Toscana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Wed, 31 Jan 2024 11:53:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg Toscana – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Bocciato il futuro del Mugello e dell’Appennino http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/bocciato-il-futuro-del-mugello-e-dellappennino/ Mon, 29 Jan 2024 17:07:24 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16320 del Comitato Tutela Crinale Mugellano – Crinali Liberi

La sentenza del TAR non ha bocciato gli ambientalisti ma il futuro del Mugello e dell’Appennino tosco emiliano-romagnolo

All’indomani della Sentenza del TAR del 10 gennaio 2024, il Comitato per la Tutela dei
Crinali Mugellani – Crinali Liberi, esprime il massimo disappunto per le sentenze emesse: il
ricorso di Italia Nostra e del C.A.I. viene dichiarato “improcedibile” per motivi procedurali
in quanto presentato prima del pronunciamento del Consiglio dei Ministri, che nel
settembre 2022 superava il parere negativo delle Sovrintendenze e del suo stesso Ministero
della Cultura, approvando definitivamente il PAUR della Regione Toscana Impianto eolico
Monte Giogo di Villore; il ricorso del Comune di San Godenzo che viene invece “respinto”
in quanto le contestazioni riportate sono giudicate infondate a seguito dell’analisi della
documentazione avanzata dai diversi settori tecnici della Regione Toscana in approvazione
del PAUR.
In poche parole il TAR ha sposato in toto le ragioni della Regione Toscana per
l’approvazione del progetto di AGSM-AIM e per l’opposizione ai ricorsi. Nel primo caso,
infatti, evitando di entrare nel merito non ha preso in considerazione nessuna delle
consistenti ragioni per cui le associazioni ambientaliste chiedevano l’annullamento
dell’autorizzazione del PAUR; nel secondo caso ha interpretato le innumerevoli richieste
d’integrazione, la copiosa ma spesso insufficiente documentazione presentata dal
proponente, e per finire le giravolte procedurali e i numerosi aggiramenti della normativa
attuati nella Conferenza dei Servizi, come sintomo di grande accuratezza e precisione nel
voler realizzare l’opera al meglio, compatibilmente ai problemi ambientali grazie
all’inserimento di improbabili accorgimenti tecnici volti alla presunta mitigazione dei danni.
Giudizio del tutto errato per chi ha seguito passo passo tutto l’iter lungo e travagliato della
Conferenza dei Servizi e conosce bene le numerose osservazioni dei cittadini, delle
associazioni ambientaliste e quelle dei diversi enti tecnici e amministrativi, che hanno
dimostrato solo e soltanto l’inconsistenza del progetto per l’impianto eolico, la mancanza di
documentazione importante e imprescindibile (da cui l’inchiesta penale), il pericolo per la
biodiversità dell’area, i rischi ambientali per il territorio. Tutto ciò dimostra che di fatto il
dissenso consapevole – costruito sugli studi indipendenti della fauna a rischio di
estinzione, sulla biodiversità della zona, sulla presenza di acque superficiali e sotterrane a
rischio sparizione, sulle forti criticità sismiche e idrogeologiche che caratterizzano tutto
questo tratto di Appennino – non ha spazio e voce in una procedura giudiziaria
amministrativa regionale.

Per difendere l’Appennino e le sue montagne alla Regione Toscana sarebbe bastato
accogliere fin dall’inizio i numerosi pareri contrari all’impianto industriale eolico Monte
Giogo di Villore, perché è un progetto sbagliato fin dalla nascita, cioè dalla scelta della sua
collocazione. Ma chi governa la Regione l’ha voluto politicamente e l’ha fatto approvare
tecnicamente contro ogni ragionevole dubbio, contro il volere del territorio mugellano,
contro l’interesse dei propri cittadini e la propria millenaria cultura della bellezza e del
paesaggio!
Il Comitato Crinali Liberi è sempre più convinto della fondatezza delle proprie ragioni ed
esprime ancora una volta il netto dissenso rispetto al modo di procedere di forzatura in
forzatura, non solo in sede di Conferenza dei Servizi, ma anche nei lavori, fin dall’apertura
del cantiere. È “inspiegabile” come l’Amministrazione regionale abbia consentito l’inizio
dei lavori in assenza del progetto esecutivo, della relazione sismica e della relativa
autorizzazione. Altrettanto “inspiegabile” è l’assenza totale di vigilanza degli enti preposti
sull’avanzamento dei lavori, già costata alle ditte esecutrici fior di sanzioni, denunce e
“ingiunzioni al ripristino” grazie soltanto alle segnalazioni di semplici cittadini che hanno,
loro sì, attentamente osservato cosa stava succedendo, e all’intervento seguente della forza
pubblica allertata. Questo modo di fare delle imprese, nell’esecuzione di tutte le grandi
opere, è diventata ormai la norma: procedere al di fuori delle regole e pagare le penali per
i problemi causati, se individuati; tanto i soldi in ballo sono tanti e ci sono anche per questo
genere di spese. Per le imprese costruttrici è più conveniente fare così che rispettare la
normativa ambientale.
Forse anche per questo malcostume tutto italiano, insieme al clima, anche l’aria è
cambiata: tante persone in Mugello e ovunque nel nostro Belpaese si sono svegliate,
hanno aperto gli occhi sulla realtà e si sono rese conto che i “super-eroi del green”, i
decantati promotori della transizione energetica, non sono altro che avidi speculatori e
colonizzatori di territori “lontani dal loro giardino”. Sono loro i veri Nimby, espropriatori di
terre altrui, conquistadores dell’Appennino Mugellano.

Se davvero crollerà il baluardo del Giogo di Villore seguirà la colonizzazione industriale di
tutta la dorsale appenninica tosco emiliano-romagnola, come già dichiarato dal proponente
durante l’inchiesta pubblica. Alle comunità resteranno solo i danni: perdita di spazi agricoli
e produttivi, di biodiversità e di bellezza, degradazione del territorio, scomparsa e
inquinamento degli approvvigionamenti idrici, incremento del rischio di frane in montagna
e allagamenti a valle; di contro nessun vantaggio energetico fruibile. Per questo è iniziata la
collegiale e determinata battaglia dei Comitati e delle Associazioni a difesa di tutto
l’Appennino.
Il Monte Giogo di Villore è diventato in questi anni uno dei simboli toscani della lotta in
difesa della terra e dei beni comuni, della vita delle comunità montane, delle specie rare e
protette, minacciate di estinzione, che popolano i crinali e i torrenti mugellani, delle
foreste e dell’acqua, dei produttori che vivono e si prendono rispettosamente cura ogni
giorno della montagna.
La voce dei crinali si leverà sempre più forte e non si lascerà silenziare. Sappiamo bene
quanto questo progetto sottrarrà i territori alle comunità, quanto i suoi sentieri – tra cui il
Sentiero 00 Italia, GEA ed E1 Europa – verranno interdetti al passaggio dei camminatori,
quanto saranno compromessi per sempre da cemento, rumore a livello 5, infrasuoni, onde
elettromagnetiche fortissime e degrado industriale. Ogni cantiere e ogni operazione, ogni
prelievo e ogni manomissione verranno attentamente osservati, documentati e resi
pubblici.
Degli esiti di queste sentenze del TAR può esultare e rallegrarsi solo chi non vive e non
ama questi territori, vocati all’escursionismo, al turismo, alle produzioni tipiche locali, alla
conservazione e alla protezione degli ultimi ecosistemi naturali ricchi di biodiversità
autoctona. Può gioire chi non ha capito che la transizione ecologica ha in questi territori,
così come sono, i migliori alleati per la mitigazione climatica, per la presenza di boschi
secolari e sorgenti di acque di alta qualità, di pratiche di produzione virtuose e rispettose
degli equilibri ambientali per ottenere prodotti di eccellenza. Può gioire soltanto chi vuole
confondere le persone spacciando la speculazione e il land grabbing (furto di territorio)
come transizione energetica.

Per tali motivi il Comitato chiamerà a nuove forme di protesta tutta la cittadinanza e tutte le
realtà attive sul fronte dei beni comuni.

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Tangenziale nord-est di Pisa: costa molto, non migliora la mobilità, fa danni http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2024/01/tangenziale-nord-est-di-pisa-costa-molto-non-migliora-la-mobilita-fa-danni/ Mon, 29 Jan 2024 12:00:12 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16316 di Legambiente Pisa

Comunicato stampa del 23.1.2024

In Consiglio Comunale si è discusso delle risorse economiche necessarie a realizzare la tangenziale nord est. La “nuova viabilità” dovrebbe unire la via Aurelia a Cisanello attraverso la piana a nord di Pisa con un percorso di 16 Km. Il costo previsto è di 200 milioni di euro, mentre nel 2007 era di 70 milioni. A oggi è finanziato e appaltato il primo lotto da Madonna dell’Acqua a via Pietrasantina per una spesa di 27 milioni.

Una spesa complessiva notevole per un’opera considerata “strategica” da quasi tutto il Consiglio (fa eccezione il consigliere di “Diritti in Comune”) in quanto l’opera dovrebbe favorire la mobilità veicolare nell’area pisana. Ma è una pericolosa illusione. Gli ingorghi che strangolano la città di Pisa non derivano da flussi di attraversamento, ma sono originati dai moltissimi spostamenti che penetrano a fondo nel tessuto urbano tentando di raggiungere il cuore della città, come indicato dagli studi del Piano Urbano del Traffico del 2000 e successivamente mai smentiti, anche in occasione della elaborazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del 2020. Si insegue l’illusione che nuove strade favoriscano la mobilità consentendo flussi più veloci. È dimostrato, invece, che l’unico modo per ridurre il traffico è ridurre il numero dei mezzi privati in circolazione, con una politica urbanistica e della mobilità che favorisca trasporto pubblico e mobilità “attiva” (bici e piedi).

Ma l’opera, oltre che costosa e inutile, è anche dannosa per molti diversi motivi.

La tangenziale sarebbe il cavallo di Troia per nuovo consumo e impermeabilizzazione del suolo: porterebbe nuovi insediamenti commerciali e residenziali lungo il suo percorso, favorendo l’esodo dalla città verso la campagna e ostacolando gli spostamenti radiali per tutti i mezzi che non fossero auto. La “città diffusa”, che allontana i cittadini da servizi, lavoro e persone, impone poi l’uso del mezzo privato: il miglior modo per aumentare il traffico pendolare. Inoltre la tangenziale aprirebbe una lunga ferita da est a ovest dividendo in due la piana, separando località ora contigue. Il taglio della pianura deturperebbe irrimediabilmente il paesaggio rurale tra Pisa e San Giuliano e ostacolerebbe gli spostamenti radiali da e verso la città.

E non dimentichiamo danni meno evidenti, ma importanti e non trascurabili. Ad esempio l’aumento dell’inquinamento acustico che, per il quartiere I Passi, potrebbe moltiplicare di 32 volte (16 decibel) i limiti di legge. O gli impatti negativi permanenti per flora e fauna previsti dalla VAS redatta per il Comune di Pisa nel 2010.

Le stesse ingenti risorse economiche destinate a questa opera dannosa potrebbero essere utilizzate per potenziare il trasporto pubblico (come ad esempio il raddoppio della ferrovia Pisa-Lucca e sua trasformazione in metropolitana di superficie e linee urbane elettrificate in sede propria) o i percorsi protetti pedonali e ciclabili. Le idee non mancano, basta abbandonare l’idea che la città sia costruita per le auto e non sia, invece, delle persone.

Legambiente Pisa

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Il progetto dovrebbe impattare anche sull’acquedotto mediceo; segui il gruppo fb

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TAV sotto Firenze: una storia di soldi, fango e trivelle http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/tav-sotto-firenze-una-storia-di-soldi-fango-e-trivelle/ Wed, 20 Dec 2023 16:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16273 No Tunnel Tav

I lavori del Passante TAV sono iniziati di nuovo dopo molti anni di sospensione; quelli delle gallerie, che sarebbero il cuore del progetto, pare vadano avanti lentamente visti i rischi che comportano; quel che è accaduto pochi giorni fa al Ponte del Pino, con la fuoriuscita del materiale scavato che è tenuto in pressione dalla TBM (la fresa), ha solo bloccato il traffico e regalato un pomeriggio da incubo alla città; per fortuna non ci sono stati dissesti alle infrastrutture, ma è comunque il segno che i lavori non sono e non saranno così semplici come Consorzio Florentia e coro politico sostengono.

Nan sarebbe mai troppo tardi per ripensare ad un’opera che comunque sarà un danno per il sistema dei trasporti toscano.

Nonostante la mole di annunci prodotti da Ferrovie, Regione (Eugenio Giani) e Comune di Firenze (Dario Nardella) pare che ancora ci siano problemi con lo smaltimento delle terre, come accennato dall’assessore Giorgetti rispondendo ad una interrogazione. I primi metri sarebbero contaminati da additivi che non consentirebbero il trasporto a Cavriglia e pare non sia ancora disponibile una discarica pronta ad accogliere le terre che il Presidente Giani sogna scorrere veloci su nastri trasportatori dagli inferi di Firenze ai paradisi del Valdarno. Pare addirittura si voglia cambiare additivo per velocizzare lo scavo, questo dopo anni di discussioni, di fermo dei cantieri, di modifiche della normativa. Segno che problemi irrisolti ce ne sono eccome.

In questi giorni è apparsa una grossa trivella in via Cittadella, vicino al viale Belfiore, che dovrebbe preparare il cantiere dal quale si dovrebbero fare le iniezioni di boiacca cementizia sotto le fondamenta dell’edificio che deve essere consolidato. Nell’aggiornamento del progetto pare che si siano resi conto che le cose non filerebbero lisce come hanno sempre detto e conseguentemente prevedono il consolidamenti di alcuni (molti) edifici; nella zona di via delle Ghiacciaie e via Cittadella i tecnici del Comitato hanno detto fin dall’inizio che saranno molto probabili cedimenti del terreno e rischi di danni anche pesanti; lo stesso progetto lo riconosce smentendo l’ottimismo ostentato fin’ora.

Il Comitato ci tiene a ricordare che i moniti lanciati negli anni furono negati e a volte ridicolizzati; adesso qualche preoccupazione sorge anche dietro il muro di surreale ottimismo che difende l’opera sotterranea. C’è davvero da augurarsi che la ditta (in subappalto) che esegue questo lavoro di consolidamento sia competente, perché anche queste operazioni non sono esenti da rischi, soprattutto quando le iniezioni vengono fatte senza strumentare l’edificio (ci sarebbe da chiedersi: quanto boiacca verrà iniettata? Il terreno ha una sufficiente permeabilità per assorbire la boiacca iniettata?): se lo scavo di gallerie provoca perdita di volume nel sottosuolo con conseguente cedimenti superficiali dove c’è la città, le previste iniezioni sotterranee potrebbero causare aumento dei volumi sotterranei e conseguente innalzamento del terreno sul quale insistono gli edifici. Gli effetti sugli edifici sarebbero molto simili (ovvero opposti) a quelli dovuti agli scavi.

Questo progetto di sottoattraversamento si porta dietro rischi enormi e garantisce benefici minimi che sarebbero molto maggiori con il potenziamento del nodo ferroviario di superficie; il Comitato e molti cittadini continuano a chiedere il perché di scelte così poco razionali, ma ancora non ci sono risposte. La litania che “si libererebbero i binari di superficie” con la realizzazione del sottoattraversamento contrasta con la realtà che ciò si potrebbe ottenere con nuovi binari in superficie, ma con tempi minori, minimi rischi e costi infinitamente più bassi. Già! Forse sono proprio i costi bassi che non convincono Giani, Nardella, Pizzarotti, Saipem, Cosorzio Florentia; anche il consolidamento degli edifici potrebbe essere un espediente per aumentare il costo dell’intervento più che pensare alla salvaguardia del patrimonio edilizio esistente.

Buona fortuna Firenze.

No Tunnel Tav

Pubblicato su perUnaltracittà

Maggiori informazioni sul sito e sulla pagina facebook del Comitato No Tunnel Tav Firenze 

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La Montagna va in Città: 18 – 19 dicembre 2023 veglia e presidio per il Monte Giogo di Villore http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/12/la-montagna-va-in-citta-18-19-dicembre-2023-veglia-e-presidio-per-il-monte-giogo-di-villore/ Fri, 15 Dec 2023 23:26:02 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16260 Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi

Il 19 dicembre il TAR Toscana si pronuncerà sul Ricorso al Progetto eolico industriale “Monte Giogo di Villore” che prevede l’installazione di 7 aero-generatori sui crinali appenninici mugellani fra i Comuni di Vicchio (Fi) e Dicomano (Fi).

Nonostante il Ricorso di Italia Nostra e del CAI, i lavori per l’eolico sono partiti l’8 giugno, provocando già danni irripristinabili e gravi alterazioni ai territori, realizzati da comprovati interventi irregolari, illegali, abusivi e degradanti.

Un progetto particolarmente devastante dal momento in cui i crinali appenninici di Monte Giogo di Villore sono un corridoio ecologico del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. Vi si snodano meravigliosi Sentieri nazionali ed europei: il Sentiero 00 Italia, il Sentiero GEA Grande Escursione Appenninica, il Sentiero Europa E1 che collega Capo Nord a Capo Passero in Sicilia, in continuità funzionale con il Parco, sull’Alta via dei Parchi, paradiso del Turismo escursionistico.

Questo tratto di crinale, fin oltre la Colla di Casaglia, è un insieme di ecosistemi ricchi di biodiversità, di foreste ben conservate, prossimi a 5 Siti Rete Natura 2000 con Zone a Speciale Conservazione tra cui il sito Natura 2000 ZSC Muraglione Acquacheta. La preziosa e rara biocomplessità di flora e di fauna della zona è attestata da recenti monitoraggi di ricercatori universitari di specie protette quali pipistrelli e gamberi autoctoni bioindicatori di acque di elevata qualità. È inoltre frequentata da aquile reali – tra cui la nostra cara amica aquila Gaia – per la presenza di numerose aree aperte o praterie secondarie, ideali aree di caccia ricche di prede e di boschi con alberi vetusti e ad alto fusto.

Il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi propone per il giorno 18 Dicembre una veglia dalle ore 16.30 in Piazza Santissima Annunziata – Firenze sino al giorno 19, giorno del presidio davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) in contemporanea al pronunciamento della sentenza relativa al ricorso.

Durante la veglia sono previsti musica, interventi teatrali, banchini informativi e mostre fotografiche, cibo e vino, e interventi aperti.

Adesso è arrivato il momento di essere presenti tutti quanti! Adesso è arrivato il momento di stare insieme per difendere i crinali.

Venite. Venite. Venite!

Ci vediamo lì.

Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani (CTCM) – Crinali Liberi

libericrinali2021@gmail.com

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Qui il precedente articolo di Salviamo il Paesaggio sul progetto eolico al Monte Giogo di Villore

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Le montagne non ricrescono. Fermiamo l’estrattivismo in Apuane e ovunque http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/le-montagne-non-ricrescono-fermiamo-lestrattivismo-in-apuane-e-ovunque/ Sun, 19 Nov 2023 06:38:24 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16210 Il 16 dicembre 2023 manifestazione/convegno a Carrara per fermare la devastazione

Riportiamo l’appello lanciato dal CAI e dalle associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna ai soggetti collettivi e ai cittadini per la partecipazione all’iniziativa nazionale del 16 dicembre a Carrara. Il Programma della manifestazione/convegno sarà il seguente:

  • ore 9.00 Convegno nella Sala della Camera di Commercio a Carrara
  • ore 14.00 Corteo manifestazione con partenza dallo Stadio dei Marmi verso il centro cittadino di Carrara.

Il 17 dicembre ci saranno invece approfondimenti e tavoli tematici in varie sedi del centro cittadino.

APPELLO

Ci rivolgiamo alle associazioni ambientaliste nazionali, ai comitati che difendono il territorio da opere inutili e invasive, ai movimenti ecologisti nazionali e internazionali, alle popolazioni montane di tutta Italia che resistono alla deriva distruttiva e speculativa in atto in questi territori.

Nei mesi passati le Apuane sono state scenario di diversi atti intimidatori da parte degli industriali del marmo e delle istituzioni che hanno tentato più volte di impedire l’accesso ad alcuni sentieri montani.

A tutto ciò si accompagna l’insoddisfacente tutela ambientale e la dubbia legalità nella gestione complessiva dell’escavazione sulle Apuane, che il Gruppo Regionale toscano del CAI ha esposto nel “Dossier Apuane”. A fronte di questa situazione, le sezioni CAI e le associazioni ambientaliste riunite nell’Assemblea per l’Accesso alla Montagna, hanno indetto un’iniziativa pubblica di sensibilizzazione e protesta.

La gravissima occupazione industriale delle Apuane non rappresenta, purtroppo, un caso isolato, ma è l’immagine di quanto già accade altrove e di quanto si appresta a diventare la nuova normalità. Basti pensare alla crescente corsa alle risorse critiche presenti nei territori montani, alla proliferazione di impianti di risalita o ancora alle follie speculative come quelle innescate dalle olimpiadi Invernali.

Il caso delle Alpi Apuane è dunque emblematico nel mostrare le aberrazioni dell’estrattivismo, ovvero un sistema di governo del territorio in cui le aspettative del mondo imprenditoriale piegano le esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità che vivono il territorio stesso. Un principio che, una volta affermato e reso sistemico, produce la privatizzazione dei profitti in pochissime mani e la socializzazione dei costi sulla popolazione e sugli ecosistemi.

Non a caso Carrara è uno dei comuni più indebitati d’Italia, la cui provincia vanta tristemente un tasso di disoccupazione altissimo rispetto alla media dell’Italia centrale, ma che ospita al contempo società dagli utili favolosi.

Per questo pensiamo che dalle Alpi Apuane, e in particolare dalla città di Carrara, debba aprirsi una riflessione importante, dentro e oltre il CAI, tra le associazioni impegnate su questi temi.

L’iniziativa pubblica, che stiamo organizzando per il giorno 16 dicembre, ha una duplice modalità, un convegno e una manifestazione:

– il convegno, partendo dal caso apuano, analizzerà la tematica dell’estrattivismo inteso come paradigma da contrastare ovunque, a cui contrapporre un diverso ed equilibrato modello sociale ed economico.

– La manifestazione avrà lo scopo di materializzare la compattezza delle realtà associative nel denunciare la preoccupazione per ciò che possiamo ormai definire un vero e proprio assalto alla montagna.

L’auspicio è che questa giornata possa rappresentare un momento significativo a difesa della montagna e di chi la vive, avendone cura.

Sul sito è possibile aderire all’iniziativa e acquisire informazioni più dettagliate.

Fai girare l’evento Facebook e segui gli aggiornamenti su Instagram.

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Basta cemento a Massa. Lettera aperta al presidente della Regione Toscana http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/basta-cemento-a-massa-lettera-aperta-al-presidente-della-regione-toscana/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/11/basta-cemento-a-massa-lettera-aperta-al-presidente-della-regione-toscana/#comments Tue, 14 Nov 2023 16:09:32 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16203 a cura del comitato Ugo Pisa.

Egregio Presidente Eugenio Giani

p.c. Spett. Architetto Marco Carletti

Abbiamo letto le sue dichiarazioni sulla stampa del 10 Novembre 2023 e siamo rimasti positivamente colpiti. Dopo decenni che gli appelli di ambientalisti, studiosi, professori universitari sono rimasti completamente inascoltati e le politiche urbanistiche anche in Regione Toscana rispondevano più a logiche di profitto che alla difesa del territorio, quello da Lei dichiarato apre le porte certamente ad una nuova stagione.

Una stagione che non possiamo più attendere, le emergenze di questi giorni ci raccontano di un mondo che sta cambiando, un mondo in cui crisi climatiche e cementificazione sono un combinato disposto che non possiamo più permetterci.

Per questo, con questa lettera, ci rivolgiamo a Lei e ai suoi uffici, che recentemente hanno ritenuto che un progetto del Comune di Massa che comporta la cementificazione di un parco pubblico potesse avere il loro benestare. In un parco di circa 10 ettari, attualmente pineta a poche decine di metri dal mare, sono previsti quasi 3 ettari di consumo di suolo con nuove costruzioni, parcheggi, campi sportivi. Il tutto in un’area che è stata negli anni recenti oggetto di allagamenti ed esondazioni di torrenti, distruggendo una identità storica del territorio, utilizzando fondi del PNRR che tra i suoi  indirizzi principali ha la salvaguardia delle condizioni ambientali, la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Il costituito comitato che le sta scrivendo ha provato in molti modi ad evidenziare come tale scelta sia contraria agli indirizzi generali, sia contraria a quel concetto di “sostenibilità” troppo spesso tirato per la giacchetta e sia modulata secondo esigenze spesso poco ecologiste.

Temiamo che la nuova area impermeabilizzata prevista da questo progetto non potrà più assorbire l’acqua meteorica che oggi va in falda; siamo preoccupati, come ricordava giorni fa il tecnico ISPRA sull’alluvione in Toscana, che l’acqua vada invece a riempire quegli spazi impermeabilizzati, vecchi e nuovi, provocando conseguenze che purtroppo oggi trovano triste rappresentazione nelle immagini che i media ci fanno vedere e nelle parole di disperazione di molti Toscani colpiti dal disastro.

Vorremmo che le loro parole fossero da monito per tutti, che ciò che stanno passando oggi sia da insegnamento per tutti e possa contribuire affinché ciò che è accaduto non si ripeta.

Qua a Massa e Carrara abbiamo ancora chiare le immagini dell’alluvione del 2014, del torrente Carrione, pieno di detriti mai rimossi delle cave, che esondava e allagava tutta Marina di Carrara, a causa delle opere di cementificazione che hanno contribuito a quello che è accaduto.

Non vogliamo che si ripeta questo.

Le chiediamo pertanto un semplice atto di indirizzo della sua giunta, un atto che faccia seguito alle sue parole e porti i suoi uffici a rivedere il parere positivo espresso sulla cementificazione del parco Ugo Pisa, un atto che prenda amministrativamente coscienza che il tempo delle parole è finito e, come afferma Lei, se il passato non si può cambiare, il futuro sì.

Siamo certi di un Suo positivo riscontro e che anche in Toscana si possa immaginare di liberare suolo per il bene delle future generazioni.

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Firenze: partita la consultazione autogestita contro le norme che favoriscono i fondi di investimento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/10/firenze-partita-la-consultazione-autogestita-contro-le-norme-che-favoriscono-i-fondi-di-investimento/ Wed, 25 Oct 2023 04:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16162 di Maria Cariota

Il Comitato referendario Salviamo Firenze nel gennaio 2023 ha presentato due referendum cittadini per cercare di fermare la vendita della città ai ricchi del mondo.

Da anni infatti Firenze punta tutto sull’economia turistica; grandi gruppi immobiliari e holding internazionali si stanno comprando la città, spesso acquistando edifici con rilevante valore storico-artistico; il mercato immobiliare è tutto orientato sugli appartamenti di lusso e le locazioni brevi, facendo salire alle stelle il costo al metro quadro; proliferano gli studentati di lusso (inaccessibili quindi alla maggior parte degli studenti) e che svolgono sempre di più il ruolo di alberghi, godendo di una serie di condizioni di favore. Effetto di tutto questo è l’allontanamento progressivo dei residenti e degli studenti fuori sede da ampie aree della città e la disuguaglianza nell’esercizio dei diritti fondamentali.

I referendum sono stati proposti per aprire una discussione su questi grandi temi e non assistere con passività e rassegnazione. Si tratta della richiesta di referendum consultivo su due norme comunali che facilitano i fondi di investimento internazionali: la prima è quella che permette a un fondo di rilevare una struttura che aveva funzione pubblica e, senza alcuna discussione e necessità di autorizzazione, trasformarla in studentato di lusso/ricettivo e poi usarlo anche come albergo (così sono sorte negli ultimi mesi strutture ricettive in via Mannelli e via Panciatichi); la seconda estende fino a 3 mesi l’utilizzo come albergo di uno studentato di lusso, possibilità già garantita per il 50% dell’anno dalla normativa generale.

Dopo lo stop al referendum il Comitato lancia la Consultazione autogestita

Il Comitato degli esperti a maggio aveva approvato i due quesiti. A quel punto però, il sindaco Nardella, anziché adottare il decreto che doveva dare il via alla raccolta firme, comunica di voler assumere i quesiti e raccoglierli due delibere, come auto-osservazioni al Regolamento Urbanistico, che andranno al voto in Consiglio Comunale. Il Comitato commenta: “Le ultime mosse della Giunta sono state per noi un primo grande risultato, ma non ci basta”. Infatti ancora nulla è risolto, perché non è chiaro quando e se queste norme saranno votate (fine 2023, inizio 2024, prossima legislatura) e nel frattempo, nei prossimi mesi e anni, si avranno altre decine di immobili che diventeranno finti studentati-alberghi, residence di lusso e simili. “Il Sindaco Nardella non prevedendo l’immediata attuazione delle Norme di Salvaguardia che pure ha promesso, sta regalando mesi di tempo alla speculazione, peraltro mettendo il bavaglio alla partecipazione popolare. Considerato che fino all’approvazione del nuovo regolamento urbanistico passeranno mesi, la richiesta del Comitato è quella della loro immediata operatività.

Davanti all’immobilismo della Giunta e del Sindaco il Comitato non smobilita, ma al contrario rilancia una Consultazione autogestita, che ha avuto inizio il 28 settembre e durerà fino al 18 novembre: la campagna FIRMA&FERMA chiede che le due norme dei quesiti referendari diventino immediatamente operative, garantendone l’approvazione in tempi certi come norme di salvaguardia. L’obiettivo è quello di raccogliere migliaia di firme per dare voce ai tanti residenti e persone che vivono la città che non hanno potuto esprimersi grazie alla stop al referendum. “Ci volevano a casa, ci troveranno nelle piazze della nostra città, perché ai problemi sociali non si può rispondere con espedienti burocratici”, afferma Massimo Torelli, esponente del Comitato.

Il Tar ha dichiarato il difetto di giurisdizione

Sospettando che la finalità dell’amministrazione sia stata quella di cercare di eludere in ogni maniera, con le delibere e i tempi dilatati, lo svolgimento formale della consultazione referendaria, lo scorso settembre il Comitato Referendario Salviamo Firenze ha inoltre presentato ricorso al Tar Toscana, in cui sostiene che il regolamento comunale non prevede che sia la Giunta a decidere di ritenere superati i quesiti referendari; in materia urbanistica solo le modifiche regolamentari votate dal Consiglio Comunale possono consentire al Sindaco di evitare i referendum. Il Tar ha però dopo pochi giorni dichiarato il proprio difetto di giurisdizione in favore del giudice ordinario. Il Comitato sta valutando le azioni legali più efficaci per procedere.

Trovi tutte le info relative alle iniziative del comitato referendario e per partecipare alla consultazione autogestita sul sito e sulla pagina FB.

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Le Apuane condannate alla distruzione dalla Corte di Cassazione: SOS delle associazioni http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/10/le-apuane-condannate-alla-distruzione-dalla-corte-di-cassazione-sos-delle-associazioni/ Tue, 24 Oct 2023 04:00:00 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16157 Riportiamo l’appello delle associazioni Amici della Terra, La Pietra vivente, Mountain Wilderness, Verdi Ambiente e Società e ci uniamo alla loro richiesta di massimo sostegno di fronte alle conseguenze di una sentenza ingiusta che legittima decenni di devastazione delle Apuane.

Amici della Terra,

La Pietra vivente,

Mountain Wilderness,

Verdi Ambiente e Società,

Chiedono SOSTEGNO per una battaglia di civiltà a difesa delle APUANE e riaffermare UNO STATO DI DIRITTO CHE SI MUOVA ENTRO I LIMITI PREVISTI DALLA COSTITUZIONE.

AIUTATECI A RACCOGLIERE 50.000 EURO PER PAGARE LE SPESE PROCESSUALI (A FAVORE DELLA REGIONE E DELLA DITTA HENRAUX) CUI SIAMO STATI CONDANNATI NEL TENTATIVO DI FERMARE L’INQUINAMENTO E IL DEPAUPERAMENTO DELLE SORGENTI, LA RIAPERTURA DELLE CAVE NEL PARCO CHIUSE DAL 1980 (già oggi sono un centinaio) E LA CONSEGUENTE DISTRUZIONE DELLE MONTAGNE PREVISTE DAL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE APPROVATO NEL 2015

Per donare è possibile farlo a questo link oppure passando dal sito web SOS APUANE al menù donazioni.

La sentenza 19228/2023 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite conferma le decisioni del Consiglio di Stato, convalidando la legittimità del Piano integrato territoriale con valenza di piano paesaggistico (PIT/PPR) della Regione Toscana, modificato nella versione finale, peraltro approvata dal Consiglio Regionale, a beneficio dei concessionari di cava.

Secondo la Suprema Corte nelle Aree Contigue di Cava interne al Parco, in massima parte di uso civico, è legittimo ampliare le cave esistenti e aprire cave chiuse dal 1980, in difformità con quanto previsto dall’art. 9 della Costituzione e in violazione del Codice dell’Ambiente e del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.

Le cave sarebbero legittimate dalla legge istitutiva del Parco, LR 65/97 (antecedente ai Codici richiamati e alla istituzione dei siti rete Natura 2000 che gravano su tutta la superficie del Parco, ad eccezione delle ACC) che ne prevedeva la presenza, ma non certamente l’ampliamento, né la crescita indiscriminata (oggi sono più di 100). Nel 2002 infatti il piano estrattivo, redatto dal Parco e non approvato dalla politica, prevedeva la chiusura di alcuni bacini critici e il contingentamento di quelli con marmo di modesta qualità.

LA DIFESA DEI VALORI NATURALISTICI -dichiara la Cassazione- NON E’ UN VALORE FINALE E ASSOLUTOcontrariamente a quanto afferma l’art.9 della Costituzione, “perché IL FINE del Parco era/è MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DELLE COMUNITA’ LOCALI E L’ATTIVITÀ ESTRATTIVA È TRADIZIONALE, E DA SECOLI FONTE DI RICCHEZZA PER LE POPOLAZIONI”.

Quale ricchezza per le popolazioni? L’acqua inquinata, le sorgenti distrutte, le vette e i crinali tagliati, le strade devastate, le polveri, i rumori, la flora minacciata e danneggiata, la fauna in pericolo. Quale ricchezza può esservi per le comunità se il comune di Minucciano, nonostante abbia ottenuto deroghe per scavare extra legem “per motivi socio-economici” e finanziamenti per circa 15 milioni di euro indirizzati totalmente al settore lapideo, ha visto diminuire la popolazione del 27% negli ultimi venti anni?

Le cave creano ricchezza per i pochi concessionari, ma questa ricchezza non viene distribuita nel territorio depauperato.

Neppure la polvere di marmo (marmettola) che inquina le sorgenti e i percorsi carsici può essere “RAGIONE DI DOGLIANZA -annota la Suprema Corte– perché il PIT fa ESPRESSO RIFERIMENTO AL VALORE DELLA PRESERVAZIONE DALL’INQUINAMENTO DEI CORSI D’ACQUA”.

Un patrimonio universale come le Apuane è da sempre asservito al guadagno di pochi concessionari che, nei decenni, le hanno pesantemente abusate grazie alle politiche regionali e locali.

L’amministrazione Toscana ha permesso ai concessionari di riscrivere il PIT a proprio favore, stravolgendone l’indirizzo concepito ed elaborato dai tecnici dell’Assessore all’urbanistica Anna Marson nel quale si prevedeva la chiusura, al termine del periodo autorizzato, di una trentina di cave che operavano in aperta illegittimità con i Codici e consentiva la riapertura delle sole cave chiuse da dieci anni, pertanto non rinaturalizzate.

La medesima amministrazione, che ha permesso al Parco nel 2016 di modificare i confini delle ACC in violazione della normativa regionale che ne consente variazioni solo con il piano delle attività estrattive, sostiene “LA CARENZA DI INTERESSE DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE RICORRENTI”nella tutela di CLIMA, BIODIVERSITÀ, ACQUA, AMBIENTE, PAESAGGIO E SALUTE

UNISCITI A NOI PER DIFENDERE IL TUO PATRIMONIO AMBIENTALE

PORTEREMO ALL’ATTENZIONE DELL’EUROPA LA VIOLAZIONE DELLA NOSTRA COSTITUZIONE

Cava di marmo Alpi Apuane – ph Sosapuane.org
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Eolico selvaggio: attacco sul crinale appenninico del Mugello e dell’Aretino http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/07/eolico-selvaggio-attacco-sul-crinale-appenninico-del-mugello-e-dellaretino/ Thu, 06 Jul 2023 13:33:36 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=16011 di Serena Mattia

“Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato”, scriveva Goethe nel suo “Viaggio in Italia”.
Chissà cosa scriverebbe oggi se potesse vedere quel pezzo meraviglioso del creato martoriato, disboscato, cementificato, con giganti pale eoliche al posto degli alberi. Questo è esattamente quello che si prospetta sul crinale appenninico del Mugello e dell’Aretino.
È stato infatti autorizzato il nuovo impianto eolico Monte Giogo di Villore, che interesserà il territorio sul crinale dei comuni di Vicchio e Dicomano, a pochi chilometri dal confine con l’Emilia-Romagna e in prossimità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
La superficie destinata all’impianto è di 5,4 ettari e prevede la realizzazione di 7 aerogeneratori alti circa 180 metri per una potenza di 29,6 megawatt ma anche le infrastrutture necessarie come la costruzione di una strada di 12 chilometri, che sale sul crinale con una pendenza del 20-25%, indispensabile per trasportare a 1000 m s.l.m. tonnellate di ferro e cemento e allestire i cantieri, nonché un cavidotto interrato lungo 21 chilometri per portare l’energia prodotta ad una nuova centralina elettrica di collegamento alla rete di distribuzione.
Se gli impianti saranno realizzati, il paesaggio di questo tratto d’Appennino sarà irrimediabilmente
cambiato.
L’impianto, posto a 1000 metri di quota, ricade per opere accessorie in Siti protetti della Rete Natura 2000, sia in territorio toscano che in quello dell’Emilia-Romagna.
I crinali appenninici del Mugello sono infatti territori ricchi di biodiversità, è proprio in questo tratto di crinale che è tornata di recente a stabilirsi l’aquila reale ed abita da sempre il biancone, specie rapaci protette, particolarmente sensibili al disturbo antropico. Qui si snodano, inoltre, numerosi sentieri nazionali ed europei: il Sentiero 00 Italia, il Sentiero GEA Grande Escursione Appenninica, il Sentiero Europa E1 che collega Capo Nord a Capo Passero in Sicilia, il Cammino di Sant’Antonio.
Nonostante la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Firenze Prato e Pistoia e il Ministero della cultura, con l’allora ministro Dario Franceschini, abbiano dato parere negativo giudicando il progetto non compatibile con il territorio e i 3 ricorsi al Tar, presentati uno da Italia Nostra Nazionale e Club Alpino Italiano sezione di Firenze con la collaborazione della LIPU (lega italiana protezione uccelli), il secondo dal comune di S. Godenzo (Fi), il terzo da alcuni cittadini a cui è arrivata l’ ingiunzione di esproprio dei terreni, il governo Draghi, superando tutti nella gerarchia autorizzatoria, ma non nelle competenze tecniche, ha approvato il progetto d’impero, annullando i pareri tecnici negativi.
Crinali Liberi, Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano (CTCM), alla luce dei disastri dell’alluvione di maggio occorsi in Romagna e in Toscana ha redatto un appello per chiedere alle amministrazioni il ritiro delle autorizzazioni e il blocco del proseguimento dei progetti di impianti eolici industriali sul crinale appenninico del Mugello e dell’Aretino. Molti cittadini e associazioni, tra cui diverse aderenti al Forum Salviamo il Paesaggio, hanno aderito all’appello.
Per l’associazione i danni provocati dal progetto saranno superiori ai benefici.
Le nostre ragioni, dice il Comitato, sono le medesime dal nord al sud: difesa idrogeologica dei territori fragili a rischio frane e smottamenti; difesa della flora spontanea e della fauna selvatica, degli uccelli stanziali e quelli di passo, tutela dei boschi, dei prati e pascoli della montagna, tutela e valorizzazione della biodiversità vegetale e animale in Appennino; difesa delle popolazioni e delle aziende agricole che abitano e ricavano il proprio reddito sul territorio e in armonia con esso, prendendosene cura, senza metterne a rischio le risorse; tutela del paesaggio italiano. “Questi sono i principi fondanti del movimento a cui tutti ci rifacciamo e sono anche i principi fortemente rappresentati e affermati nella costituzione italiana, in quell’art. 9 di recente aggiornato e completato proprio al fine di rafforzare nei cittadini il senso di responsabilità verso l’ambiente in cui si vive”.
Per aderire all’appello scrivere a: libericrinali2021@gmail.com

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I cittadini di Pescia chiedono spiegazioni sul progetto idroelettrico http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2023/05/i-cittadini-di-pescia-chiedono-spiegazioni-sul-progetto-idroelettrico/ Fri, 05 May 2023 08:19:38 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15933 Pubblichiamo la lettera del comitato di cittadini di Pescia rivolta ai candidati sindaci del comune in provincia di Pistoia.

Lungo la Pescia, in località Paradisino, potrebbe presto sorgere un impianto idroelettrico, del quale già si parlò nel 2015. L’azienda Mers Electric Uno srl ha ripresentato un progetto denominato “Pescia 1”. Il tracciato proposto copre con una strada un antico gorile sulla sinistra idrografica, cancellando così dalla nostra percezione un elemento storico delle aree periurbane della città, che alimentava gli orti e vecchi opifici (filanda, conce) e che attualmente svolge funzioni importanti di regimazione delle acque meteoriche; inoltre il progetto sottrae terre ad aziende agricole produttive e impatta, con la costruzione delle centrale di scambio elettrico, su un paesaggio di pregio che caratterizza il territorio appena a monte di Via della Torre, dove insistono una muraglia storica di pregio, il gorile ed emergenze ambientali. Il progetto inoltre non tiene conto che il prelievo di acqua dal torrente produrrà impatti sull’ecologia del tratto di asta fluviale interessato, sulla vita biologica delle fasce ripariali e sulle falde freatiche adiacenti che si impoveriranno, con danni per coloro che vi attingono acqua.

Nessuna valutazione di impatto ambientale è stata condotta, tanto più necessaria perché in località San Lorenzo, quindi immediatamente sopra al punto di prelievo sul torrente, esiste già un altro impianto idroelettrico. Considerato poi che ormai la ‘nostra’ Pescia da anni è soggetta a stress idrici sensibili, con periodi di secca non solo durante l’estate, ma anche nelle altre stagioni, il Comitato e molti cittadini (furono oltre 600 le firme che raccogliemmo nel 2015 per contrastare il progetto) si chiedono a cosa mai potrà servire un impianto che sconta, dal punto di vista industriale, questo deficit di risorse idriche prelevabili. Si parla continuamente di emergenza siccità e poi i pubblici poteri compiono scelte che contraddicono questa condizione di portata minima storica della Pescia, il cui alveo si restringe sempre più, come tutti possono vedere.

Il Sindaco e i candidati a succedergli cosa pensano del progetto? Ce lo chiediamo e li invitiamo a guardare il torrente per farsi un’idea concreta della questione. In questi giorni di campagna elettorale sentiamo le loro promesse di salvaguardia del territorio, di promozione e di amore per la città. Bene, allora vorremmo conoscere le valutazioni che ognuno di loro propone ai cittadini, rispondendo però a domande precise: questo progetto, che è regionale, lo approvano? Cosa intendono fare per evitare questo ulteriore scempio, che, ancora una volta, si vuole compiere senza prima averne messo a conoscenza la cittadinanza? E, per carità, evitiamo le risposte in ‘politichese’.

Grazie per l’attenzione

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