitiva del plesso scolastico Puccini Pezzani adiacente.

La petizione è sostenuta da numerose associazioni culturali e ambientaliste, nazionali e locali, fra cui: Commissione AUDIT sul debito pubblico di Parma, Delegazione FAI Parma, Gruppo FAI Giovani Parma, Distretto di Economia Solidale APS, FIAB Parma, Fridays for Future Parma, ISDE Ass. medici per l’ambiente, Italia Nostra sez. di Parma, Legambiente Parma, Manifattura Urbana, NoCargoParma APS, Parma Città Pubblica APS, WWF Parma.

Un commento

  1. Non ci sono parole da aggiungere!
    È una vergogna alla quale credo non potremo porre rimedio vista la volontà degli stockholders che tengono le redini di questa città dove non si riesce a fare mai nulla di giusto ( vedi Piazza Ghiaia).

I commenti sono chiusi.