Esempi virtuosi – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Sun, 31 Mar 2024 07:12:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Esempi virtuosi – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Un webinar con Paolo Maddalena sull’Art.42 della Costituzione http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/un-webinar-con-paolo-maddalena-sullart-42-della-costituzione/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/un-webinar-con-paolo-maddalena-sullart-42-della-costituzione/#comments Mon, 18 Mar 2024 11:15:17 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16431 Il Forum “Salviamo il Paesaggio” organizza un webinar sulla corretta interpretazione dell’Articolo 42 della Costituzione tenuto dall’ex Vicepresidente della Corte costituzionale della Repubblica italiana Paolo Maddalena. L’appuntamento è previsto per lunedì 25 marzo 2024, alle ore 21. Chi desidera partecipare, è pregato di compilare il seguente modulo Google: lasciando la propria email, si riceverà il link Zoom al quale seguire il webinar.

LINK: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeRvLzjc4b96nSqmMCfN741kWAZ0k78j8HBMviS_EHT6r2foQ/viewform

Che cosa dice, in breve, l’art.42 della Costituzione?

Nel nostro ordinamento giuridico, brilla di luce particolare l’articolo 42 della Costituzione, secondo il quale: “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, a Enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. 

L’art. 42 della Costituzione, che verrà preso in esame da Paolo Maddalena attraverso un approccio teorico ma anche pratico, con la presentazione di casi concreti di applicazione, riconosce che la “proprietà privata” è “riconosciuta e garantita dalla legge” non in modo “illimitato” ma con quei “limiti” atti ad “assicurare” il perseguimento della “funzione sociale” del bene ceduto.

In altri termini, è il Popolo sovrano che, mediante l’opera dei suoi rappresentanti parlamentari (la legge) “cede” parte del suo patrimonio pubblico (il territorio), trattenendo nella propria ”proprietà pubblica demaniale” quelle “utilità pubbliche” che la Cosa esprime, peraltro imponendo al proprietario privato “l’obbligo” di “assicurare” l’utilizzazione del bene, non solo a fini individuali, ma anche sociali.

Il che significa che i beni “abbandonati” tornano là da dove erano venuti, e cioè nella “proprietà pubblica” del popolo sovrano. E non si può non ricordare in proposito che l’art. 827 del vigente codice civile sancisce che “i beni immobili che non sono in proprietà di alcuno spettano al patrimonio dello Stato”.

Il 29,7% delle abitazioni oggi esistenti in Italia (oltre 10 milioni su un totale di circa 36 milioni, secondo le fonti ISTAT 2019) risultano non occupate. Applicando l’articolo 42 della nostra Costituzione, dovremmo chiederci: qual è la funzione sociale di un’abitazione non abitata? E quale la funzione sociale delle migliaia di capannoni inutilizzati?

Sono almeno tre i casi concreti su cui possiamo poggiare le nostre tesi e sospingere una «new age» che potrebbe sconvolgere – in positivo – l’abitudine di dichiarare la priorità della tutela del Bene Comune sotto il profilo della pura teoria, salvo relegarla a un ruolo inattivo. Questo Forum ne parlava già nel 2017: gli stimoli che giungono da Napoli, da Ciampino e da San Giorgio di Pesaro, sono segnali importanti di una «marea» che si sta alzando e che possiamo contribuire a trasformare in un’onda lunga.

Di questo e di altro parleremo con Paolo Maddalena nel webinar di lunedì 25 marzo, che consentirà anche domande e risposte nella parte conclusiva. Iscrivetevi!

]]>
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/03/un-webinar-con-paolo-maddalena-sullart-42-della-costituzione/feed/ 1
Una scuola di giornalismo ambientale, costruttivo e digitale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/una-scuola-di-giornalismo-ambientale-costruttivo-e-digitale/ Wed, 06 Dec 2023 16:25:46 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16246 Come sarà questa Scuola nel dettaglio? Come si articoleranno le settimane, le giornate? Iscrivitevi al WEBINAR di martedì 19 DICEMBRE alle 18:30 in cui gli organizzatori vi racconteranno di persona il programma e potrete porre tutte le domande che vorrete. Per partecipare al webinar iscriviti qui > https://bit.ly/3uYsEKd 

Clima, ambiente, incendi, foreste, inquinamento, estinzioni, rifiuti, mafie, sessismo. Sono questi i temi-cardine su cui “Italia Che Cambia” ha deciso di avviare una ennesima sua sfida: una autentica scuola di giornalismo “altro”, della durata di 9 settimane residenziali (dal 2 aprile al 1 giugno 2024) in Val Pennavaire, tra i monti liguri e le valli piemontesi, in una struttura completamente dedicata al soggiorno e alla formazione.

Viviamo una crisi ecologica, sociale ed economica senza precedenti. Il mondo è attraversato da guerre, pandemie, siccità, alluvioni, derive populiste e crisi della democrazia. L’avvento dell’intelligenza artificiale rende tutto ancora più complesso e indecifrabile.
In questo contesto diventa quanto mai fondamentale il ruolo del giornalismo costruttivo, del giornalismo ambientale ed eco-sociale e del giornalismo “tecnologico” e digitale.

LA COMPLESSITÀ È LA SFIDA DEL PRESENTE
Non si può parlare di energia, senza parlare di ecologia o di guerre (e viceversa).
Non si può parlare di agricoltura, senza parlare di acqua, cementificazione, clima.
Non si può parlare di cibo senza parlare di equità sociale, inquinamento, salute.
Non si può parlare di lavoro senza parlare di tecnologia e intelligenza artificiale.

“Italia Che Cambia” ha deciso di cogliere la sfida della complessità organizzando una scuola di giornalismo che formi su scrittura, videomaking, podcasting, data journalism, deontologia professionale e nel contempo fornisca strumenti e conoscenze base per parlare di clima, ambiente, energia, rifiuti, economia, imprenditoria, eco-mafie, senza dimenticare le sfide poste dagli sviluppi tecnologici e dalla diffusione delle intelligenze artificiali.

9 settimane residenziali con un nutrito gruppo di esperti ed esperte tra cui biologi, ecologi, esperti di rifiuti, imprenditori, protagonisti della lotta alle mafie, permacultori, esperti di linguaggio di genere e una rete di partner straordinaria. Per conoscere gli strumenti ed iniziare a realizzare articoli, video e podcast e introdurre concretamente i e le partecipanti al mondo del lavoro.

Perchè se lo vuoi cambiare, prima lo devi raccontare e se lo vuoi raccontare, prima lo devi conoscere!

Il corso in breve

  • 9 settimane residenziali dal 2 aprile al 1 giugno in Val Pennavaire, tra i monti liguri e le valli piemontesi, in una struttura completamente dedicata al soggiorno e alla formazione.
  • Partecipazione a numero chiuso. Max 30 partecipanti.
  • 9 aree formative esplorate con oltre 30 docenti tra i massimi esperti ed esperte del settore e testimonianze dai mondi del cambiamento.
  • Laboratori pratici di video e audio making e di scrittura giornalistica.
  • Realizzazione di articoli, video e podcast che verranno pubblicati su testate giornalistiche di settore.
  • 2 borse di studio totali e 2 borse di studio al 50% disponibili.
  • Un percorso unico e senza precedenti, ampio ed eterogeneo, per metterti in una condizione privilegiata di fronte al mondo che ci aspetta.

Qui potete trovare tutti gli approfondimenti necessari.

E qui trovate nomi e sintetiche biografie dei Docenti chiamati a raccontare (anche) il mondo di domani agli studenti di questa scuola particolarmente innovativa, tra cui diversi componenti di spicco del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio (tra i Partner che sostengono la scuola), come Luca Mercalli, Domenico Gattuso, Alessandro Mortarino.

Da parte nostra, quindi, un “caldo” invito ad iscriversi, rivolto in particolare:

A chi vuole fare il/la giornalista
A chi vuole comprendere e affrontare le sfide legate all’ambiente, alla salute e al territorio
A chi già svolge la professione giornalistica ma vuole formarsi e aggiornarsi sul giornalismo scientifico, ambientale, d’inchiesta, costruttivo e digitale.
A chi vuole imparare a fare video di carattere giornalistico o podcast di approfondimento
A chi desidera comprendere l’informazione più in generale
Agli attivisti e alle attiviste sensibili alle tematiche ambientali e sociali.

Italia che cambia è una testata giornalistica, un’associazione di promozione sociale e una cooperativa impresa sociale. Nasce nel 2012 da un viaggio di Daniel Tarozzi alla scoperta di progetti ed esperienze di cambiamento concreto in atto nel Paese.
Da allora racconta, mappa e mette in rete quel pezzo di paese che di fronte a un problema si attiva per cambiare concretamente le cose senza delegare o aspettare che qualcuno lo faccia al suo posto.

]]>
Siccità, nove comuni francesi dicono stop a nuove case http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/04/siccita-nove-comuni-francesi-dicono-stop-a-nuove-case/ Wed, 26 Apr 2023 10:18:08 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15923 di Maurizio Bongioanni.

Le autorità locali della Provenza, nel sud della Francia, hanno sospeso tutti i nuovi progetti edilizi nella città di Fayence e nei villaggi circostanti per cinque anni a causa della carenza d’acqua. La decisione senza precedenti è stata presa dopo l’inverno più secco registrato nel Paese dal 1959, quando gli esperti si sono resi conto che le loro stime non avrebbero potuto garantire un approvvigionamento minimo d’acqua per nuovi abitanti. 

Sulla decisione ha pesato una lettera del prefetto del 10 marzo che invitava i sindaci “a rifiutare le richieste di autorizzazione urbanistica per progetti che generano consumo di acqua”, ricordandogli le responsabilità dei Comuni per le forniture d’acqua contro gli incendi boschivi. “Spetta a voi evitare questo rischio, rifiutando qualsiasi nuova autorizzazione che possa aumentare la vulnerabilità e indebolire i mezzi di lotta contro gli incendi. Data la disperata aridità dei terreni, il rischio è già molto elevato”.

L’aumento della frequenza e dell’intensità delle siccità nella regione mediterranea è una delle conseguenze più note del cambiamento climatico. L’ultimo rapporto dell’IPCC afferma che il cambiamento climatico ha inaridito la regione mediterranea dalla metà del XX secolo (p. 563 e p. 579). Sempre secondo il rapporto, se il riscaldamento globale non sarà mantenuto entro l’obiettivo di 1,5ºC dell’Accordo di Parigi l’intensità delle siccità potranno raggiungere livelli mai visti negli ultimi 10.000 anni”(p. 2237).

Crediti foto: Scott Blake/Unsplash

]]>
Il 3 marzo i giovani tornano in piazza per lo sciopero globale per il clima http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/02/il-3-marzo-i-giovani-tornano-in-piazza-per-lo-sciopero-globale-per-il-clima/ Mon, 27 Feb 2023 16:37:41 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15849 La nostra rabbia è energia rinnovabile!

Ci hanno derubato sfruttando la guerra: distribuiamo quella ricchezza in servizi per le nostre città invivibili!”

Dove si terrà lo sciopero?

NON ESISTONO PROFITTI LEGITTIMI PER LE AZIENDE FOSSILI.

Le città diventano sempre più invivibili, con temperature estreme e stili di vita non consoni a una vita basata sul benessere personale e collettivo. Vediamo come, nei mesi successivi alla guerra, le grandi compagnie del fossile abbiano innalzato alle stelle i loro ricavi a causa della guerra e del rincaro dei prezzi. Gli Stati si sono lasciati trovare impreparati e i governi sono dovuti andare al riparo, cercando di aiutare le famiglie e le imprese (stesse imprese energivore alle quali andavano parti dei soldi). Abbiamo visto Eni fare utili superiori al 700%, in tutto questo periodo, anche ben prima che la guerra scoppiasse. Mentre il costo di vita è già aumentato tantissimo, il governo si è dovuto uniformare alle decisioni europee e prevedere di alzare la tassa sugli extraprofitti con l’aggiunta, quindi, del “contributo di solidarietà” (in legge di bilancio) entro marzo. Anche così però Eni pagherebbe circa 3,7 su 10,4 mld di profitti netti nel 2022. Un dato di fortissima disuguaglianza. 

Questi fondi extra non sono stati tuttavia reinvestiti in progetti legati alle energie rinnovabili ma perlopiù in buyback. Questo meccanismo prevede il riacquisto delle azioni stesse per distribuire dividendi agli azionisti. Si è quindi scelto così di andare totalmente contro a quanto scriveva l’Ipcc (pag. 56): “Le emissioni cumulative future di CO2 previste per il periodo di vita delle infrastrutture per combustibili fossili esistenti e attualmente pianificate senza ulteriori abbattimenti, superano le emissioni totali cumulate di emissioni nette di CO2 nei percorsi che limitano il riscaldamento a 1,5°C”

Una classe dirigente che decide di ignorare o non affrontare un problema ormai sotto gli occhi di tutti, è una classe dirigente da cui non ci sentiamo rappresentatə. È una scelta politica ignorare o decidere di non  affrontare il problema. È una posizione politica precisa: un conto economico di voti che questo o quell’altro partito si fa, e alla fine l’intera scena politica prende una posizione. Una posizione a nostro parere ben poco lungimirante perché non tiene conto delle evidenti disparità sociali, delle disuguaglianze e dell’inflazione stessa.

Per risolvere le sfide sociali, economiche e ambientali che affrontiamo oggi, dobbiamo ripensare lo status quo. I governi e le altre istituzioni di tutto il mondo devono abbracciare nuovi modi di pensare e impegnarsi attivamente nell’innovazione dei sistemi diffusi per compiere progressi reali verso un mondo più sano e più prospero. Eppure la maggior parte continua a inquadrare il proprio lavoro all’interno di modelli economici tradizionali, senza riconoscere il danno che sta causando alla società e al pianeta. Questa inquadratura si manifesta spesso in misure a valle, come il trattamento delle malattie respiratorie esacerbate dall’inquinamento atmosferico, piuttosto che investire nel trasporto pubblico; ricostruire dopo le inondazioni causate dai cambiamenti climatici, piuttosto che disinvestire dai combustibili fossili e investire in energia pulita; o concentrarsi su interventi sanitari legati alla cattiva alimentazione, piuttosto che migliorare le filiere agricole e incoraggiare la domanda dei consumatori di alimenti sani. Sebbene gli sforzi per mitigare gli effetti di problemi più grandi siano di vitale importanza, non si occupano delle loro cause profonde e dell’interconnessione.

Gli scioperi. Le manifestazioni. Poi la pandemia. Poi ancora la guerra. Ma queste cose hanno una base comune: la direzione iniqua, consumista e ingiusta che il sistema economico globale ha preso. Possiamo ridirezionare le risorse per assicurare alle persone una vita più dignitosa, un’esistenza serena e appagante, piena di stimoli, di sogni e di speranze. Portiamo avanti le nostre rivendicazioni, che sono la nostra energia che sempre si rinnovano.

La scienza, come sempre, rappresenta un terreno solido ma soffice allo stesso tempo, così come le nostre colonne d’Ercole moderne. Se facciamo quello che dobbiamo, gli obiettivi, anche i più ambiziosi, sono ora alla nostra portata. Ma se andassimo a finire sull’onda sbagliata e la corrente ci trasportasse via, allora potremo esplorare territori sconosciuti dei quali non si conoscono i rischi. E su questo la scienza è sempre stata molto  chiara. Non solo ci ha sempre dato una panoramica e una prospettiva netta sulle cose da fare a livello globale, ma ci dà una visione illuminante su come possiamo vivere le nostre città ogni giorno, su quanto la nostra qualità di vita sia migliorabile e le comunità possano rigenerare risorse.

La scienza ci indica come certi servizi nelle città possono migliorare esponenzialmente la nostra qualità di vita. Allora, è necessario, quanto prima, che i profitti delle grandi aziende del fossile, destinati a ingrassare le tasche degli azionisti, vadano invece a sostenere i servizi. Si, ma quali? I servizi nelle città, le CERS e i trasporti rinnovabili, sostenibili e capillari.

LE NOSTRE RIVENDICAZIONI SU ENERGIA E TRASPORTI, I PRIMI DUE SETTORI PER EMISSIONI.

Come abbiamo già lungamente analizzato in Agenda Climatica, con l’energia nelle mani delle persone e delle comunità possiamo affrontare le sfide climatiche, ecologiche e sociali collettivamente ed in modo complementare. Le CERS (comunità energetiche rinnovabili solidali) finanziate pubblicamente attraverso i Comuni, ma a gestione cittadina, attraverso associazioni o cooperative, metterebbero a disposizione molteplici benefici:

  • abbassamento dei costi dell’elettricità
  • creazione di posti di lavoro
  • sviluppo delle tecnologie rinnovabili
  • promozione di comunità resilienti
  • rafforzamento del tessuto sociale, riduzione dei consumi energetici e delle emissioni (circa 200 Mton di CO2 in 6 anni)
  • riduzione, attraverso l’autoconsumo, del fabbisogno della rete elettrica in termini di trasporto e distribuzione dell’energia, democratizzazione e decentramento del sistema energetico
  • nuovi strumenti di partecipazione alla vita della comunità

Se vogliamo poi parlare di efficientamento, non possiamo non citare i fondi del superbonus ed il loro corretto direzionamento. Anche in questo contesto, la decarbonizzazione deve restare il pilastro della crescita e della ripresa post-Covid, e l’efficienza energetica si qualifica come uno dei settori ideali per la ripresa economica e la decarbonizzazione. Per sbloccare il processo di efficientamento e  l’impiego delle risorse da recovery fund, sono prioritari i segmenti dell’edilizia scolastica e dell’edilizia residenziale pubblica, le case popolari. Il patrimonio edilizio è il maggiore consumatore unico di energia in Italia, con il 45% del consumo di energia finale e il 39% delle emissioni di gas a effetto serra. Un efficientamento del 2% del patrimonio residenziale (500k alloggi/ 40mln di m2), porterebbe a un potenziale risparmio annuo di 5,5 TWh. Per quanto riguarda il patrimonio edilizio scolastico (51 000 edifici, pari a 73.2 milioni di m2), il potenziale risparmio  energetico annuo è di 13,5 TWh.

All’Italia serve disperatamente una cura. Per quanto possa sembrare un’affermazione scontata, generalista e anche altisonante, noi abbiamo studiato e compreso quale cura serve. In Italia serve la Cura del Ferro. Quando parliamo di Cura del Ferro, intendiamo un potenziamento del trasporto rapido di massa su tutto il territorio nazionale. Ebbene sì, a pensarci bene sarebbe quasi meglio una cura medica. Ma perché serve immediatamente questa cura? Abbiamo poi 1400 km di tratte ferroviarie sospese o chiuse  su più di 19000 km di linee attive totali  attuali. Per uscire dallo storico isolamento fra Nord e Sud, dagli scarsi collegamenti tra paesi, per riuscire a collegare davvero uno Stato, si può stimare un fabbisogno aggiuntivo, rispetto agli investimenti già previsti, di almeno 650 treni regionali, tra nuovi e revamping, di 180 treni metropolitani e 320 tram; inoltre, andrebbero realizzati o finanziati più di 500 km tra tram e metro. Si griderebbe allo scandalo per i numeri spropositati. Si punterebbe il dito contro chi vuole danneggiare l’industria dell’automobile. Ebbene, la spesa complessiva sarebbe di soli 5 miliardi di euro, cifra dilazionabile in dieci anni. Questo meccanismo servirebbe all’Italia se volesse davvero potenziare al 2030 il servizio sulle linee ferroviarie esistenti (andando oltre l’investimento direzionato soprattutto all’alta velocità) e su quelle in realizzazione. Questo sarebbe indispensabile ad un’ Italia che vuole rispettare i target di decarbonizzazione, di cui ha preso coscienza insieme alle altre nazioni europee. L’epoca del gioco del nascondino è ormai finita.

Strettamente correlata alla tematica trasporti pubblici, è l’esigenza di adottare misure di disincentivo all’utilizzo delle auto personali, misure che favoriscano almeno il dimezzamento del parco macchine circolante in favore di quella mobilità sostenibile su cui l’Europa tutta è di gran lunga più avanti. L’italia investe 100 volte più nelle auto (negli ultimi 10 anni +2400 km di strade) che nelle bici per cui serve prevedere quattro volte in più le ciclabili attuali per allinearsi ai livelli europei.

SUGLI EXTRAPROFITTI, I SAD E LE BOMBE CLIMATICHE

Quanto ancora i governi abuseranno della nostra pazienza continuando su questo modello di profitto? A livello etico, il confronto è impari, la discussione non dovrebbe neanche stare in piedi. Se lo Stato legittima i profitti folli e malsani delle grandi multinazionali del fossile, noi legittimiamo la costruzione di una nuova società, solidale e resiliente. E allora è più che legittimo chiedere che  i S.A.D. (sussidi ambientalmente dannosi), i fondi destinati a sovvenzionare le grandi aziende del fossile, siano spostati per supplire i costi dei servizi. Quando viene messa come prima istanza l’economia a difesa di una vera transizione ecologica, ecco che i fondi ritornano! In Italia ad oggi sono circa 120 le infrastrutture a fonti fossili in valutazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori. 

La corsa al gas che l’Italia sta portando avanti non ha davvero più motivo di esistere. Tutte le risorse economiche utilizzate per questi scopi ambientalmente dannosi, potrebbero essere rimesse in circolazione nel giro di pochi anni a favore di una vera transizione energetica: rinnovabili, reti, efficienza, mobilità sostenibile, bonifiche e molto altro.

“Oggi i produttori di combustibili fossili e i loro sostenitori continuano a correre per espandere la produzione, ben sapendo che il loro modello di business non è compatibile con la sopravvivenza umana”. Sono queste le parole pronunciate il mese scorso da Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, durante il World Economic Forum di Davos. E quando le stesse Nazioni Unite confermano che gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati a livello globale, ecco che la nostra rabbia si rinnova. Il rapporto “Global Energy and Climate Outlook 2022” ci informa del fatto che le emissioni globali non sono ancora sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi. 

Nonostante l’Agenzia Internazionale per l’Energia abbia affermato che per raggiungere emissioni neutre al 2050 nessun nuovo progetto di combustibili fossili dovrebbe essere avviato, le compagnie del fossile hanno invece in programma numerosi nuovi investimenti, alcuni dei quali si configurano come “bombe climatiche”: progetti di esplorazione ed estrazione di combustibili fossili capaci di emettere in atmosfera almeno un miliardo di tonnellate di CO2 nell’arco del loro intero ciclo di vita. E non c’è da stupirsi che anche l’italiana Eni sia coinvolta in diversi di questi progetti. Già, anche in Italia le micce che accendono la nostra rabbia non sono poche. Ebbene, quella rabbia è senza dubbio energia rinnovabile. Ma sappiamo bene che la rabbia e la critica restano fine a loro stesse, se non si trasformano in azione. Riversiamo le nostre energie nel chiedere a gran voce misure governative concrete ed efficaci. Riversiamo le nostre energie nel costruire quotidianamente una nuova cultura della sostenibilità, dell’uso efficiente ed etico delle risorse e della loro giusta distribuzione, della partecipazione cittadina e della cooperazione, lasciandoci guidare dalle comunità storicamente oppresse e dalle popolazioni che da secoli vivono in equilibrio con il territorio in cui abitano.

SULLA GIUSTIZIA SOCIALE E L’ECO TRANSFEMMINISMO

A soli 5 giorni dalla giornata dello sciopero transfemminista, il 3 Marzo è una data in cui ci aspettiamo che i movimenti ecofemministi, transfemministi e per la giustizia di genere e delle comunità LGBTQIA+  (tra cui Non Una Di Meno) animeranno, insieme a noi, le piazze di tutta Italia, così come certamente avverrà nella data dell’8 Marzo, riportando l’attenzione sui temi del transfemminismo e della violenza sulle donne. La vicinanza di queste due date, ci permetterà di camminare insieme nella preparazione delle manifestazioni. L’ecofemminismo è una fondamentale chiave di lettura della realtà, che ci può dare gli strumenti per capire quanto le nostre città sono invivibili anche dal punto di vista della parità di genere. Lottiamo per costruire comunità basate sulla cura reciproca e non sull’indifferenza e sul profitto, che sia sul corpo o sul territorio. Manifestiamo con un lungo e teso filo verde/viola che collega le due piazze: queste ci dicono che è possibile camminare insieme, è possibile immaginare un’altra città, è possibile chiedere interventi immediati per il nostro benessere psicologico, sociale e climatico.

Dobbiamo cambiare il modo in cui comprendiamo e costruiamo la salute e la prosperità della società, guardando oltre la crescita economica verso il benessere collettivo e la sostenibilità ambientale.

L’esempio del Kurdistan ci racconta chiaramente che è possibile una società fatta di educazione, di studio e autocritica, di diversità, di lotta al patriarcato, di creazione delle prime forme assembleari solo femminili, di liberazione dai vincoli sociali imposti da comunità restie al ritorno delle donne al cuore dello sviluppo politico, economico e sociale. È possibile una scienza nuova che superi il positivismo bianco, maschile e borghese e riveda lo studio della storia, l’economia, la politica, le scienze secondo criteri nuovi, plurali, femminili.

Il momento storico che stiamo vivendo è cruciale. Palpabile nell’aria il vuoto sociale dopo la pandemia e dopo la guerra, evidenti le contraddizioni fra i profitti delle multinazionali del fossile e la crescente ingiustizia, climatica e sociale, nel mondo e nel nostro paese. Se l’umanità sembra aver perso i suoi punti di riferimento storici, ci sono sacche di attivismo e di popolazione consapevoli dei fenomeni odierni di impoverimento sociale e personale. Alla disgregazione sociale opponiamo nuove comunità, energetiche e sociali. Ai profitti iniqui sulla pelle delle e dei più poveri opponiamo la giustizia climatica come stella polare.

Dunque, chiudiamo consapevol3, tutte e tutti, che la strada è ancora lunga, in salita e c’è tanto da lavorare. Ma noi siamo pronti. Perché camminiamo assieme a tante altre realtà ed esperienze d’Italia con cui condividiamo sogni e lotte, amore e obiettivi. Non siamo l’unione di singoli, siamo una comunità di persone: decine e decine di persone, migliaia in tutta Italia lavorano nei propri gruppi locali. Ma sebbene la nostra forza sia composta da così tante individualità, pensieri e ideali, riusciamo a essere comunità rinnovata e rinnovabile. Perché al di fuori della collettività c’è solo mitomania o ricerca di consensi.
Abbiamo ben chiaro cosa c’è da fare e lo abbiamo steso con inchiostro e rabbia. Siamo determinat3 a cambiare le sorti di questo paese con nuovi strumenti di partecipazione e di attivazione. Per questo, riusciamo a essere una collettività rinnovabile e solidale. Siamo le speranze, siamo i sogni. Siamo la frontiera di una nuova comunità, grazie a tutti i dati che la scienza ci ha messo in mano e che decliniamo città per città, nazione per nazione.

Siamo marea che si spinge sulla battigia, torna indietro, si rigenera e riprende la sua rincorsa. Siamo calda energia che si rinnova. Siamo lə Fridays For Future.

]]>
ISPRA per la trasparenza e la finanza sostenibile contro il greenwashing http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/02/ispra-per-la-trasparenza-e-la-finanza-sostenibile-contro-il-greenwashing/ Thu, 02 Feb 2023 10:04:34 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15792 Istituita task force dell’Istituto a supporto di operatori finanziari, autorità vigilanti e imprese.

Una nuova sfida per ISPRA: la finanza sostenibile. La lotta ai cambiamenti climatici e gli obiettivi del Green Deal verranno realizzati anche attraverso investimenti sostenibili; è questo il ruolo della finanza sostenibile, l’applicazione del concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria, che ha come obiettivo quello di ri-orientare i flussi di capitali privati verso attività che generino valore economico ma che non siano a carico dell’ambiente.

Parola chiave: “Greenwashing”. Il riferimento è al relativo paper prodotto nell’ambito della collaborazione tra ISPRA e il Forum della Finanza Sostenibile. La lotta al Greenwashing finanziario e il ruolo degli enti pubblici è stato affrontato anche alla Cop26, dove si è sottolineata l’importanza dell’informazione ambientale scientificamente validata, prodotta da enti terzi attendibili e indipendenti che operano sulla base di dati pubblici, e questo è proprio il ruolo principale dell’ISPRA.

Tutto il quadro normativo europeo che si sta delineando su questa materia, dal Piano d’Azione dell’UE per il finanziamento della crescita sostenibile del 2018, alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), in vigore dal marzo 2021, interesserà gradualmente dal 2024 oltre 50.000 società in tutta Europa, rispetto alle attuali 12.000 circa, in Italia si dovrebbe passare dalle attuali 210 a circa 4/5.000. Tale quadro intende recuperare ulteriori indispensabili risorse a servizio degli obiettivi della transizione ecologica e dell’autonomia energetica.

Un investimento sostenibile mira a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale e sociale, riducendo notevolmente il Greenwashing. L’investitore finale, sia esso un’istituzione finanziaria, un operatore bancario o un semplice cittadino, sarà così rassicurato che l’investimento non ha solo una facciata green, ma rispetta gli obiettivi dello sviluppo sostenibile: mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, inquinamento zero, tutela degli ecosistemi, della biodiversità, delle acque e dei mari, l’adozione dell’economia circolare.

Tenuto conto del ruolo istituzionale che ISPRA ricopre nell’ambito della finanza sostenibile, con l’applicazione del marchio Ecolabel UE ai prodotti finanziari e le richieste pervenute ad ISPRA da parte delle autorità di vigilanza e degli operatori finanziari che necessitano di dati e informazioni ambientali per dare supporto all’applicazione della Tassonomia UE agli investimenti sostenibili nel nostro paese, è stata istituita in ISPRA una task force sulla finanza sostenibile – presieduta dal Direttore generale dell’ISPRA, Maria Siclari. La task force avrà il ruolo di “facilitatore” per garantire il necessario supporto agli operatori finanziari, alle autorità vigilanti e di controllo, alle imprese. L’ISPRA è il primo Istituto pubblico di ricerca a livello europeo a svolgere questo ruolo ed è la prima Pubblica Amministrazione, a livello nazionale a fornire supporto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al tavolo MEF per la finanza sostenibile.

]]>
Manifesto delle donne per la Terra http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/manifesto-delle-donne-per-la-terra/ Mon, 24 Jan 2022 08:51:47 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15102 Costruire un’alleanza con le donne di tutto il mondo per guidare i cambiamenti e le sfide globali, a partire da quella climatica…

Un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente e la pace, per costruire un mondo migliore”. Perché oggi, dopo una pandemia globale e alle soglie di grandi cambiamenti e nuove sfide, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. Ѐ un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”.
Questo l’obiettivo del “Manifesto delle donne per la Terra”, una Carta dei valori ma anche un Documento programmatico, presentato da Donne in Campo, l’associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione dell’Assemblea annuale che si è tenuta a Pompei lo scorso ottobre.

Questi i punti del Manifesto.

]]>
Paolo Maddalena candidato alla Presidenza della Repubblica http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/paolo-maddalena-candidato-alla-presidenza-della-repubblica/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/paolo-maddalena-candidato-alla-presidenza-della-repubblica/#comments Tue, 18 Jan 2022 07:39:27 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15087 Approssimandosi la data della prima votazione per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, si stanno moltiplicando i nomi dei possibili candidati che formano oggi un lungo elenco di personalità e di competenze di elevato livello.

L’ampia Rete nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio ritiene, però, che il dibattito attorno ai “nomi” debba essere frutto di una discussione successiva alla prioritaria definizione del “ritratto” del nuovo Presidente della Repubblica sotto il profilo morale, etico, esperienziale e super partes.

A nostro parere tale prestigiosa e autorevole personalità non dovrà semplicemente attestarsi a garanzia dei valori costituzionali, ma anche alla piena attenzione agli interessi comunitari ed universalistici (Beni Comuni) rispetto all’attuale supremazia di uno sviluppo economico insostenibile e diseguale.

Il nuovo presidente dovrà, cioè, essere il garante di una ritrovata sovranità popolare strettamente collegata anche alla tutela delle risorse naturali e del paesaggio e alternativa all’idea di una “crescita infinita o illimitata”.

Questo profilo e questi tratti etici e morali li ritroviamo raccolti nella persona del prof. Paolo Maddalena, Vice presidente emerito della Corte Costituzionale e autore di preziosi saggi dedicati all’equilibrato rapporto tra proprietà pubblica e privata e alla corretta applicazione dei dettami costituzionali che ne regolano la sinergia.

Sarebbe per noi un onore autentico poter salutare il prof. Maddalena come nuovo Presidente della Repubblica e, così, inaugurare un nuovo percorso politico del nostro Paese finalmente fondato sulla prevalenza del Bene Comune sugli interessi privati.

Il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio

Paolo Maddalena interviene all’assemblea del Forum Salviamo il Paesaggio
]]>
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/01/paolo-maddalena-candidato-alla-presidenza-della-repubblica/feed/ 8
Il 5 dicembre è la Giornata mondiale del suolo, ma il Ministero se n’è dimenticato… http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/12/il-5-dicembre-e-la-giornata-mondiale-del-suolo-ma-il-ministero-se-ne-dimenticato/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/12/il-5-dicembre-e-la-giornata-mondiale-del-suolo-ma-il-ministero-se-ne-dimenticato/#comments Sat, 04 Dec 2021 07:16:34 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14963 La salinizzazione e la sodificazione del suolo sono importanti processi di degradazione del suolo che minacciano gli ecosistemi e sono riconosciuti come uno dei più gravi problemi globali per la produzione agricola, la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile nelle regioni aride e semi-aride.

La Giornata Mondiale del Suolo 2021 (#GiornataMondialedelSuolo) e la sua campagna “Fermare la salinizzazione del suolo, aumentarne la produttività” mirano ad aumentare la consapevolezza dell’importanza di mantenere sani gli ecosistemi e il benessere umano affrontando le crescenti sfide della gestione sostenibile del suolo, combattendone la salinizzazione e incoraggiando le società a migliorarne la salute.

E’ il tema di fondo che quest’anno accompagna la ricorrenza del 5 dicembre come Giornata mondiale del suolo, istituita dal 2014 dall’agenzia alimentare dell’Onu, la Fao.

E così anche quest’anno i media torneranno a ricordarsi di questo elemento fondamentale per la corretta esistenza della razza umana sull’unico pianeta che possiede e i rappresentanti del mondo politico potranno dissertare dottamente sul fragile equilibrio che nostri comportamenti scorretti potrebbero incrinare fino a spezzare la “salute” della risorsa – non riproducibile – del suolo: fonte di vita, di produzione alimentare, di benessere per il corpo e l’anima.

Il giorno dopo, il suolo sarà dimenticato, (ri)messo nel cassetto delle “cose” urgenti ma scottanti e, dunque, rinviabili. Come la legge italiana per il contrasto al consumo di suolo, affossata da mesi (anni…) in Commissione Ambiente e Agricoltura del Senato.

Il 5 dicembre se ne parlerà. Tanto.
Ma ad oggi (4 dicembre) sul sito del Ministero della Transizione Ecologica neppure una parola.

Abbastanza eloquente, non vi pare?…

]]>
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/12/il-5-dicembre-e-la-giornata-mondiale-del-suolo-ma-il-ministero-se-ne-dimenticato/feed/ 1
Verso una nuova sanità di prossimità, riqualificando immobili ad uso sanitario dismessi http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/11/verso-una-nuova-sanita-di-prossimita-riqualificando-immobili-ad-uso-sanitario-dismessi/ Mon, 29 Nov 2021 07:25:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14945 In un nuovo studio Nomisma-Rekeep gli interventi infrastrutturali necessari per un’assistenza sanitaria territoriale.

Lo studio, partendo dalla situazione attuale e dal modello di Sanità delineato nel PNRR, punta a definire benefici ed investimenti necessari per la realizzazione di Ospedali di Comunità, Case della Comunità e Residenze Sanitarie Assistenziali. Per ogni euro investito si possono generare ben 3,5 euro e numerosi ulteriori effetti positivi: dal miglioramento delle prestazioni ambulatoriali alla riduzione degli accessi impropri in Pronto Soccorso fino alla riduzione delle emissioni in atmosfera stimabili in 117 milioni annui di CO2 riqualificando immobili ad uso sanitario dismessi. Un contributo importante potrebbe arrivare dal coinvolgimento dei privati del facility management.

Qui trovate note informative e dati dello studio Nomisma-Rekeep.

]]>
Frontiere di un nuovo umanesimo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/11/frontiere-di-un-nuovo-umanesimo/ Sat, 27 Nov 2021 11:09:18 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14938 di Franco Arminio, poeta e paesologo.

I paesi sono una grande risorsa dell’Italia, è una grande fortuna che non li abbiamo ancora perduti, come è accaduto in molte nazioni. Altre nazioni hanno villaggi o frammenti urbani che somigliano più a semplici aggregati abitativi e non a piccoli mondi, ognuno diverso dall’altro, come sono i nostri paesi. Forse è arrivato il momento di pensare i paesi non come semplice retrovia anginosa, dove arriva poco sangue e dove ne arriverà sempre meno. Bisogna pensarli come frontiere di un nuovo umanesimo, luoghi dove sperimentare modi per sfuggire all’apocalisse della noia e dell’infelicità che sta conquistando il mondo. Il paradosso è che bisogna farlo proprio partendo da posti in cui i noiosi e gli infelici spesso dominano la scena. Si parla tanto di cambiamento, ma spesso è la parola usata da chi non sa o non vuole cambiare niente. Il vero cambiamento è di chi sa aprirsi all’impensato, di chi sa salire sul cavallo inquieto dell’immaginazione.

Bisogna avere il coraggio di apparire deliranti se davvero si vuole licenziare la sfiducia, riaccendere un poco di entusiasmo nella vita associata. Quello che segue è un prontuario assai facoltativo di suggestioni che non sostituiscono i progetti concepiti negli ultimi anni contro l’anoressia demografica. Quando uno zoppica è inutile pensare di farlo camminare in maniera normale, meglio pensare a farlo volare.

  1. Ufficio dell’arcaico

Un luogo in cui ci si reca per sapere cose strettamente inattuali e inutili. Bisogna che da qualche parte si rompa il conformismo di allinearsi sul presente. Allora in quest’ufficio puoi trovare il vecchio berretto di una guardia comunale o la vecchia sedia del barbiere, puoi trovare una lettera di un emigrato in America. Non pensate ai soliti musei della civiltà contadina. Non è un’esposizione, è proprio un ufficio dell’arcaico. Qui ti puoi curare una malattia della pelle come si faceva cento anni fa. Puoi imparare a fare un cesto, un centrino, puoi comprarti una sciarpa fatta con lana antica, puoi chiedere notizie di persone morte senza aver fatto nella vita nulla di memorabile. L’ufficio dell’arcaico mette insieme archeologia e etnografia, si occupa di preservare le parti del paese meno manomesse, è l’ufficio che tutela i luoghi e i paesaggi inoperosi.

  1. Casa della gioia

Una piccola casa al centro del paese. La funzione è diffondere buone notizie in luoghi in cui in genere circolano solo cattive notizie. Si prende un giovane attore pieno di entusiasmo e gli si affida questa funzione di accendere un focolaio di buon umore. Nella casa dell’allegria si porta una crostata, si festeggiano compleanni fuori dal cerchio ristretto dei propri familiari. Si ospitano persone a cui sono accadute cose belle, uno che è guarito da un tumore, uno che ha aperto un negozio che sta andando assai bene. Si canta e si suona, si raccontano storie mirabili. È la casa per combattere la sfiducia, il vittimismo, è un modo per farla finita con gli scoraggiatori militanti.

  1. La guardia medica della poesia

Apre una volta la settimana. Ogni settimana un poeta diverso. Il poeta sta nella sua stanza e legge i suoi versi o racconta qualcosa a chi va a trovarlo. Ovviamente il poeta fa anche visite domiciliari. Va a trovare un malato, passa un poco di tempo con lui. Oppure va a trovare uno scapolo che vive da solo o un anziano che ha voglia di compagnia. Nei momenti liberi il poeta sta per i fatti suoi. Scrive o guarda il paese, lo usa come una cura per i suoi nervi.

  1. Musei senza custodi e senza biglietto

Gestire un museo in un paese in genere è molto difficile. Non ci sono abbastanza entrate per mantenere il personale. Ma si possono aprire dei musei che non hanno bisogno di personale e a cui si può accedere gratuitamente. Si possono fare un museo dell’aria in un luogo in cui l’aria è particolarmente salubre o un museo del buio in luoghi dove non ci sono inquinamenti luminosi o un museo del silenzio in luoghi particolarmente silenziosi.

  1. La stanza del lutto

Adesso anche nei paesi dopo il giorno dei funerali dei morti non parla più nessuno. Si può creare una casa dove si incontrano persone che hanno avuto lutti più o meno gravi. La stanza è aperta anche a persone provenienti da altri luoghi. La casa diventa un luogo per federare le ferite, un luogo dove custodire lo spirito comunitario in attesa di tempi migliori.

  1. La casa dei maestri

Si tratta di riconoscere i maestri e portarli vicino ai cittadini e ai turisti. Si fa una mappa dei maestri, anonimi o famosi, poco importa. È bello avere un maestro in paese per tutto l’anno. Può stare un giorno o un mese, o una settimana, residenze variabili. E può essere un maestro che parla in piazza o al teatro, un maestro invitato ogni giorno a pranzo in una famiglia diversa del paese. Le case diventano luoghi aperti. Il poeta che arriva in paese magari va a prendere il caffè da una coppia di pensionati e poi passa per il bar. Il paese si salva da dentro e da fuori. Ci vuole chi porta freschezza e saperi, saperi antichi e nuovi. Ci vuole un baratto coi generosi: il paese accoglie chi sa raccontargli qualcosa.

Tratto da: https://comunivirtuosi.org/frontiere-di-un-nuovo-umanesimo/

]]>