inquinamento paesaggistico – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Tue, 03 Apr 2012 21:04:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg inquinamento paesaggistico – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 “Cari Duchi vi scrivo…” – Lettera a William e Kate dal Cilento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/03/cari-duchi-vi-scrivo-una-lettera-a-william-e-kate-dal-cilento/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/03/cari-duchi-vi-scrivo-una-lettera-a-william-e-kate-dal-cilento/#comments Thu, 29 Mar 2012 09:38:45 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=3473

Il principe William, futuro re d’Inghilterra, e la principessa Kate Middleton hanno particolarmente gradito l’invito a visitare il Cilento da parte del presidente del parco. Perché da un po’ di tempo sulla tavola dei reali inglesi, per volere di Kate, arrivano solo prodotti tipici cilentani.

Naturalmente è una operazione d’immagine che, in quanto tale, “ignora” la situazione grave di degrado e di abusivismo (la GF nel 2011 ha sequestrato 50 abusi edilizi nel parco) che la nostra associazione denuncia da tempo

Come “Fare Verde Cilento” abbiamo giorni fa bonificato il sito protetto sul fiume Mingardo e la spiaggia di Sapri, da mesi in condizioni di inquinamento notevole; vi sono materiali pericolosi (amianto, copertoni auto) dovunque. E il parco pensa principalmente a tavole rotonde, inaugurazioni, lancio di prodotti tipici etc… La lettera seguente è nata come scherzo ironico, ma ha avuto subito molto seguito e sarà sicuramente spedita all’ambasciata inglese.

Gentili duchi William e Kate confido che questa mia vi giunga tramite Mr Eduard Chaplin ambasciatore britannico in Italia, prima che partiate per il Cilento con esplicito invito del presidente del parco nazionale, per ammirarne le bellezze e visitare i luoghi dove si producono i prodotti tipici che da tempo prediligete sulla vostra tavola. Anzi la principessa Kate li ha inseriti nella sua dieta durante la gestazione del futuro figlio e erede del Regno più antico d’Europa.

Il Cilento era definito “terra dei tristi e dei briganti” perché tagliato dal resto d’Italia per mancanza di comunicazioni e per la sua natura selvaggia e incontaminata. Un vostro giovane compatriota, Arthur John Strutt, pittore dilettante, nel 1838 percorse a piedi, in compagnia di un amico poeta, il Cilento fino alle falde dell’Etna. Impresa questa per pochi avventurieri considerati i pericoli rappresentati dai briganti e dalla malaria. Era finita da poco l’epidemia di colera che dimezzò la popolazione nel meridione e fece vittime illustri come Giacomo Leopardi, il poeta dell’amore impossibile che certo conoscerete. I viaggiatori del Grande Tour non si spingevano più giù di Napoli. Al massimo si concedevano una visita ai famosi templi di Paestum. Invece i due giovani amici si spinsero fino in Sicilia passando dal Cilento, costa costa, dormendo in qualche povera locanda o in case ospitali, mangiando con gusto formaggio, salame, pane e gli immancabili maccheroni venduti loro dai contadini e pastori. Risulta dal diario di Arthur che non c’erano ancora i carciofi bianchi e i fagioli ci Casalbuono, anche perché seguirono la costa fino al “paesello” di Sapri per poi spingersi all’interno verso Lauria.

Arthur scopre e descrive una diversa dimensione dei paesi attraversati, diversa da quella paventata. Annota la limpidezza delle acque e la ricchezza di pesci di due ruscelli, il Lambro e il Mingardo. La corrente impetuosa del Bussento, impossibile a traversare. Descrive l’operosità e la vivacità  della gente e assaggiò i prodotti autentici, frutto di antiche selezioni naturali e umane.

Il pane poi doveva essere di grani diversi da quelli di adesso. Ad esempio esisteva nel Cilento il grano Carosella, riscoperto recentemente a Pruno, dopo decenni di oblio sebbene ricco di vitamine e sali minerali. Anzi, perché non vi è stato consigliato, giovani principi, questo prodotto genuino della nostra terra dove la civiltà contadina sopravvive tuttora? Inseritelo nella vostra dieta. Il pane ( e la pasta), che dura fresco anche una settimana, presto potrà giungere nel Regno Unito in brevissimo tempo, grazie alla Tav, costruita per far giungere le merci in “tempo reale” in Europa attraverso una galleria lunga 70 chilometri, scavata nella montagna ricca di materiali all’amianto. Pensate che con questa tratta , ce lo conferma il nostro presidente del consiglio, si raggiungerà Parigi da Torino in sole quattro ore. Chi lo desidera, e saranno certo tanti, potrà recarsi a Montparnasse , bere l’aperitivo e tornarsene a casa per vedere comodamente l’Isola dei Famosi.

Ma torniamo al Cilento, dove sarete graditi ospiti fra poco. Nel Cilento è compreso il parco naturale più blasonato d’Italia. Parco voluto dagli ecologisti, e politici illuminati, proprio per conservare le valenze culturali e naturali in epoche come queste improntate da sviluppo e crescita senza regole.

Purtroppo nel Cilento, accanto ai grandi valori culturali e naturali, si registrano situazioni di degrado quali inquinamento del suolo e delle acque, abusi edilizi, disboscamento, abbandono di rifiuti di ogni sorta anche nelle aree protette. E questo avviene per la crescente  infiltrazione camorristica e per la mancanza di sorveglianza e di tutela delle autorità preposte.

Non è certo per il gusto di fare catastrofismo, o autolesionismo, come diranno in molti, che parliamo di territorio cilentano degradato; ne parla con rammarico anche il procuratore della Repubblica di Vallo in una sua recente pubblicazione, e lo segnalano e denunciano varie associazioni  importanti.

Cari William e Kate desideriamo, se a voi piace, farvi da guida nei luoghi a protezione integrale, dove i gravi problemi accennati vi salteranno agli occhi evidenti. Desideriamo accompagnarvi in una visita disinteressata per non farvi cadere in illusioni quali ebbe Benito Mussolini, allorquando visitava l’Italia accompagnato dai gerarchi. Illusioni ottiche, quelle, poiché non si accorgeva o non voleva accorgersi che le mucche o i carrarmati mostrati erano sempre gli stessi, trasportati via via nei vari luoghi visitati.

Ci auguriamo altresì che, dopo la vostra gradita visita, il carciofo bianco e i fagioli non si chiamino William e Kate. E’ già successo alla pizza  Margherita.

P. Abbate
Fare Verde Cilento

perilcilento@yahoo.it

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Altre 250 pale eoliche nella Tuscia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/03/altre-250-pale-eoliche-nella-tuscia/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/03/altre-250-pale-eoliche-nella-tuscia/#comments Thu, 22 Mar 2012 08:09:50 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=3292

Una vera e propria selva di pale eoliche potrebbe sorgere in provincia di Viterbo, alterando gravemente il paesaggio e modificando irreparabilmente la skyline di scorci memorabili di territorio.

Alle 20 pale eoliche già in esercizio a Piansano si ne potrebbero aggiungere altre 250 circa. Le relative richieste di autorizzazione sono state presentate, da varie aziende, alla Regione Lazio e sono in fase istruttoria. Sono infatti le regioni a detenere tutti i poteri in materia, pur se subordinati alle linee guida emanate dai ministeri competenti.

I vari parchi dovrebbero avere una potenza complessiva di 496 mw. Ogni pala è in grado di produrre circa 2 mw, quindi, per raggiungere la produzione di energia elettrica prevista, ne servirebbero 250.

Ma non è ancora tutto. I tralicci dovrebbero sorgere tutti, o quasi, in Maremma: Tuscania, Tarquinia, Montalto di Castro, Arlena, Tessennano e via dicendo. Un comprensorio ricco di giacimenti archeologici, spesso sottoposto a vincoli paesaggistici. L’area, inoltre, è caratterizzata da un’attività agricola intensa, che sforna prodotti di alta qualità.

Senza contare che quel territorio, dal punto di vista energetico, ha già dato. Basti pensare alla centrale Enel di Pian de’ Gangani e agli impianti fotovoltaici, tra i più grandi d’Italia, realizzati a tempo di record.

Per dare un’idea sulla grandezza dei tralicci, basti pensare che dovrebbero essere alti almeno 10 metri in più di qualsiasi ostacolo naturale che potrebbe impedire al vento raggiungerli. Ad esempio, se l’ostacolo è di 50 metri, l’altezza del traliccio deve essere almeno di 60. Anche la superficie necessaria alla realizzazione del parco eolico è considerevole, in quanto ogni singola pala deve essere installata a una distanza doppia rispetto a all’altezza delll’ostacolo naturale. Ad esempio, se una collina è alta 50 metri, la pala deve essere innalzata a 100 metri di distanza.
A questo si aggiunge l’interminabile querelle in atto tra gli abitanti di alcuni paesi che si oppongono alla realizzazione di impianti a biomasse già autorizzati e, a quelli che, una volta ottenuto il via libera della Regione potrebbe essere costruiti. Richieste che riguardano i comuni di Caprarola, Tuscania e Capranica.
Che la Tuscia sia diventata una sorta di “Mecca” le aziende specializzate in energia alternativa lo dimostrano i dati illustrati ieri mattina dagli assessori provinciali all’Ambiente, Paolo Equitani, e all’Agrcicoltura, Franco Simeone.
  • Impianti a biogas: in fase istruttoria impianti per circa 1 mw di potenza (già autorizzati 0,5 mw);
  • Fotovoltaico: in istruttoria impianti per 513 mw (già autorizzati 870,503 mw);
  • Idroelettrico: in istruttoria una richiesta per 0,213 mw;
  • Gas di discarica: in istruttoria richieste per 0,99 mw:
  • Impianti a biomasse: in istruttoria richieste per 3 mw (già autorizzati 12 mw).

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