La “macchina del fango” colpisce il tenente Di Bello, colpevole di aver agito per la tutela dell’ambiente e dei cittadini

Cosa vi aspettate che accada quando un libero cittadino rende pubblici i risultati delle analisi chimiche su un bacino idrico che serve migliaia di famiglie, denunciandone la pericolosità? Indagini, accertamenti ed eventualmente provvedimenti giudiziari nei confronti dei responsabili?

Nella vicenda che raccontiamo di seguito i provvedimenti giudiziari sono, in effetti, arrivati. Non a carico di chi dovrebbe garantire la sicurezza delle acque però. Ad essere punito è stato il cittadino che s’è preso la briga di denunciare.

E il cittadino in questione è Giuseppe Di Bello, tenente della polizia provinciale di Potenza, che a causa del suo impegno a tutela dell’ambiente e della salute pubblica è stato assurdamente delegittimato. Fino alla revoca della sua qualifica di ufficiale di pubblica sicurezza.

Tutto ha inizio nel gennaio 2010, quando Giuseppe Di Bello decide di andare ad effettuare, contando solo sull’appoggio di alcune associazioni e sulla collaborazione di una chimica dell’università di Siena, il prelievo di alcuni campioni d’acqua presso il lago del Pertusillo. Si tratta di un invaso da 155 milioni di metri cubi d’acqua principalmente ad uso civile, collegato attraverso un mega-condotto all’altro importante invaso di Senise (noto come Montecotugno). Quest’ultimo ha una capacità di 550 milioni di metri cubi d’acqua, sempre destinata all’uso civile.

Dalle analisi commissionate ad un laboratorio fuori regione, le acque del Pertusillo risultano soggette ad inquinamento sia di natura microbiologica (con la presenza di pericolosi batteri) che di alte concentrazioni di metalli pesanti (in particolare, ferro e manganese).

Maurizio Bolognetti, esponente dei Radicali per la Basilicata, che s’era incaricato di reperire i fondi per effettuare le analisi, ne rende pubblici i risultati. Cosa che scatena l’immediata reazione di Vincenzo Santochirico, allora Assessore Regionale all’Ambiente della Basilicata, il quale denuncia Di Bello e Bolognetti alla Procura della Repubblica di Potenza per “procurato allarme”. A suo dire, le acque del Pertusillo sono sicure.

Ulteriori fatti, come morie di pesci e la colorazione rossa delle acque per la presenza della cosiddetta “alga cornuta”, confermano tuttavia l’ipotesi che un serio problema d’inquinamento esista. Ma l’unico provvedimento che ne consegue è a carico del tenente Di Bello: sospensione dai pubblici uffici ed interruzione dello stipendio per il reato di “rivelazione di segreti d’ufficio”.

Scontata la sospensione, a Di Bello viene assegnato un incarico presso il museo e la pinacoteca provinciale.

Nel frattempo però arrivano i risultati di ulteriori analisi effettuate sulle acque ed i sedimenti del Pertusillo. I campioni prelevati nel maggio 2011 confermano il pericoloso tasso d’inquinamento e inducono alcune associazioni ambientaliste, come il nucleo di Potenza dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione animali) e EPHA (Associazione per la Tutela dell’Ambiente e della Salute), a scrivere, tra gli altri, al Ministero dell’Ambiente e dell’Interno per invocare l’apertura dello stato d’emergenza. Qualche mese più tardi, il Ministero dell’Ambiente risponde sollecitando le amministrazioni locali (tra cui Provincia di Potenza e Regione Basilicata) a fornire un quadro aggiornato della situazione.

Non si registrano tuttavia significativi sviluppi nella vicenda. Ad andare avanti è soltanto il procedimento giudiziario che vede il tenente Di Bello nella veste d’imputato.

E il 6 giugno 2012 arriva la sentenza di primo grado, che riconosce Di Bello colpevole e lo condanna a due mesi e venti giorni di reclusione. Trattandosi di un incensurato, la condanna non diventa effettiva. Di Bello in ogni caso non ci sta. Impugna la sentenza e il 1 ottobre 2012 fa ricorso in appello. Senza nel frattempo mettere da parte il suo impegno civile.

E’ sempre Giuseppe Di Bello, infatti, a scoperchiare un altro caso scottante.

Si tratta dell’area industriale di Tito, comune della provincia di Potenza dove sorgeva l’ex Liquichimica. L’azienda, in cui si producevano detergenti e fertilizzanti, chiude i battenti nel 1981. Da allora il terreno, circa 59 mila metri quadri, è divenuto una discarica abusiva.  Nessuno se ne occupa, fino al 2001 quando lo stesso tenente Di Bello è tra gli agenti che operano il sequestro dell’area, su ordinanza del PM Henry John Woodcock.

Vengono stanziati fondi per procedere ad analisi di accertamento del grado di inquinamento dell’area, in ottica di un’eventuale bonifica. Si accerta anche la presenza di rifiuti di provenienza extra-regionale, elemento che lascia supporre la convergenza di interessi mafiosi sul sito. Nel 2006 addirittura l’azienda Daramic srl, produttrice di separatori per batteria, si autodenuncia per la contaminazione del terreno e della falda acquifera della zona. Si parla di tricoloroetilene, tricloroetano, dicloroetilene, bromodiclorometano, cloroformio, bromoformio, cloruro di vinile monomero, esaclorobutadene, tetracloroetilene e idrocarburi totali. Tutte sostanze persistenti e di sospetta o accertata tossicità, con particolare riferimento a potenzialità cancerogene, rilevate in concentrazioni un milione di volte superiori rispetto ai limiti consentiti.

Ma nonostante un riacceso interesse a partire dal 2009, quando viene presentata un’interrogazione parlamentare sulla situazione di Tito Scalo (frazione del comune di Tito, dove sorge l’area ex Liquichimica), le analisi operate nell’ottobre scorso da Di Bello evidenziano quanto il terreno sia ancora pregno di sostanze radioattive, come il radio.

L’unico caso in cui si manifesta tuttavia una chiara volontà ad andare fino in fondo nell’individuare un responsabile, un colpevole da additare, è proprio quello che ha Di Bello per protagonista.

Il 13 dicembre scorso, infatti, la prefettura di Potenza gli notifica la revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza. Nelle motivazioni del provvedimento si parla di “reiterato comportamento” e di “condotta di particolare gravità, tale da essere incompatibile con le delicate funzioni affidategli nella veste di adente di pubblica sicurezza”.

In realtà, dopo la denuncia relativa ai fatti del 2010 e la conseguente sospensione, la condotta di Di Bello come dipendente della provincia non ha ricevuto più alcuna contestazione. Non si capisce dunque quali siano i “reiterati comportamenti” di cui si sarebbe macchiato in veste di agente. Né, allo stesso modo, si capisce a cosa si riferisca la contestazione di “condotta di particolare gravità”, dal momento che da allora è rimasto sempre in servizio presso il museo provinciale, dove il suo operato ha incontrato la piena soddisfazione dei diretti responsabili, come testimonia il premio produzione percepito dallo stesso Di Bello nell’ottobre scorso.

Non solo. Questo provvedimento va contro il principio di presunzione d’innocenza, che nel nostro paese vige fino al terzo grado di giudizio” – dice Di Bello. “Qui si sta applicando una sanzione disciplinare nei miei confronti quando c’è ancora un processo giudiziario in corso”.

Una vicenda che ha del paradossale. Un agente di pubblica sicurezza viene delegittimato e privato della sua carica per aver portato alla luce dei casi che riguardano la salute dei cittadini e dell’ambiente in cui vivono. Con la solita tacita accusa di deturpare l’immagine di una regione, di un territorio.

Ma davvero tenere i cittadini all’oscuro di un problema, facendo finta che non esista, è tutelare l’immagine di un territorio? O forse siamo alle prese con quella “macchina del fango” così ben descritta da Roberto Saviano, che scatta ogni qualvolta vengono portate a galla verità scomode? Un perverso meccanismo che cerca di isolare e mettere in cattiva luce chi denuncia qualcosa che non va, invece di occuparsi di ciò che viene denunciato.

Sapere che in giro per le strade e i territori del nostro paese ci sono persone serie e inappuntabili, con a cuore la salute e il bene pubblico, è quanto di meglio un cittadino può auspicare da un agente di pubblica sicurezza. L’impegno di Giuseppe Di Bello è sempre stato in questa direzione. Un impegno che sa ispirare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Che ci fa sentire protetti, tutelati. Proprio l’esatto contrario di quanto fa chi, invece, ripudia e condanna questo genere d’impegno.

Roberto Caravaggi 

 

FONTI E LINK CORRELATI:

La sentenza della Prefettura di Potenza (formato pdf, 625 kb) >

http://www.olambientalista.it/pertusillo-ehpa-conferma-presenza-di-metalli-pesanti-e-idrocarburi/

http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/i-veleni-di-tito-scalo

 

26 commenti

  1. quello che succede a questo integerrimo servitore dello stato sta succedendo anche a Rosario Marcianò, colpevole di avere denuciato uun crimine ancor apiù orrendo, quello delle scie chimiche. Per questo ha subito persino la requisizione dei Pc di casa. La scusa? dopo essere stato diffamato su internet da decine di personaggi adesso è indagato per diffamazione. Informatevi su questa ennesima scandalosa vicenda repressiva e informatevi su ciò che succede nel cielo. Se le denunce di Giuseppe di bello fossero fasulle perchè si accanirebbero contro dilui? Se le scie chimiche non esistessero perchè tanta repressione contro Rosario Marcianò?

  2. io penso che chi deve andare a farsi convesare i peccati non e chi ci aiuta a capire ma chi li comete ma pultropo i politici fanno come i preti sul l artare sai quello che ti dico nel vangelo ma no quello che faccio io come cittadino mi dispiace ma si dia forza stiamo tutti con voi assocciazione anpana di caserta

  3. penso uno stato che ha fallito .persone che dovrebbero essere premiate sono discriminate e persone che trafugano milioni di euro non vanno nemmeno in carcere perche prendono le prescrizioni grazie al nostro stato

  4. L’isola che non c’è

    Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino, poi la strada la trovi da te porta all’isola che non c’è. Forse questo ti sembrerà strano, ma la ragione ti ha un po’ preso la mano ed ora sei quasi convinto che non può esistere un’isola che non c’è.
    E a pensarci, che pazzia è una favola, è solo fantasia e chi è saggio, chi è maturo lo sa non può esistere nella realtà!
    Son d’accordo con voi. E non è un’invenzione e neanche un gioco di parole se ci credi ti basta perché. poi la strada la trovi da te. E ti prendono in giro, se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te. E vedi gli altri. Quanta fretta, ma dove corri; dove vai se ci ascolti per un momento, capirai. Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai, è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai che non ti pentirai. Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai noi sapremo sfruttare le tue qualità dacci solo il tuo consenso e t’iscriviamo al concorso per la celebrità!…
    Non vedi che è un vero affare non perdere l’occasione se no poi te ne pentirai non capita tutti i giorni di avere impresari, che si fanno in quattro per te! Un giorno credi d’essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero.
    Situazioni che stancamente si ripetono senza tempo. A questo punto non devi lasciare, qui la lotta è più dura, ma tu se le prendi di santa ragione insisti di più.
    Sei testardo, questo è sicuro quindi ti puoi salvare ancora metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi. Quando ti alzi e ti senti distrutto, fatti forza e vai incontro al tuo giorno, non tornar sui tuoi soliti passi basterebbe un istante Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo “falso incidente”.
    Una terra per cui lottare, anche contro gli spiriti del lago. Il canto dell’acqua. Oltre il bivio la vita. L’ombra di un uomo qualunque, di fronte al canto delle sirene. La giustizia come una ninna, nanna,. Un sogno amaro di libertà, nel segno del potere.
    I guardiani di una panacea. L’ora dei giusti in cui ognuno dovrebbe fare la sua parte, in base al proprio ruolo e capacità e meriti. E non delegare ad una persona come fosse un pirata, un eroe disposto a sacrificarsi. Ognuno faccia la sua parte in nome di un’appartenenza, ad una terra, ad un luogo magari dell’anima, e ad un popolo.

  5. L’isola che non c’è

    Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino, poi la strada la trovi da te porta all’isola che non c’è. Forse questo ti sembrerà strano, ma la ragione ti ha un po’ preso la mano ed ora sei quasi convinto che non può esistere un’isola che non c’è.
    E a pensarci, che pazzia è una favola, è solo fantasia e chi è saggio, chi è maturo lo sa non può esistere nella realtà!
    Son d’accordo con voi. E non è un’invenzione e neanche un gioco di parole se ci credi ti basta perché. poi la strada la trovi da te. E ti prendono in giro, se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te. E vedi gli altri. Quanta fretta, ma dove corri; dove vai se ci ascolti per un momento, capirai. Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai, è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai che non ti pentirai. Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai noi sapremo sfruttare le tue qualità dacci solo il tuo consenso e t’iscriviamo al concorso per la celebrità!…
    Non vedi che è un vero affare non perdere l’occasione se no poi te ne pentirai non capita tutti i giorni di avere impresari, che si fanno in quattro per te! Un giorno credi d’essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero.
    Situazioni che stancamente si ripetono senza tempo. A questo punto non devi lasciare, qui la lotta è più dura, ma tu se le prendi di santa ragione insisti di più.
    Sei testardo, questo è sicuro quindi ti puoi salvare ancora metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi. Quando ti alzi e ti senti distrutto, fatti forza e vai incontro al tuo giorno, non tornar sui tuoi soliti passi basterebbe un istante Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo “falso incidente”.
    Una terra per cui lottare, anche contro gli spiriti del lago. Il canto dell’acqua. Oltre il bivio la vita. L’ombra di un uomo qualunque, di fronte al canto delle sirene. La giustizia come una ninna, nanna,. Un sogno amaro di libertà, nel segno del potere.
    I guardiani di una panacea. L’ora dei giusti in cui ognuno dovrebbe fare la sua parte, in base al proprio ruolo e capacità e meriti. E non delegare ad una persona come fosse un pirata, un eroe disposto a sacrificarsi. Ognuno faccia la sua parte in nome di un’appartenenza, ad una terra, ad un luogo magari dell’anima, e ad un popolo.
    Salvatore Loviso
    L’isola che non c’è

    Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino, poi la strada la trovi da te porta all’isola che non c’è. Forse questo ti sembrerà strano, ma la ragione ti ha un po’ preso la mano ed ora sei quasi convinto che non può esistere un’isola che non c’è.
    E a pensarci, che pazzia è una favola, è solo fantasia e chi è saggio, chi è maturo lo sa non può esistere nella realtà!
    Son d’accordo con voi. E non è un’invenzione e neanche un gioco di parole se ci credi ti basta perché. poi la strada la trovi da te. E ti prendono in giro, se continui a cercarla ma non darti per vinto perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te. E vedi gli altri. Quanta fretta, ma dove corri; dove vai se ci ascolti per un momento, capirai. Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai, è una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai che non ti pentirai. Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai noi sapremo sfruttare le tue qualità dacci solo il tuo consenso e t’iscriviamo al concorso per la celebrità!…
    Non vedi che è un vero affare non perdere l’occasione se no poi te ne pentirai non capita tutti i giorni di avere impresari, che si fanno in quattro per te! Un giorno credi d’essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero.
    Situazioni che stancamente si ripetono senza tempo. A questo punto non devi lasciare, qui la lotta è più dura, ma tu se le prendi di santa ragione insisti di più.
    Sei testardo, questo è sicuro quindi ti puoi salvare ancora metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi. Quando ti alzi e ti senti distrutto, fatti forza e vai incontro al tuo giorno, non tornar sui tuoi soliti passi basterebbe un istante Mentre tu sei l’assurdo in persona e ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo “falso incidente”.
    Una terra per cui lottare, anche contro gli spiriti del lago. Il canto dell’acqua. Oltre il bivio la vita. L’ombra di un uomo qualunque, di fronte al canto delle sirene. La giustizia come una ninna, nanna,. Un sogno amaro di libertà, nel segno del potere.
    I guardiani di una panacea. L’ora dei giusti in cui ognuno dovrebbe fare la sua parte, in base al proprio ruolo e capacità e meriti. E non delegare ad una persona come fosse un pirata, un eroe disposto a sacrificarsi. Ognuno faccia la sua parte in nome di un’appartenenza, ad una terra, ad un luogo magari dell’anima, e ad un popolo.
    Salvatore Loviso

  6. Tutta la mia comprensione ed il mio sostegno, ho sperimentato personalmente quanto è successo a Giuseppe……………….. Purtroppo ogni giorno che passa si conferma, sempre di più, il pensiero di Falcone che di mafie ne sapeva molto: “la più pericolosa è quella dei colletti bianchi…………..”.

  7. Società dell’apparenza

    E non è un caso, che nessuno voglia apparire ed interpretare la miseria morale e la mediocrità di quei burocrati della “pietra nel pozzo”, del dove coglio, coglio e di impiegati a vario tituli alla Mourinho, per il quale si prova solo disgusto. I maggiori organizzatori del <>. Mi sembrano funzionari dell’orrore, che applicano le istruzioni con diligenza, perche privi di quei codici morali, che dovrebbero guidare le nostre azioni. Un prodotto della società dell’obbedienza e dell’arrivismo. Dimostrano che questi personaggi, a volte incapaci di usare direttamente la forza, ma determinati nell’arrivismo. Tenente Di Bello, lei è un uomo, che si adatta al mio modello personale che ho ritratto. “Voglio capire”, è uno dei suoi principi guida. Penso che valga anche per me, e per la mia vita. Anche se nello stesso tempo non si faccia ricattare dalle mie e altrui aspettative.

  8. Lievitare

    L’elevarsi della logica delle “convenienze relative. Fanno sì che questa società civile passi con relativa indifferenza e li vedano come <>. Poiché la capacità d’indignarsi per gli altri è un cattivo segnale. I loro sono affari, hanno bisogno di allearsi, non gli importa di chi fa le spese. A loro interessa il bilancio di fine anno. Non voglio regalarti né lacrime, né false emozioni, poiché solo chi vuole bene per conoscenza ha diritto di piangerle. La solidarietà di un signor nessuno, un uno, che per me è già tanto. Le persone giuste non si fanno ricattare né dalla solitudine, e né dal consenso, e a me piace vederti come tale. Un giusto che merita di piantare una pianta, un seme di quercia che spero prosperi e ti faccia onore. Un seme che è caduto da un ramo sballottato dal vento.
    Salvatore Loviso

  9. Magari ce ne fossere di più di persone come lui! E’ uno schifo, la sua azione è solo da ammirare ed elogiare non da punire! Il giudice esegue e punisce, ma poi tolta la toga ed arrivato a casa, si siede vicino ai figli ed alla moglie e gli raccomanda di non bere quell’acqua e di non avvicinarsi a certi posti perchè molto pericolosi per la salute, e tutto questo grazie al polverone creato da quest’uomo giusto e leale senza il cui intervento magari, non ne avrebbero saputo nulla!Se la sentenza del giudice è stata fatta su delle leggi ben precise, auspico che chiunque vada ad infrangere quelle stesse leggi, perchè non è concepibile il fatto che una persona con un così alto senso civico venga punita, piuttosto, si cambi la legge! Assolutamente scandaloso!!! Ovvio che sarebbe proprio il caso di andare a parlarne in TV e ben presto, magari anche alle iene o a striscia.Il Signor Di Bello è degno solo di ammirazione e stima!

    1. Se è vero com’è vero, che loro consumano acqua minerale in virtù di queste eviedenze,che pubblicamente negano, se è vero com’è vero che scelgono il week end in luoghi etichetteti salubri,con le riconpense dovute al loro essere funzionali ed organici al controllo del territorio. ma sto parlando dell’insieme della società civile compensata sotto forma di compensazione ambientale sotto forme di lavoro, sovvenzioni, convenzioni, ecc.

  10. Lievitare

    L’elevarsi della logica delle “convenienze relative. Fanno sì che questa società civile passi con relativa indifferenza come <>. Poiché la capacità d’indignarsi per gli altri è un cattivo segnale. I loro sono affari, hanno bisogno di allearsi, non gli importa di chi fa le spese. A loro interessa il bilancio di fine anno. Non voglio regalarti né lacrime, né false emozioni, poiché solo chi vuole bene, le deve piangere. La solidarietà di un signor nessuno, un uno, che per me è già tanto. Le persone giuste non si fanno ricattare né dalla solitudine, e né dal consenso, e a me piace vederti come tale. Un giusto che merita di piantare una pianta, un seme di quercia che spero prosperi e ti faccia onore. Un seme che è caduto da un ramo sballottato dal vento.
    Salvatore Loviso

  11. Ritengo urgente pubblicizzare al massimo possibile questa vicenda. Il ministro dell’ambiente attuale ne è al corrente, visto che sembrerebbe, a differenza dei precedenti, onesto? Se servono fondi per la difesa del tenente Di Bello, sarebbe, penso, opportuno organizzare una raccolta, gente onesta e sensibile sono convinto che ce ne sia ancora.

  12. Per quanto io sia critico nei confronti della Tv in generale, sono pienamente d’accordo con chi propone di far arrivare il caso Di Bello in televisione: Report o Servizio Pubblico.

  13. Perché non portate questo caso all’attenzione di programmi Tv come Report o di giornalisti come Ferruccio Sansa, Gian Antonio Stella e altri? Carlo

  14. Bisogna lanciare una campagna nazionale di raccolta firme, per dare sostegno a questo magnifico cittadino che ha sacrificato la cariera per il bene di tutti….grazie DI BELLO

  15. Ha tutta la mia comprensione. – Nel 2000 (alluvione) è scivolato nel torrente un terreno a 111 m dalle nostre case, vi si era progettata un opera pubblica, una ecoisola. In base ad una perizia geologica questa l’hanno avvivinata a 35 m dalle nostre case; questo non ha impedito al Comune di ricolmare la voragine con terra, rami e macerie, usando mezzi comunali e la Protezione civile, in assenza d’argini, nonostante la mia denuncia nel 2005* (nel 2008 il terreno è scomparso per la 5.a volta in 40 anni)… Col progetto della nuova ecoisola c’era un accordo sulle distanze coi fabbricati del terreno agricolo vicino (nel 2004,con var. parz. PRGCM questo è divenuto artigianale ed edificabile)
    – Nel frattempo nella nuova “Eco” isola divenuta di Valle, a soli 35 m, rimasta aperta nonostante vari esposti del quartiere a tutti gli Enti competenti ed ai NOE e due lettere dell’ARPA (2003 e 2007)succedeva di tutto: furti notturni con la mazzetta delle rubinetterie dai sanitari, ruvidi inviti ad andar a dormire se ci si affacciava al balcone, scarico di “inerti” da parte delle imprese edili (in violaz. regolamento), carico per ragnatura con notevole spargimento di polveri e nessun presidio (maschera) per gli addetti: sia delle macerie che del legno composito dei mobili… Un militare è intervenuto 2 volte a far cessare la ragnatura, ma non mi risulta abbia redatto un verbale. Dopo ogni esposto le prove sparivano e non succedeva nulla…Quindi ho iniziato ad allegare delle foto, coprendo il viso alle persone. Nella mia denuncia del 2005* (2 firmatari + altri 2 testimoni)c’erano le prove sia dello scarico di materiale nel torrente, che delle emissioni di polveri dalla “Eco” isola, l’unico risultato: ho ricevuto delle minacce! Dopo un anno gli allegati con le prove a supporto della denuncia non erano state protocollate. In seguito ad un accesso atti al comando provinciale: mi hanno risposto di non aver potuto ravvisare reato. Mantenerla aperta la “Eco” isola, nonostante un esposto al Difensore Civico Regionale avesse fatto intervenire l’ASL che aveva trovato nel cassone degli “inerti” tracce d’amianto (il custode aveva dichiarato che le imprese non conferivano mai e che il cassone non veniva mai ragnato: le mie foto ed una denuncia con 14 firme dimostrano il contrario. Non ho potuto consegnarla in Procura, perchè non posso legalmente rappresentare gli altri…) ha permesso di costruire sul terreno confinante per prossimità.
    Il Comune vi ha approvato, più volte, un deposito di materiale esplodente in violazione delle distanze stabilite dalle norme tecniche per quel potenziale. Il Progettista dichiarava il pieno rispetto delle norme, citando quelle relative alla classe inferiore, ma senza rispettare neppure quelle. In seguito alla mia richiesta d’aver copia di un 2° progetto, il Comune ha accertato violazioni ed ha fermato i lavori per un anno. Quel 2° progetto, visto anche da altri: non mi è stato consegnato perchè dichiarato “ufficialnmente” inesistente, perchè mai depositato in Comune… nonostante da tre mesi si potesse consultare in C.M.; qui il Responsabile aveva tentato di farmi firmare una carta in cui rinunciavo ad ogni rivalsa…in cambio di un piccolo spostamento. Si è poi prodotto un altro progetto (il 3°), quasi uguale, ma considerato ufficialmente il secondo…
    Da allora i miei accessi atti sono diventati un calvario, concessi sulla carta, ma negandomi poi con vari pretesti i documenti… Dopo una serie di sanatorie, il deposito è entrato in attività. Circa dopo due anni d’attività: con movimentazione notturna col muletto di bombole di GPL nelle gabbie metalliche, magazzini colmi alla sera e vuoti al mattino, ingresso ed uscita d’autocarri di notte ed il carico effettuato a volte a luci spente… ho chiesto ai VV.F. se ci fosse il C.P.I. senza ottenere risposta. (Ora vige il DPR n 151)
    In comune, dopo 2 anni che m’erano state dichiarate come inesistenti ed un anno che in C.M. m’avevano dato mutilate con le forbici… ho trovato, presumo, gli originali di alcune carte col timbro della Commissione locale per il paesaggio, il cui Presidente aveva in precedenza giustificato la mutilazione col “recupero di una marca da bollo non dovuta”…Eureka?
    … No, non esattamente, il 16 c.m. verrò giudicato come investigatore privato abusivo (accusa ora ridimensionata) La cosa va avanti da due anni, nonostante io abbia agito ai sensi degli artt. 32 e 41 della Costituzione ed una lettera del Garante della Privacy confermi la legittimità del mio operato. Intanto molti del quartiere si sono trasferiti, altri non vogliono semplicemente essere coinvolti, specie dopo che lo stesso militare cui avevo denunciato l’avvelenamento di miei animali e che ben sapeva che ignoti avevano spostato la lastra tombale di mio padre, ha messo a verbale che io perseguitavo i vicini: “fotografando le bombole in un crescendo quasi morboso” e poi ha richiesto (ma la Procura non l’ha concesso) di perquisire casa mia, quella di mio fratello e quella di mia madre 84enne: alla ricerca di prove informatiche… Di recente promosso, ha dichiarato ad un giornale, che si vantava d’aver fatto ristrutturare la caserma dai danni dell’alluvione. Danni che quella caserma non ha mai subito, si è adeguata la recinzione antivalicamento e ristrutturato gli interni… Nel 1962 l’avevo visitata con mio padre, presidente d’Arma, prima dell’inaugurazione: allora era imbottita d’amianto. Oggi non saprei…
    – C’è chi ha già mollato: un Amministrativista che non m’aveva fatto ricorrere al TAR ed il Suo Perito, alla mia richiesta d’asseverare… s’era defilato.
    – Il “mio” avvocato non ha accettato d’attaccare… presentando semplicemente le prove… A processo in corso, non citate pubblicamente i miei dati, grazie.
    Con stima e rinnovato impegno, Roberto

  16. Che vergogna. Come può essere credibile un paese del genere? Siamo da tempo al paradosso che chi vuole agire per il bene comune è considerato alla stregua di un criminale. Un personaggio pericoloso. Saviano qualche anno fa disse una frase, riferendosi alla paura che certi poteri forti hanno dell’informazione: “sapere è qualcosa di pericolosissimo”.

  17. Che siamo nel “Bel Paese” dove tutto é possibile. Il “Bel Paese” dove vige ormai da alcuni anni la legge che colpisce chi osa dire la verità su cose lapalissiane reali e dove vengono puniti quelli che osano screditare “la macchina del fango” che spadroneggia in tutto il mondo ormai e che trova l’appoggio dei vari governi, delle varie magistrature. Infatti come potrebbero avvenire certe assurdità come appunto il caso del povero tenente Di Bello che invece di essere premiato per il suo impegno e zelo e essere portato come esempio di persona che fa il proprio dovere a favore della salute pubblica, viene diffamato come se il colpevole di tali danni alla Natura ed all’uomo li avesse procurati lui. Al tenente Di Bello va tutta la comprensione ed il grazie delle poche, ormai, persone oneste e la gratitudine per quello che ha fatto, augurandogli che almeno in questi caso, la verità venga finalmente a galla e sia fatta giustizia. Ma questo può succedere nel “Bel Paese”?

  18. In Basilicata la dittatura del petrolio ha abrogato la democrazia e con essa il diritto alla salute ed alla vita dei cittadini!

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