Sicilia – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 04 Dec 2023 23:10:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Sicilia – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32  “Lo Stretto non si tocca”. Sabato 2 dicembre corteo nazionale No Ponte a Messina http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/lo-stretto-non-si-tocca-sabato-2-dicembre-corteo-nazionale-no-ponte-a-messina/ Wed, 29 Nov 2023 23:54:06 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16234 COORDINAMENTO CORTEO NOPONTE 2 DICEMBRE

Il progetto del ponte sullo stretto di Messina è la risposta sbagliata, inutile, dannosa ai problemi del meridione e del paese.

Il Governo non perde occasione per enfatizzare l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina presentandolo come un’opera green, sicura, moderna, un acceleratore di sviluppo per l’intero meridione che creerebbe 100mila posti di lavoro e ricchezza per tutte le aziende del Paese, migliorando la rete dei trasporti a Sud. Il tutto ad un costo stimato a preventivo di 14 miliardi di euro pari a quasi un punto di Pil.

Il ponte sullo Stretto in realtà è tutt’altro che un’opera green visto che causerebbe un disastro ambientale devastando un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore e attrattività turistica come lo stretto di Messina, scrigno di biodiversità tutelato dall’art.9 della Costituzione Italiana e da vincoli ambientali regionali, nazionali, europei, oltre ad essere un territorio geologicamente e morfologicamente fragile (il terremoto del 1908 e l’alluvione di Giampilieri del 2009 lo dimostrano tragicamente). L’intero territorio di entrambe le sponde diventerebbe un immenso e devastante cantiere, per un’opera estremamente critica.

Il ponte sullo Stretto è infatti tecnicamente un azzardo visto che vi sono tanti dubbi sulla sua fattibilità tecnica: al mondo il ponte più lungo a campata unica (per il passaggio di treni, tir e auto) è di 1400 metri, mentre quello sullo Stretto di Messina dovrebbe raggiungere i 3300 metri. Servirebbe una rivoluzione nel campo dei materiali e della tecnologia per poterlo realizzare, come affermano alcuni esperti, e ad oggi non esistono le condizioni per questo salto.

Il ponte sullo Stretto non risolve il problema della mancanza di una efficiente rete di trasporti interna alle regioni meridionali e della Sicilia e Calabria in particolare (autostrade e strade in stato pessimo), della mancanza di infrastrutture ferroviarie moderne (in Sicilia quasi l’80% della rete è a binario unico e oltre il 40% non è elettrificata), dell’inadeguatezza di porti ed aeroporti. Per dimezzare i tempi di attraversamento dei treni nello Stretto di Messina basterebbe utilizzare Frecciarossa da 4 vagoni che possono essere traghettati senza scomporli e/o prevedere l’acquisto di traghetti Ro-Ro più lunghi ed in grado di imbarcare treni con sette vagoni, convertendo le attuali flotte con traghetti elettrici per rendere il traghettamento a zero emissioni.

Il ponte sullo Stretto non serve alle aziende del Paese perché non interviene sui problemi strutturali che impediscono agli imprenditori di avere i servizi territoriali adeguati per radicarsi ed espandersi, non dà prospettive di sviluppo nei settori strategici di cui il Sud necessita, non assorbe l’enorme disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile presente nel Meridione.

Per questi motivi riteniamo che il ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenta più una minaccia che una opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione. E’ necessario pertanto mobilitarsi per opporsi alla sua costruzione e lottare affinchè le risorse pubbliche vengano utilizzate al Sud per migliorarne le infrastrutture esistenti, per la messa in sicurezza dei territori, per la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, per la realizzazione di opere tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili, per il sostegno al reddito di quanti sono ai margini del mondo del lavoro e della società, per il rilancio di servizi essenziali come gli interventi sociali, la sanità, la scuola, la gestione dell’acqua, minacciati dall’incombente autonomia differenziata che allargherebbe il divario tra Nord e Sud.

Vogliamo lavoro vero e sviluppo sostenibile per il sud ed il paese.

Vediamoci tutte/i a Messina SABATO 2 DICEMBRE 2023 alle ore 15.30 a piazza Cairoli

Per adesioni: corteonoponte2dicembre@gmail.com

COORDINAMENTO CORTEO NOPONTE 2 DICEMBRE

Pagina evento FB

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La Giornata della Desertificazione e della Siccità, appuntamento attualissimo in Sicilia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/la-giornata-della-desertificazione-e-della-siccita-appuntamento-attualissimo-in-sicilia/ Wed, 15 Jun 2022 11:34:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15392 In Sicilia da molti anni uno degli unici eventi in Italia inseriti nel Calendario Mondiale dell’UNCCD: il Convegno “Complessità e tutela dell’ambiente”.

Slow Food Lentini con la collaborazione di Slow Food Sicilia e con il coordinamento dell’ing. Francesco Cancellieri, delegato per i problemi della desertificazione in Sicilia, organizza il Convegno “Complessità e tutela dell’ambiente” per il pomeriggio di venerdì 17 giugno 2022, in coincidenza con la giornata mondiale per la lotta alla desertificazione. L’incontro figurerà fra gli eventi mondiali della Giornata della Desertificazione e della Siccità sul sito web dell’UNCCD.
L’evento si svolgerà secondo il programma allegato sui temi più ampi della tutela dell’ambiente, nel salone delle conferenze di Palazzo Beneventano a Lentini.

Partendo da alcune drammatiche evidenze ormai consolidate in ambito mondiale, gli interventi punteranno sulla realtà della nostra Isola e sui possibili rimedi che possano contrastare gli esiti disastrosi indotti dalla crisi climatica e dalla cattiva gestione della nostra terra.
A conclusione dei lavori si potrà consumare una cena leggera in una struttura del territorio, su prenotazione e a fronte di un modesto contributo.

Per informazioni sull’evento https://fb.me/e/4REeJKfdh e per prenotare la cena: 333 4989119

Per saperne di piu’

Cos’è il giorno della desertificazione e della siccità?

La Giornata della Desertificazione e della Siccità è stata ufficialmente dichiarata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come “Giornata Mondiale per Combattere la Desertificazione e la Siccità” ( La risoluzione A/RES/49/115 ). Gli obiettivi della Giornata della Desertificazione e della Siccità sono:

  • Per promuovere la consapevolezza pubblica del problema
  • Far sapere alle persone che la desertificazione e la siccità possono essere affrontate in modo efficace, che le soluzioni sono possibili e che gli strumenti chiave a tal fine risiedono in una maggiore partecipazione e cooperazione comunitaria a tutti i livelli.
  • Rafforzare l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione nei paesi che attraversano una grave siccità e/o desertificazione, in particolare in Africa.

Perché celebriamo la Giornata della Desertificazione e della Siccità?

In che modo la desertificazione ti colpisce? Non importa dove vivi, le conseguenze della desertificazione e della siccità ti riguardano. A livello globale, il 23 per cento della terra non è più produttivo. Il 75% è stato trasformato dal suo stato naturale, principalmente per l’agricoltura. Questa trasformazione nell’uso del suolo sta avvenendo a un ritmo più rapido che in qualsiasi altro momento della storia umana e ha subito un’accelerazione negli ultimi 50 anni. Gli scienziati affermano che l’evoluzione da uno stato all’altro è così rapida che il processo è osservabile solo per periodi molto brevi. Tutti devono sapere che la desertificazione, il degrado del suolo e la siccità (DLDD) hanno un impatto diretto sulla loro vita quotidiana e che le azioni quotidiane di tutti possono contribuire o aiutare a combattere il DLDD.

Chi celebra la Giornata della Desertificazione e della Siccità?

Chiunque la cui vita dipenda dalla terra ha bisogno di prendersi cura di essa e di come la terra viene trattata dagli umani. Ciò include tutti, perché:

  • Il 99 per cento delle calorie di cui ogni essere umano ha bisogno per una vita sana proviene ancora dalla terra
  • Un terreno sano e resiliente è il primo punto di difesa contro disastri come siccità e inondazioni, che stanno diventando sempre più frequenti, lunghi e gravi
  • La perdita di terreni sempre più produttivi sta creando una crescente competizione per la terra per soddisfare la crescente domanda di beni e servizi e di servizi ecosistemici che supportano la vita
  • I prossimi decenni saranno i più critici per ripristinare la terra per un futuro sostenibile.
  • Il problema è creato dall’uomo, il che significa che anche gli esseri umani sono parte della soluzione. Cosa vogliamo che le persone sappiano sulla desertificazione e sulla siccità?
  • La gestione sostenibile del territorio è affare di tutti. Insieme, possiamo ripristinare la produttività di oltre 2 miliardi di ettari di terreno degradato e migliorare i mezzi di sussistenza di oltre 1,3 miliardi di persone in tutto il mondo.
  • Il degrado del suolo, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono intimamente connessi e influiscono sempre più sul benessere umano. Affrontare insieme questi problemi è fondamentale per raggiungere molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
  • Un decennio di degrado del suolo può creare danni irreversibili, ma un decennio di ripristino del suolo può portare molteplici benefici.

(L’immagine in alto è tratta dal sito delle Nazioni Unite: https://www.un.org/en/observances/desertification-day)

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Giornata Europea dei Parchi… e non solo! http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/05/giornata-europea-dei-parchi-e-non-solo/ Fri, 20 May 2022 11:19:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15361 A cura dell’Ing. Francesco Cancellieri, Responsabile Nazionale Aree Protette ed Ecoregioni SIGEA-APS.

In Italia i primi Parchi furono creati nel 1922: il Gran Paradiso e il Parco d’Abruzzo, divenuto poi Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e quindi questa celebrazione ha una importanza particolare.

Sono giorni intensi dedicati alla Biodiversità! Per noi una delle proposte più interessanti in questi giorni è la nascita della Carta per l’educazione alla biodiversità, fortemente voluta dalla Presidenza della Repubblica e sostenuta dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero dell’Istruzione che, con l’occasione, invita tutte le scuole a dedicare momenti di approfondimento sui temi legati alla tutela ambientale e alla biodiversità!
Anche a livello locale come in Sicilia con la pubblicazione della Legge 12 maggio 2022, n. 12 e con il “Riconoscimento e promozione della Dieta mediterranea” un passo decisivo per la valorizzazione dello Stile di Vita Mediterraneo!

La 15a Conferenza delle parti (COP15) della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD), si è conclusa il 20 maggio 2022 ad Abidjan con un impegno globale a rafforzare la resilienza alla siccità e investire nel ripristino della terra per la prosperità futura.
La COP15 dell’UNCCD ha adottato 38 decisioni, tra cui in materia di possesso, migrazione e genere, che sottolineano il ruolo del suolo nell’affrontare molteplici crisi.
I leader globali che rappresentano le Nazioni Unite hanno deciso di istituire un gruppo di lavoro intergovernativo sulla siccità per il periodo 2022-2024 per esaminare le possibili opzioni, compresi gli strumenti politici globali e i quadri politici regionali, per sostenere il passaggio dalla gestione reattiva alla siccità a quella proattiva.
Incontrarsi sullo sfondo di molteplici sfide globali, tra cui la peggiore siccità degli ultimi 40 anni nell’Africa orientale, nonché le crisi alimentari ed economiche alimentate dalla pandemia e dai conflitti di COVID-19 in corso, i paesi hanno inviato un appello congiunto sulla importanza di suolo sano e produttivo per assicurare a tutti la prosperità futura”.
Lo ha affermato in una nota Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo dell’UNCCD.

La priorità è la protezione di ciò che esiste . Uno dei pochi obiettivi che sono stati raggiunti a livello Globale dopo gli accordi di Parigi è che in tutto il mondo il 17% del territorio sono aree protette. In Europa la media è al 20%, mentre in Italia siamo più o meno su questo livello. Ora invece c’è bisogno di arrivare al 30% ma è necessario creare corridoi ecologici tra le aree protette. Tutto questo anche perché aumentare la superficie protetta facilita l’adattamento ai cambiamenti climatici. Quindi il primo obiettivo, come detto, è la protezione di ciò che esiste, mentre il secondo è il restauro degli ambienti che sono al di fuori delle aree protette. E c’è tanto potenziale per ripristinare la biodiversità: utilizzando meno pesticidi, aumentando la superficie biologica, aumentando del livello di naturalità di ogni singola azienda che opera nel territorio.
E’ scontato il ruolo strategico delle Aree Protette per la mitigazione della crisi climatica ma è necessario un approccio globale anche creando infrastrutture verdi nelle aree periurbane, con la creazione di aree naturali dentro o all’esterno delle città.

E adesso un richiamo per concludere alla necessità di istituzione di nuove aree protette e raggiungere il target del 30% di territorio e di mare protetto entro il 2030 come propone l’UE. Per il nostro Paese significa triplicare la percentuale di aree terrestri protette (attualmente siamo all’11%) e sestuplicare gli ambienti marino-costieri attualmente protetti (appena il 5% di mare e coste tutelate) ma senza dimenticare l’eclatante caso tutto siciliano della Riserva “Desaparecida” del Bosco di Santo Pietro che dopo appena cinque anni di vita autonoma, nel novembre del 2006, è stata re-inghiottita, nel ventre molle della burocrazia a causa di una mancata pubblicazione del decreto istitutivo non sappiamo bene in quale sperduto albo pubblico, ritornando così nel limbo delle riserve ancora da istituire. Una banalità, un semplice errore materiale che si poteva e si doveva correggere nel giro di qualche settimana ed invece, a distanza di 16 lunghi anni, il blocco persiste, più solido del granito! Le cause? ove non sussistano interessi diversi e meno confessabili si potrebbero senz’altro citare la lentezza, l’inefficienza, l’insensibilità e lo scarso interesse dell’intero apparato politico amministrativo ai diversi livelli.

Evidentemente la gloria e la storia da sole non bastano a restituire la dignità di territorio attivamente protetto a questo fragile relitto di ecosistema, ultimo lembo delle antiche foreste autoctone di tutta la Sicilia Sud Orientale o, meglio, di tutto il Val di Noto.

Nella foto (di Franco Blandi) Lago Maulazzo nel Parco Regionale dei Monti Nebrodi. Il lago Maulazzo é un bacino artificiale di circa 5 ettari, situato nel Parco dei Nebrodi, alle pendici del Monte Soro. Ricade nel Comune di Alcara Li Fusi (cittá metropolitana di Messina, Sicilia).

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Più di un immobile su tre è abbandonato: a Modica i quartieri storici si svuotano http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/05/piu-di-un-immobile-su-tre-e-abbandonato-a-modica-i-quartieri-storici-si-svuotano/ Mon, 02 May 2022 07:53:59 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15331 A cura di Modicaltra, spazio di comunità.

Un gruppo di ragazzi mappa gli edifici delle vie del centro: “Fermiamo il consumo di suolo e cerchiamo di puntare su un patrimonio edilizio già esistente e in larga parte abbandonato”.

A Modica i quartieri del centro storico sono sempre meno popolati. Su 5.661 edifici censiti, ben 2.174 sono vuoti. E’ il risultato di una mappatura, organizzata dal gruppo Modicaltra, con la collaborazione dei cittadini dei quartieri interessati.
Un lavoro, durato per tutto il 2021, fatto via per via, porta per porta.
Dalle viuzze di Modica Alta, scendendo, scalino dopo scalino, fno a Modica bassa. Su una mano una mappa, sull’altra una tabella in cui classificare gli edifici: abbandonati, inutilizzati, ruderi.

Un anno di mappatura ha fotografato lo stato di una parte della città.
Quasi il 40 per cento di immobili non utilizzati è un dato da cui far partire una rifessione su dove va Modica, in particolare, e dove vanno i centri del sud Italia.
A Modica assistiamo a nuove espansioni edilizie mentre gli abitanti diminuiscono. Ci è sembrato opportuno, in un’ottica propositiva, partire da una “fotografia” dell’esistente e i dati restituiscono numeri allarmanti di edifici vuoti per il solo centro storico. Se abbiamo così tanti vuoti, perché continuare a costruire e consumare nuovo suolo? Su questo tema vorremmo aprire un dialogo con la città e gli abitanti dei quartieri”.

Sabato 7 maggio, alle 18,30, in strada Castello, a due passi dalla casa natale di Salvatore Quasimodo si parlerà di questo. Ma non solo: sarà l’occasione per confrontarsi con esperienze virtuose e raccontare l’appena nato spazio di comunità Modicaltra. Parteciperà Flavia Amoroso, operation manager dell’associazione South Working – Lavorare dal sud, che porta avanti una nuova cultura del lavoro compatibile con la possibilità di tornare a ripopolare i borghi e le aree interne, promuovendo spazi urbani – anche di coworking – come presidi di comunità, unendo la dimensione lavorativa a quella sociale.
Racconteranno la loro esperienza pure gli architetti Mark Cannata e Antonio Stornello di Modica, ideatori di Kassandra, software ospitato alla Biennale di Architettura a Venezia che permette di prevedere, tra i vari scenari del futuro, quello che per la singola città può rivelarsi sotto più profli il migliore dal punto di vista della resilienza ai cambiamenti climatici cui andiamo incontro.

Ci sarà Marcella Silvestre, responsabile della progettazione per il CESVOP di Palermo. Ha lavorato al primo patto di collaborazione stipulato su un bene confiscato: Villa Castello di Bagheria, da poco trasformata nel Centro Polivalente Don Milani, bene comune cogestito da oltre 26 associazioni.

La mappatura e l’incontro sono l’inizio di un nuovo percorso che in città metta in discussione argomenti politicamente poco approfonditi come il consumo di suolo, la mobilità urbana, le possibilità rigenerative, il contrasto alla gentrificazione e all’abbandono, e tanti altri spunti che troverete nel report di approfondimento.

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Insediato il Comitato Regionale della Macchia Mediterranea http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/insediato-il-comitato-regionale-della-macchia-mediterranea/ Mon, 14 Mar 2022 08:55:41 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15228 Si è svolta a Palermo lo scorso 9 marzo, presso l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, la prima seduta del “Comitato per la Macchia Mediterranea” istituito a seguito della Deliberazione della Giunta Regionale Siciliana n.420 del 28.11.2019 che, in coincidenza della “Giornata Nazionale dell’Albero”, ha individuato in Sicilia per il 21 novembre di ogni anno anche la “Giornata della Macchia Mediterranea”, presente la Vice presidente dell’ARS Angela Foti.

Tale importante riconoscimento prende spunto da un’iniziativa spontanea assunta nel 2013 da alcuni studiosi ed esperti che convennero, nell’ambito dei rispettivi campi d’azione, di promuovere specifiche e mirate iniziative di approfondimento conoscitivo e di educazione ambientale.
Si costituì, infatti, il Comitato Promotore della “Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea” con l‘obiettivo di rendere consapevoli Istituzioni e cittadini della necessità, particolarmente in Sicilia, di tutela di questo peculiare ecosistema orientata ad
attuare una selvicoltura di prevenzione finalizzata a rendere ecosostenibili le attività antropiche, contrastare gli incendi e tutelare i complessi equilibri ambientali.

I Promotori e attivi componenti, presenti quasi tutti a Palermo in occasione dell’insediamento del Comitato, sono: Prof.Francesco Maria Raimondo (PastPresident della Società Botanica Italiana), Prof. Renato Carella (Presidente dell’Associazione di Volontariato Ambientale “Ramarro Sicilia”), Ing. Francesco Cancellieri (Presidente AssoCEA Messina APS), Prof. Aurelio Angelini (docente dell’Università Kore di Enna), Prof.Giuseppe Lo Paro, (docente dell’Università di Messina),
Prof.Vincenzo Piccione (già docente dell’Università di Catania) e Arch.Salvatore Scuto (già Dirigente dell’Assessorato Regionale BB. CC. AA.).

Il Comitato è impegnato da allora in attività di sensibilizzazione ambientale ed ecologica, individuando i Comuni come attori principali e custodi della Macchia Mediterranea, in quanto strettamente connessi al territorio e responsabili della sua salvaguardia. In atto oltre 100 Comuni hanno aderito alla “Carta” con delibere formalizzate.

Il gruppo di lavoro insediatosi ieri è composto dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Toni Scilla, dai Dirigenti Regionali dei Dipartimenti dell’Agricoltura, Ambiente, Istruzione, Beni Culturali, dal Comandante del Corpo Forestale, dal Segretario dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia e in rappresentanza del Comitato Promotore dal Prof.Raimondo, dall’Ing.Cancellieri e dai Sindaci dei Comuni di Caltagirone e Castellamare del Golfo.

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Sicilia: legalità costituzionale da ripristinare per tutelare il paesaggio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/sicilia-legalita-costituzionale-da-ripristinare-per-tutelare-il-paesaggio/ Thu, 03 Mar 2022 18:12:49 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15207 Questo documento, firmato da Associazione Memoria e Futuro – ODV, Italia Nostra e ABB – Associazione Bianchi Bandinelli, è stato inviato all’Assemblea Regionale Siciliana, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alle Commissioni Cultura Camera e Senato, al Ministro e al Capo Gabinetto del Mic, al Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici.

Con il presente documento le associazioni firmatarie intendono denunciare pubblicamente la grave distorsione organizzativa, attuata frequentemente contra legem, nei ruoli dirigenziali e direttivi dell’assessorato regionale dei beni culturali (oggi anche “dell’identità siciliana”), che ha di fatto prodotto il sistematico azzeramento delle specializzazioni professionali dei beni culturali, minando così alle fondamenta il sistema regionale di tutela ed impedendo l’assolvimento della missione costituzionale di salvaguardia e valorizzazione del “Paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione” conservato in Sicilia.

La sequenza dei fatti:

1) L’articolo 14 dello Statuto autonomistico del 1946 ha assegnato all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) la potestà legislativa in materia di “tutela del paesaggio, conservazione delle antichità e delle opere artistiche, musei, biblioteche e accademie” ma l’assemblea la poté esercitare solo dopo trent’anni, a seguito dei decreti attuativi del Presidente della Repubblica (DPR n. 635 e n. 637 /1975).

Come ribadiscono le sentenze della Corte Costituzionale, tale potestà trova il suo limite invalicabile nelle “leggi costituzionali dello Stato”, ai sensi dello stesso Articolo 14. Il suo esercizio si esplica cioè entro il perimetro della legislazione nazionale, quale, ad esempio, quello delineato dal Dlgs. 42/2004 e successive modifiche, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, discendente dall’art. 9 della Costituzione, complesso normativo che, costituendo riforma di carattere economico-sociale, non necessita di alcun recepimento regionale.

Pertanto è vigente in Sicilia, sin dalla sua approvazione, l’art. 9 bis del citato Codice che ribadisce le “rispettive competenze” dei distinti “professionisti dei beni culturali”, relativamente alla “responsabilità e all’attuazione” dell’attività di “tutela, protezione e conservazione dei beni culturali” nonché “alla valorizzazione e alla fruizione dei beni stessi” (legge 22 luglio 2014 n. 110).

2) In conseguenza dei decreti delega del Presidente della Repubblica, in una stagione di fecondo riformismo, l’ARS approvò le due leggi tutt’ora vigenti, la legge n. 80 del 1977 e la legge n. 116 del 1980, contenenti le Norme per la tutela, la valorizzazione e l’uso sociale dei beni culturali… in Sicilia e le Norme sulla struttura, il funzionamento e l’organico: la prima prevede l’esistenza, all’interno delle Soprintendenze provinciali, delle sezioni tecnico-scientifiche o unità operative, distinguendole per materia di competenza – archeologica, architettonica-urbanistica, storico artistica, ambientale e bibliografica e antropologica, (arte. 2 e 12, LR 80/1977); la seconda determina le qualifiche specialistiche del ruolo tecnico del personale, stabilendo che la direzione delle sezioni scientifiche è esercitata da un “direttore di sezione” sulla base delle corrispondenti qualifiche professionali possedute, qualifiche cui si accede previo pubblico concorso. Su di esso ricade la responsabilità degli atti, sancita dalla firma del provvedimento (artt. 16-18 LR 116/1980).

3) Nei decenni successivi, tuttavia, si registra l’immissione (senza procedure selettive adeguate ai fabbisogni dell’Amministrazione dei beni culturali) nel ruolo di “Dirigenti tecnici” (corrispondenti ai funzionari direttivi statali) di un numero eccezionale di personale di diversa provenienza (enti locali, leggi sull’occupazione giovanile, tecnici assunti a tempo determinato per la sanatoria edilizia a seguito della LR 37/1985) privi di specifica competenza. Incredibilmente, questo personale “avventizio” del comparto, già in forte soprannumero, è transitato ope legis, in seguito alla LR 10/2000 che, stravolgendo la riforma Bassanini che intendeva recepire, ha creato una anomala “terza fascia ad esaurimento” del “ruolo unico della dirigenza regionale”.

Si afferma da più parti che in tal modo sia stato soppresso il “ruolo tecnico dei beni culturali” istituito dalla LR. 116/1980, la quale, però, non è stata mai abrogata. A conferma del fatto che le qualifiche specialistiche dei beni culturali non sono state mai soppresse sta la coincidenza che, ai sensi della stessa LR. 116/1980, venne bandito il concorso per “dirigenti tecnici archeologi, storici dell’arte, archivisti, bibliotecari, naturalisti, fisici, chimici, paleografi”, in quegli stessi mesi del 2000, nei quali veniva approvata dall’ARS la legge 10. Come Giano bifronte la Regione Siciliana da un lato selezionava personale altamente qualificato per i ruoli direttivi dell’amministrazione dei beni culturali e dall’altro nominava, senza concorso, nelle stesse strutture di tutela centinaia di dirigenti privi dei titoli necessari.

La creazione di questa anomala “terza fascia” del “ruolo unico” della dirigenza, solo in teoria transitoria tanto che esiste ancora, la quale produsse “ope legis” il passaggio di tutto il personale interno laureato alla dirigenza, solleva più di un dubbio di legittimità costituzionale (LR n. 10/2000, articolo 6, comma 1).

Sempre a seguito della LR 10/2000, inoltre, venivano promossi senza selezione concorsuale, nella categoria apicale di “funzionario direttivo” (ormai vuota visto il trasferimento di tutto il personale di ruolo in questa qualifica nella terza fascia della dirigenza) tutti gli “assistenti tecnici”, in possesso del solo diploma. (Decreti del Presidente della Regione Siciliana n. 9 e n. 10/2001);

4) Frattanto, nello stesso anno, attraverso pubblico concorso bandito nell’aprile del 2000, in applicazione della citata legge 116/ 1980 e della L.R. n. 8 /1999 che rimodulava l’organico del ruolo tecnico dei beni culturali (pubblicata dopo il vaglio di legittimità costituzionale), venivano selezionate le diverse figure in possesso dei titoli di qualificazione professionale (laurea specialistica e titoli post laurea) richieste per la copertura dei ruoli previsti per la direzione delle sezioni tecnico-scientifiche: archeologi, storici dell’arte, ecc. I vincitori di concorso, assunti nell’anno 2005, sono stati, invece, inquadrati in posizione deteriore rispetto alla qualifica prevista dal bando, nella stessa categoria (ma in posizione economica iniziale D1 mentre i diplomati erano già in D5) in cui era appena transitato il personale diplomato, ai quali i vincitori di concorso laureati e specializzati sono ancora subordinati.

5) La conseguenza di tale caos organizzativo è il fatto che ogni due o tre anni si assiste ad una girandola di nomine di centinaia di dirigenti, solo nell’Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana, senza, peraltro, il discrimine del possesso di una specifica competenza attinente al posto ricoperto. La conseguenza più vistosa e incongruente è che la direzione dei 14 parchi archeologici, Gallerie d’arte e Musei archeologici, sezioni tecnico-scientifiche storico-artistiche, archeologiche, bibliografiche delle Soprintendenze, viene affidata, quando non ad architetti, ad agronomi o geologi piuttosto che a ingegneri.

6) Parallelamente si è proceduto ad un progressivo accorpamento delle sezioni tecnico-scientifiche: un ultimo recente disegno, in fase di imminente attuazione, prevede da un lato l’accorpamento in un’unica sezione della competenza architettonica, etnoantropologica, storico artistica e paesaggistica, e dall’altro all’unificazione della competenza archeologica e bibliografica.

Tale continuo accorpamento delle sezioni tecnico- scientifiche, il cui numero minimo di cinque è, peraltro, stabilito per legge (art. 12, Lr. 80/1977), viene giustificato dalla necessità di tagliare le postazioni dirigenziali. Nulla di più falso, perché la somma delle postazioni dirigenziali previste è sempre pari al numero dei dirigenti in servizio e, in realtà, vengono soppresse solo le direzioni delle unità operative che sono postazioni non dirigenziali che dovrebbero, pertanto, essere assegnate ai funzionari direttivi competenti per legge, archeologi, storici dell’arte, archivisti etc.

Quindi oltre al danno erariale prodotto dall’assegnazione di indennità dirigenziali per incarichi di natura non dirigenziale, l’amministrazione regionale dei beni culturali in questi anni ha subito anche danni funzionali, non attribuendo la responsabilità dei provvedimenti di tutela ai professionisti in possesso dei requisiti richiesti per legge, pur avendone assunti in buon numero nei propri ruoli direttivi. Il vero processo virtuoso che coniughi il risparmio di spesa con la funzionalità e legalità del sistema siciliano di tutela deve passare dall’attribuzione delle unità operative (“sezioni tecnico scientifiche”) ai professionisti che abbiano i titoli per legittimare la validità degli atti emessi. Al momento, infatti, tutti gli atti di tutela che, ai sensi della LR 116/1980 (articoli 16-18), sono rilasciati a firma del “direttore di sezione” (per la parte tecnica di competenza disciplinare) e del Soprintendente (per la parte organizzativa), non hanno la legittimazione che gli dovrebbe derivare dalla competenza professionale specialistica del responsabile dell’unità operativa preposta.

Il futuro della “Soprintendenza unica”, intesa purtroppo nel senso letterale di riduzione ad unum di tutte le discipline, procede spedito verso il completo azzeramento delle competenze specialistiche dei professionisti dei beni culturali, con buona pace per i fautori dell’interdisciplinarietà, del confronto e circolazione delle conoscenze.

Questi in grande sintesi il processo storico e il desolante quadro attuale, le cui conseguenze, sia sul piano della conservazione e valorizzazione del patrimonio (non si può tutelare e promuovere ciò che non si conosce) che sotto il profilo economico-finanziario (con l’incapacità progettuale e il mancato utilizzo delle risorse europee – si veda in merito l’articolo recentemente pubblicato nell’ “Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani”, diretto dal prof. Carlo Cottarelli, 19 ottobre 2021, che punta il dito sulla “distorta politica di selezione del personale adottata dalla regione”) sono immaginabili e chiaramente documentate.

Con il presente documento si invocano urgenti e autorevoli interventi istituzionali per il ripristino della legalità costituzionale del sistema regionale di tutela.

Tratto da: https://emergenzacultura.org/2022/03/01/lazzeramento-delle-competenze-e-la-dissoluzione-del-sistema-di-tutela-del-paesaggio-e-del-patrimonio-storico-artistico-della-nazione-in-sicilia/

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Crolla sulle case la collina di Eraclea Minoa http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/12/crolla-sulle-case-la-collina-di-eraclea-minoa/ Wed, 15 Dec 2021 09:06:54 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14991 A cura di Mareamico Agrigento.

Mentre Eraclea Minoa aspetta ancora gli interventi, finanziati dalla Regione Sicilia, per frenare il fenomeno erosivo che gli ha già fatto perdere 200 metri di spiaggia dorata e 50 metri di boschetto, la collina che sovrasta la spiaggia sta crollando sulle case sottostanti, per colpa di un evidente dissesto idrogeologico.

Il Sindaco di Cattolica chieda immediatamente al Presidente della Regione Sicilia e alla Protezione Civile di finanziare un progetto di messa in sicurezza dell’intera collina, prima che vi siano ulteriori danni.

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Lettera aperta al Presidente della Repubblica delle associazioni di SOS Sicilia Centrale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/10/lettera-aperta-al-presidente-della-repubblica-delle-associazioni-di-sos-sicilia-centrale/ Wed, 20 Oct 2021 17:43:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14766 Le Associazioni di SOS Sicilia Centrale chiedono l’intervento del Presidente Sergio Mattarella per restituire legittimità e legalità agli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano.

Egregio Signor Presidente,

le sottoscritte Associazioni, afferenti al gruppo SOS Sicilia centrale, hanno deciso di rivolgersi a Lei per manifestare la loro viva preoccupazione per il futuro del patrimonio culturale siciliano che da almeno un decennio subisce l’azione scellerata dei governanti siciliani. In particolare, negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo e deleterio processo di eradicazione dei ruoli tecnico-scientifici all’interno degli Istituti periferici dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con gravissime conseguenze sul sistema di tutela e di valorizzazione delle preziose testimonianze del nostro passato.

L’ultimo vergognoso atto sta per compiersi proprio in questi giorni, in quanto sta per essere varata dal Governo regionale l’ennesima rimodulazione degli uffici della pubblica amministrazione che modificherà con un provvedimento amministrativo le leggi con le quali è stato creato il sistema siciliano di tutela e di valorizzazione, il cui reale intento non sarà quello di tagliare il numero dei dirigenti, nell’ottica di una spending review, come formalmente dichiarato dai nostri governanti, ma di tagliare le sezioni di Soprintendenze e Parchi Archeologici.

Infatti, nelle Soprintendenze, le sezioni tecnico-scientifiche previste dalla Legge Regionale 80/77 (tuttora vigente) verranno accorpate in due unità operative che dovrebbero, da sole, assolvere le competenze sui beni architettonici, archeologici, storico-artistici, archivistici, bibliografici, paesaggistici e demo-etno-antropologici.

I Parchi archeologici, invece, a esclusione dei maggiori (Agrigento, Naxos, Morgantina e Villa romana del Casale di Piazza Armerina, Siracusa) avranno al loro interno una sola unità operativa che dovrebbe assolvere a tutti i compiti dell’Istituto, accorpando in un unico ufficio ruoli amministrativi e tecnico-scientifici sotto la responsabilità di un dirigente generico che potrebbe non avere alcuna attinenza con i beni culturali, in netto contrasto con l’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio e con il D.M. 244/2019 che ha dato recentemente un ordinamento alle professioni dei beni culturali, indicando tra le attività proprie degli archeologi di prima fascia la direzione dei Parchi archeologici.

Pertanto a mancare, in questo triste momento storico, è soprattutto il capitale umano, quel personale di alto profilo scientifico che o è completamente assente nell’amministrazione regionale (l’ultimo concorso risale al lontano 2000) o, pur essendo in servizio, non è stato messo nelle condizioni di dare il proprio contributo perché demansionato e fortemente demotivato da un sistema di governance che nella promozione delle carriere privilegia la fedeltà all’esecutivo politico del momento, piuttosto che le competenze e i risultati nell’attività amministrativa e scientifica.

Rivolgiamo dunque a Lei il nostro accorato appello, Egregio Presidente, che in quanto Siciliano avrà sicuramente a cuore il destino del nostro patrimonio culturale, affinché con il Suo autorevole intervento possa, in primo luogo, bloccare tale scellerata rimodulazione e, in secondo luogo, riportare alla legittimità e alla legalità gli organi preposti alla tutela e alla valorizzazione, nell’ambito di un piano realmente finalizzato alla riduzione delle postazioni dirigenziali, a un vero risparmio della spesa e a ridare efficienza al sistema, perché soltanto una vera riorganizzazione fondata sulla valorizzazione delle competenze e su un’effettiva razionalizzazione potrà consentire ai giovani professionisti del settore dei beni culturali di essere immessi nei ruoli dell’Assessorato regionale.

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Ancora una sanatoria edilizia in Sicilia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/07/ancora-una-sanatoria-edilizia-in-sicilia/ Fri, 23 Jul 2021 20:03:37 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14646 A cura del Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia.

Il governo Musumeci, ancora una volta, si è dimostrato nemico del paesaggio, della bellezza, delle regole. Nemico della Sicilia. Ostinato alleato dei peggiori.

Non senza sconcerto, possiamo affermare che presso l’Assemblea Regionale Siciliana, martedì 13 luglio 2021, si è scritta una pagina nera di questa legislatura. L’ennesima. Di cosa parliamo? E’ stato approvato un emendamento relativo al disegno di legge sull’edilizia che, di fatto, attiva un nuovo condono edilizio. Il via libera è arrivato con un solo voto di vantaggio e una spaccatura nella maggioranza. Il condono edilizio approvato si applicherebbe anche alle aree di pregio sottoposte a vincolo relativo di inedificabilità.

La norma servirà a regolarizzare almeno quattromila abusi in tutta la Sicilia. Insomma: l’assessore al territorio e ambiente Cordaro, con il centrodestra e tutte le sue stampelle, è riuscito ad approvare il condono previsto all’art. 20 del testo. E Cordaro, ancora una volta, afferma ineffabilmente: “…ripristinata la certezza del diritto”.

Siamo stati i primi, noi di Italia Nostra, insieme al deputato regionale Giampiero Trizzino (5Stelle), a denunciare, esattamente un anno fa, la volontà, da parte del governo regionale, di un nuovo, scriteriato condono edilizio nell’Isola. Il governo Musumeci, ancora una volta, si è dimostrato nemico del paesaggio, della bellezza, delle regole. Nemico della Sicilia. Ostinato amico, alleato dei peggiori. E intanto gli abusi edilizi continuano, si moltiplicano – inesorabilmente.

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Clima e desertificazione, investire sui Borghi ad Economia Speciale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/06/clima-e-desertificazione-investire-sui-borghi-ad-economia-speciale/ Wed, 30 Jun 2021 08:52:07 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14611 È quanto emerso nel corso del convegno “Land Degradation Neutraly: The Sicilia’s Case Study” in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla siccità e alla desertificazione.

Un processo virtuoso che coniughi ricerca e territori con l’obiettivo di rigenerare i suoli “colpiti” dalla desertificazione e dalla siccità. Temi che sono stati affrontati da esperti del settore nel corso del convegno dal titolo “Land Degradation Neutraly: The Sicilia’s Case Study” che si è tenuto nella sala conferenze del Palazzo Leandro-Scalisi del Comune di Floresta e in collegamento con il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla siccità e alla desertificazione.

Proprio la Sicilia è una delle aree a maggior rischio desertificazione secondo gli esperti e nel corso dei lavori moderati dallo ing. Francesco Cancellieri, in veste di coordinatore della area tematica “Aree Protette ed Ecoregioni” della Società Italiana di Geologia Ambientale, e dalla dott.ssa Chiara Lo Cicero. I relatori hanno proposto di mettere a frutto le conoscenze scientifiche maturate sino ad oggi integrate con un nuovo concetto di zona svantaggiata e, in modo particolare, investire sui Borghi ad Economia Speciale tramite un progetto di manutenzione dei territori comunali a maggiore rischio desertificazione con selezione di quelli più fragili.

«Le piccole comunità sono la chiave di volta per avviare un processo virtuoso che consiste nell’individuare in maniera obiettivo i borghi che potrebbero beneficiare di un processo rigenerativo dei suoli – spiega la Prof.ssa Maria Alessandra Ragusa, Ordinaria dell’Università di Catania e Presidente del Comitato Scientifico dello Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sullo Ambiente ed il Territori. «Se il progetto verrà gestito correttamente porterà benefici vari come fermare lo spopolamento, ricostituire i presidi montani, mitigare il dissesto idrogeologico e rivitalizzare le colture di eccellenza tutelando il patrimonio genetico agrotecnico. Si potrà persino frenare l’emorragia di giovani che vanno via a causa della crescita esponenziale della disoccupazione e migliorare la qualità di vita degli anziani che restando non beneficiano di adeguati servizi».

«La Sicilia deve diventare competitiva e, grazie agli atenei siciliani, deve investire sempre di più sulla alta formazione finalizzata alla ricerca applicata. Abbiamo un “Brand Sicilia” che coniuga turismo, beni culturali e prodotti agroalimentari tipici. Molti borghi siciliani sono scrigni di storia, cultura, arte e presidi slow food impegnati nel recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale e dal degrado ambientale. Il progetto dei borghi potrebbe essere la chiave di volta per creare una inversione di tendenza e dare una concreta risposta al rischio desertificazione che se non si può sconfiggere di certo si può almeno mitigare in quanto abbiamo le conoscenze scientifiche e gli strumenti per intervenire».

Nel corso dei lavori sono intervenuti anche il prof. Bernardino Romano dell’Università di L’Aquila, Sabrina Diamanti (Presidente del consiglio nazionale dei dottori Agronomi e Forestali), Rachele Castro (Presidente consulta Ambiente IRSSAT), Maurizio Erbicella (CTS Asso CEA Messina APS), la ricercatrice Giovanna Lucia Piangiamore dell’INGV, Pietro Monforte, Michele Seminara e Vincenzo Veneziano (componenti consulta Ambiente IRSSAT) e il Prof. Vincenzo Piccione, Coordinatore del team Desertificazione IRSSAT.

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