Pubblicazioni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 12 Mar 2024 19:05:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Pubblicazioni – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Mezzo secolo dopo: “Roma moderna” ci parla ancora del nostro futuro http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/mezzo-secolo-dopo-roma-moderna-ci-parla-ancora-del-nostro-futuro/ Tue, 12 Mar 2024 19:05:35 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16418 Segnaliamo l’iniziativa di presentazione della nuova edizione ampliata del saggio “ROMA MODERNA” di Italo Insolera, che si svolgerà il 26 marzo, alle ore 17.30, presso l’associazione culturale Enrico Berlinguer, Viale Opita Oppio 24.

Comunicato di: Paolo Berdini per Roma La Città Pubblica e Anpi Cinecittà Quadraro

A marzo 2024 esce la nuova edizione dello storico insuperato saggio di Italo Insolera su Roma, curata dal collega, amico e collaboratore Paolo Berdini: ne discutiamo con lui insieme a studiosi, cittadini, associazioni, in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, la Sezione ANPI Nido di Vespe Quadraro, il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata; partecipa Fabio Sebastiani che cura la diretta radio web su Radio Mir.

“Molte cose succedono in cinquant’anni, scrive Italo Insolera in apertura della premessa per l’edizione di Roma moderna del 2011, l’ultima con lui ancora in vita. Succede che le città mutano il proprio volto. Succede che il clima culturale che alimenta i progetti urbani muti radicalmente.

La prima edizione del volume era uscita nel 1962. Tre anni prima era stato pubblicato un numero monografico della rivista dell’Istituto nazionale di urbanistica dedicato a Roma. Vi scrissero i migliori urbanisti e architetti italiani.

Leonardo Benevolo e Ludovico Quaroni. Mario Coppa e Michele Valori. Insolera aveva compiuto trenta anni, era il più giovane del gruppo ma svolge la parte del protagonista. (…)

Urbanistica era la rivista ufficiale dell’Inu. Ne era presidente Adriano Olivetti, morirà nel 1960. Insolera già collaborava con l’altro fondamentale periodico del pensiero olivettiano: Comunità. Nella “Città dell’uomo” Olivetti scriveva “il piano è un atto di civiltà, un atto di amore verso un paesaggio e un atto d’amore verso un gruppo di uomini”. Negli anni cinquanta, dunque, la cultura si cimenta nel tentativo di dare un volto umano, la comunità, ad una città capitale cresciuta troppo in fretta e male.

Uno dei successi più straordinari scaturito da quel contesto culturale prende forma nel 1981, (…) quando avvenne la prima chiusura domenicale di via dei Fori Imperiali. “Prima i monumenti delle automobili” si disse.

Protagonisti di quello storico risultato furono Antonio Cederna, Adriano La Regina, Italo Insolera e i due sindaci che avevano creduto alla proposta: Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli. La prima chiusura simbolica sembrava delineare un futuro in cui tutto sembrava possibile.

Di sogni altrettanto nobili era del resto pieno il paese. Nel 1978 venne approvata la legge Basaglia che chiudeva secoli di cultura della segregazione della malattia mentale. Nello stesso anno è istituito il servizio sanitario nazionale. Negli anni ’70 viene profondamente innovato il sistema scolastico dell’obbligo. Nel campo dell’urbanistica, alla fondamentale legge sugli standard urbanistici, e cioè il riconoscimento del diritto di ciascun cittadino ad avere verde e servizi pubblici, si accompagnarono in quegli anni le più importanti leggi di riforma.

Negli anni ’80 matura la svolta culturale che tuttora viviamo. Il sistema del welfare urbano inizia ad essere eroso, mentre le leggi di riforma urbanistica vengono sistematicamente smantellate. I piani urbanistici che tanto avevano interessato le migliori intelligenze di cui parlavamo, oggi non esistono più. Una serie di leggi derogatorie consentono infatti di intervenire nelle città a prescindere dalle regole degli strumenti urbanistici. Le città sono governate dalla convenienza economica dei protagonisti in campo, e cioè dalla proprietà fondiaria e dai fondi di investimento internazionali. Diritti collettivi, vivibilità e bellezza divengono lontane chimere. (…)

(…) In poco più di venti anni, a partire dal 2000 l’economia dominante ha diffuso nella campagna romana oltre 50 grandi strutture commerciali che oltre a contribuire alla frammentazione urbana, hanno anche causato la rarefazione del tessuto commerciale delle periferie, specie di quelle più lontane. La convenienza economica ha trasformato nel profondo la città senza che alcuna regola urbanistica potesse porvi argine.

Sempre a partire dal 2000, il fenomeno del turismo di massa ha cambiato profondamente la città storica. Dopo la parentesi Covid, a Roma giungono più di 50 milioni di presenze turistiche all’anno. 150 mila persone ogni giorno che snaturano il centro ridotto ormai ad una fila ininterrotta di locali per la somministrazione di cibo. La sera e la notte, molti quartieri sono preda di ogni tipo di degrado. Il centro storico è diventato un luna park. (…)

(…) Il ragionamento sulla cesura che si è prodotta nella cultura urbana liberale era già presente nell’edizione 2011. Appena chiusa la stesura di quella edizione era stato Insolera a sollecitare di approfondire le radici dei mutamenti culturali intervenuti. Disse che dovevamo iniziare dal pensiero e le idee per Roma capitale di Quintino Sella. Non ne ebbe il tempo. Quel percorso appena avviato è parte integrante di questa nuova edizione di Roma moderna. (…)

(…) Un ringraziamento va infine alle persone e ai gruppi che da tante zone di Roma mi hanno coinvolto nei loro sogni per una città migliore e nelle vertenze contro la famelica speculazioni. Mi hanno permesso di comprendere che l’immagine della Roma luccicante e patinata che ci viene proposta dal mercato turistico internazionale nasconde il vuoto drammatico di prospettive che vivono le periferie abbandonate a sé stesse. Roma moderna deve ancora diventare capitale.”.

(Paolo Berdini, Premessa alla nuova edizione ampliata, marzo 2024)

L’evento del 26 marzo potrà essere seguito anche in diretta streaming su questa pagina.

Per info: mariomusumeci53@libero.it / 3490974286

]]>
L’invenzione di Milano: Lucia Tozzi svela il ruolo del “marketing urbano” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/06/linvenzione-di-milano-lucia-tozzi-svela-il-ruolo-del-marketing-urbano/ Fri, 30 Jun 2023 06:05:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16002 Il libro di Lucia Tozzi svela il ruolo del marketing urbano e della cattura del dissenso nella creazione di una città diseguale e privatizzata

di Maria Cariota.

Da molti anni le politiche urbanistiche a Milano sono finalizzate a soddisfare gli interessi di gruppi industriali, della finanza e immobiliaristi. Nel Piano di Governo del Territorio e attraverso un uso sconfinato della perequazione e degli strumenti di urbanistica contrattata, il Comune ha assunto un ruolo di facilitatore dei processi di trasformazione proposti dai privati, attratti dalla possibilità di realizzare rendite elevatissime, anche per gli oneri di urbanizzazione spesso irrisori.

Il nuovo libro di Lucia Tozzi, “L’invenzione di Milano”, pubblicato per Cronopio nel marzo di quest’anno, racconta la “rigenerazione urbana” che ha stravolto interi quartieri di questa città, disegnata in funzione della massima valorizzazione degli immobili. Mentre sono ridotti i fondi per garantire i servizi pubblici, la manutenzione di strade, case popolari, parchi. Nelle zone ricche piscine, palestre, mercati, ambulatori, biblioteche e uffici pubblici vengono alienati, trasformandosi in uffici di lusso e centri commerciali; le zone meno ricche sono accerchiate e tendono a diventare nel tempo anche esse meno ospitali ai meno abbienti. Il ciclo è sempre lo stesso, la manutenzione della struttura pubblica viene deliberatamente lesinata, il “degrado” avanza, la chiusura incombe, spunta un privato pronto ad investire nella riqualificazione, che ne farà uno spazio di lusso non per la gente comune. Negli ultimi quarant’anni gli alloggi popolari sono stati dimezzati, l’ente gestore Aler continua ad alienare case, lasciando 17.500 famiglie senza risposta.

Esaurita la possibilità di ricostruire un tessuto produttivo, è soprattutto con l’Expo2015 che Milano ha valuto assumere l’immagine di una metropoli splendente e attrattiva, cercando di estrarre dall’evento un brand per competere con le altre grandi città. Seguendo il modello di New York e Londra, s’intende valorizzare ogni metro quadro, gentrificare tutto (centro e periferia) e mira ad una “rigenerazione” continua degli abitanti, attirando non solo turisti ma anche expat (turisti lenti) e city users o short term citizens: nomadi agiati che sono soprattutto consumatori di città e richiamano investimenti; non possedendo memoria della città non tentano di conservarla, non mirando a restarci sempre sono meno interessati alle conseguenze delle azioni politiche. Essi man mano prendono il posto dei nativi, che, se appartenenti a fasce più deboli, sono di fatto espulsi per gli affitti elevatissimi.

Chi governa la città è impegnato in una campagna di marketing senza precedenti

Lucia Tozzi cerca di disvelare le retoriche e il linguaggio usati per produrre il consenso e di studiare le ideologie forgiate dal capitale. L’amministrazione milanese ha costruito attentamente uno storytelling fondato sull’assioma per cui la collaborazione tra pubblico e privato sia necessaria, in una logica win win: gli investimenti del privato che costruisce la città del lusso consentono di avere verde urbano e spazi sistemati, oltre che, secondo loro, di portare bellezza, ricchezza e lavoro per tutti.

In una città escludente, classista, con servizi e beni privatizzati, lavoro precario, aria pessima, consumo di suolo tra i più elevati in Italia, chi la governa è impegnata in una campagna di marketing senza precedenti, finalizzata a diffondere una percezione positiva sulla qualità della vita e lontana dalla realtà. Un ipertrofico sfoggio di vitalità e di ottimismo forzato in cui le contraddizioni svaniscono. L’ “invenzione di Milano” appunto. Il marketing e la comunicazione hanno fagocitato l’agire politico, assumendo una posizione di egemonia, potente strumento per delegittimare la mediazione della critica e dell’articolazione discorsiva attraverso la semplificazione, lo svuotamento di significato, il ricorso all’emozionalità, riuscendo ad evadere qualsiasi possibilità di verifica su ciò che si asserisce. Chi osa esprimere critiche è definito retrogrado e accusato di frenare la competitività, si screditano così in partenza le sue istanze. Le porzioni di verde (di solito su soletta e di difficile fruizione) inserite nei progetti di trasformazione, ogni nuovo gruppetto di alberelli piantati di ForestaMi, le piste ciclabili disseminate qua e là, i minuscoli interventi di urbanistica tattica (area pedonali) sono oggetto di eccessiva enfasi mediatica, inaugurati in pompa magna, simulando uno sviluppo partecipato e attento alle comunità, per bilanciare la violenza delle grandi operazioni.

Anche la cultura e l’associazionismo diventano funzionali alla definizione dell’immagine di metropoli attrattiva

L’autrice si sofferma molto anche sul ruolo primario della cultura in questo processo e sulla terzosettorializzazione del sociale. La cultura a Milano è diventata una degli strumenti della valorizzazione immobiliare: dalle prime conversioni in spazi espositivi di aree dismesse di Pirelli e Prada, la cultura diventa un booster efficiente per il valore delle aree; inoltre il legame tra le trasformazioni e soggetti culturali (ad esempio Expo e teatro La Scala) crea un soft power con forte capacità di persuasione.

Allo stesso tempo le organizzazioni che raccolgono le proteste degli abitanti, che prodigano energie e servizi sul territorio sono state ingabbiate in un sistema di bandi, stimolato dalla finanza a impatto sociale o da fondi europei, che forniscono piccole entrate e un po’ di riconoscimento ad associazioni e attivisti; progetti calati dall’alto e non, come viene raccontato, mediati da una progettualità dal basso. Spesso un regime di privatizzazione di servizi e spazi allocati a privati e terzo settore, ma spacciati per tutela del bene comune. Il sistema dei bandi, ad alto tasso di burocratizzazione, sottrae energie e tempo al lavoro di ricerca e sul campo, frammenta la continuità del lavoro subordinandolo alla durata dei progetti, lo condiziona ideologicamente e avalla un generale definanziamento del welfare pubblico; oltre a neutralizzare la carica politica dei movimenti sociali. Una vera e propria cattura delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle diseguaglianze, forze usate anzi per “rivitalizzare” a livello molecolare quartieri, strade e piazze, in modo funzionale alle grandi trasformazioni.

Il meccanismo di propaganda sfugge alla percezione dei cittadini

D’altra parte i media, in cerca di sponsor e protezioni hanno allentato spontaneamente i principi deontologici, prestandosi alla grande propaganda dell’amministrazione. Propaganda che è riuscita a fare interiorizzare ai cittadini i valori che li rendono complici e subalterni, che è condivisa da una buona parte della classe media più agiata e che spesso ha convinto anche collettivi di artisti, lavoratori culturali, writers, centri sociali, che sono diventati indirettamente agenti della gentrificazione.

Milano modello da riprodurre?

La consapevolezza che il sistema di Milano incarna questa comunicazione ideologica a scala urbana, che ha sostituito quasi per intero l’intreccio dei sistemi politici, economici, sociali e culturali preesistenti, producendo una città diseguale, dovrebbe auspicalbilmente contribuire a demolire l’idea stessa che esista un “modello” da riprodurre altrove.

L’invenzione di milano. Culto della comunicazione e politiche urbane. Cronopio Ed., 2023, LUCIA TOZZI.

Lucia Tozzi è giornalista ed esperta di politiche urbane.

]]>
Socotra. O di come nasce un libro su un’area geografica ricca di biodiversità. http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/socotra-o-di-come-nasce-un-libro-su-unarea-geografica-ricca-di-biodiversita/ Thu, 11 May 2023 14:21:31 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15939 di Fabio Balocco.

Quando si dice il caso. Anni fa, se non ricordo male era il 2016, ero ospite a casa dell’amico Massimo Livadiotti, nel cuore di Roma, quando, parlando del più e del meno, lui mi chiese: “ma tu che ami tanto la natura, sei mai stato a Socotra?” No, a Socotra non ero mai stato, ma, di più, non sapevo neppure cosa fosse.

Ovviamente la curiosità mi spinse a cercarla sul mappamondo: ed eccola apparire, piccolina, in pieno Oceano Indiano, vicino alla Somalia, ma Wikipedia annunciava che in realtà era “di proprietà dello Yemen”. E di raggiungerla non se ne parlava: c’era in corso la guerra tra Yemen e Arabia Saudita. Sempre tramite Massimo, conobbi Marco, suo fratello, che giusto a causa della guerra da Sana’a, capitale yemenita, era stato costretto a fuggire. Lo stesso Marco fu promotore di un evento di più giorni dedicato a Socotra all’Orto Botanico di Palermo (“Socotra in Sicilia”), a settembre del 2019, evento dove andai e dove altresì maturò l’idea di scrivere un libro su questa isola tanto importante dal punto di vista naturalistico quanto sconosciuta ai più.

Dune di Noged © per gentile concessione di Fabio Balocco

Possibile che come me tantissimi altri nulla sapessero di questo luogo con la più alta biodiversità al mondo dopo le Galapagos e che nulla di divulgativo fosse stato scritto su di essa? Fu relativamente facile trovare dei compagni di avventura, che almeno loro a Socotra ci fossero stati. Tutti convinti della bontà di scrivere il libro senza preoccuparsi di trovare un editore. “I libri si scrivono perché ci si crede, poi si cercano gli editori”. Il team così prese forma: oltre a me e a Marco, Pietro Lo Cascio, naturalista di Lipari e Elena Dacome, antropologa. Ai quali si aggiunse Robert Cowie, professore presso l’università di Honolulu, uno dei massimi esperti al mondo di estinzione di massa.

Villaggio di Qalansiya © per gentile concessione di Fabio Balocco

Perché se è vero che Socotra è ricca di biodiversità, è altrettanto vero che essa si sta rarefacendo, a causa delle conseguenze della guerra, del peso antropico, del cambiamento climatico. Non pensavamo all’editore, ma ci dicevamo che non sarebbe stato un problema trovarlo, vista l’importanza naturalistica di quella terra lontana, e visto che oggi si fa un gran parlare del verde in tutte le salse. E invece ci sbagliavamo di grosso, perché gli editori o non ci rispondevano, oppure avrebbero pubblicato se la nostra opera fosse stata una sorta di Lonely Planet. Ci convincemmo che un saggio su di una certa area geografica o era una guida turistica o non trovava sponde. Eravamo quasi sul punto di cedere le armi, quando, miracolo, una piccola, ma a questo punto la definirei anche “coraggiosa”, casa editrice di Roma, la Bordeaux Edizioni, accettò di pubblicare. Ecco dunque che il libro esce, seppure con una preoccupazione da parte nostra e dell’editore: non è che quest’opera faciliti l’afflusso di turisti nell’isola? L’ideale sarebbe leggere il libro, ammirare le foto, e starsene a casa a sognare che esiste ancora un paradiso relativamente intatto. Del resto, lo stesso editore ha pubblicato il “Manuale dell’antiturismo”. E allora non ci resta che sperare!

]]>
La tutela della connettività ecologica a 30 anni dalla Direttiva Habitat http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/la-tutela-della-connettivita-ecologica-a-30-anni-dalla-direttiva-habitat/ Tue, 10 Jan 2023 16:48:31 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15750 Il 2022 è l’anno in cui si celebrano alcune tappe importanti nel cammino intrapreso per la conservazione della natura in Europa e in Italia. A livello comunitario, infatti, ricorrono trent’anni dall’emanazione della Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CEE). In ISPRA, che nell’implementazione di questo importante strumento ha creduto sin da subito, si ricorda l’intenso lavoro che dopo dieci anni ha portato alla pubblicazione delle linee guida Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale per la costruzione di reti ecologiche a scala locale, che tuttora rappresenta un documento di riferimento nazionale sul tema. In ultimo, e non certo per importanza, quest’anno si celebrano i dieci anni dalla pubblicazione del primo numero della rivista RETICULA, erede del lungo lavoro portato avanti dal gruppo di lavoro “Reti Ecologiche” di cui, nel tempo, hanno fatto parte i maggiori specialisti di settore dell’intero territorio nazionale.

Questo numero monografico rappresenta quindi un momento di bilancio, non esaustivo, su iniziative attuate sul tema della connettività in Italia e, allo stesso tempo attraverso gli editoriali tematici, vuole essere anche una riflessione sulle prospettive e sulle azioni da mettere in campo, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi che la redigenda Strategia Nazionale per la biodiversità si è posta.

Pubblicazione disponibile solo in formato elettronico

Scarica la pubblicazione (pdf 17 mb)

(L’immagine di apertura è di Paolo Baldi)

]]>
Emergenza clima: il 2022 anno nero per il nostro paese http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/#comments Wed, 04 Jan 2023 13:09:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15736 A cura di Legambiente.

In Italia nel 2022 aumentano del +55% gli eventi meteo-idrogeologici rispetto allo scorso anno. Registrati 310 fenomeni meteorologici che hanno provocato danni e 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni quelli con l’incremento maggiore.

Il bilancio dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente.

Il nord del Paese l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni più ferite. La provincia di Roma è la più coinvolta, seguita da quelle di Salerno e Trapani.

Legambiente: “Al governo Meloni chiediamo cinque azioni urgenti: approvazione e risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico; aggiornamento del PNIEC; nuove semplificazioni per le rinnovabili; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze; potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni”.

Il 2022 è stato un anno nero per il clima, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo che hanno provocato tanti danni e vittime. Alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate non risparmiano ormai nessun Paese sul Pianeta. E a pagarne lo scotto è anche l’Italia, segnata quest’anno da più caldo e siccità, come ben raccontano i dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, e sintetizzati nella mappa del rischio climatico.

Nel 2022 la Penisola ha registrato un incremento del +55% di casi rispetto al 2021, parliamo di 310 fenomeni meteo-idrogeologici che quest’anno hanno provocato impatti e danni da nord a sud e causato ben 29 morti. Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense81 casidi danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Nel 2022 sono aumentati, rispetto allo scorso anno, i danni da siccità, che passano da 6 nel 2021 a 28 nel 2022 (+367%), quelli provocati da grandinate da 14 nel 2021 a 29 nel 2022 (+107%), i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, che passano da 46 nel 2021 a 81 nel 2022 (+76%), e allagamenti e alluvioni, da 88 nel 2021 a 104 nel 2022 (+19%).

A livello territoriale, quest’anno il nord della Penisola è stata l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. A livello regionale, la Lombardia è la regione che registra più casi, ben 37, seguita dal Lazio e dalla Sicilia, con rispettivamente 33 e 31. Rilevanti anche i casi registrati in Toscana, 25, Campania, 23, Emilia-Romagna, 22, e Piemonte, 20, Veneto, 19, Puglia, 18. Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi.  Tra le città, Roma (13) e Palermo (4).

Per Legambiente i dati del bilancio dell’Osservatorio CittàClima indicano ancora una volta l’urgenza per l’Italia di un deciso cambio di passo nella lotta alla crisi climatica attraverso politiche climatiche più ambiziose e interventi concreti non più rimandabili. A tal riguardo l’associazione ambientalista, tra le azioni urgenti da mettere in campo, chiede l’approvazione in tempi rapidi del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici aggiornato e pubblicato ieri sul sito del Mase, e che ora dovrà essere oggetto di consultazione pubblica secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ ondata di freddo in Giappone. Nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti”.

Tutti i dati dell’Osservatorio Città Clima sono raccolti nella mappa online del rischio climatico, aggiornata nel layout e nella grafica e con un focus sul progetto europeo LIFE+ AGreeNet che ha l’obiettivo di rendere le città della costa del Medio Adriatico più resilienti al cambiamento climatico attraverso vari interventi.

Focus siccità

In questo 2022 “anno nero per il clima” l’Italia, soprattutto il centro nord, è stata colpita da un lungo periodo di siccità. Secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi dell’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Cruciale la prima parte dell’anno con cinque mesi consecutivi gravemente siccitosi, e un’anomalia, da gennaio a giugno, pari a – 44% di piogge, equivalente a circa 35 miliardi di metri cubi di acqua in meno del normale. In crescente difficoltà i fiumi, come il Po che al Ponte della Becca (PV) risultava con un livello idrometrico di -3 metri, e i grandi laghi con percentuali di riempimento dal 15% dell’Iseo, al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore.

In autunno è peggiorata la situazione delle regioni del centro, soprattutto in Umbria e Lazio. Nel primo caso il deficit pluviometrico si è attestato sul 40%, il lago Trasimeno ha raggiunto un livello ben inferiore alla soglia critica, con -1,54 metri. Nel Lazio, il lago di Bracciano è sceso a -1,38 metri rispetto allo zero idrometrico. Gravi le conseguenze per l’agricoltura e per gli habitat naturali. L’11% delle aziende agricole si è ritrovata in una situazione talmente critica da portare alla cessazione dell’attività. In molte aree urbane si sono dovute imporre restrizioni all’uso dell’acqua. La siccità ha causato la perdita di produzione di energia, in particolare da idroelettrico. Nonostante i dati di Terna [1] relativi ad aprile abbiano evidenziato un record assoluto di energia prodotta da fonti rinnovabili, è mancato all’appello l’idroelettrico. La produzione di energia da questa fonte, infatti, segnava -41% per effetto delle scarse precipitazioni, che hanno portato per mesi i livelli di riempimento degli invasi prossimi ai valori minimi registrati negli ultimi 50 anni. A dicembre, il livello del Po è rimasto inferiore alla media degli ultimi 20 anni ed a preoccupare è soprattutto la situazione delle falde, con livelli tra il 35 ed il 50% in meno della media mensile.

Focus caldo e ondate di calore

Nel 2022 in Italia si sono registrate temperature eccezionali già da maggio con punte di 36,1°C a Firenze, 35,6°C a Grosseto, 34°C a Pisa e 32,8°C a Genova. Ma anche a Ustica con 33,4°C e Torino con 29,2°C. Il mese di giugno ha visto un’anomalia della temperatura media di +3,3°C se consideriamo l’Italia nel suo insieme, con punte di 41,2°C a Guidonia Montecelio (RM), 40°C a Prato, Firenze, Viterbo e Roma. A luglio record per le città lombarde: a Brescia e Cremona si sono registrati 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C. Ad agosto i termometri hanno segnato tra i 40 e i 45°C a Palermo, Catania e Reggio Calabria, mentre a Bari si è arrivati a 39°C. Questi livelli di caldo eccezionale, prolungati per settimane e mesi in gran parte del Paese, hanno portato a gravi conseguenze sulla salute umana. L’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto, stando ai dati di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020 [2].

I casi più rilevanti del 2022 

In questo bilancio “clima 2022” Legambiente ricorda alcuni casi rilevanti: il 3 luglio il distacco di una grossa porzione dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, 11 le vittime e 8 i feriti.  Tra il 27 e il 28 luglio in Val Camonica è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla provincia di Brescia nei sette mesi precedenti. Le intense piogge hanno provocato anche delle frane che hanno colpito la Val di Fassa, in Trentino, il 5 agosto. Ad agosto a Scilla (RC), il litorale è stato investito da un’imponente massa d’acqua che ha invaso le strade. Occorre, in questo caso, evidenziare il legame con la cementificazione avvenuta negli anni e al tombamento del torrente Liurni. Il 18 agosto raffiche di vento a oltre 110 km/h hanno colpito la provincia di Massa Carrara. Quattro persone sono rimaste ferite in un camping a Marina di Massa a causa della caduta di alberi e in tutto il territorio si sono contate fino a 7mila persone senza corrente. L’evento alluvionale che ha segnato il 2022 è quello che ha colpito il 15 e 16 settembre le Marche, 13 i morti. Tra fine settembre e inizio ottobre Trapani per tre volte è stata colpita da violenti temporali ed è finita sott’acqua. Tragedia a Ischia il 26 novembre, a Casamicciola Terme (NA) dove le piogge intense hanno provocato una frana ed un’alluvione, con 12 vittime registrate. Record di pioggia, con 126mm caduti in 6 ore. Il 22 novembre, una mareggiata di forte intensità ha colpito Jesolo (VE), mentre il 3 dicembre in provincia di Messina sono stati registrati diversi danni provocati da piogge intense e frane.

>> scarica Il Bilancio dell’Osservatorio CittàClima 2022

[1] https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-aprile-2022

[2] https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3278_allegato.pdf

]]>
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/emergenza-clima-il-2022-anno-nero-per-il-nostro-paese/feed/ 1
Il suolo: la risorsa delle risorse. Parliamo dei diritti calpestati del suolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/il-suolo-la-risorsa-delle-risorse/ Tue, 03 Jan 2023 16:49:53 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15728 Il numero di dicembre 2022 di “Natura e Società“, trimestrale di informazione ambientalista e storico organo ufficiale della Federazione Pro Natura, dedica le sue attenzioni sulle problematiche legate al suolo. Suolo che rappresenta una delle più importanti risorse naturali, ma anche una di quelle che maggiormente viene devastata, tra l’indifferenza generale. Ma un suolo violentato reagisce e crea una serie
impressionante di disastri, come i recentissimi fatti delle Marche, di Ischia e della Sicilia hanno ben dimostrato.
Eppure, anche in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, non solo non si fa nulla per proteggere il suolo, ma anzi si progettano interventi devastanti per la sua integrità e funzionalità. Natura e Società” si domanda: siamo sicuri che l’uomo sia davvero un essere dotato di intelligenza?…

La rivista si apre con un intervento ad ampio spettro di Alessandro Mortarino, coordinatore nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, ed è seguito da articoli che trattano del completamento dell’autostrada A33 Asti-Cuneo (Cesare Cuniberto), di Oro blu (Sofia Filippetti), di Ri-connessione ecologica-idraulica delle unità morfologiche fluviali laterali (Andrea Dignani), del progetto finalizzato “Campagna Romana” della Soc. Romana di Sc. Naturali (Pierangelo Crucitti et al.), di Milano-Cortina 2026: Olimpiadi sostenibili? Solo a parole… (Franco Rainini), di grandi manifestazioni sportive (Fabio Balocco), della Coalizione Cambiamo Agricoltura, di brevettabilità dei semi, di riciclo della carta, di abbandono degli animali, di parchi e alberi urbani, di oasi naturali, di escursioni, di rifiuti abbandonati, della Torino 2006-2022: cosa resta dell’eredità delle Olimpiadi dopo 18 anni (Piero Belletti) e molto altro ancora.

Il trimestrale è anche on line ed è scaricabile qui.

]]>
Meno trasporto pubblico, più auto private: l’Italia non cambia… http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/meno-trasporto-pubblico-piu-auto-private-litalia-non-cambia/ Sun, 01 Jan 2023 21:05:26 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15721 A cura di Isfort.

A quasi tre anni dall’inizio della crisi sanitaria, il percorso di “ritorno alla normalità” per la mobilità dei cittadini si può dire concluso e la domanda ha ripreso a correre con una formidabile progressione soprattutto in questo 2022 che va a chiudersi. Allo stesso tempo, da inizio anno si è affacciata una seconda grande crisi pervasiva in tutti i settori dell’economia e dei consumi, ovvero la crisi innestata dal conflitto russo-ucraino che sta provocando un forte innalzamento dei costi energetici e più in generale dell’inflazione. Lo scenario che si prospetta per il breve e per il medio periodo contiene dunque, come già nell’ultimo biennio, elementi di forte incertezza.
Nel quadro confuso e caotico a cui si è accennato, il nuovo Rapporto sulla mobilità degli italiani, di cui questo documento descrive i risultati principali (in un’ampia sintesi), cerca di mantenere un filo coerente di narrazione su come cambia il modello di mobilità degli italiani, tra derive di lungo periodo e pressioni della congiuntura, tra crisi (sanitaria) ormai alle spalle e una nuova emergenza (energetica) in pieno svolgimento…

Scarica qui il 19° Rapporto sulla mobilità degli italiani.

]]>
Ecomafia 2022: presentati i dati sui reati ambientali in Italia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/12/ecomafia-2022-presentati-i-dati-sui-reati-ambientali-in-italia/ Mon, 19 Dec 2022 08:46:58 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15696 Storie e numeri della criminalità ambientale in Italia nel report di Legambiente. Nel 2021 i reati contro l’ambiente non scendono sotto quota 30mila nonostante una lieve flessione. Quasi il 44% si concentra in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

A livello provinciale, Roma prima per ecoreati.

59.268 gli illeciti amministrativi monitorati per la prima volta. A pesare la mano della corruzione.

9.490 i reati nel ciclo del cemento illegale, a seguire quelli dei rifiuti (8.473) e contro la fauna (6.215). Impennata dei reati contro il patrimonio boschivo e storico-culturale. In aumento i furti di opere d’arte.

Legambiente: “Al Governo Meloni indichiamo le nostre dieci proposte per rendere più efficace l’azione dello Stato partendo dall’approvazione di quelle riforme che ancora mancano all’appello, anche in vista della nuova direttiva europea sui crimini ambientali”

Online il nuovo sito noecomafia.it: al via un centro di documentazione sull’illegalità ambientale. Tutti i dati nazionali e regionali su noecomafia.it.

In Italia nel 2021 le ecomafie continuano ad affondare le loro radici nell’ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale, economica e organizzata in un triangolo perfetto. Il risultato è un attacco diretto, nudo e crudo, grazie anche ad una spinta maggiore della corruzione e degli illeciti amministrativi. A fare il punto con dati e storie è il nuovo report Ecomafia 2022, realizzato da Legambiente con il sostegno di NOVAMONT e edito da Edizioni Ambiente. Nel 2021 i reati contro l’ambiente non scendono sotto il muro dei 30mila illeciti (accertati 30.590), registrando una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora. Un dato preoccupante e che continua a restare alto, nonostante la leggera flessione del -12,3% rispetto ai dati del 2020, mentre crescono gli arresti toccando quota 368, +11,9% rispetto al 2020. Sono 59.268 gli illeciti amministrativi contestati, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora. Sommati ai reati ambientali, raccontano di un Paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente. Ad agevolare questa ondata di reati lo strumento della corruzione: 115 le inchieste censite da 16 settembre 2021 al 31 luglio 2022, con 664 persone arrestate, 709 persone denunciate e 199 sequestri. 14 i comuni sciolti per mafia nel 2021 e 7 nel 2022, a cui vanno aggiunti gli ultimi in ordine di arrivo, Anzio e Nettuno (RM). Dati che si traducono da una parte in ferite insostenibili per l’ambiente, la cui tutela dallo scorso 22 febbraio è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, e dall’altra in un bottino d’oro per gli ecomafiosi che nel 2021 hanno fatturato 8,8 miliardi di euro.

Filiere illegali

Il ciclo illegale del cemento guida nel 2021 la “classifica” delle filiere illegali con 9.490 reati (31% del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473) che registra anche il maggior numero di arresti, ben 287, (+25,9% rispetto al 2020) e di sequestri (3.745, con +15%) e dai reati contro la fauna (6.215). Impennata dei reati contro il patrimonio boschivo – 5.385 reati tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020) – e quelli contro il patrimonio culturale con l’aumento dei furti di opere d’arte, che arrivano a quota 603 (+20,4%). Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti monitorate da Legambiente nel 2021 sono state ben 38, contro le 27 dell’anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest’anno la cifra è arrivata a quota 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l’equivalente di 94.537 tir: messi su strada, uno dietro l’altro, formerebbero un serpentone di 1.286 chilometri, che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera. Da segnalare i 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare e il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Conoe stima che ben 15mila tonnellate all’anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi.

Regioni e province colpite dalle ecomafie

Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione. Qui si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. Tra le regioni del Nord la Lombardia si conferma quella con il maggior numero di illeciti ambientali (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti). Crescono i reati accertati in Liguria, ben 1.228, che scala cinque posizioni, arrivando al nono posto. A livello provinciale, Roma, con 1.196 illeciti ambientali, scalza nel 2021 dalla prima posizione Napoli (1.058), che viene superata di misura anche da quella di Cosenza (1.060). Di fronte a questo quadro complessivo, c’è da dire che nel 2021 le forze dell’ordine hanno applicato per ben 878 volte i delitti contro l’ambiente (legge 68/2015). 292 i beni posti sotto sequestro per un valore complessivo di oltre 227 milioni di euro. Il delitto in assoluto più contestato è quello di inquinamento ambientale, con 445 procedimenti penali, ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, con 497 provvedimenti.

Il report Ecomafia 2022, presentato oggi a Roma insieme al nuovo restyling del sito noecomafia.it, strutturato come un vero e proprio centro di documentazione on line, è stato anche l’occasione per Legambiente per presentare le sue 10 proposte*di modifica normativa per rendere più efficace l’azione dello Stato a partire dall’approvazione delle riforme che mancano all’appello e su cui il Governo Meloni deve dare delle risposte concrete, anche in vista della prossima direttiva europea sui crimini ambientali. Tra queste occorre approvare anche in questa legislatura la costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (la cosiddetta Commissione Ecomafia); inserire i delitti previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo (423 bis) tra quelli per cui non scatta la tagliola dell’improcedibilità, approvare il ddl contro le  agromafie, introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali, emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente.

“Il quadro che emerge dalla lettura del nostro Rapporto Ecomafia 2022 continua a essere preoccupante – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –.  È fondamentale non abbassare la guardia nei confronti degli ecocriminali, ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del PNRR, molti altri ne verranno aggiudicati nel prossimo futuro, e presto si apriranno i tanti cantieri dell’agognata transizione ecologica. In tutto ciò il sistema di prevenzione e repressione dei reati descritti in questo Rapporto non è stato rafforzato come si sarebbe dovuto fare. Per questo oggi abbiamo presentato le nostre dieci proposte di modifica normativa, convinti che quel percorso di civiltà, iniziato a suo tempo con la legge sugli ecoreati proseguito quest’anno con l’introduzione della tutela dell’ambiente tra i principi della nostra Costituzione e con l’inserimento dei delitti contro il patrimonio culturale, possa proseguire anche in questa legislatura. Noi verificheremo sulla base dei fatti se a quel voto favorevole, sostanzialmente all’unanimità a favore dell’ambiente in Costituzione, seguirà un percorso coerente nella XIX legislatura per una seria ed efficace lotta ai cosiddetti “ladri di futuro”.

“In Europa si discute di una nuova direttiva sui crimini ambientali, per inasprire le sanzioni e rendere efficace l’attività di prevenzione e repressione. L’Italia, al riguardo, ha maturato importanti competenze, a partire dalle inchieste sui traffici illegali di rifiuti ma sconta ancora ritardi per quanto riguarda in particolare la lotta all’abusivismo edilizio. I reati nel ciclo del cemento –   spiega Enrico Fontana, Responsabile Ufficio Raccolta Fondi e Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità – sono una vera e propria piaga su cui è necessario continuare a puntare i riflettori, sia per scongiurare nuove sconsiderate ipotesi di sanatorie sia per rilanciare, finalmente, una stagione di demolizioni. In particolare, a nostro avviso è fondamentale approvare un emendamento di modifica dell’articolo 10 bis della legge 120/2020 (semplificazioni in materia di demolizione di opere abusive) per affidare ai prefetti, in caso di inerzia dei Comuni, la responsabilità degli abbattimenti oggetto di ordinanze precedenti all’approvazione della norma, fugando così ogni margine di dubbio circa la sua applicazione”.

Focus Rapporto Ecomafia 2022

Tra i focus si segnalano: “Ecomafia senza confini” a cura dell’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli. Solo nei primi nove mesi del 2021, i quantitativi sequestrati di rifiuti risultano essere doppi rispetto ai sequestri effettuati nell’intero 2019. Rispetto alle tipologie bloccate alle frontiere, se nel 2020 i maggiori quantitativi riguardavano materiale plastico e Raee (pari quasi al 75%), nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno prevalso i rifiuti metallici e plastici. La gran parte dei rifiuti elettrici ed elettronici sequestrati erano destinate principalmente alla Turchia e alla Malesia, confermando come il ricorso al dumping ambientale a danno di quei paesi sia una pratica ancora in voga. “Ecomafia in Comune” contiene un’ampia gamma degli intrecci con gli interessi diretti dei boss mafiosi, a partire dalle mancate demolizioni di immobili abusivi fino all’aggiudicazione di appalti per qualsiasi tipo di attività. Altro focus, “Il processo di transizione ecologica e i possibili fattori di rischio”, a cura del Comando Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica. Nel Rapporto viene anche pubblicato un contributo dell’Ispra sui procedimenti penali in cui viene contestato il danno ambientale, con la metodologia seguita e i casi principali affrontati. Infine, si segnalano anche il business degli shopper illegali e il mercato nero dai gas refrigeranti.

Il Rapporto Ecomafia 2022 si può acquistare nelle migliori librerie, nei principali bookstore online, o direttamente sul sito shop.edizioniambiente.it

Info su noecomafia.it

]]>
Sulla natura umana http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/12/sulla-natura-umana/ Mon, 12 Dec 2022 21:36:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15711 Lo scorso anno è mancato Edward Osborne Wilson, biologo statunitense “padre” del programma di ricerca della sociobiologia, una scienza che ha segnato passi fondamentali nella definizione della teoria dell’evoluzione umana sul pianeta basata sui principi darwiniani per considerare il comportamento degli animali e dell’uomo come il prodotto dell’interazione tra l’ereditarietà genetica e gli stimoli ambientali.
Per i suoi studi, Wilson è stato per ben due volte insignito del Premio Pulitzer per la saggistica e le sue ricerche sono ora proseguite da molti colleghi in ogni parte del mondo. Pregevole, dunque, che una piccola e dinamica casa editrice italiana, Piano B edizioni, abbia voluto regalarci la pubblicazione della sua pietra miliare, quel “Sulla natura umana” che alla fine degli anni settanta pose le basi scientifiche e di pensiero per un campo di ricerca che fu allora definito rivoluzionario e tale resta ancora oggi.

Nel saggio, Wilson suggerisce di sottrarre la natura umana dai confini delle sole discipline umanistiche per riconoscerla secondo i dettami della scienza e dei suoi metodi. Il cervello umano, infatti, non è una semplice lavagna vuota/tabula rasa e la cultura non è una risposta cumulativa appresa dall’ambiente e dalla contingenza storica: c’è dell’altro…
Già, ci sono (anche) i geni, da cui discendono i nostri istinti. Questo enunciato fu vissuto come una provocazione poiché metteva in discussione i principi alla base dell’etica fino a sostenere che anche il cervello umano risulta basato su censori e motivatori da cui si origina la moralità. Scrive Wilson: «La sociobiologia fu vista non come una risorsa intellettuale, come speravo, ma come una minaccia per la visione della tabula rasa».
Le sue ricerche hanno così scardinato molte precedenti certezze e, basandosi sullo studio di molte specie (come le formiche, le api, le vespe o gli scimpanzè) ha imposto la teoria che i comportamenti sociali – dall’aggressione all’altruismo – hanno appunto una base genetica, un’idea fortemente alternativa rispetto all’opinione prevalente secondo cui i fattori culturali e ambientali determinano il comportamento umano.

Può apparire come un concetto difficile da interpretare, ma in realtà l’assunto primario è più facilmente comprensibile se ci concentriamo sulla funzione del cervello, una macchina di dieci miliardi di cellule nervose da cui dipendono i meccanismi della mente, ovvero la somma di attività di un numero finito di reazioni chimiche ed elettriche: «Esistono confini che limitano le possibilità umane, cioè siamo entità biologiche e il nostro spirito non può spaziare liberamente. Se il genere umano si è evoluto per mezzo della selezione naturale darwiniana, sono il caso genetico e la necessità ambientale, e non Dio, che hanno creato le specie. L’unica via per progredire è studiare la natura umana nell’ambito delle scienze naturali, nel tentativo di integrare tali scienze con le scienze sociali e le discipline umanistiche».
«L’ipotesi sociobiologica non spiega le differenze tra le società, ma può spiegare perchè gli esseri umani si differenziano dagli altri mammiferi e perchè, sotto un aspetto più limitato, essi assomigliano più strettamente agli insetti sociali».

Wilson ha prodotto anche diversi studi sulla biodiversità e sulla sua tutela e proprio a lui dobbiamo essere riconoscenti per quella che viene unanimemente considerata come la definizione più famosa della stessa parola “biodiversità”: «La varietà delle specie viventi, animali e vegetali, che si trovano sul nostro pianeta».
«Studi recenti hanno mostrato che un quinto dei vertebrati, gli animali meglio studiati (uccelli, mammiferi, pesci, anfibi, rettili), è ormai a rischio estinzione […] Tutti i nostri sforzi di conservazione hanno avuto come risultato un rallentamento del tasso di estinzione, ma solo per un quinto di questo gruppo a rischio. La causa principale dell’estinzione delle specie è la distruzione degli habitat. Se un habitat si riduce, il numero di specie che quell’habitat può sostenere diminuisce approssimativamente con la radice quarta dell’area: se si vuole salvare l’80% delle specie si deve preservare il 50% dell’area originale. In tutto il mondo oggi sono protetti il 15% delle terre emerse e il 3% dei mari. Ma rimangono molti altri territori ricchi dal punto di vista biologico che, se trasformati in riserve, ci permetterebbero di raggiungere il 50%».

Della scienza abbiamo un bisogno estremo. A patto che essa venga ascoltata…

Sulla natura umana
di Edward Osborne Wilson.
Piano B Edizioni, Euro 18

(Recensione di Alessandro Mortarino)

]]>
La Strategia di bioeconomia è sostenibile? Territori, impatti, scenari http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/10/la-strategia-di-bioeconomia-e-sostenibile-territori-impatti-scenari/ Tue, 25 Oct 2022 07:26:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15603 Da alcuni anni nel mondo della politica e dei media, avanza incalzante l’idea della bioeconomia come nuova frontiera dell’economia ‘verde’, la panacea capace di coniugare lavoro e ambiente.

Ma è davvero così? Cosa sono le Strategie di bioeconomia europea e italiana?

Tali Strategie sono in sintonia con la teoria bioeconomica di Georgescu Roegen fondata sull’idea di un’economia compatibile con la vita e le leggi della natura?

Tali Strategie rappresentano un’opportunità o un rischio per le economie locali?

Che effetti produrranno sul paesaggio e i patrimoni territoriali? Sugli assetti socio-ecologici? Come incideranno sulle dinamiche ad effetto climatico? Quali impatti produrranno sulle matrici vitali, sulla salute e sulle comunità territoriali? Quali gli scenari geopolitici connessi?

Queste sono alcune fra le domande a cui un gruppo multidisciplinare di storici, geografi, economisti, urbanisti, biologi, biologi forestali e medici afferenti all’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia, prova a dare risposta, approcciando la problematica da diversi punti di vista. Il risultato del lavoro è una visione d’insieme della Strategia di bioeconomia, con letture e analisi focalizzate sulle relazioni e sulle dinamiche soggiacenti, nonché sugli effetti della sua implementazione a diversi livelli.

Inoltre, essendo il lavoro destinato al più vasto pubblico, si è scelto di utilizzare una struttura e un linguaggio divulgativo, ‘accessibile’ anche a chi non possiede competenze specifiche. L’obiettivo che ci si pone, infatti, è quello di mettere la ricerca scientifica e il sapere territoriale ‘al servizio’ della cittadinanza e, più in generale, della società, nella consapevolezza che la popolazione all’origine di ogni potere, motivo per cui è in essa che risiedono le capacità di cambiamento. Pertanto, data l’elevata intensità trasformativa e la notevole pervasività spaziale (oltre che settoriale) della Strategia di bioeconomia – centrale a livello europeo così come di molti altri Paesi – diventa impellente la diffusione della sua conoscenza e la presa di coscienza individuale e collettiva dei processi in corso.

Il testo è pubblicato dalla Società dei Territorialisti Edizioni (Collana “Ricerche e studi territorialisti”) ed è liberamente scaricabile dal suo sito a questo link.

Per informazioni: info@osservatoriobioeconomia.it

]]>