Lazio – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 12 Mar 2024 19:05:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Lazio – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Mezzo secolo dopo: “Roma moderna” ci parla ancora del nostro futuro http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/mezzo-secolo-dopo-roma-moderna-ci-parla-ancora-del-nostro-futuro/ Tue, 12 Mar 2024 19:05:35 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16418 Segnaliamo l’iniziativa di presentazione della nuova edizione ampliata del saggio “ROMA MODERNA” di Italo Insolera, che si svolgerà il 26 marzo, alle ore 17.30, presso l’associazione culturale Enrico Berlinguer, Viale Opita Oppio 24.

Comunicato di: Paolo Berdini per Roma La Città Pubblica e Anpi Cinecittà Quadraro

A marzo 2024 esce la nuova edizione dello storico insuperato saggio di Italo Insolera su Roma, curata dal collega, amico e collaboratore Paolo Berdini: ne discutiamo con lui insieme a studiosi, cittadini, associazioni, in collaborazione con l’Associazione Enrico Berlinguer, la Sezione ANPI Nido di Vespe Quadraro, il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata; partecipa Fabio Sebastiani che cura la diretta radio web su Radio Mir.

“Molte cose succedono in cinquant’anni, scrive Italo Insolera in apertura della premessa per l’edizione di Roma moderna del 2011, l’ultima con lui ancora in vita. Succede che le città mutano il proprio volto. Succede che il clima culturale che alimenta i progetti urbani muti radicalmente.

La prima edizione del volume era uscita nel 1962. Tre anni prima era stato pubblicato un numero monografico della rivista dell’Istituto nazionale di urbanistica dedicato a Roma. Vi scrissero i migliori urbanisti e architetti italiani.

Leonardo Benevolo e Ludovico Quaroni. Mario Coppa e Michele Valori. Insolera aveva compiuto trenta anni, era il più giovane del gruppo ma svolge la parte del protagonista. (…)

Urbanistica era la rivista ufficiale dell’Inu. Ne era presidente Adriano Olivetti, morirà nel 1960. Insolera già collaborava con l’altro fondamentale periodico del pensiero olivettiano: Comunità. Nella “Città dell’uomo” Olivetti scriveva “il piano è un atto di civiltà, un atto di amore verso un paesaggio e un atto d’amore verso un gruppo di uomini”. Negli anni cinquanta, dunque, la cultura si cimenta nel tentativo di dare un volto umano, la comunità, ad una città capitale cresciuta troppo in fretta e male.

Uno dei successi più straordinari scaturito da quel contesto culturale prende forma nel 1981, (…) quando avvenne la prima chiusura domenicale di via dei Fori Imperiali. “Prima i monumenti delle automobili” si disse.

Protagonisti di quello storico risultato furono Antonio Cederna, Adriano La Regina, Italo Insolera e i due sindaci che avevano creduto alla proposta: Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli. La prima chiusura simbolica sembrava delineare un futuro in cui tutto sembrava possibile.

Di sogni altrettanto nobili era del resto pieno il paese. Nel 1978 venne approvata la legge Basaglia che chiudeva secoli di cultura della segregazione della malattia mentale. Nello stesso anno è istituito il servizio sanitario nazionale. Negli anni ’70 viene profondamente innovato il sistema scolastico dell’obbligo. Nel campo dell’urbanistica, alla fondamentale legge sugli standard urbanistici, e cioè il riconoscimento del diritto di ciascun cittadino ad avere verde e servizi pubblici, si accompagnarono in quegli anni le più importanti leggi di riforma.

Negli anni ’80 matura la svolta culturale che tuttora viviamo. Il sistema del welfare urbano inizia ad essere eroso, mentre le leggi di riforma urbanistica vengono sistematicamente smantellate. I piani urbanistici che tanto avevano interessato le migliori intelligenze di cui parlavamo, oggi non esistono più. Una serie di leggi derogatorie consentono infatti di intervenire nelle città a prescindere dalle regole degli strumenti urbanistici. Le città sono governate dalla convenienza economica dei protagonisti in campo, e cioè dalla proprietà fondiaria e dai fondi di investimento internazionali. Diritti collettivi, vivibilità e bellezza divengono lontane chimere. (…)

(…) In poco più di venti anni, a partire dal 2000 l’economia dominante ha diffuso nella campagna romana oltre 50 grandi strutture commerciali che oltre a contribuire alla frammentazione urbana, hanno anche causato la rarefazione del tessuto commerciale delle periferie, specie di quelle più lontane. La convenienza economica ha trasformato nel profondo la città senza che alcuna regola urbanistica potesse porvi argine.

Sempre a partire dal 2000, il fenomeno del turismo di massa ha cambiato profondamente la città storica. Dopo la parentesi Covid, a Roma giungono più di 50 milioni di presenze turistiche all’anno. 150 mila persone ogni giorno che snaturano il centro ridotto ormai ad una fila ininterrotta di locali per la somministrazione di cibo. La sera e la notte, molti quartieri sono preda di ogni tipo di degrado. Il centro storico è diventato un luna park. (…)

(…) Il ragionamento sulla cesura che si è prodotta nella cultura urbana liberale era già presente nell’edizione 2011. Appena chiusa la stesura di quella edizione era stato Insolera a sollecitare di approfondire le radici dei mutamenti culturali intervenuti. Disse che dovevamo iniziare dal pensiero e le idee per Roma capitale di Quintino Sella. Non ne ebbe il tempo. Quel percorso appena avviato è parte integrante di questa nuova edizione di Roma moderna. (…)

(…) Un ringraziamento va infine alle persone e ai gruppi che da tante zone di Roma mi hanno coinvolto nei loro sogni per una città migliore e nelle vertenze contro la famelica speculazioni. Mi hanno permesso di comprendere che l’immagine della Roma luccicante e patinata che ci viene proposta dal mercato turistico internazionale nasconde il vuoto drammatico di prospettive che vivono le periferie abbandonate a sé stesse. Roma moderna deve ancora diventare capitale.”.

(Paolo Berdini, Premessa alla nuova edizione ampliata, marzo 2024)

L’evento del 26 marzo potrà essere seguito anche in diretta streaming su questa pagina.

Per info: mariomusumeci53@libero.it / 3490974286

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Grave allarme per gli alberi e le alberate di Roma http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/grave-allarme-per-gli-alberi-e-le-alberate-di-roma/ Thu, 01 Feb 2024 11:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16344 di Italia Nostra Roma

DOCUMENTO SULLO STATO DEGLI ALBERI E DELLE ALBERATE DI ROMA

Pubblicato il 26.1.2024

In un pessimo quadro generale, a fronte delle stagioni sempre più calde che si attendono, della necessaria opera di forestazione urbana, dell’imminente Giubileo e della necessità di avere sempre più ombra e sempre più alberi nelle strade, tra i palazzi e nei giardini, a Roma si pota con metodi sempre più decisi e demolitori e si tagliano alberi oltre ogni limite mai visto prima.

E questo dopo la tragedia dei Pini e delle Pinete di Roma, sui quali si è abbattuta la pandemia portata dal parassita Cocciniglia Tartaruga (Toumeyella parvicornis). Una tragedia urbana paesaggistica ed ambientale: di cui ci si è fatto carico con grave ritardo. Dopo la applicazione di cure endoterapiche, obbligatorie per legge, giunte troppo tardi, in modalità incerte, (raramente con endoterapia messe in atto da uomini esperti a iniettare il farmaco) e non programmate in maniera totalitaria e ripetuta puntualmente ogni anno.

Oggi commemoriamo la perdita totale della Pineta di Castelfusano. Perfino degli esemplari più iconici lungo i viali. Di tagli e abbandoni di pinete e filari lungo tutto il litorale. La perdita di centinaia di Pini a Villa Ada-Monte Antenne (300), a Villa Glori (150), a Villa Pamphili (100) e un diradamento per l’intera città e in luoghi topici della Città Monumentale, che sta diventando sempre più visibile. Con palesi atteggiamenti di contrasto e sostanziale tentativo di sostituzione del Pino, ogni volta che sia possibile (esemplare la trasformazione di Villa Balestra da pineta a cimitero ornato di soli cipressi).

Ora un nuovo inspiegabile attacco al patrimonio vegetale urbano. La città continua a vivere con sempre nuove temute perdite, si aggiunge ora un nuovo flagello. Per ora episodi puntuali, ma che se proseguiranno aggiungeranno ulteriore carenza di alberi, alberate, decoro, ombra, mitigazione della temperatura, bellezza ed ornamento per quartieri che con questi alberi hanno raggiunto una loro propria maturità, dignità e gradevole fisionomia. Accade dunque che improvvisamente da un giorno all’altro una qualsivoglia alberata di 30, 40, 60 anni, di acero negundo, di robinie, di olmi, di albero di giuda etc. viene delimitata dalle usuali strisce di plastica rosse e bianche che preannuncia un transitorio divieto di sosta per un prossimo giorno a venire della settimana. Quel giorno arriva una squadra di “giardinieri” attrezzata ed armata di seghe, ed alla fine della giornata dal 40 al 70% degli alberi sarà stato eliminato per sempre, segato alla base a circa 60 cm di altezza. * A volte dal taglio si vede un legno perfetto. A volte all’ interno è di colore più scuro, a volte all’ interno c’è un vuoto.

Ma li tagliano tutti indistintamente e non sai perché, né per quali difetti: perché erano malati gravi o irreversibili o perché semplicemente non erano perfetti! Per ora non lo sapremo mai, perché non c’è alcuna volontà di farlo sapere per tempo e motivatamente, albero per albero. Con quel censimento digitale che chiediamo da 2 anni. I rimanenti vengono potati a più non posso. E questi sono in genere esemplari assai giovani. I vecchi devono tutti morire. Questo è quello che vediamo, questo è quello che possiamo raccontare.

Sostituzioni incongrue e risibili. Una cosa è certa: prima di ora non era mai successo! A Roma! Ma non finisce qui, poiché subito dopo accade il peggio, che rasenta l’offesa per il diritto alla trasparenza, alla conoscenza, al paesaggio per migliaia di cittadini che vivono gli interessi collettivi urbani e il rispetto per i beni comuni. Passano due giorni e al posto di alberi alti 7/ 9/ 11 metri con belle chiome adeguate a tali misure, compaiono alberini di 2 metri e mezzo metro diametro alla chioma. Alti 2 metri, sottilissimi e sono sempre dei miserabili ligustri giapponesi. La strada appare vuota, fredda, spogliata dei suoi begli alberi e la festa di una città verde cui eravamo abituati è così per sempre finita. E si impongono alla città alberate ridicole, arlecchinate per un arredo urbano e per un verde di arredo che sono l’esempio più evidente di un degrado non arginato. Alleghiamo al nostro comunicato stampa due relazioni sui pini (centro storico e città storica) e sulla città in generale (la città moderna e quanto accade fuori dal raccordo. Quanto di più oggettivo e senza allarmismi. Nello spirito collaborativo di sempre.

Mentre le alberate urbane sono incomplete e abbandonate da anni. Ma ora abbiamo da aggiungere un ulteriore strumento di conoscenza della situazione. Una rilevazione che copre l’ intero Municipio II dello stato delle alberate (storiche tra l’ altro nella maggioranza dei casi). Da anni, da decenni, depauperate, non mai o quasi mai ripopolate degli alberi mancanti, manipolate artatamente per dare spazio ai desiderata di esercizi, distributori, passi carrabili. Con il metodo semplice e truffaldino della asfaltatura delle tazza di contenimento dell’albero, non appena eliminato. Un modo semplice ed efficace affinchè di quell’esemplare se ne perdano per sempre le tracce, e non venga ripiantato a disturbare interessi privati di esercizi e negozi che vogliono apparire senza alcun ostacolo visivo. Abbiamo una rilevazione scientifica. Le alberate storiche del Municipio II sono pari agli archi dentali di poveri vecchi. Più che decoro e bellezza, parlano di abbandono e sciatteria. I frutti di una città che non ha più voluto avere quel Servizio giardini che la aveva resa famosa.

Tutte queste notizie vanno messe insieme e politicamente valutate. Qualcuno politicamente ne dovrà rispondere.

* ecco le Vie della più recente operazione di “persecuzione degli alberi”:Via Tigré, Via di Priscilla, Via di Villa Chigi, Via Sartorio, Via Malta, Villaggio Olimpico, via Donatello, Via Dello Scalo San Lorenzo.

Il consiglio direttivo di Italia Nostra Roma

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FIUMICINO: CI MANCAVANO LE GRANDI NAVI…! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/fiumicino-ci-mancavano-le-grandi-navi/ Mon, 29 Jan 2024 13:10:16 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16318 Un’enorme e inutile colata di cemento in arrivo

Ricordate quando, trenta o quarant’anni fa, ci interrogavamo sull’auspicabile presa di coscienza della gente comune nei confronti della gravità del fenomeno del consumo di suolo…? Pensavamo, con invidia, a come i nostri posteri (magari grazie anche al nostro impegno sociale e ambientale) avrebbero rispettato i bellissimi paesaggi che caratterizzano il nostro Paese e ne rappresentano una delle principali fonti di benessere, anche sotto l’’aspetto economico…?!  

Forse non avremmo mai immaginato che (nonostante la paura sempre più palpabile causata dal rapidissimo cambiamento climatico in atto) tanto tempo dopo avremmo dovuto continuare a lottare con la frenesia di distruggere suolo, di cementificare il terreno libero e così privarci di ingenti servizi ecosistemici totalmente gratuiti, preziosi, indispensabili…?!  Anzi, se qualche moderno avventuriero butta l’occhio su un posto ameno, ben conservato e protetto, costellato di testimonianze uniche della storico-culturali e paesaggistiche, dobbiamo temere il peggio per quei pochi angoli di paradiso che rendono unico il nostro Paese. Già, se il posto è splendido e incontaminato, togliergli l’anima (ad esempio, cementificandolo) per ricavarne una versione artificiale, in cui la natura non ha più posto ed è il cemento a regnare sovrano, diventa un’operazione sublime, quasi più arrapante dell’incendio di Roma per Nerone…

Siamo a Fiumicino, a poche decine di chilometri da Roma, in uno dei paesaggi più unici e pieni di fascino della costa laziale, sul quale incombe una gigantesca colata di cemento, quella che serve per costruire un enorme porto per grandi navi da crociera e da diporto e un porto commerciale. 

Il Tevere che incontra il mare in prossimità del vecchio faro militare, davanti allo spettacolo delle bilance (palafitte costruite sugli scogli, usate per la pesca); di là l’idroscalo Oltre (dove fu ucciso Pierpaolo Pasolini nel 1975, ricordato dalla scultura di Mario Rosati e da un piccolo parco con pietre inciampo, sulle quali sono leggibili frasi del poeta. Un luogo placido, quasi sacro, per chi viene dalla metropoli, piena di caos e di violenza.

La colata di cemento (che rientra nelle opere per il Giubileo, anche se non si capisce per quale motivo, dato che verrà c0nclusa dopo che questo grande evento sarà stato già celebrato…) riguarda un progetto della società Fiumicino Waterfront srl, in gran parte partecipata del gruppo Royal Caribbean, che costa complessivamente 440 milioni di euro. Un progetto estremamente critico, come più volte denunciato dalle svariate associazioni di residenti contrari al progetto: infrastrutture inadeguate, fondali bassi e limacciosi, e il vicino aeroporto che non consente un traffico marino con altezze superiori ai 48 metri.

Con gli attuali fondali le Grandi Navi non potrebbero attraccare, e allora si vorrebbe realizzare un dragaggio di sabbia, che in parte invaderebbe l’area antistante il mare e potrebbe essere sfruttata per costruire alberghi e grandi infrastrutture. Un porto destinato a entrare in concorrenza con quello (molto vicino) di Civitavecchia, che è già dotato di attrezzature per l’attracco delle grandi navi. Un colpo al cuore per l’ambiente, ampiamente compromesso dalle quantità di CO2 e di inquinanti emessi dalle grandi navi, tanto dannose quanto migliaia di auto ferme con il motore perennemente acceso… E tutto questo senza analizzare a fondo la nefasta sinergia con l’attività del vicino aeroporto internazionale…

Un centinaio di intellettuali, registi, personaggi dello spettacolo, insegnanti hanno rivolto un appello al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che è anche commissario straordinario di governo per le opere del Giubileo del 2025, affinché questo progetto sia ritirato.

Speriamo…..

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È ora di applicare il Regolamento del verde e del paesaggio di Roma Capitale e non di cambiarlo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/e-ora-di-applicare-il-regolamento-del-verde-e-del-paesaggio-di-roma-capitale-e-non-di-cambiarlo/ Wed, 13 Dec 2023 11:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16255 Italia Nostra Roma

Comunicato stampa dell’11 dicembre 2023

Roma non può più aspettare. Questa urgenza è emersa chiaramente durante l’incontro cittadino, in difesa delle alberature, che si è svolto domenica 10 dicembre a Largo Ravizza con la partecipazione, in collegamento da Varese, del noto dottore agronomo Daniele Zanzi.

Italia Nostra Roma ha preso parte, insieme ad altre associazioni, al lungo lavoro per la redazione del testo di questo Regolamento del Verde e del Paesaggio, divenuto vigente da maggio 2021.

Pensavamo che da quel momento, con l’introduzione di regole certe, il “far west” fosse archiviato per sempre. Ci sbagliavamo e oggi accusiamo l’amministrazione, innanzi tutto, di “furto di speranza”. Dopo lo shock per gli abbattimenti dei pini di piazza Venezia, i tagli indiscriminati continuano ovunque e oggi Italia Nostra deve necessariamente essere con i tanti cittadini di Monteverde che esprimono sofferenza e sgomento per questi continui abbattimenti.

Italia Nostra Roma CHIEDE che l’amministrazione adempia finalmente all’obbligo di realizzare e rendere accessibile il censimento completo degli alberi come previsto dal Regolamento del Verde e che i vari interventi di abbattimento, potatura o cure, per ogni singolo albero, vengano registrati in un fascicolo elettronico, aperto a tutti, che ne rappresenti la storia e che permetta di risalire, se ce ne fosse bisogno, ad eventuali responsabilità. Vanno inclusi nel fascicolo anche gli interventi di scavo, visto che a Roma esiste un apposito Regolamento.

Le questioni affrontate durante l’incontro di Largo Ravizza che impongono un serio cambio di passo sono le seguenti:

1 –ABBATTIMENTI: BILANCIO PASSIVO

Da un recente accesso agli atti, richiesto da consiglieri di opposizione, è risultato che dal 2021 al 26 settembre 2023 a Roma ben 17.825 alberi sono stati tagliati a fronte di 2.403 nuovi alberi messi a dimora.

2- LA PAROLA DELL’ESPERTO

Durante l’incontro di domenica è intervenuto anche il noto dottore agronomo Daniele Zanzi, responsabile dell’ISA (International Society of Arboriculture), nonché fondatore dell’European Arboricultural Council, dove ha contribuito a mettere a punto standard operativi come la VTA (Visual Tree Assessment) su cui, purtroppo, si basano quasi tutte le perizie agronomiche attuali. Zanzi stesso ha sottolineato come questa si sia trasformata in uno strumento “applicato a casaccio”, cioè “visual” viene interpretato come valutazione stabilita da una semplice “occhiata” che troppo spesso diventa sentenza di morte per l’albero, quando invece i protocolli della VTA prevedono tutta una serie di analisi strumentali.

Questo modo di agire continua ad avvenire nonostante una importante sentenza del Consiglio di Stato di fine 2022 abbia stabilito che per abbattere un albero occorre dimostrarne in modo certo il grave e attuale pericolo.

“Albero a fine ciclo” per Daniele Zanzi è l’ultima insensata giustificazione delle amministrazioni. Alberi di 10 anni possono essere già vecchi e alberi di 150 anni essere vivi e vegeti. “Non possiamo parametrare con questi slogan antropocentrici la vita di un albero. Dovremmo allora abbattere le foreste millenarie”?

Sempre Daniele Zanzi ha reso nota l’importante novità che oggi disponiamo di un algoritmo messo a punto dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste degli Stati Uniti, chiamato i-tree che calcola il danno ambientale ed economico di un albero abbattuto, in termini di carbonio sequestrato, ombra, ruscellamento delle acque, ecc., mettendo in rapporto l’altezza ed il diametro dell’albero. Dunque sappiamo con certezza che non basta sostituire un grande albero che supera i 20 metri di altezza con un nuovo giovane albero di 10 cm di diametro perché per compensarne il volume d’ossigeno e la CO2 assorbita dalla pianta, di nuove piantumazioni ce ne vorrebbero ben 472. Dove lo troviamo lo spazio?

E ripetiamo ancora che a Roma, da quanto appunto è emerso dall’accesso agli atti di cui sopra, a fronte dei 17825 abbattimenti dal 2021, solo 2403 sono stati messi a dimora. La maggior parte dei quali sono già morti perché non c’è controllo sugli appalti.

I cittadini non credono più ai tanto pubblicizzati programmi di “forestazione urbana” perché è sotto gli occhi di tutti che le strade romane di oggi sono una lunga e desolata infilata di ceppaie e spazi di pertinenza degli alberi vuoti, secchi e pieni di immondizia.

3 – STILLICIDIO. Un pezzetto alla volta si cancellano per sempre le grandi alberature

Pini abbattuti a San Pancrazio, a villa Pamphilj, a Largo Ravizza.

In via Virginia Agnelli, mesi fa, le motoseghe sono state fermate perché si è scoperto che addirittura mancavano alcune perizie, ma ciò non è bastato a salvare quei bellissimi pini, abbattuti proprio in questi giorni. E poi c’è l’incubo di tutti gli olmi di via Ozanam che saranno abbattuti a breve e che erano stati appena potati durante l’estate e, se ne deduce, in modo errato.

 E si teme per il pino di S Giovanni di Dio, un albero che per i residenti ora ha anche un valore simbolico perché è emerso che è l’ultimo rimasto della distesa dei Pamphilj che donarono quell’area inizialmente per la costruzione di una scuola.

4 – POTATURE

Le potature sono sempre eccessive e totalmente al di fuori di quanto prescritto dalle varie normative a livello europeo e nazionale, recepite dal Regolamento del verde comunale. Potature che, come è noto, privano l’albero delle capacità energetiche e lo condannano a morte prematura.

CONCLUSIONI

Le grandi alberature romane sono un patrimonio dal valore incommensurabile: a quello paesaggistico oggi possiamo sommare quello ambientale e quello economico. In passato molte furono pensate con criteri di architettura del paesaggio da importanti progettisti, ma altre furono piantate semplicemente per abbellire le strade, in anni in cui l’amministrazione comunale forse sentiva di dover rimediare con la bellezza arborea ai brutti palazzoni che andava costruendo per soddisfare la crescente domanda spinta dal boom demografico.

Non accettiamo che questa ricchezza composta da una grande varietà arborea con il pino domestico sovrano assoluto del paesaggio romano, ci venga sottratta.

Italia Nostra Roma è a fianco dei numerosi cittadini che si mobilitano, a Monteverde e in tutta la città, contro i continui abbattimenti.

roma@italianostra.orgwww.italianostraroma.org

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Bocciato il “Parco eolico Vivaro Romano” dalla Regione Lazio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/bocciato-il-parco-eolico-vivaro-romano-dalla-regione-lazio/ Tue, 05 Dec 2023 18:30:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16240 Italia Nostra

Comunicato stampa del 30 novembre 2023

Italia Nostra, insieme ad Altura, Mountain Wilderness e RewildingApennines aveva presentato osservazioni avverse

Il 21 novembre scorso la Regione Lazio ha deciso di archiviare il progetto di “Parco eolico Vivaro Romano”, che avrebbe deturpato i crinali a cavallo tra le provincie di Roma, Rieti e l’Aquila, nei comuni di Vivaro Romano, Turiana e Carsoli.  Il progetto avrebbe insistito su zone adibite a demanio collettivo e l’Università Agraria di Vivaro Romano, oltre a segnalare che il progetto non era compatibile con gli strumenti urbanistici vigenti, aveva diffidato il proponente.  Visto, comunque, che la società proponente non ha depositato entro il termine stabilito la documentazione integrativa, la Regione ha considerato l’istanza ritirata ed ha proceduto all’archiviazione.

Si tratta di un successo per le quattro associazioni – Altura, Italia Nostra, Mountain Wilderness e Rewilding Apennines – che avevano presentato osservazioni avverse alla sua realizzazione. Le cinque pale eoliche, alte 200m, per una potenza totale di 30 MW (guarda caso proprio sul limite di potenza oltre il quale scatta la competenza nazionale), previste, nella propaggine nord orientale dei Monti Lucretili, a ridosso di Monte Croce e sovrastanti per oltre i 1200m s.l.m. la piana di Orvinio e la Valle del Turano, avrebbero rappresentato un grave pericolo per le due coppie di aquila reale nidificanti nelle vicinanze, i numerosi avvoltoi grifoni e altre specie di rapaci che abitualmente frequentano quei crinali per la loro alimentazione. Per non parlare dello scempio paesaggistico, conseguenza di una pesante alterazione dell’aspetto dei luoghi, in un territorio arrivato ai nostri giorni senza pesanti manomissioni antropiche.

La Regione Lazio, preso atto delle lacune progettuali della documentazione prodotta, dopo circa un anno dall’inizio dell’iter autorizzativo, ha optato per l’archiviazione del progetto.  

Italia Nostra, insieme alle altre associazioni, si augura che ciò sia l’inizio di un’inversione di tendenza a favore del paesaggio e dell’ambiente naturale del nostro paese.

Italia Nostra

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Le guide ambientali escursionistiche del Molise e dell’Abruzzo contro il progetto dell’Enel “Pizzone II” http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/le-guide-ambientali-escursionistiche-del-molise-e-dellabruzzo-contro-il-progetto-dellenel-pizzone-ii/ Tue, 07 Nov 2023 17:32:05 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16191 Comunicato stampa

Preoccupati per l’impatto sull’ambiente, sul territorio, sulla salute e delle possibili ricadute sulla sfera professionale, le guide ambientali escursionistiche esprimono il proprio dissenso e preoccupazione per il progetto dell’Enel in parte realizzato nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.

L’8 agosto 2023, a ridosso delle vacanze estive, la società Enel Produzione Spa ha comunicato tramite posta elettronica ai comuni di Pizzone, Castel San Vincenzo, Montenero Val Cocchiara ed Alfedena, l’intenzione di realizzare sul loro territorio, una mega centrale idroelettrica da 300 Mw (a fronte di 94 Mw di potenza installata in tutto il Molise) denominata “Pizzone II”.

Nell’opera realizzata da Enel Green Power è prevista la costruzione di 10 km di gallerie (producendo circa 1 milione di mc di inerti), condutture forzate ed elettrodotti per diversi chilometri, in aree rientranti nel perimetro di siti di Rete Natura 2000, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nell’area contigua dello stesso, con ripercussioni inevitabili sul benessere e l’equilibrio degli ecosistemi, sulle possibilità di sopravvivenza di specie animali e vegetali, tra cui non possiamo dimenticare l’orso bruno marsicano, endemismo simbolo del parco.

L’idea progettuale, essendo basata sullo spostamento, continuo, delle risorse idriche dal lago di Castel San Vincenzo a quello della Montagna Spaccata e viceversa, provocherà notevoli innalzamenti ed abbassamenti delle acque contenute negli invasi artificiali, rendendo le aree di ricreazione attorno ai due bacini, per motivi di sicurezza, e non solo, inutilizzabili. Tali circostanze avranno un impatto notevole sull’economia locale, già afflitta da dinamiche di spopolamento ed invecchiamento demografico, il cui potenziale di sviluppo verrebbe ridotto drasticamente.

Per fortuna, qualche giorno prima del termine di scadenza per la presentazione delle osservazioni alcuni cittadini sono venuti a conoscenza del suddetto progetto, presentando delle rimostranze e dando vita, in poco più di una settimana, ad un coordinamento denominato NO PIZZONE II per fermare sul nascere l’omonimo progetto.

Come si legge sui canali social: “il coordinamento si costituisce come entità autonoma avente l’obiettivo prioritario di contrastare il progetto di Enel Green Power per la realizzazione della mega centrale idroelettrica chiamata appunto PIZZONE ed è composto e autorganizzato da associazioni e singoli abitanti del territorio, nonché da esperti, attivisti e cittadini da tutta Italia che si battono contro ogni opera di sfruttamento e devastazione dell’ecosistema con effetti deleteri anche sulla salute.”

A ciò si aggiungono le reazioni dei comuni e di alcuni enti che, tramite dichiarazioni pubbliche, osservazioni e delibere consiliari hanno espresso parere negativo rispetto alla realizzazione del progetto. Sono state diverse le azioni e le iniziative organizzate finora dal coordinamento: si sono tenute assemblee pubbliche a Castel San Vincenzo, ad Alfedena, a Campobasso e un presidio davanti al consiglio regionale della Regione Molise. Inoltre, il coordinamento ha avuto un incontro a Pescasseroli per confrontarsi con i referenti del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e recentemente a Campobasso con il Consiglio della regione Molise per ribadire il proprio no all’opera.

L’Ente Parco, in un documento ufficiale, si è espresso il 6 settembre 2023 affermando che: “l’istanza della Società Enel Produzione Spa, presentata per l’avvio del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto, deve ritenersi assolutamente improcedibile”, per ragioni legate allo speciale regime di tutela e gestione dell’area protetta, al rischio di compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati e in ultimo al divieto, previsto dalla legge 394/1991, di modificazione del regime delle acque. Lo stesso Cannata, presidente del PNALM, ha dichiarato: “Alla luce di quanto rappresentato, anche formalmente non ci resta che ribadire, visto lo stato attuale delle problematiche ambientali, che urge sempre più dare senso pieno e dignità alla parola sostenibilità, intendendo nella sua accezione più forte e olistica, senza previsione alcuna della piena sostituibilità tra capitali ambientale, economico e sociale. Un risultato al quale è possibile dare seguito solamente attraverso decisioni nette e azioni programmatiche chiare.

Stefano Orlandini, presidente di Salviamo l’Orso, associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano ha dichiarato: “Se il progetto dovesse andare avanti tutti gli impegni presi dalle Regioni e dal Ministero per quanto riguarda la conservazione dell’orso sarebbero stracciati, la sentenza della Cassazione a sezioni unite ripresa dal direttore del Parco per rigettare il progetto sarebbe ignorata, la tranquillità e il futuro turistico delle comunità di Pizzone, Alfedena e Castel San Vincenzo compromessi per sempre.”

Le guide ambientali escursionistiche e tutti gli operatori turistici del Molise e dell’Abruzzo esprimono il loro dissenso nei riguardi dell’intero progetto, ritenendo questo assolutamente contrario ai principi di tutela, conservazione e sviluppo sostenibile, principi contenuti nella carta costituzionale, in leggi nazionali, comunitarie e internazionali. Le guide manifestano la loro preoccupazione per l’entità dei lavori previsti nel progetto poiché andrebbero a modificare e devastare un territorio dove gli ecosistemi sono protetti.

La distruzione di un luogo così importante per il patrimonio naturalistico delle due regioni e delle comunità che lo vivono, ma non solo, andrebbe a incidere fortemente anche sulla qualità del lavoro svolto dai professionisti dell’outdoor in natura e lungo i sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Le guide GAE in accordo con le posizioni prese dal coordinamento NO PIZZONE II, da alcune associazioni molto attive sul territorio e dall’Ente Parco auspicano che il progetto venga archiviato e che si parli sempre più di come preservare, proteggere e sviluppare in modo lungimirante l’intero territorio.

Firme guide ambientali escursionistiche:

MOLISE

Stefano Vitale

Daniela Pietrangelo

Guglielmo Ruggiero

Michele Permanente

Luciano Di Berardino

Matteo Iannaccio

Valeria Fabrizio

Giulia Trivelli

Francesco Galasso

Pierdomenico Amodei

Diego Perrella

Erennio Amatuzio

Antonio Meccanici

Ludovic Capaldi

Rino Danilo Tucci

Giuseppe Carrino

Gaetano de Santo

Simone Carlomagno

Francesco Cimino

Ernesto Rossi

Simona Martino

Andrea Rossi

Andrea Imbrosciano

ABRUZZO

Claudia Di Sanza

Simone Bucci

Stefania Toppi

Mario Fracasso

Flavia Ranalli

Maria Cristina Vincenti

Claudio Benedetti

Riccardo D’Addario

Danny Cirone

Julien Leboucher

Pasquarelli Michela

Giada Ricci

Alessandro Cicchitti

Ivan De Ingegnis

Rocco Panetta

Enrico Lamberti

Elena De Simone

Mario Finocchi

Bruna di Giannantonio

Marco Buonocuore

Matteo Gabriele

Daniela Sales

Coordinamento No Pizzone II

Info: 3203616271

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Metro C Piazza Venezia, Biblioteca di Palazzo Venezia: due versi della stessa medaglia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/metro-c-piazza-venezia-biblioteca-di-palazzo-venezia-due-versi-della-stessa-medaglia/ Fri, 03 Nov 2023 08:25:14 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16182 di Italia Nostra Sezione Roma

Comunicato Stampa del 2 novembre 2023

La fermata della Metro C di piazza Venezia dice che serve alla diffusione della cultura e intanto si distrugge la meravigliosa biblioteca di Palazzo Venezia che funzionava a meraviglia ed è stato vanto di Roma. L’una e l’altra cosa non sono disgiunte! Si blocca il traffico infatti e si riportano le auto su via dei fori. Si riporta l’archeologia alla luce, ma la si tratta quasi fosse una boutique di soprammobili esposti a piacere dove fa più moda. Il Passato è ridotto ad una quinta secondaria di comodo all’arredo, in un’insensata competizione internazionale alla stazione più Glamour; condizione tipica delle città costrette nei sotterranei in carenza di sole e non per Roma la cui solarità ha sempre accompagnato la vita dei monumenti antichi. Con 700 milioni si sistemava il traffico dell’intera città. Basterebbe fare degli ingressi e delle uscite e si risparmierebbero metà dei soldi e tre quarti del tempo, ma soprattutto si libererebbe Roma dalla lercia atmosfera dei cantieri portuali che la stanno uccidendo!

In questa ultima settimana a Roma è tornata perentoriamente di gran moda la questione del traffico. Motivo sono questa volta i ciclopici lavori di piazza Venezia: il cantiere di una fermata della Metro C che si vorrebbe costruire come una “reception” turistica sottoterra; grande come un terminal di un aeroporto. Qualcuno lo ha già definito il “piccolo Louvre romano” trattandosi di un sistema di ascensori e di scale mobili – come quelle sotto la piramide disegnata dall’architetto Ieoh Ming Pei per il museo parigino – questa volta “rovesciata”.

I numeri sono sconvolgenti: 48 metri di profondità; 4.000 mq di area occupata; 8 livelli di piani interrati; 585.000 metri cubi di materiale scavato; 27 scale mobili. Tra le cose previste vi è anche lo smontaggio di un complesso pluristratificato archeologico: muro dopo muro, pietra su pietra, e la successiva ricostruzione sopra il solettone di cemento armato che chiuderà i tunnel. Questa opera darebbe vita ad una archeostazione: un ibrido di alta tecnologia meccanica e di passato sommerso. “I treni correranno nel cuore di Roma antica” recita una propaganda dei costruttori. Un nuovo “paradigma” tra archeologia e infrastruttura, che mette così “in luce” il passato. E qui è naturale che sorga una battuta: ma quale luce potrebbe rivelarsi, nel confuso e distratto passeggero alle prese con file e biglietterie, in una sotterranea e continua condanna alla rincorsa?

Il risultato che comunque si è già bello che profilato è ancora una volta la “grande confusione”, più della “grande bellezza”, generata da un’arresa a dei programmi di trasformazione i cui autori e le cui finalità non sono mai pubblicamente comparsi.

La trasformazione del cuore di Roma, la piazza del grande palazzo di Venezia, sopravvissuto alle demolizioni e ampiamente ridefinita dalla fine dell’Ottocento, subirà dunque il “colpo decisivo” in favore di una suicida politica turistica che consegnerà definitivamente il luogo simbolico della città, ai flussi del viaggio “guarda e fuggi”. Alla sempre più fitta invasione ed all’allontanamento dei suoi cittadini.

Anche la Biblioteca di Palazzo Venezia, l’ultimo avamposto di una fruizione civica, frequentato da studenti, studiosi e cultori della città, sarà cancellata. Per lei è previsto un nuovo sito in via della Dataria; in un palazzo utilizzato un tempo dal Quirinale per le residenze dei suoi impiegati. Divenuta onerosa la sua sussistenza, si è deciso di “sbolognarlo” al Ministero della Cultura. L’edificio è infatti un caseggiato per abitazioni. Una famosa Archistar chiamata a compiere il miracolo ha gratuitamente prodotto la sua “idea”, trasformandolo in una proposta assai dubbia.

Intanto è da quasi 10 anni che le collezioni bibliografiche, le riviste, non sono più state aggiornate ed il totale abbandono ha distrutto ciò che rimaneva del celebre luogo di studio fondato e voluto da Benedetto Croce. Contenuto e contenitore, unità inscindibili, non sono però separabili. È solo l’ignoranza di una cattiva gestione che li ha desolati così improvvidamente. Una incapacità di cogliere nelle balconate delle straordinarie ebanisterie fatte fare da Pietro Toesca nel 1945, nella luminosità dei grandi finestroni e nei tavoloni dell’arredo raffinato, fin sopra le ordinate scaffalature cosparse di volumi preziosi, l’unicità di un luogo che ha formato generazioni di studiosi.

QUID ERGO

Basterebbe forse che per la metropolitana ci si limitasse ad una semplice stazione di arrivo e partenza. Servita di ogni ausilio di sicurezza per emergere all’aria aperta o per ritombarsi nel circuito della mobilità dura come quella di una metro pesante. Sarebbero sufficienti appena 3 anni (TRE), invece dei 10 (DIECI) previsti che tuttavia potrebbero essere 20 (VENTI) come per le trascorse analoghe sistemazioni vissute. Costerebbe la metà dei 700 milioni previsti invece che le solite quadruplicate sommatorie realizzate. Che senso ha! Tutto questo? Se non, come la celebre espressione latina ci insegna: l’ostinata, grande e inevitabile MENTULATA!?

Pensate: bisognerà riaprire la via dei Fori Imperiali al traffico delle automobili! Per chissà quanti anni depositare d’accapo le scorie delle combustioni degli autoveicoli, sui monumenti appena adesso salvati dalle alterazioni delle superfici marmoree; vivere in mezzo ad una disastrata atmosfera megalopolitana, sottoposta all’inferno di uno stress incontrollabile.

roma@italianostra.org

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Bracciano, Lungolago Argenti: quando rigenerazione urbana diventa sinonimo di consumo di suolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/09/bracciano-lungolago-argenti-quando-rigenerazione-urbana-diventa-sinonimo-di-consumo-di-suolo/ Fri, 29 Sep 2023 08:39:46 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16075 Marcello Rosario Caliman, Italia Nostra Lazio

Il Lungolago G. Argenti è un tratto relativamente poco antropizzato delle rive del Lago di Bracciano su cui il Comune di Bracciano vorrebbe realizzare un progetto di rigenerazione urbana già ammesso a finanziamento con i fondi del PNRR. Inizialmente erano state pianificate opere per la riqualificazione delle aree pubbliche tramite rifacimento dei marciapiedi e della pavimentazione, inserimento di elementi di arredo urbano (panchine, fioriere e cestini per i rifiuti), percorsi per disabili, piste ciclabili e sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica.

In seguito, però, la Giunta comunale ha deciso di modificare il progetto e inserirvi la realizzazione di due nuove strade di accesso e nuovi parcheggi per un totale di circa 500 posti auto, approvando una variante al PRG che destina le aree precedentemente individuate come “Zone agricole di pregio paesaggistico” a “Servizi privati ad uso pubblico”.

La variante al progetto ha avuto parere negativo sia dalla Soprintendenza speciale per il PNRR sia dalla Soprintendenza all’Etruria Meridionale, per incompatibilità con le sovraordinate normative in materia urbanistica e paesaggistica del PTPR. Appare, quindi, più che mai controversa l’eventuale approvazione della variante da parte del Ministero dell’Interno, competente per il PNRR. Nonostante ciò, il Comune ha già appaltato i lavori per l’importo totale del finanziamento di 3.069.253 euro.

Italia Nostra è preoccupata per l’impatto che questa variante potrà avere sul lago di Bracciano, introducendo nuovi elementi di antropizzazione in un contesto di pregio paesaggistico e in un ambiente essenziale per il mantenimento della ricca biodiversità che gravita, coesistendo con la presenza umana, intorno al lago. Inoltre, le strade e i parcheggi consumeranno e impermeabilizzeranno altro suolo, contribuendo al bilancio annuale di consumo di suolo che relega la regione Lazio in cima a questa triste classifica.

Uno dei principi del PNRR è quello di non finanziare opere che possano recare danni agli ecosistemi. Non si capisce quindi la necessità di questa variante al progetto iniziale che, se ben realizzato nei materiali e nelle soluzioni, avrebbe potuto inserirsi senza gravi danni nell’ambiente preesistente. Si è invece scelto di stravolgerlo, rischiando un doppio danno: realizzare un’opera nociva e non finanziabile con il PNRR.

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Emergenza verde: assemblea pubblica a Roma per prendersi cura del verde esistente http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/emergenza-verde-assemblea-pubblica-a-roma-per-prendersi-cura-del-verde-esistente/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/emergenza-verde-assemblea-pubblica-a-roma-per-prendersi-cura-del-verde-esistente/#comments Fri, 19 May 2023 13:49:09 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15951 a cura del comitato “Salviamo il Paesaggio – Roma“.

La vera, grande rivoluzione per il patrimonio botanico di Roma deve essere: prendersi cura del verde esistente. Roma è la città italiana con la più grande estensione di verde pubblico, il comune agricolo più grande d’Europa, la città che con la sua Regione detiene il record nazionale di biodiversità.

Già da due anni Roma si è dotata di un Regolamento del Verde e del Paesaggio urbano, uno strumento condiviso ed elaborato nel corso di una decina di anni da cittadini consapevoli e informati, tecnici, botanici e naturalisti, architetti del paesaggio e pubblici amministratori. Tuttora, però, le sue norme rimangono inattuate per una cattiva gestione del verde. Manca ancora una Tabella delle Sanzioni che difenda la ricchezza ambientale della nostra città da interventi sbagliati, dannosi e incompetenti.

Calano dall’alto, invece, appalti milionari per tagliare, abbattere e sostituire questo unicum arboreo e botanico ereditato dal passato, senza che sia delineato un piano di vera tutela e di sviluppo, né sia prevista una gestione di lungo respiro. Ridurre la manutenzione e la cura agli interventi in emergenza è inaccettabile, così come sono inutili gli annunci roboanti di riforestazioni urbane a suon di milioni per alberi fantasma. Nel frattempo il patrimonio verde è maltrattato nell’assenza di ogni buona pratica arboricolturale e giardiniera. Persino le Ville Storiche versano in condizioni pietose.

Le norme contenute nel Regolamento del Verde non vengono applicate! Per far cessare tutto questo stiamo organizzando una grande ASSEMBLEA PUBBLICA in Sala Ovale del Parco delle Energie in Via Prenestina 175 – Roma Sabato 20 maggio 2023, dalle 10.30 alle 14.00 + pranzo/festa nel parco e nel pomeriggio avvio dei Tavoli operativi

Partecipiamo tutti con l’obiettivo di tutelare e curare insieme gli alberi e il verde di Roma. Per chi desidera partecipare alla preparazione dell’Assemblea rivolgersi a coordregverde@gmail.com o contatti per info: 320 629 4865 – 06 446 8302

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Villa Adriana salva, TAR dà ragione a Italia Nostra sulla lottizzazione Nathan http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/03/villa-adriana-salva-tar-da-ragione-a-italia-nostra-sulla-lottizzazione-nathan/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/03/villa-adriana-salva-tar-da-ragione-a-italia-nostra-sulla-lottizzazione-nathan/#comments Sat, 25 Mar 2023 17:06:16 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15882 A cura di Carlo Boldrighini, Presidente Italia Nostra Aniene e Lucretili.

Con sentenza 04841/2023 il Tar Lazio (Sezione Seconda Stralcio) si è espresso sul ricorso depositato nel lontano 2012 da Italia Nostra contro le delibere e autorizzazioni rilasciate da diversi Enti a partire dal Comune di Tivoli tese alla realizzazione di un imponente complesso edilizio, denominato Lottizzazione Nathan, all’interno dell’area di protezione del Sito Unesco di Villa Adriana in Tivoli.

Con le motivazioni espresse nella sentenza si sono pienamente riconosciute le ragioni della Associazione Italia Nostra che ha smontato il cartello di carte messe in piedi dagli Enti competenti tese a smantellare le misure di salvaguardia del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio e le misure di salvaguardia richieste dall’Unesco allo Stato Italiano per la permanenza del Sito Villa Adriana nell’elenco dei Beni “Patrimonio dell’Umanità”.

Con la medesima sentenza il TAR Lazio ha stabilito che il Comune di Tivoli dovrà operare per recepire nel proprio strumento urbanistico le tutele obbligatorie della cd. Area Buffer e cancellare di fatto la possibile e ipotetica nuova richiesta di cementificazione di tali aree. Sanziona anche i soccombenti a pagare le spese.

La Presidenza di Italia Nostra Sez. Aniene e Lucretili esprime soddisfazione per tale risultato e ribadisce che nel caso si vorrà adire al Consiglio di Stato da parte dei costruttori o degli Enti soccombenti si adoprerà per scongiurare anche in quella sede un danno irreparabile al territorio di Tivoli.

(Immagine di Luca Carra, a cura di Italia Nostra)

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