forestazione urbana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Mon, 22 Mar 2021 21:28:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg forestazione urbana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Occorrono interventi rapidi per una maggiore tutela del verde urbano e del paesaggio http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/occorrono-interventi-rapidi-per-una-maggiore-tutela-del-verde-urbano-e-del-paesaggio/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/03/occorrono-interventi-rapidi-per-una-maggiore-tutela-del-verde-urbano-e-del-paesaggio/#comments Mon, 22 Mar 2021 21:21:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14408 Un gruppo di associazioni che già nel 2019 aveva suggerito una proposta di legge contro la capitozzatura e gli abbattimenti indiscriminati di alberi, sollecita il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il Ministro della Cultura Dario Franceschini e il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico a cogliere le opportunità offerte dal Recovery fund per favorire un corretto sviluppo della cura e gestione del patrimonio arboreo. Strumento essenziale per contribuire al contrasto del cambiamento climatico e per la salute dei cittadini…

Ecco il testo della lettera inviata:

OGGETTO: Richiesta di interventi per una maggiore tutela del verde urbano e del paesaggio.

Signori Ministri ciascuno per le proprie competenze,
la stagione che viviamo è critica, ma allo stesso tempo carica di opportunità e voglia di uscire dalla crisi generata dalla pandemia. Per queste ragioni, a livello europeo sono in corso di definizione dei piani per la ripresa sociale, ambientale ed economica, che si basano sul Next Generation, il Green deal e il Recovery fund.

Nel nostro Paese, le Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nel capitolo 2 a pagina 14 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” recitano: “Un ruolo importante avrà l’adozione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell’aria e per la forestazione urbana, anche per il loro impatto sulla qualità della vita dei cittadini”.
Ciò nonostante, quasi ogni giorno alle nostre associazioni arrivano fotografie e reportage di gravi danni al patrimonio del verde urbano e del paesaggio, in tutta Italia. Pesanti capitozzature e abbattimenti su alberature, anche in contesti sottoposti a vincoli monumentali e paesaggistici si ripercuotono negativamente sul valore degli immobili, sulla promozione turistica di tante realtà e sull’impoverimento dei servizi
ecosistemici prodotti dal verde urbano. Sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano come le infrastrutture verdi urbane e periurbane siano un formidabile baluardo per la nostra salute, contro patologie di vario tipo, inquinamento e malattie depressive.

Nel 2019, il nostro gruppo di associazioni si è impegnato a promuovere una proposta di legge contro la capitozzatura e gli abbattimenti indiscriminati di alberi. Abbiamo redatto un documento in cui vengono illustrati gli obiettivi e le finalità della legge. Purtroppo, nonostante le buone norme del recente decreto ministeriale del 10 marzo 2020 sui criteri ambientali minimi per la gestione del verde urbano (CAM), a supporto della Legge n. 10 del 2013, non abbiamo visto un importante cambiamento della situazione. A causa della mancanza di un apparato sanzionatorio, subiamo continuamente danni molto gravi al patrimonio delle nostre alberature urbane e periurbane. Mancano gli strumenti per contrastare quanti non applicano (o trasgrediscono) queste leggi. Come ben illustrato da una vastissima letteratura scientifica, la capitozzatura degli alberi produce seri problemi alla salute delle piante, con gravi situazioni di instabilità e problematiche per la sicurezza dei cittadini.

I programmi in corso e in progetto di forestazione urbana sono molto utili e apprezzati dalle nostre associazioni. Importante però sottolineare che i nuovi impianti non devono avvenire a discapito delle alberature già presenti, procedendo a sostituzioni che troppo spesso eliminano piante in buono stato di salute o che rappresentano elementi identitari del paesaggio e delle città, ignorando sempre più che nei nostri diffusi centri storici una quota rilevante del verde urbano è anche verde “storico” e di valore “monumentale”. In particolare in questo periodo, segnato dall’emergenza sanitaria da Covid, sussiste un estremo bisogno di avere nelle nostre città il maggior numero di alberi maturi, ben gestiti e con chiome ampie, in grado di filtrare le polveri sottili, pericolosissime per i nostri polmoni e in grado di trasportare i virus (Covid incluso).

A quasi un anno dall’attuazione e applicazione del D.M. del 10 marzo 2020 sui CAM possiamo dire che la capitozzatura degli alberi continua a creare grandi problemi e che la corretta gestione professionale del verde cittadino non viene rispettata.
Domandiamo quindi quale sia lo stato di applicazione dell’Accordo Stato-Regioni (Accordo, ai sensi dell’art. 4 decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281) sul Documento relativo allo Standard professionale e formativo di manutentore del verde, predisposto in attuazione dell’articolo 12, comma 2, della legge 28 luglio 2016, n. 154. Il manutentore del verde è una figura professionale che deve essere formata sulla corretta cura e gestione dei giardini e degli alberi. Purtroppo anche questa norma viene disattesa e molte Regioni sono in ritardo sulla sua applicazione. A seguito delle tantissime segnalazioni che arrivano alle nostre associazioni, ci rendiamo conto che la cura del verde cittadino e dei giardini è lasciata in mano a persone non titolate e non formate professionalmente.

A tal proposito chiediamo che si portino avanti anche i seguenti punti:

  • destinazione di parte delle risorse disponibili per le amministrazioni locali tutte con obbligo di redazione del regolamento del verde (pubblico e privato);
  • destinazione di parte delle risorse disponibili per le amministrazioni locali al fine della formazione del personale adibito al controllo e alla verifica dei lavori di cura e gestione del patrimonio arboreo o in alternativa l’obbligo di individuare un tecnico con comprovata formazione specifica per l’affiancamento agli uffici preposti alla gestione del verde con funzione di direzione tecnica dei lavori, verifica e controllo;
  • necessità di attribuire le cure e le manutenzioni del verde in generale e degli alberi in particolare ai soli professionisti abilitati secondo normativa, evitando la confusione generata dall’articolo 16 del Disegno di legge 2009, ora in approvazione al Senato, secondo cui “I comuni possono adottare misure volte a favorire la partecipazione volontaria di associazioni di cittadini alla cura del verde urbano o rurale, su loro specifica istanza”;
  • prevedere, altresì, il coinvolgimento e la collaborazione della cittadinanza attiva in forma singola o associata nella cura del decoro urbano attraverso corretta e puntuale comunicazione rispetto alle politiche locali del verde pubblico, la stesura di specifiche convenzioni per l’adozione di aree verdi, l’attivazione di sportelli per la segnalazione di problematiche o iniziative legate alla cura e gestione del verde urbano, la promozione di giornate culturali incentrate sui benefici del verde pubblico e privato, di iniziative locali per lo sviluppo di nuovi spazi verdi urbani, di tutela e salvaguardia degli alberi monumentali.

Signori Ministri, le nostre associazioni Vi chiedono di intervenire, ciascuno per le proprie competenze, affinché la tutela degli alberi, del verde cittadino e del paesaggio vengano veramente rispettati, e chi fa danni venga sanzionato in maniera adeguata. La proposta di legge contro la capitozzatura è stata apprezzata già da alcuni esponenti del precedente governo, tuttavia si è arenata a seguito dell’emergenza Covid. Vi chiediamo di prenderla in considerazione perché non c’è più tempo. Il nostro patrimonio arboreo continua a subire danni e bisogna porre fine a questo insensato assalto che impoverisce il nostro paesaggio, il nostro patrimonio storico-artistico e mette a rischio la nostra salute.

In questo panorama, è opportuno che i fondi europei e nazionali del Recovery fund siano utilizzati per promuovere soluzioni realizzate seguendo le buone pratiche e le Nature-Based-Solution, adottando l’approccio del capitale naturale (quantificazione dei Servizi Ecosistemici), come indicato nella Strategia EU sulla Biodiversità 2030 (2.2.8. Greening urban and peri-urban areas). Questo consentirà pure una importante ricaduta occupazionale, coinvolgendo una notevole platea di professionalità e operatori.

Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio (CO.N.AL.PA.)
Federazione Nazionale Pro Natura
Associazione Italiana Professionisti del Verde (AIPV)
Italia Nostra
LIPU
Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio
Respiro Verde – Legalberi
GRIG – Gruppo di Intervento Giuridico Odv
Verdi Ambiente e Società
TALEA Odv (Tutela degli Alberi e dell’Ambiente)
AssoCEA Messina APS
Ramarro Sicilia
il Ramarro
IRSSAT (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente ed il Territorio)

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Sempre più verde in città, meglio se sostenibile http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/09/sempre-piu-verde-in-citta-meglio-se-sostenibile/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/09/sempre-piu-verde-in-citta-meglio-se-sostenibile/#comments Tue, 17 Sep 2013 20:46:30 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=8439 DSC02678 - Copia

Parchi, aiuole e boschi sono essenziali per la salute e la vivibilità, soprattutto nelle aree urbane. Con opportune scelte, tecnice e politiche, possono rappresentare la miglior risposta alle esigenze della cittadinanza con un approccio sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.

Aumentare il verde in ambiente antropizzato: obiettivo migliorare salute e vivibilità

E’ ormai ampiamente dimostrata, ma è sempre bene ricordarla, l’importanza degli spazi verdi e degli alberi in ambiente urbano: producono ossigeno, abbattono i rumori e bloccano le polveri.

Per questi motivi, oltre che per l’esigenza di avere spazi pubblici ricreativi dove questi scarseggiano, cresce sempre più la richiesta e l’attenzione sulle aree verdi: parchi, aiuole, boschi e orti urbani, anche se molte scelte politiche ancora non comprendono, o peggio, trascurano tale aspetto.

Ancor più profonda quanto fondamentale per la vita dell’uomo è la conservazione della biodiversità che si traduce in recupero ambientale e di qualità in quelle aree dove l’azione antropica ha generato una riduzione e un appiattimento. E’ sicuramente più bello e colorato un ambiente naturale e vario ed è certamente più utile per la regolazione climatica e la salute, avendo inoltre un più alto grado di mitigazione degli impatti inquinanti.

Riqualificazione sostenibile degli spazi verdi: obiettivo diminuire i costi di manutenzione

Per i comuni rispondere a questa esigenze aumentando le aree a verde urbane e quindi la vivibilità vuol dire inevitabilmente aumento dei costi, a meno che non si adottino tecniche e colture che consentono una riqualificazione sostenibile degli spazi verdi.

Risparmiare nei consumi d’acqua e nei costi di gestione è possibile. Se n’è parlato lo scorso 31 maggio a Roma, nell’ambito dell’evento “Specie erbacee spontanee mediterranee per la riqualificazione di ambienti antropici: rendere sostenibile il verde urbano e aumentare la biodiversità” organizzato presso l’Istituto Nazionale di Economia Agraria dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI)

E’ possibile risparmiare acqua e cure colturali – dicono gli esperti di architettura del paesaggio – Il verde urbano è spesso banale, omologato, si vedono ovunque le stesse piante che non sempre sono autoctone e vi si insediano malvolentieri in un contesto che non è il proprio. Si pensi al “prato all’inglese” che è climaticamente fuori luogo nelle città mediterranee. Se il prato sempreverde è un classico nelle umide pianure britanniche, negli ambienti mediterranei diventa un estraneo, un ecosistema in perenne crisi, sempre assetato, sempre bisognoso d’acqua e strepitosamente costoso. E dal punto di vista morale c’è da domandarsi se un Paese in difficoltà possa permettersi spese cospicue derivanti da irrigazioni e da cure eccessive del verde o se non debba, invece, trovare il modo di portare la semplicità, la biodiversità, il “verde di casa nostra” dentro le zone urbane non solo per ridurre i costi ma anche per rendere la scena urbana, come è logico che sia, una naturale continuità del paesaggio extra muros.
Il messaggio che si vuole diffondere è che le piante erbacee spontanee non solo non sono erbacce ma rappresentano uno strumento indispensabile per camminare verso la sostenibilità del verde.

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Tecniche e scelte che sono già realtà. L’esempio forse più conosciuto a livello internazionale è l’ High Line di New York: un parco lineare che attraversa parte della città essendo realizzato sul tracciato di una linea ferroviaria sopraelevata da tempo abbandonata. Un progetto di recupero che si basa sulla scelta di piante erbacee spontanee, a bassa manutenzione e irrigazione ridotta.

Portare il paesaggio dentro le città: obiettivo la tutela del territorio

Non solo aiuole e parchi. Tornando in Italia, in molte zone del milanese, prendono forma da tempo importanti interventi di forestazione urbana. Il bosco, che una volta copriva gran parte del territorio, è anch’esso serbatoio di ossigeno e biodiversità, ancor più importante per creare una difesa “di legno” dove il cemento avanza.

Quindi i pochi ambiti boschivi rimasti devono essere conservati e dove è opportuno, anche ricostruiti, con la possibilità per i cittadini di trarne vantaggio attraverso una fruizione “leggera” dell’area e non intensa come avviene invece per i più classici parchi urbani. Una buona soluzione che, quando la normativa renderà obbligatoria la compensazione delle emissioni per le aziende inquinanti, potrebbe diventare addirittura fonte di guadagno per le casse pubbliche con la cessione di crediti di CO2. Così da compensare i costi di manutenzione e consentire, anche in questo caso, una gestione sostenibile delle aree.

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Con la speranza che parallelamente si possa conservare e recuperare spazio vitale per l’agricoltura, anch’essa in sofferenza a causa dell’urbanizzazione. Scegliendo quindi di puntare sulla strada più “colorata” della rinaturalizzazione e dell’uso sostenibile del territorio ed abbandonare definitivamente quella irreversibilmente “grigia” della diffusione del cemento.

 Luca D’Achille

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