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Stadio a San Donato, settanta docenti universitari di Milano chiedono di rinunciare al progetto

Nella lettera a FIFA, UEFA e FIGC lanciano l’allarme: la scomparsa di 30 ettari di terreno mai urbanizzato produrrebbe una quantità eccessiva di emissioni di CO2 in atmosfera

Alla attenzione dei presidenti di FIFA, UEFA, FIGC

Egr. Presidenti,

ritenendo encomiabile il riconoscimento da parte di FIFA e UEFA dell’importanza della promozione della sostenibilità nel settore calcistico, e considerando parimenti lodevole l’iniziativa della FIGC di seguire le loro indicazioni per ridurre l’impronta di carbonio del settore, Vi scriviamo per portare alla vostra attenzione il caso dello stadio del Milan a San Donato che ci preoccupa molto.

Nel contesto delle crescenti aspettative che si pongono su vari settori produttivi per creare un fronte comune nel contrasto al cambiamento climatico, siamo pienamente convinti che il calcio, uno sport seguitissimo, possa diventare il motore di un cambiamento che ispiri altre discipline sportive a seguirne l’esempio.

Tuttavia, pur riconoscendo lo sforzo delle vostre Federazioni nel diffondere e attuare questi principi tramite la stesura di linee guida pragmatiche, inclusa quella sulla sostenibilità delle infrastrutture, riteniamo essenziale portarvi all’attenzione una questione che potrebbe compromettere significativamente l’efficacia di tali sforzi: la costruzione di nuovi impianti su terreni precedentemente non edificati e, in alcuni casi, su terreni agricoli.

Questa pratica può portare infatti a un aumento significativo della CO2 rilasciata in atmosfera a causa della perdita delle capacità di assorbimento e stoccaggio del carbonio dei suoli edificati. Inoltre, costruire su un’area non urbanizzata implica la necessità di dotarsi di infrastrutture a servizio del futuro impianto e di ulteriori attività di costruzione con ulteriore perdita di suolo non edificato.

I terreni non edificati e i campi agricoli svolgono infatti un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio tra emissioni (carbon sources) e processi di assorbimento e stoccaggio della CO2 (carbon sinks), rappresentando insieme a mari e oceani il nostro miglior alleato per il raggiungimento dell’equilibrio tra emissioni e assorbimento necessario perché la CO2 atmosferica non continui ad aumentare alimentando il cambiamento climatico. Quando la costruzione di infrastrutture comporta la perdita di terreni non urbanizzati, la diminuzione di queste funzioni del suolo può vanificare completamente gli sforzi di riduzione delle emissioni ottenuti tramite la messa in pratica delle buone pratiche suggerite dalle vostre organizzazioni.

Un esempio significativo è il progetto attuale dell’A.C. Milan di costruire un nuovo stadio da 70.000 posti in un’area che fino ad ora è stata utilizzata esclusivamente per scopi agricoli. Questo progetto prevede anche l’espansione dell’area di trasformazione nelle vicine aree del Parco Agricolo Sud Milano, un’importante riserva naturale dedicata alla protezione e valorizzazione dell’ambiente agricolo e naturale che comprende al suo interno terreni agricoli, boschi, corsi d’acqua e zone di rilevanza naturalistica e storico-culturale.

Nelle immediate vicinanze del sito proposto per lo stadio, a meno di 1 km di distanza, si trova un antico villaggio medievale che ospita l’Abbazia di Chiaravalle, fondata nel 1135 e tutt’oggi meticolosamente mantenuta da una comunità di monaci, un luogo molto amato dai milanesi e dalle comunità circostanti.

La costruzione di uno stadio qui cambierebbe drasticamente il carattere dell’area e costituirebbe una grave violazione delle linee guida della FIFA che affermano chiaramente che per valutare l’idoneità di un sito per un nuovo stadio si debba considerare se vi siano edifici considerati di interesse storico e/o protetti dalla legge e se l’area abbia una designazione di patrimonio ambientale e storico-culturale che possa rendere lo sviluppo dello stadio inappropriato.

Il nuovo progetto dello stadio del Milan comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, che ha un valore significativo come serbatoio di carbonio, sequestrando dall’atmosfera circa 20 tonnellate di CO2eq all’anno e avendo immagazzinato nel tempo circa 3.000 tonnellate di CO2eq (stime effettuate in base allo studio Pendall et al., 2018[1]).

Un recente studio di Life Cycle Assessment (LCA), condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna (Progetto LIFE Tackle), sulla base dell’esame di diversi casi di studio ha stimato l’emissione degli equivalenti di CO2 emessi per singola partita di calcio in ca. 70 tonnellate CO2eq. Se si applicasse questa emissione media all’intera serie di eventi di una stagione calcistica (es. una trentina di eventi), la somma di queste emissioni (carbon footprint) costituirebbe più dei 2/3 del quantitativo stoccato nel suolo non edificato pre-esistente. In altre parole, la costruzione dello stadio su un’area non edificata, oltre a determinare un’emissione diretta di più di 2.000 t/anno di CO2eq, ne comporterebbe un’altra indiretta, dovuta alla perdita del suolo naturale dello stesso ordine di grandezza.

Se poi si immaginasse di compensare questa perdita indiretta di CO2eq piantando degli alberi, ad esempio facendo riferimento alle stime di Magnani & Raddi[2], sarebbe necessario piantare circa 19 ettari di bosco e più di 32.000 alberi per arrivare in 20 anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo.

Sappiamo che FIFA, UEFA e FIGC operano su scala globale e regionale e che generalmente evitano di intervenire nelle questioni locali. Tuttavia, riteniamo che l’attuale progetto della Società A.C. Milan a San Donato, qualora andasse in porto, rappresenterebbe una significativa macchia nell’encomiabile processo di riduzione delle emissioni e degli impatti intrapreso. Auspichiamo pertanto che le federazioni calcistiche possano assumere una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati, al fine di non compromettere quei principi di sostenibilità che ispirano le strategie globali di contrasto al cambiamento climatico, incoraggiando il riutilizzo e la ristrutturazione delle strutture esistenti, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’impatto ambientale.

Vi ringraziamo per la vostra attenzione, fiduciosi nel fatto che FIFA, UEFA e FIGC continueranno a progredire nel promuovere un futuro più sostenibile per il calcio e per il pianeta.

Cordiali saluti,

Arianna Azzellino, Politecnico di Milano

Giorgio Vacchiano, Università Statale di Milano

Antonella Abbà, Politecnico di Milano

Adriana Angelotti, Politecnico di Milano

Anna Anzani, Politecnico di Milano

Luca Bascetta, Politecnico di Milano

Gianfranco Becciu, Politecnico di Milano

Marco Belan, Politecnico di Milano

Paolo Biagioni, Politecnico di Milano

Alberto Luigi Brambilla, Politecnico di Milano

Enrico Gianluca Caiani, Politecnico di Milano

Maria Rita Canina, Politecnico di Milano

Roberto Canziani, Politecnico di Milano

Giuliana Cardani, Politecnico di Milano

Andrea Francesco Castelletti, Politecnico di Milano

Andrea Castoldi, Politecnico di Milano

Andrea Cattoni, Politecnico di Milano

Annamaria Cividini, Politecnico di Milano

Marco Colombetti, Politecnico di Milano

Grazia Concilio, Politecnico di Milano

Giovanni Consolati, Politecnico di Milano

Antonella Contin, Politecnico di Milano

Alessandro Dama, Politecnico di Milano

Anna Caterina Delera, Politecnico di Milano

Roberto De Paolis, Politecnico di Milano

Fabio Dercole, Politecnico di Milano

Elisabetta Di Nitto, Politecnico di Milano

Ilenia Epifani, Politecnico di Milano

Carlotta Fontana, Politecnico di Milano

Aldo Frezzotti, Politecnico di Milano

Giuseppe Gibertini, Politecnico di Milano

Giancarlo Gioda, Politecnico di Milano

Elena Granata, Politecnico di Milano

Mario Grosso, Delegato della Rettrice ai rapporti con la RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile), Politecnico di Milano

Giorgio Guariso, Professore Emerito, Politecnico di Milano

Chiara Guazzoni, Politecnico di Milano

Stefano Longhi, Politecnico di Milano

Marco Lucchini, Politecnico di Milano

Roberto Maja, Politecnico di Milano

Stefano Mambretti, Politecnico di Milano

Clelia Marchionna, Politecnico di Milano

Stefano Miccoli, Politecnico di Milano

Stefano Micheletti, Politecnico di Milano

Gianfranco Pertot, Politecnico di Milano

Lorenza Petrini, Politecnico di Milano

Lucia Rigamonti, Politecnico di Milano

Umberto Sanfilippo, Politecnico di Milano

Elena Sezenna, Politecnico di Milano

Giovanna Sona, Politecnico di Milano

Giancarlo Storti Gajani, Politecnico di Milano

Alberto Tagliaferri, Politecnico di Milano

Antonello Vicenzo, Politecnico di Milano

Attilio Zilli, Politecnico di Milano

Marco Vivarelli, Direttore del Dipartimento di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore

Marco Acutis, Università Statale di Milano

Roberto Ambrosini, Università Statale di Milano

Valerio Bini, Università Statale di Milano

Stefano Bocchi, Delegato per la Sostenibilità, Università Statale di Milano

Marco Stefano Caccianiga, Università Statale di Milano

Alice Giulia Dal Borgo, Università Statale di Milano

Caterina Anna Maria La Porta, Università Statale di Milano

Luciano Pilotti, Università Statale di Milano

Diego Rubolini, Università Statale di Milano

Paolo Carlo Maria Tremolada, Università Statale di Milano

Daniela Basso, Università di Milano Bicocca

Giancarlo Capitani, Università di Milano Bicocca

Sandra Citterio, Università di Milano Bicocca

Antonio Finizio, Università di Milano Bicocca

Rodolfo Gentili, Università di Milano Bicocca

Marco Grasso, Università di Milano Bicocca

Barbara Leoni, Università di Milano Bicocca

Elisa Malinverno, Università di Milano Bicocca

Alessandra Savini, Università di Milano Bicocca


[1] Pendall E., D. Bachelet, R. T. Conant, B. El Masri, L. B. Flanagan, A. K. Knapp, J. Liu, S. Liu, and S. M.Schaeffer, 2018: Chapter 10: Grasslands. In Second State of the Carbon Cycle Report (SOCCR2): A Sustained Assessment Report [Cavallaro, N., G. Shrestha, R. Birdsey, M. A. Mayes, R. G. Najjar, S. C. Reed, P. Romero-Lankao, and Z. Zhu (eds.)]. U.S. Global Change Research Program, Washington, DC, USA, pp. 399-427, https://doi.org/10.7930/SOCCR2.2018.Ch10.

[2] Magnani F., Raddi S. Afforestazione e fissazione della CO2 atmosferica: qualche cifra indicativa dalla ricerca scientifica. Forest@ (2021) 18: 60-63. doi: 10.3832/efor3928-018