Umbria – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Thu, 15 Feb 2024 10:08:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Umbria – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Se la campagna umbra diventa un motocross http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/02/se-la-campagna-umbra-diventa-un-motocross/ Fri, 09 Feb 2024 10:24:25 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16355 Motori nei sentieri, Borletti Buitoni (Fai): “Danni al turismo. Siamo il cuore verde”

di Gabriella Mecucci

Articolo del 6.2.2024 pubblicato su Passaggi Magazine

La Regione dell’Umbria fa come Penelope: di giorno tesse la tela del turismo e di notte la disfa. Mentre alla Bit di Milano l’Umbria veniva scelta come “capofila del turismo lento”, quello cioè che si fonda sulla ricerca di luoghi poco conosciuti, su una natura e un ambiente intatti, su prodotti genuini, a Perugia centinaia di persone scendevano in piazza per protestare contro un emendamento leghista, già votato dall’assemblea regionale, che consente di attraversare i sentieri di campagna e persino le mulattiere con moto rombanti e inquinanti. Il risultato è un ossimoro: il turismo lento, grazie a questo provvedimento, diventa stressante e persino pericoloso.

A Milano Agabiti presentava il progetto “cammini aperti” che valorizzerà gli itinerari religiosi e naturalistici, di cui l’Umbria è ricchissima, ma intanto a Perugia si era già provveduto a togliere ogni protezione a quegli itinerari. Uno strabismo totale. Contro l’autorizzazione ad una sorta di motocross pervasivo, il Cai ha organizzato, insieme ad altre associazioni, una protesta che sta montando nei borghi e nelle campagne della regione.

Ilaria Borletti Buitoni, vicepresidente nazionale del Fai, giudica il provvedimento regionale “in totale contraddizione con l’intera e fruttuosa campagna di promozione turistica che si fonda sullo slogan ‘Umbria cuore verde d’Italia’, e che assegna un ruolo centrale ai cammini religiosi e naturalistici”. E ancora: “L’ambiente di questa piccola regione è tanto prezioso quanto fragile”. Borletti Buitoni ribadisce l’appoggio del Fai alla campagna contro l’emendamento: “Una condivisione e un sostegno aggiunti ad un grazie all’impegno del Cai”. Quell’emendamento – prosegue – rappresenta un “cedimento a interessi di piccole lobby”, mentre, nell’affrontare questioni che attengono al patrimonio collettivo, “occorrerebbe avere una visione più ampia, in grado di interpretare interessi più generali, di cui fanno parte a pieno titolo la difesa dell’ambiente e del turismo”.

Gianluca Angeli, presidente del Cai annuncia che sono già una venticinquina, e continuano a crescere, le associazioni che hanno aderito alla protesta. Fra queste si contano il Fai, Legambiente, il Wwf, l’Agesci, solo per fare qualche nome. La spinta è forte. Angeli spiega le ragioni dell’opposizione del Cai al provvedimento così: “Innanzitutto ci sono problemi di sicurezza. Nei sentieri, nelle mulattiere popolate da motori e motorette aumentano notevolmente i pericoli per chi fa passeggiate. Il numero degli incidenti rischia di crescere”. E prosegue. “Si sta mettendo in piedi una sorta di demarketing, con tanto di difficoltà per il turismo”. Ancora: “Non è nostra intenzione contrapporci né ai cacciatori né ai motociclisti, ma le scelte fatte produrranno seri danni al turismo”. Il Cai si occupa della manutenzione di quattromila chilometri di percorsi di campagna dell’Umbria. “Come si fa –domanda Angeli – a motivare i volontari a custodirli e a tenerli in buono stato, se si consente ad altri di danneggiarli liberamente?”.

Sarà possibile un’intesa fra la Regione e le associazioni che consenta di preservare i sentieri? Sembra che la Lega tenga duro, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia sarebbero più disponibili a qualche correzione. Il consigliere regionale del Carroccio Manuela Puletti ha detto di aver invitato “al tavolo” gli oppositori del provvedimento. Gianluca Angeli la smentisce e spiega che il Cai chiede che venga “chiuso l’accesso ai percorsi con bandierina biancorossa”.

Puletti ha affermato che in due importanti regioni d’Italia, la Lombardia e il Veneto, sarebbe già stata approvata l’apertura al transito dei motori nei sentieri silvopastorali. Ad una lettura delle leggi in questione, questo non sembra esatto: in Lombardia il potere decisionale è stato trasferito ai Comuni, mentre in Veneto è possibile il passaggio solo per alcune e specificate ragioni. In tutte le altre regioni è vietato. L’Umbria può diventare un luogo di scorribanda anche da parte di chi proviene da altri territori. Una rumorosa e inquinata pista da motocross.

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Stop alla colata di cemento sul paesaggio di Assisi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/01/stop-alla-colata-di-cemento-sul-paesaggio-di-assisi/ Thu, 12 Jan 2023 10:10:09 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15757 A cura del Comitato No Cemento Assisi.

Petizione sottoscrivibile on line qui.

Segnalazione urgente con richiesta di intervento da parte delle Autorità competenti preposte da parte di alcuni cittadini di Assisi residenti in Località Madonna delle Grazie ai fini della tutela e salvaguardia del patrimonio Paesaggistico e ambientale della città di Assisi dichiarata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.

Fermiamo la cementificazione di Assisi e salviamo Assisi dalla devastazione ambientale!

La città di Assisi, e più esattamente la frazione Santa Maria degli Angeli loc. Madonna delle Grazie, via Giosuè Borsi, subirà a breve un’altra colata di cemento, con la avvenuta previsione di una zona agricola a zona edificabile di un’area, sottostante il Colle di Assisi, posta in piena visione panoramica, del tutto inedificabile dal lontano 1972.

Nell’anno 2004, dopo un lungo iter, con Decreto da parte della Regione dell’Umbria, fu approvata la Variante Generale al Piano Regolatore originario del Prof. Arch. Giovanni Astengo datato 1972, a suo tempo approvato Dal Ministero dei LL.PP.
Tale Piano Regolatore e la Variante Generale avevano nei contenuti anche valore di Piano Paesaggistico e Ambientale ai sensi della L. 1497/1939 in forza della L.R. n.1/1975.

La Variante Generale del 2004 inserì la previsione di edificabilità nel Piano Regolatore modificando, come per incanto, una parte della zona agricola in totale contrasto con i vincoli paesaggistici imposti dalle leggi in vigore, violando così il cono panoramico di Assisi voluto dal Piano Astengo: al posto di una zona agricola, verranno costruiti 5 edifici per oltre 7 mila metri quadri di superficie e per 4300 metri cubi di volume!

Il cemento sottrarrà quindi ancora un notevole spazio verde posto tra il Centro Storico e la pianura assisana sotto il Colle Storico, già di per sé sottoposta a notevoli interventi di edificazione sparsa, che stanno trasformando una delle aree più tutelate del territorio.

Non dimentichiamo che Assisi e l’intero suo territorio sono stati dichiarati, da parte dell’UNESCO nel 2000, Patrimonio dell’Umanità, mentre LA CITTA’ SANTA, conosciuta in tutto il mondo, continua da decenni ad essere umiliata e offesa nella sua mistica essenza.

Il Comitato NO Cemento Assisi, che si batte per la difesa del Paesaggio e dei Terreni Agricoli, si è impegnato e si impegnerà ancora per fermare il fiume di cemento che sta per essere versato nella fascia di maggior rispetto del patrimonio paesaggistico, naturalistico e artistico della Città, e si batte affinché vengano rispettati gli equilibri delicati dell’intero territorio di Assisi, per evitare che il suo paesaggio venga compromesso nel futuro. 

 Salviamo ASSISI DAL CEMENTO!

E’ il momento di agire, di farlo tutte e tutti… e di farlo subito!

Firma l’appello.

Per informazioni: comitatonocementoassisi@gmail.com

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Amici della Terra: È scandaloso l’impianto eolico di fronte al Duomo di Orvieto http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/amici-della-terra-e-scandaloso-limpianto-eolico-di-fronte-al-duomo-di-orvieto/ Thu, 16 Jun 2022 13:42:07 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15394 Sette pale eoliche di 200 metri di altezza stravolgerebbero un paesaggio – noto in tutto il mondo – dominato dal Duomo di Orvieto che ne misura 50”. A dichiararlo è la Presidente dell’associazione nazionale, Monica Tommasi.

Gli Amici della Terra Italia si oppongono all’ennesimo tentativo (dopo altri 2 fortunatamente falliti nell’ultimo decennio) di realizzare un parco eolico di fronte al Duomo di Orvieto. Questa volta, si tratta del Parco eolico Phobos dalla Società “Rwe Renewables Italia, di sette aerogeneratori, di altezza pari a 200 metri, nei comuni di Orvieto e Castel Giorgio in provincia di Terni.

La Presidente Monica Tommasi ha inviato le osservazioni alla commissione VIA elaborate e sottoscritte insieme ai rappresentanti di LIPU, Assotuscania, Associazione Bianchi Bandinelli, Altura, Mountain Wilderness, Pro Natura, Gruppo di Intervento Giuridico, tutte partecipanti alla Coalizione articolo 9 in difesa del paesaggio. Il dossier delle osservazioni, che spiega le ragioni dell’improponibilità del progetto, è stato anche presentato ai Sindaci dei 30 Comuni che si trovano entro un raggio di 20 chilometri dal Parco eolico Phobos, agli uffici del MiTE e agli uffici del Ministero della Cultura.

Ringraziamo – ha dichiarato Tommasi – Ernesto Galli della Loggia che, lo scorso 4 giugno in un editoriale su Il Corriere della Sera ( https://bit.ly/39dzEbH ), ha evidenziato come questo impianto andrebbe a rovinare uno dei paesaggi più belli dell’Italia centrale, colpendone l’attrattività sia turistica che culturale. Vorremmo che anche altri intellettuali ed esperti si esprimessero sulla congruità di un simile progetto che appare come una vera e propria provocazione perché, a fronte della produzione di una quantità irrilevante di energia elettrica intermittente, costituisce un precedente gravissimo di violazione dell’articolo 9 della Costituzione”.

Qui disponibili le osservazioni presentate e gli allegati completi:

Osservazioni Parco eolico Phobos

Allegato 1

Allegato 2

Osservazioni Villa Chaen

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Costituito il Comitato Amici del Botto di Orvieto http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/costituito-il-comitato-amici-del-botto-di-orvieto/ Fri, 25 Mar 2022 09:18:48 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15257 Nasce il Comitato “Amici del Botto di Orvieto”, un organismo formato dai cittadini e dagli abitanti del Comune che stanno difendendo i diritti di tutto il territorio orvietano e dell’ambiente in generale.  Cittadini interessati alle attività di sfruttamento minerario, perpetrato nella cosiddetta “Cava La Spicca”, realizzate dai proprietari dei suoli tramite il consenso delle istituzioni che li hanno autorizzati.

Le Cave del Botto sono ormai sfruttate da tanti anni, troppi: più di 30 per essere precisi. L’attività estrattiva è andata avanti in modo quasi ininterrotto nonostante diverse segnalazioni degli abitanti, sia per i rumori prodotti dai processi di lavorazione, che per le vibrazioni indotte dal brillamento delle mine alle abitazioni private

Discutibili i lavori di ripristino

Inoltre i lavori di ripristino che sono stati effettuati, fra l’altro approvati dalle Istituzioni, non hanno restituito i luoghi alla loro naturale vocazione. Basta visionare l’area per rendersi conto della ferita che grava su un ambiente naturale che è stato, e che resta, sfregiato.  Ma non solo.

Nuovo sfruttamento  di oltre 32 ettari  per altri 20 anni

In tale contesto la società La Spicca ha presentato un nuovo progetto di ampliamento (suddiviso in 2 stralci) di oltre 32 ettari di terreno e avente una durata complessiva dell’attività stimata in 20 anni

Sommando questi 32 ettari a quelli della cava già attiva avremmo un totale di oltre 70 ettari di terreno sconvolto dall’estrazione del basalto

Inoltre in base a quanto suddetto si rischia di avere disturbi quotidiani legati al rumore e alle vibrazioni per altri 20 anni.

Una nuova “ferita” assolutamente da evitare

Come cittadini siamo aperti a soluzioni diverse: abbiamo un’apertura mentale tale da riporre fiducia nella scienza e nell’osservazione dei dati, senza pregiudizi. Tuttavia siamo fortemente convinti, proprio dall’esperienza acquisita in questi anni, che un prolungamento ultradecennale con uno sfruttamento che interessa porzioni enormi di terreno coltivato prevalentemente a vigneti ed uliveti, non si debba assolutamente fare in quanto andrebbe ad alterare ulteriormente ed irreversibilmente la morfologia e la vocazione tipiche del nostro paesaggio. Va oltretutto tenuto conto che sarà abbattuto anche un antico casale che rappresenta una testimonianza storica del nostro territorio e che si trova nelle vicinanze di un’area già soggetta a vincolo archeologico per ritrovamenti di epoca romana

Piano Cave del 2005 e assenza della Vas

Si deve considerare che il prolungamento dello sfruttamento viene concesso in assenza di una revisione recente del “Piano Regolatore delle Cave” fermo al 2005, e con l’assenza di una Vas (Valutazione ambientale strategica) che ci sembra essere, a questo punto, più che necessaria per tener debito conto delle esigenze di tutela e specie di valorizzazione ambientale.

Piano regolatore approvato con una maggioranza risicata

Vogliamo sottolineare che tale nuova operazione è stata decisa da un Piano Regolatore Comunale approvato a maggioranza con 8 voti rispetto a 7 voti distribuiti tra contrari, astenuti e assenti, che non si coniugano affatto con un provvedimento di governo generale del territorio che richiederebbe una maggioranza ben più ampia.

Consideriamo anche le vicende giudiziarie…

Il tutto senza considerare le vicende giudiziarie che coinvolgono funzionari regionali dell’Ufficio Cave, attualmente sottoposti a indagine con l’accusa di corruzione.  

Proprietà Cava La Spicca maggioranza estera

A questo si deve aggiungere che la maggioranza della proprietà è estera, extra Unione Europea, e che quindi poco apporterebbe a questo territorio in termini di benefici economici.

ABBIAMO GIÀ DATO!

IL BOTTO NE HA ABBASTANZA DI BOTTI, DINAMITE E CATERPILLAR

Soluzione alternative al basalto

Si deve considerare, infatti, che ci sono soluzioni alternative che possono esser perseguite con processi di economia circolare, per sostituire il basalto nei suoi attuali utilizzi con altri materiali non inquinanti.  Soluzioni alternative che possono ben risolvere la necessità in questione.

Evitare la distruzione di un territorio vocato al turismo e al paesaggio

Ed ancora.  Come è stato ribadito da tutte le forze politiche, la vocazione di Orvieto è da ricercare nello sviluppo di attività industriali leggere e nelle attrazioni culturali, turistiche, paesaggistiche, enogastronomiche, enologiche  che sono legate in modo indissolubile ad un turismo che valorizzi l’intero territorio nel suo complesso.

Per questo motivo, permettere un nuovo ultradecennale sfruttamento di un territorio così “speciale” dal punto di vista paesaggistico è solo uno scempio che tutti i cittadini di Orvieto, e non solo, debbono assolutamente evitare.

APPELLO AI CITTADINI

È un appello che il Comitato Amici del Botto di Orvieto rivolge a tutti i cittadini orvietani e della Regione Umbria, per provare a fermare questa nuova distruzione e questo nuovo sopruso: abbiamo ancora tempo per riuscire a bloccare l’operazione e fare sì che il nostro territorio venga maggiormente tutelato e non messo a servizio di soggetti privilegiati a scapito dell’ambiente e della qualità della vita delle persone che vi risiedono

In vista della prossima Conferenza dei Servizi

Dopo il 30 marzo ci sarà la Conferenza dei servizi alla quale presenteremo le osservazioni in merito al nuovo piano per il prolungamento dello sfruttamento: abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Non è un problema solo degli abitanti della zona, ma riguarda tutti i cittadini di Orvieto, dei comuni limitrofi e della Regione Umbria.

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Valutazione Ambientale obbligatoria prima di autorizzare l’incenerimento di rifiuti (CSS) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/02/valutazione-ambientale-obbligatoria-prima-di-autorizzare-lincenerimento-di-rifiuti-css/ Sun, 06 Feb 2022 08:57:36 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15143 Petizione che può essere sottoscritta on line qui.

Caro Ministro Cingolani,
nel 2013 il Suo predecessore Corrado Clini (condannato a 6 anni per corruzione) ha trasformato per decreto i rifiuti (53 tipi) in combustibile “CSS”.

Energia rinnovabile, diceva Clini, perche’ rifiuti se ne producono finche’ si vuole!

L’Europa, nel frattempo, va nella direzione opposta, decretando la riduzione di rifiuti, e di qualunque tipo di incenerimento (obbiettivi EU 2030e 2050), in linea con l’economia circolare e il recupero di materie prime sempre più preziose e costose.

Invece, nell’estate 2021 Lei, Ministro Cingolani, non solo ha autorizzato i cementifici a bruciare liberamente rifiuti “CSS”. Ha anche abolito l’obbligo di valutarne l’impatto su ambiente e popolazione.

Le emissioni di sostanze tossiche consentite sono per un cementificio molte volte maggiori rispetto ad un inceneritore.

Dunque, in un colpo solo il governo chiude il ciclo dei rifiuti e regala ai cementifici i crediti di carbonio: senza alcuna precauzione, e senza che residenti e autorità locali possano conoscere il danno conseguente.

Con questa lettera Le chiediamo di ristabilire la Valutazione di Impatto Ambientale e rendere obbligatoria anche la Valutazione di Impatto Sanitario, prima di concedere qualunque autorizzazione a incenerire rifiuti / CSS, in qualsiasi impianto, cementificio o termovalorizzatore.

Siamo certi che Lei fara’ tutto il possibile per adeguare le norme italiane alle chiare indicazioni Europee.

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La scheda di Occhio al paesaggio: Castelluccio di Norcia (Perugia) http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/06/la-scheda-di-occhio-al-paesaggio-castelluccio-di-norcia-perugia/ Mon, 28 Jun 2021 10:02:19 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14606 di Frederick Bradley.

La lettura del paesaggio adottata in queste schede segue l’approccio percettivo-cognitivo all’interpretazione di paesaggio, insito nella definizione che ne dà la Convenzione Europea del Paesaggio. E’ noto che in tale contesto normativo non si considera il valore estetico del territorio, tipico della visione umanistica, ma il significato che questo esprime per l’osservatore capace di percepirne i caratteri secondo la propria conoscenza.
Un’interpretazione che estende la dignità di esprimere un paesaggio anche ai territori considerati non belli, se non decisamente brutti.
Esistono tuttavia dei paesaggi che alla ricchezza di significato degli elementi del territorio associano una bellezza difficilmente ignorabile anche in una lettura prettamente “analitica”. Anzi la stessa bellezza diventa un elemento con un significato ben preciso la cui percezione dà conto del valore complessivo del territorio. E’ il caso della fioritura dei campi di lenticchie di Castelluccio di Norcia che si ripresenta ogni anno in questa stagione.
Buona lettura…

Il paesaggio di Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia è famoso per la coloratissima fioritura dei suoi campi di lenticchie, un fenomeno unico che richiama decine di migliaia di turisti ogni anno.

Oltre all’effetto scenico, però, questo paesaggio è ricco di informazioni che consentono di capire a fondo il territorio del borgo. Castelluccio ha origini medievali ma la coltivazione delle lenticchie nel Pian Grande, antistante il borgo, è una pratica agricola ben più antica ed è da sempre parte integrante della tradizione agricola e culinaria locale. Il suo aspetto più appariscente, la colorazione dei campi coltivati tra maggio e luglio, è dato dalla fioritura delle piante infestanti che qui, non solo non vengono distrutte, ma costituiscono addirittura un valore aggiunto della pratica agronomica tradizionale che consente di migliorare la produzione dei legumi. La varietà di lenticchia prodotta a Castelluccio, frutto di un adattamento millenario al rigido clima del Pian Grande, trae vantaggio anche dalle basse temperature invernali che impediscono il proliferare del tonchio, un coleottero parassita di questi legumi.

Di fatto, i campi variopinti e le praterie di alta montagna del vicino Monte Vettore, indicative un clima freddo, sono i segni che garantiscono una produzione di lenticchie senza l’impiego di erbicidi e di pesticidi. Ma il Monte Vettore mostra anche una traccia dai risvolti tra loro contrastanti per la popolazione locale: il cosiddetto “cordone del Vettore”, manifestazione superficiale di un sistema di faglie tettoniche profonde che sono all’origine sia della formazione del Pian Grande, e quindi indirettamente della coltivazione di lenticchie, sia della distruzione di Castelluccio avvenuta per un terremoto nel 2016. Un evento che, per quanto devastante, non sembra aver costretto il borgo all’abbandono.

Tratto da: http://www.wikitinera.it/index.php/castelluccio-norcia-pg-umbria

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La Corte d’Appello di Roma difende gli usi civici dei Piani di Castelluccio di Norcia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/la-corte-dappello-di-roma-difende-gli-usi-civici-dei-piani-di-castelluccio-di-norcia/ Wed, 31 Mar 2021 20:28:09 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14433 A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico odv.

La Corte d’Appello di Roma – Sezione specializzata per gli Usi Civici, con sentenza 3 marzo 2021 (R.G. n. 6474/2018), ha confermato quanto deciso con la sentenza Comm. Usi civici Lazio, Umbria, Toscana n. 19 del 13 marzo 2018 relativa alla illegittima realizzazione di parcheggi per autoveicoli da parte del Comune di Norcia sul Piano Grande di Castelluccio, sui Monti Sibillini.

Il Giudice d’appello, confermando l’operato del Commissario, ha posto alcuni elementi di grande rilievo giurisprudenziale per la corretta gestione delle terre collettive:

* la competenza giurisdizionale del Commissario per gli usi civici si estende a ogni modalità di utilizzo delle terre collettive;

* qualsiasi sia la durata di una concessione di terreni a uso civico, dev’essere legittimamente autorizzata con atto della Giunta regionale (in Umbria), non dirigenziale, e solo per soddisfare gli interessi della collettività locale titolare dei diritti;

* trattandosi di aree tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), qualsiasi utilizzo dev’essere preventivamente autorizzato con nullaosta paesaggistico e verifica del Ministero della Transizione Ecologica per evitare degrado ambientale.

Sconfitta, quindi, la Regione Umbria, che aveva proposto appello avverso la sentenza commissariale, ritenendo di poter autorizzare qualsiasi tipologia di fruizione delle terre collettive, e la stessa Comunanza Agraria di Castelluccio, disponibile a cedere l’utilizzo delle terre collettive in contrasto con l’interesse di salvaguardia ambientale e degli stessi cittadini titolari dei diritti di uso civico.  Non costituito il Comune di Norcia.

L’associazione ecologista Gruppo d’intervento Giuridico odv, costituitasi davanti alla Corte d’Appello di Roma – Sezione specializzata usi civici in difesa del demanio civico del Piano Grande e al Pian Perduto di Castelluccio di Norcia e della sentenza n. 19 del 13 marzo 2018 del Commissario per gli Usi Civici di Lazio, Umbria e Toscana grazie al prezioso operato degli Avvocati Rosalia Pacifico, del Foro di Cagliari, e Tommaso Raccuglia, del Foro di Roma, esprime grande soddisfazione per la pronuncia della Corte d’Appello romana.

Come si ricorderà, La vicenda processuale davanti al Commissario per gli usi civici di Roma rientra nell’ambito del complesso di azioni portate avanti fin dall’istanza dell’estate 2015 (5 agosto 2015)  dalle associazioni ecologiste Mountain Wilderness Italia e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per la salvaguardia dei Piani di Castelluccio, notissimi per la famosa fiorita, autentica esplosione di colori.     

Si tratta di un altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino Umbro-Marchigiano, sui Monti Sibillini, ai piedi del Monte Vettore, nei Comuni di Norcia (PG) e Castelsantangelo sul Nera (MC), nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.  Sono il fondo di un antico lago appenninico, ora prosciugatosi e noto per i suoi fenomeni carsici. 

Estesi circa 15 kmq., sono a un’altezza media di mt. 1.350 e costituiscono un ambiente unico e straordinario: sono tutelati con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), rientrano nel parco nazionale dei Monti Sibillini (legge n. 394/1991 e s.m.i., D.P.R. 6 agosto 1993) e nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Piani di Castelluccio di Norcia (codice IT5210052), ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali.  Gran parte dei Piani (1.136 ettari) sono aree a uso civico (leggi n. 168/2017 e n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928, legge regionale Umbria n. 1/1984 e s.m.i.), di cui è titolare la Comunanza Agraria di Castelluccio.

Dopo il ricorso ecologista, il Commissario per gli Usi Civici, con ordinanza n. 255 del 28 luglio 2016, aveva disposto il sequestro giudiziario (art.30 della legge n. 1766/1927 e s.m.i., nonché art. 670, comma 1°, cod. proc. civ.) delle aree a uso civico utilizzate illegittimamente come parcheggio, nominando Custode giudiziario il Comandante del reparto del Corpo forestale dello Stato (oggi Carabinieri Forestale) competente per territorio, mentre gli atti venivano trasmessi alla competente Procura della Repubblica per le ipotesi di reato paesaggistico (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e alla Procura regionale della Corte dei conti per le ipotesi di danno erariale (art. 1 della legge n. 20/1994 e s.m.i.).

Il Commissario per gli Usi Civici e la Corte d’Appello di Roma hanno affermato chiaramente che i terreni a uso civico non possono “essere adibiti ad aree di sosta temporanee per autoveicoli, respingendo le argomentazioni portate in causa dalla Regione Umbria, dalla Comunanza Agraria di Castelluccio e dal Comune di Norcia.

Le sentenze della Corte d’Appello di Roma e del Commissario per gli Usi civici assumono anche grande rilievo per la corretta gestione delle terre collettive.

Difendere quel gioiello naturalistico dal degrado è necessario e crediamo che chiunque non possa che esser d’accordo. 

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Il business dei rifiuti mascherato da svolta green: il caso Gubbio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/il-business-dei-rifiuti-mascherato-da-svolta-green-il-caso-gubbio/ Sun, 21 Mar 2021 21:39:22 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14404 A cura di Antimafia Duemila.

Avviene in Umbria, a Gubbio, e lo scenario potrebbe ripetersi in tutta Italia. La chiamano “svolta green” e piace molto ai magnati del cemento che tentano il tutto per tutto per fare business buttandosi sul redditizio mercato dei rifiuti, promuovendo l’utilizzo del Combustibile Solido Secondario (CSS) da bruciare nei forni dei loro stabilimenti. Un metodo conveniente per le tasche delle lobby del cemento, che indossano l’abito dei benefattori assicurando nientemeno che bruciare CSS risolverà il problema dei rifiuti. Peccato però che i cementifici sono nati per produrre cemento e non per essere degli inceneritori.

La maschera green
Bruciare rifiuti sarebbe la “svolta green”? Chiamiamo le cose col loro vero nome: si tratta di una gigantesca operazione finanziaria, travestita con ipocriti annunci che promettono un verde futuro sostenibile per i cittadini. Ma la verità è che i cittadini diventeranno “esposti involontari” a metalli pesanti, particolato, polveri sottili e altri inquinanti di cui è scientificamente dimostrata la mortale pericolosità. Insomma, si tratta del solito greenwashing in voga tra le file globaliste che fanno impresa anche a discapito della popolazione.

Nella città dove San Francesco ha domato il lupo, oggi c’è da temere un lupo ancora più feroce: la bestia nera del business che si nasconde dietro la maschera del falso progresso. La mossa dei cementieri rischia di fare scacco matto alla salute pubblica. Quello che si prospetta a Gubbio e che potrebbe toccare anche altre città italiane, è un’ecatombe consumata in una delle città medievali più belle della nostra penisola che ora rischia di balzare agli onori delle cronache per divenire la pattumiera ‘green’ del Centro Italia dove si chiuderebbe il ciclo dei rifiuti non solo dei territori limitrofi ma probabilmente anche di quelli esteri. E questo non è “terrorismo psicologico” ma è un grave ammonimento basato su dati scientifici che preoccupano non poco i cittadini che si troverebbero a vivere in una città dove ogni anno vengono bruciate fino a 100 mila tonnellate di rifiuti. Una prospettiva che rischia di trasformare una delle più belle città medievali della penisola nell’immondezzaio-green del Centro Italia per opera dei soliti paperoni che vogliono decidere le sorti di un intero territorio.

Prosegue qui.

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Orvieto: i cittadini si oppongono al mega-impianto fotovoltaico San Faustino-San Bartolomeo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/orvieto-i-cittadini-si-oppongono-al-mega-impianto-fotovoltaico-san-faustino-san-bartolomeo/ Tue, 16 Mar 2021 22:26:08 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14387 Anche Orvieto, città etrusca di riconosciuta attrattiva turistica e enorme patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell’Umbria, corre il rischio di vedere il proprio unico paesaggio deturpato dall’installazione di 74356 pannelli fotovoltaici su una imponente area di circa 40 ettari.

Il progetto è stato avanzato da una società costituitasi nel 2019 che non risulta possedere esperienze pregresse per impianti di tale natura e dimensione e risulta “inattiva”, così come dimostrato dal Certificato camerale presentato dalla stessa Società a sostegno della domanda di approvazione del progetto.
La comunità locale era completamente ignara, fino a poche settimane fa, dell’esistenza di un simile progetto. Il Comune di Orvieto, per dichiarati errori tecnici, aveva omesso di darne informazione nell’Albo Pretorio.
L’ormai indispensabile attenzione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza ha portato alla luce questa mancanza e il comune di Orvieto ha dovuto porre rimedio riaprendo i termini per le osservazioni sul progetto da parte di organizzazioni e cittadini (entro il 6 aprile).

Il Comitato Tutela Monte Peglia ha inviato una lettera alla Sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, invitandola ad opporsi con forza al paventato progetto. Questo il documento trasmesso:

Egregia Sindaca,
il passaggio a uno stile di vita più ecocompatibile è una necessità improrogabile per la sopravvivenza del pianeta e, per questo motivo, il ricorso alle energie rinnovabili gioca un ruolo fondamentale.
Tuttavia, l’uso di fonti alternative ai combustibili fossili non può andare a discapito della salvaguardia ambientale: tale uso sarebbe una contraddizione in termini che minerebbe l’obiettivo primo di tali impianti.

Per questa ragione, come cittadini di Orvieto e abitanti del Monte Peglia, ci opponiamo con forza alla creazione del mega-impianto fotovoltaico San Faustino-San Bartolomeo e Le chiediamo con convinzione di non dare parere favorevole al progetto.
L’Umbria è da sempre considerata il ‘cuore verde’ d’Italia e Orvieto rappresenta per questa regione un tesoro di cultura, paesaggio e qualità della vita.
Il Monte Peglia, in particolare, preserva ecosistemi rimasti, finora miracolosamente inalterati: la storia di millenni ci ha consegnato un prezioso patrimonio, non a caso la zona è stata riconosciuta ‘Riserva della Biosfera UNESCO’ e nel documento piano di gestione Prot. 0038027 del 09/10/2018 il comune di Orvieto si impegna con l’Associazione Monte Peglia per l’Unesco a “riflettere su progetti che proteggono la biodiversità, il miglioramento del paesaggio, della sanità, del benessere e della coesione sociale”.
Ci appelliamo a questo protocollo sottolineando che l’installazione di 74356 pannelli in 40 ettari circa sui terreni delle aree di San Faustino e San Bartolomeo sottrarrebbe terre coltivabili e utilizzabili per l’allevamento nell’ambito di un lavoro di produzione di alimenti biologici di alta qualità, distruggerebbe in modo irreversibile un paesaggio da sempre amato e visitato dai turisti di tutto il mondo ma, soprattutto, devasterebbe un agroecosistema di elevato pregio, presidio di biodiversità, dove la maggior parte di noi vive per scelta.

Noi non siamo contro le energie rinnovabili, ma riteniamo che vada favorita l’installazione di impianti fotovoltaici locali, sui tetti dei capannoni, delle abitazioni, dell’ospedale, dei laboratori, delle serre; nelle barriere antirumore che corrono lungo l’autostrada e la ferrovia; nella cartellonistica presente in molte vie di Orvieto Scalo e in tutte le mille coperture che non sottrarrebbero terre all’agricoltura.

Oltre a ottenere il duplice vantaggio di produrre energia pulita e utilizzata in loco, senza perdite dovute al trasferimento da punto di produzione a punto di utilizzo, questo tipo di installazioni eviterebbe i rischi di infiltrazioni mafiose, che purtroppo sempre più spesso accompagnano le speculazioni legate ai mega-impianti fotovoltaici, eolici, e non solo.

Noi crediamo che il Monte Peglia vada vissuto, non sfruttato.
E che vada vissuto in armonia con l’ambiente, preservandone la ricchezza di biodiversità e trasmettendone l’inestimabile patrimonio alle generazioni future.

Confidando in un suo sostegno alla nostra opposizione, chiediamo a Lei ed alla Giunta del Comune di Orvieto una posizione politica forte e chiara volta a rigettare il progetto in oggetto.

Comitato Tutela Monte Peglia

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Salviamo bosco, collina e borgo medievale di Collestrada http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/salviamo-bosco-collina-e-borgo-medievale-di-collestrada/ Tue, 02 Mar 2021 21:31:36 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14352

L’Associazione “Colle della Strada” intende accendere un faro su una questione che rischia di compromettere irreparabilmente l’ecosistema del territorio tra Perugia ed Assisi con la realizzazione di una bretella stradale di 7 km il cui tracciato sarà realizzato all’interno della zona SIC/ZSC di Collestrada. Video Borgo Medievale

Il tracciato noto anche come “Nodo di Perugia” andrebbe a lasciare una cicatrice permanente sulla collina (sottoposta a vincolo paesaggistico definito con Decreto Ministeriale 14/11/1962), alterando in modo irrimediabile la zona dei Boschi a Farnetto SIC-ZSC IT5210077 (Dati Ufficiali) con tratti in galleria collegati da tratti in viadotti sopraelevati.

L’area boschiva interessata ospita specie di raro e rilevante interesse floristico vegetazionale come: Brugo, Ginestra di Germania, Sorbo fiorentino, Camedrio siciliano e Farnetto che ha qui il suo limite settentrionale di distribuzione nel territorio italiano. La confinante campagna e i residui boschivi sono, inoltre, in grado di offrire nicchie ecologiche diversificate a rapaci e predatori, sia diurni (poiana e gheppio) che notturni (civetta, gufo reale) oltre che a rappresentare uno dei più importanti corridoi migratori per gli uccelli che attraversano la penisola diretti in Africa (Airone Cinerino).

Riconoscendo la necessità di risolvere il problema del traffico viario ed al contempo di salvaguardare il patrimonio paesaggistico, naturalistico e storico del Territorio, si propone di valutare alternative dal punto di vista del tracciato stradale, dello sviluppo della rete di trasporto intermodale e della ricerca di sistemi innovativi di comunicazione meno impattanti su territorio, ambiente ed ecosistema.

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Collestrada è una frazione del comune di Perugia situata sulla sommità di una piccola collina che domina sia la pianura percorsa dal Tevere che la vicina piana di Assisi, delle quali è spartiacque naturale; è facilmente identificabile anche da lontano, grazie al caratteristico viale in salita adornato da pini.

L’Associazione “Colle della Strada” ha lo scopo di valorizzare e salvaguardare il bosco e il suo ecosistema, il borgo medievale ed il suo paesaggio ovvero il retaggio secolare del territorio intessuto di memorie storiche e religiose straordinarie.

La petizione può essere sottoscritta qui.

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