redazione4 – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog Forum italiano dei movimenti per la difesa del paesaggio e lo stop al consumo di suolo Fri, 24 Jun 2022 09:18:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.2.5 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2011/08/cropped-logo_salviamoilpaesaggio-32x32.jpg redazione4 – www.salviamoilpaesaggio.it http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog 32 32 Allarme siccità: ondata di calore ed emergenza idrica senza precedenti http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/allarme-siccita-ondata-di-calore-ed-emergenza-idrica-senza-precedenti/ Wed, 22 Jun 2022 22:25:15 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15419 In tutta Italia, così come in Europa, è in corso un’emergenza climatica collegata al caldo estremo e alla scarsità d’acqua. Manca l’acqua potabile e i fiumi sono in secca. Per gli scettici: non è una previsione di sciagure future ma la situazione attuale. Un’emergenza ufficialmente riconosciuta, da tutti.

La Regione Lombardia chiederà lo stato di emergenza in attesa di un supporto del governo che ha promesso un “decreto siccità”. Il Presidente Attilio Fontana ha riconosciuto che “stiamo vivendo una situazione eccezionale, di una gravità che non si era mai verificata in questi anni“. Si registrano difficoltà nella produzione di energia: due centrali idroelettriche della regione sono state chiuse. E’ positiva la presa di coscienza del fatto che si debba guardare “in prospettiva” ma sugli interventi strutturali necessari e improcrastinabili secondo il presidente, rimangono forti perplessità considerando che, in precedenza, è mancata l’attenzione. Le associazioni ambientaliste, tra cui Salviamo il Paesaggio, hanno chiesto da tempo un tavolo permanente per affrontare a livello regionale le emergenze ambientali, senza però essere minimamente ascoltate dall’Assessorato di riferimento che dovrebbe invece occuparsi proprio di Ambiente e Clima.

L’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po parla chiaramente di siccità gravissima e di “allerta rossa che richiederebbe lo stop totale e immediato dei prelievi”, trovandosi davanti “uno scenario desolante in cui la penuria diffusa di acqua disponibile condiziona e aggrava pesantemente le già acclarate difficoltà territoriali di agricoltura e habitat”. Confagricoltura Lombardia stima in due miliardi i danni per le campagne a causa di una percentuale dal 30 al 50% di raccolto in meno.

Anche il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, che con la sua rete fornisce acqua per usi irrigui e produttivi, di fronte al quadro climatico riconosciuto come “più siccitoso da numerosi decenni a questa parte” ha dichiarato l’emergenza idrica già lo scorso 18 maggio attivando misure gestionali specifiche di riduzione e turnazione. I fiumi sono in secca: il Lambro nel tratto che attraversa il centro Monza si è ritrovato asciutto ed era ben visibile la moria dei pesci.

Anche i gestori dei servizi idrici integrati, che cercano al momento di escludere specifiche restrizioni, invitano al contenimento dei consumi con raccomandazioni diffuse alla cittadinanza. Qualche comune ha deciso di emettere una specifica ordinanza come è successo a Tradate in provincia di Varese e ad Agrate Brianza in Provincia di Monza e Brianza.

Le parole d’ordine sono: divieto di innaffiare orti, giardini e superfici a verde di giorno, riduzione degli sprechi per evitare un razionamento che è già realtà in alcuni comuni della bergamasca e del Piemonte. Stop a lavaggio auto e piscine per conservare l’acqua per usi potabili e igienici.

Guardando oltre l’emergenza, quali sono però gli interventi strategici necessari?

Il dossier siccità realizzato da Europa Verde indica in maniera chiara cosa si dovrebbe fare per fronteggiare emergenze che potrebbero essere sempre più frequenti: attuare un piano nazionale per gli invasi d’acqua e uno operativo per la tutela del reticolo idrografico. Aumentare il recupero dell’acqua piovana (attualmente è solo dell’11%) e riutilizzare le acque reflue depurate in agricoltura e per usi industriali. Prevedere più fondi per ridurre le perdite della rete di approvvigionamento e per separare le reti fognarie da quelle dell’acqua piovana. Ridurre gli sprechi ma soprattutto, è sempre importante sottolinearlo, garantire una gestione pubblica della risorsa acqua.

Tutto è collegato: le emissioni clima alteranti e la cementificazione del suolo sono le cause di questa situazione. Cerchiamo di ricordarcelo nonostante l’afa sfiancante, perché prima, seppur a mente “fresca”, da molti non è stato capito.

Luca D’Achille (@LucaDAchille)

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Parco Agricolo Prealpino: traguardo in vista, è ora del passo decisivo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/parco-agricolo-prealpino-traguardo-in-vista-e-ora-del-passo-decisivo/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/06/parco-agricolo-prealpino-traguardo-in-vista-e-ora-del-passo-decisivo/#comments Fri, 10 Jun 2022 13:09:44 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=15371 Il comitato Salviamo il Paesaggio e la Terra di Cislago (VA) è ancora una volta protagonista nel promuovere la costituzione di un grande parco locale a cavallo delle province di Varese e Como. Un progetto avviato da tempo e che continua a crescere a cui manca solo il definitivo riconoscimento di tutti i comuni coinvolti.

Lo scorso 5 giugno alla Festa del Bosco del Rugareto di Cislago, il gruppo locale guidato da Maurizio Cremascoli ha nuovamente presentato il progetto del nuovo Parco Locale di Interesse Sovracomunale in fase di costituzione, che avanza spinto dalla costante azione e determinazione dei suoi promotori.

Nella giornata che in tutto il mondo è dedicata ormai da 50 anni all’Ambiente e alla sua tutela, in molti si sono avvicinati allo stand per scoprire i dettagli del progetto che coinvolge un’area che si estende verso nord, oltre i confini di Cislago.

Siamo molto soddisfatti perché Salviamo il Paesaggio ha trovato tantissimi punti di contatto con le associazioni presenti, in particolare con le Guardie Ecologiche Volontarie e con gli Amici dei Rondoni” ha commentato Cremascoli aggiungendo che “la promessa reciproca è di riprendere gli approfondimenti, insieme all’Amministrazione Comunale, per l’espansione del Bosco del Rugareto nella zona Oltrestazione-Turiun.”

Il gruppo, che da anni si fa portavoce delle aspettative di tante associazioni del territorio e di numerosi cittadini della zona, è ottimista perchè vede sempre più vicino il passo decisivo per la costituzione del parco e prova a spronare ancora una volta le istituzioni: “la variante al Piano di Governo del Territorio di Cislago è in discussione e può essere decisiva per sancire l’estensione del PLIS. L’Amministrazione comunale è pienamente d’accordo con la proposta di estensione verso Nord dell’attuale Bosco del Rugareto che si trova nella zona posizionato a Sud del Paese.

“Sarà importante” conclude Cremascoli “proseguire riconoscendo il progetto anche negli strumenti di pianificazione regionale e provinciale” . Con la proposta presentata nell’ottobre del 2020 dal Comitato e dal gruppo di Europa Verde della Provincia di Varese, il tema è già stato portato all’attenzione provinciale nell’ambito della revisione del Piano Territoriale di Coordinamento.

Quanto raccontato ai presenti all’iniziativa non è una novità ma un aggiornamento su un processo avviato nel 2014 che ha coinvolto sempre di più i comuni a cavallo delle provincie di Varese e Como (Turate, Limido Comasco, Cirimido, Mozzate, Rovellasca).

Un processo in crescita e ormai accolto da diversi comuni come Turate, che lo scorso Aprile ha approvato l’inserimento, nel suo documento unico di programmazione, del progetto di un nuovo PLIS nell’area della Bassa Comasca coinvolgendo, oltre ad alcuni dei comuni citati sopra, anche Fenegrò e Lurago Marinone.

In molti confidano che il riconoscimento del parco, una necessità ormai non rinviabile, possa essere un elemento determinante per la tutela delle ultime aree agricole e boschive. I corridoi ecologici sono sempre più ristretti a causa dell’edificazione insostenibile e questo territorio è già stato stravolto dal passaggio dell’autostrada Pedemontana. E’ il momento di capire che la tutela dell’ambiente passa inevitabilmente dal contrasto dello sfruttamento del suolo, uno dei limiti planetari che, purtroppo, è già stato superato.

Luca D’Achille (@LucaDAchille)

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Monza: i comitati cittadini uniti contro il cemento http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/06/monza-i-comitati-cittadini-uniti-contro-il-cemento/ Thu, 03 Jun 2021 21:09:28 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14574

La battaglia dei comitati monzesi contro la turbo urbanistica prosegue. Dopo la manifestazione congiunta dello scorso 13 maggio, resta alta l’attenzione nei quartieri e sono previste nuove iniziative.

L’ingiustificato consumo di suolo a Monza, capoluogo della provincia più urbanizzata d’Italia, non accenna ad arrestarsi. I cittadini sono scesi in piazza contro le discutibili e dannose scelte urbanistiche dell’attuale amministrazione comunale, senza dimenticare gli errori del passato e soprattutto chiedendo, in vista delle ormai prossime delle elezioni comunali previste nel 2022, un cambio totale di visione sulla città.

Associazioni e comitati si sono dati appuntamento il 13 maggio 2021 per un sit in sotto le finestre del municipio al grido “più verde e basta cemento”. Testimonianze ed interventi si sono svolti in successione di fronte ad una numerosa cornice di partecipanti muniti di cartelli. Il risultato è stato quello di un messaggio forte e chiaro: dal 2010 sono stati approvati da 3 amministrazioni diverse, piani attuativi per oltre 1 milione di metri cubi. Un’insensata accelerazione del consumo di suolo e di cementificazione che risulta inaccettabile.

Sono state scelte chiaramente insostenibili di fronte alle quali l’unione fa la forza. Non è stata la prima occasione di coordinamento e collaborazione tra i comitati che già 10 anni fa scesero in strada con un corteo nelle vie del centro. E non sarà sicuramente l’ultima.

Perché sono veramente tante le situazioni “a rischio cementificazione” che preoccupano: l’area di pregio storico dell’Ex Buon Pastore di via Cavallotti, l’ex Feltrificio Scotti di viale Cesare Battisti, le torri che incombono sull’area di Via U. Foscolo, le aree verdi in pericolo al quartiere Cazzaniga e a San Fruttuoso. I problemi ambientali del quartiere di S.Albino, la mancata adesione di Monza al Parco sovracomunale del Grubria ed altre ancora a cui si aggiungono le vicende legate alla gestione del Parco e della Villa Reale

Tante gocce che fanno traboccare un vaso già pieno. Negli anni i comitati non hanno fatto mancare osservazioni e proposte: è stata chiesta una variante al PGT con obiettivo zero consumo di suolo, la creazione di nuovi parchi e la salvaguardia su tutte le aree libere.

Con una popolazione che da tempo è stabile intorno ai 120.000 ab e diverse aree da recuperare, è evidente la necessità di puntare su ristrutturazione e valorizzazione dell’esistente, conservando e, perché no, recuperando dove possibile la naturalità dei suoli. “Più suolo, Più vita” recitava uno degli striscioni presenti, affiancato da la “transizione ecologica non è cementificazione” e ovviamente “stop al consumo di suolo”.

Quando e perché nasce il coordinamento delle associazioni e dei comitati? Ci risponde Giorgio Majoli, portavoce del coordinamento.

Il Coordinamento di Monza è nato più di dici anni fa, promosso da Legambiente e Italia Nostra. nel corso degli anni ha visto ingrossare le proprie file e oggi conta ben 14 Comitati sparsi in tutta la città.

E’ nato per contrastare la proposta di edificare 1,7 milioni di metri cubi sulla aree agricole di Monza con una variante al PGT. La manifestazione seguita allora (2011) ha visto la partecipazione di 350 persone che scesero in piazza contro quel Piano di Governo del Territorio.

Quali saranno le prossime iniziative?

Le prossime iniziative si svolgeranno nel mese di giugno, con l’iniziativa “Qui Monza” La voce dei Comitati. Quattro serate in diretta Facebook e YouTube durante le quali ciascun Comitato racconterà le proprie critiche e le proprie proposte alternative ai progetti di cementificazione portati avanti dall’attuale Amministrazione di centro destra.

Il Coordinamento non mancherà inoltre di pubblicare il 3° Libro Bianco sulla città, che seguirà quelli redatti nel 2015 e nel 2018.

Luca D’Achille @LucaDAchille

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Monza e Brianza: in un territorio che soffre i comitati chiedono di fermare il consumo di suolo e la prosecuzione dell’autostrada Pedemontana http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2021/04/monza-e-brianza-in-un-territorio-che-soffre-i-comitati-chiedono-di-fermare-il-consumo-di-suolo-e-la-prosecuzione-dellautostrada-pedemontana/ Fri, 09 Apr 2021 21:11:16 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14447

Norme più incisive per fermare veramente il consumo di suolo e un definitivo ripensamento per evitare che una nuova e devastante opera avanzi insinuandosi negli ultimi spazi liberi della Provincia di Monza e Brianza attraversandola da ovest a est. Questo chiedono i comitati e tanti cittadini consapevoli che la situazione ambientale è già preoccupante

Le osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e Brianza, un soggetto che raggruppa associazioni e comitati a livello provinciale, ha presentato nei giorni scorsi le proprie osservazioni nell’ambito del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

Una variante che eredita il ritardo di integrazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) e arriva a sua volta tardi nel recepire la soglia regionale di riduzione del consumo di suolo secondo quanto previsto dalla LR 31/2014.
Più di sei anni nel corso dei quali, gli immobiliaristi e i privati hanno potuto continuare a consumare suolo libero, in una Provincia che continua a mantenere il triste primato di territorio più cementificato d’Italia” denuncia il cordinamento.

Nel merito della proposta di adeguamento il messaggio rivolto dagli ambientalisti è chiaro: “serve una variante più incisiva, altrimenti non c’e’ riduzione del consumo di suolo ma solo un parziale rallentamento

Eppure la documentazione a disposizione per formulare le osservazioni conferma con i numeri quanto i comitati sostengono da tempo: c’è un fabbisogno di alloggi negativo (-5316), ovvero una eccedenza di offerta già al 2019 rispetto alla proiezione di crescita della popolazione al 2025.
Anche il fabbisogno di superfici per le altre funzioni, produttivo e terziario, presenta un segno “meno” e la fase di emergenza pandemica non porterà facilmente ad una inversione di tendenza.
La realizzazione di nuova edificazione quindi non è giustificata da reali esigenze.

Non convincono inoltre scelte come quella di riferirsi agli ambiti di trasformazione vigenti al 2 dicembre 2014 non tenendo purtroppo conto della scappatoia, scelta da molti Comuni, di inserire e prevedere l’edificabilità su suoli liberi anche nel Piano delle Regole (PdR), pur senza assoggettarli a Piano Attuativo.

Ci sono poi meccanismi di premialità che non sono altro che abbassamenti della soglia stabilita di riduzione del consumo di suolo. “Non si tratta quindi di riduzione ma di possibilità di consumare di più”.
Così facendo, conclude il coordinamento, l’obiettivo dichiarato è quello di una riduzione dell’indice di consumo di suolo nel 2025 del 1% (da 54% a 53%). Un valore irrisorio, decisamente insufficiente e puramente simbolico.

Ritorna il pericolo Pedemontana

Conservare spazi naturali vale oro, ovunque e in particolare nella provincia con il più alto consumo di suolo e dove gli ultimi fazzoletti di territorio libero rischiano di essere definitivamente compromessi dall’avanzamento dell’autostrada Pedemontana, ferma da anni nella parte ovest della Provincia.

Un tema che torna a riaffacciarsi minaccioso dopo l’aggiudicazione dell’appalto per la progettazione e realizzazione delle tratte B2 e C e l’acquisto da parte di regione Lombardia delle azioni di Banca Intesa per riversare altro denaro pubblico nel progetto.

Comitati e cittadini si stanno muovendo per informare sulle conseguenze di questi nuovi sviluppi dopo che la lunga fase di stallo ha fatto scendere l’attenzione.

Sono ben due le petizioni aperte: una su change.org promossa dal Circolo Gaia Legambiente di Usmate Velate e una al Parlamento Europeo, la n. 0321/2020, presentata già dallo scorso marzo.

Sono iniziative che sottolineano la richiesta di un’ampia mobilitazione e partecipazione per fare breccia nella politica locale che sembra essere in parte silenziosa e in parte rassegnata al fatto che poco o nulla si possa fare.

Invece di concentrare gli sforzi economici sul miglioramento e la messa in sicurezza del trasporto pubblico, invece di puntare su mobilità sostenibile e riduzione del traffico all’origine, invece di riqualificare le strade esistenti, ecco un’altra “grande” opera, insostenibile ambientalmente ed economicamente.

Di fronte all’emergenza sanitaria e ambientale in corso, questa evidente insostenibilità richiede necessariamente un ulteriore sforzo per non rassegnarsi e per puntare, finalmente, ad un vero cambiamento.

Luca D’Achille @LucaDAchille

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Parco Agricolo e riduzione complessiva del consumo di suolo: una proposta ecologista per la Provincia di Varese http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/11/parco-agricolo-e-riduzione-complessiva-del-consumo-di-suolo-una-proposta-ecologista-per-la-provincia-di-varese/ Thu, 05 Nov 2020 16:59:02 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14089

Lo scorso 20 ottobre 2020 il Comitato Salviamo il Paesaggio e la Terra di Cislago (VA) e la Federazione dei Verdi della Provincia di Varese – Europa Verde hanno presentato insieme alcune osservazioni e proposte al rapporto preliminare messo a disposizione nell’ambito della revisione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Varese.

Il procedimento in corso è finalizzato all’aggiornamento sulle ridefinizioni degli ambiti agricoli di interesse strategico, sugli obiettivi e sulle misure generali di tutela paesaggistica ed un adeguamento alla legge sul consumo di suolo (L.R. 31/2014). Dalla collaborazione tra il gruppo locale e la federazione provinciale del partito ecologista è nato un documento incentrato sia sulla proposta di costituzione del Parco Agricolo Prealpino Sovracomunale sia sugli aspetti più generali relativi al consumo di suolo che non ha risparmiato questa provincia.

La proposta del Parco Agricolo Prealpino Sovracomunale

La proposta del Comitato Salviamo il Paesaggio – Cislago relativa al Parco Agricolo Prealpino Sovracomunale è un progetto lanciato nel 2014 e che nel 2017 era già stato presentato alla Provincia. Il contributo, già citato nel documento di scooping, sottolinea l’obiettivo principale che è quello di mantenere la funzionalità agricola di quelle aree. La fase attuale, si richiede nel documento, implica ora un’indagine più specifica del territorio oggetto della proposta anche in un’ottica di scala interprovinciale considerando la connessione con la rete ecologica della provincia di Como.
Per questo con le osservazioni è stata trasmessa una valutazione preliminare sulla perimetrazione.

Quali sono le opportunità e i vantaggi collegati al progetto del Parco Agricolo Prealpino Sovracomunale? L’osservazione n. 1 presentata alla Provincia di Varese le riassume, e vanno dalla tutela della salute, esigenza ancor più sentita in questo periodo di pandemia, alla​ conservazione di un territorio vitale dal punto di vista agricolo (non ci sono terreni lasciati incolti), una rarità in contesti dall’elevato grado di urbanizzazione e ridotti dal passaggio dell’Autostrada Pedemontana; dal collegamento di aree agricole e boschive dal grande valore paesistico e ambientale (il Parco del Lura, il Bosco del Rugareto e il Parco Pineta in direzione di Tradate) all’opportunità di sviluppo di una filiera corta e di acquisti a “Km zero”.
Un paesaggio che merita di essere liberato da abnormi siepi di Prunus laurocerasus che potrebbero nascondere attività improprie e abusi nonché arrecare pericolo anche a pedoni e ciclisti. Da ultimo, ma non meno importante, deturpano il paesaggio e la visuale verso gli spazi aperti e le montagne.
Alcuni numeri della proposta: 7 comuni coinvolti (Cislago, Turate, Limido Comasco, Cirimido, Mozzate, Rovellasca, Fenegrò ), con circa 70.000 residenti, più indotto, il sostegno di Sindaci, amministratori locali e popolazione, che si è espressa sottoscrivendo una petizione che ha raccolto circa 500 firme.

«La concretizzazione di questo parco è auspicabile anche per gli operatori della zona che svolgono attività agricole e allevamenti» precisa Maurizio Cremascoli portavoce del comitato Salviamo il Paesaggio e la Terra di Cislago. «Ci sono giovani già impegnati nella cura di coltivazioni e boschi e il parco rafforzerebbe queste occasioni di lavoro».
«C’è bisogno della condivisione e del supporto di tutti i portatori di interesse da quelli di settore (Coldiretti e Confederazione Italiana Agricoltori) a quelli per la tutela dell’ambiente come Legambiente e WWF» aggiunge. «Importanti esponenti politici, di tutti gli schieramenti, approvano il progetto. Anche l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste è interessato. Mancherebbe solo l’ufficializzazione e l’aggiornamento dei piani di fattibilità riunendo tutti i Sindaci di tutti i comuni coinvolti».

Il consumo di suolo in provincia di Varese e la proposta di azzeramento

Nella provincia di Varese è ormai superato il valore del 20% di suolo consumato, confermato dai dati ISPRA 2019. E’ quarta provincia a livello nazionale per consumo di suolo, dopo Monza, Napoli e Milano. In alcuni comuni (Saronno, Gallarate, Olgiate Olona, Ferno, Solbiate Arno) si è già superata la soglia del 50% di territorio consumato mentre in altri (Castellanza, Caronno Pertusella, Busto Arsizio) il superamento di questo limite, non solo simbolico, è molto vicino.
«Serve un piano di azzeramento del consumo di suolo» sostengono i promotori delle osservazioni. Non deve essere considerata solo la perdita di superficie agricola ma fermato il consumo senza distinzione sulla collocazione, sia all’interno che all’esterno del Tessuto urbano consolidato (TUC). Un azzeramento richiesto dalle indicazioni europee [COM (2011) 571], che ne prevedono il raggiungimento entro il 2050.
Per ridurre il consumo devono essere considerate significative riduzioni di previsioni insediative dei PGT. Si può fare: è riconosciuta dalla giurisprudenza l’inesistenza dei diritti edificatori nel caso di semplice previsione stabilita dagli strumenti urbanistici ma non attuata. In più è evidente che i reali fabbisogni residenziali e produttivi devono essere riconsiderati nei confronti delle precedenti stime molto spesso sovradimensionate.
Per recuperare suolo libero è importante attuare una vera e propria de-impermeabilizzazione e ri-naturalizzazione dei suoli dovunque è possibile, soprattutto nelle aree degradate.
«Il consumo di suolo deve essere correttamente valutato anche in riferimento agli impatti diretti e indiretti su fertilità, permeabilità, stoccaggio carbonio organico, ecc.» si sottolinea ancora aggiungendo che la «gravità della situazione provinciale relativamente al consumo di suolo, si traduce in conseguente degrado ambientale e aumento dei costi sociali».
Le soluzioni ci sono, si legge nel documento: «gli obiettivi in tema di adattamento ai cambiamenti climatici impongono una gestione del territorio di nuova concezione, ad esempio, con interventi di forestazione che si possono attuare, ovviamente, solo con la conservazione di aree libere e permeabili e con l’estensione delle aree tutelate».

Massimiliano Balestrero e Maurizia Punginelli – , co-portavoce della Federazione dei Verdi della Provincia di Varese – Europa Verde, aggiungono: «Da anni, nel nostro Paese, non esiste più correlazione tra crescita demografica e aumento del consumo di suolo! Cresce più il cemento che la popolazione. Nella provincia di Varese la situazione è comunque grave e deve avvenire un’inversione di tendenza. Soluzioni che aumentano il consumo di suolo vanno combattute. La nostra è una provincia morfologicamente eterogenea, sconsiderate politiche di aumento del consumo di suolo possono acuire criticità in aree colpite da dissesto idrogeologico così come inasprire perdite in termini di produttività agricola, così come deturpare in modo irreversibile il territorio. Innumerevoli i casi di degrado del territorio martoriato da strutture fatiscenti e inutilizzate. Una nuova cementificazione non migliora questi aspetti crea solo la condizione per altri “rifiuti”. Tutto ciò non è più sostenibile! La creazione di un nuovo Parco Agricolo Prealpino Sovracomunale sarà un importante segnale di quell’auspicata inversione di tendenza tesa a conservare il territorio e non ad abusare di questa importante risorsa».

Luca D’Achille@LucaDAchille

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Milano: A rischio il grande bosco della Goccia di Bovisa http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/10/milano-a-rischio-il-grande-bosco-della-goccia-di-bovisa/ Fri, 09 Oct 2020 21:12:39 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=14045

Pubblichiamo il comunicato del Comitato la Goccia, un gruppo di urbanisti, agronomi, giornalisti, ricercatori, artisti e semplici cittadini animati, come riportato nella loro presentazione, solo dal desiderio di garantire un futuro migliore alla nostra città. Un comitato che si batte per difendere un patrimonio pubblico: il Parco la Goccia nel quartiere Bovisa di Milano.

COMUNICATO DI AGGIORNAMENTO DEL COMITATO LA GOCCIA (disponibile anche sul sito del Comitato)

Nel primo pomeriggio di mercoledì 30 settembre siamo stati informati telefonicamente che la polizia e l’Amsa erano entrati nella Goccia. La mattina l’Amsa aveva lavorato nell’area al di fuori del cantiere del Politecnico, mentre i poliziotti in borghese erano andati da alcuni occupanti ad avvertire che il giorno dopo sarebbero stati sgomberati.

Ci viene detto anche che il giorno dopo sarebbe arrivato il Sindaco in visita.

Verso le 17 dello stesso giorno, arrivati sul posto, alcuni di noi si sono accorti che tre sculture erano sparite (Il Pifferaio Magico di Sandro Leonardi, Le Scale della Vita di Simone Carol Levy e L’Urlo della Sibilla di Giulio Valerio Cerbella) e una era stata danneggiata (Cuore di Poeta di Alex Sala).

La strada che porta al percorso di sculture era stata ripulita dalle erbacce e recintata con nastro biancorosso. Inoltre era stata allargato il sentiero lungo il muro della ferrovia, e anche il primo pezzo che entra nel Bosco fino ed oltre l’ex scultura del Pifferaio.

A sera, da alcuni operai ci viene detto che molto probabilmente le sculture sono state portate via da operatori dell’Amsa. Abbiamo avuto la conferma inoltre che il giorno dopo sarebbe arrivato in visita il Sindaco. Quindi quel giorno avevano operato servizio di pulizia e “messa in sicurezza” dell’area.

La notizia delle sculture ci ha scosso e abbiamo subito convocato un presidio per il giorno dopo, poi annullato dopo aver valutato che non ci fosse rischio di abbattimento alberi o sgombero delle strutture.

Sapevamo che Maran voleva organizzare un sopralluogo nell’area, ci aveva chiesto anche le mappe dei sentieri, ma ci aspettavamo un invito o quanto meno l’avviso del fatto che mezzi pesanti sarebbero entrati col rischio di danneggiare le sculture. La sera stessa abbiamo informato Maran del furto delle sculture, e chiesto conferma del sopralluogo. Lo stesso si è informato presso l’Amsa e gli sono state inviate le foto scattate a lavoro terminato (9:10), dalle quali risultava ancora presente il Pifferaio. Ma noi siamo stati informati che gli operai sono andati via alle 12:30, non alle 9:30, come sostiene Amsa. Maran ha inoltre confermato il sopralluogo, specificando che non gradiva nessuno di noi nel suo giro, e che era meglio mediasse lui per noi.

Così nella mattinata di giovedì 1 ottobre uno sparuto gruppo di persone, circa 15, si sono presentati dalle 7:30 davanti al cancello principale della Goccia.

Verso le 10:00 circa, una delegazione del Comune, presieduta da Maran e il Sindaco Sala arrivato in sordina, è entrata nella Goccia per vedere il Bosco e il percorso delle sculture. Abbiamo chiesto all’ispettore La Manna di poter parlare con Maran o Sala per poterli accompagnare nel giro ed effettivamente lo ha riferito all’assessore all’Urbanistica, che si è fermato prima di entrare, ribadendo che non gradiva la nostra presenza durante il giro, garantendoci una mediazione a nostro favore verso l’amministrazione e un incontro nei prossimi dieci giorni.

Abbiamo anche riferito a La Manna del furto delle sculture. Lui pare abbia chiamato Amsa e gli abbia riferito che a noi andrebbe bene che le sculture ricomparissero anche solo appoggiate sull’erba, senza sapere chi le ha rubate. Se così non fosse, entro qualche giorno faremo una denuncia.

Al termine del giro ci viene riferito da operai del cantiere e dallo stesso La Manna che il Sindaco ha apprezzato molto il Bosco e le sculture, oltre alle strutture industriali dicendosi intenzionato a voler salvaguardare sia la natura che l’architettura stabile e di valore.

Siamo contenti che a parole ci siano queste intenzioni.

Nel corso di quasi due anni, abbiamo aperto dei percorsi all’interno della Goccia e, con l’innesto di ventisette sculture avvenuto grazie all’opera e alla generosità di altrettanti artisti e artiste da tutta Italia, siamo riusciti a far conoscere il Bosco della Goccia a tutta la città di Milano e oltre. Abbiamo inserito delle targhette identificative delle piante presenti e una con un testo che evidenzia le caratteristiche spontanee e pionieristiche del bosco.

Auspichiamo che Pierfrancesco Maran sia di parola e convochi il Comitato in un prossimo incontro ufficiale, che possa dare il via a un percorso comune all’interno dell’area a bosco. Noi abbiamo idee ed energie, ma non vogliamo essere usati a fini politici.

Crediamo fermamente che la Goccia sia un’occasione per ribaltare il punto di vista sulla progettazione, dando l’opportunità di pensare un percorso di trasformazione partecipata dall’interno dell’area, attraverso il coinvolgimento reale degli abitanti.

Rimane un sentimento di rabbia per le tre sculture scomparse. E attendiamo, per ora.

Ci teniamo a ringraziare tutti coloro che sono passati anche solo per un saluto, dando il proprio contributo alle riflessioni che scaturiscono da queste occasioni pubbliche, contraddittorie ma comunque necessarie.

comitatolagoccia@gmail.com

Rete Comitati
Azioniamo, Baiamonti Verde Comune, Cittadini per Piazza d’Armi,
Che ne sarà di Città Studi, Cittadini Crescenzago, Coordinamento San Siro,
Difesa Ambiente zona 5, Forum Civico Metropolitano, La Goccia, No Asfalto
Tutela Strade Lastricate, Salviamo Benedetto Marcello, Salviamo Città Studi,
Salviamo il Parco Bassini, Un Altro Piano X Milano, Proteggiamo il Monte
Stella

I precedenti articoli sul Parco la Goccia:

Brutto colpo al Bosco della Goccia
Una “Goccia” verde da salvare, in un mare di cemento
La goccia che fa traboccare la Bovisa

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Monza: l’ombra di 3 alti casermoni sul vialone storico della Villa Reale http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/07/monza-lombra-di-3-alti-casermoni-sul-vialone-storico-della-villa-reale/ Mon, 06 Jul 2020 09:43:14 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13893

L’ultima variante del progetto che interessa l’area storica dell’ex feltrificio Scotti su Viale Cesare Battisti a Monza prevede un aumento delle altezze. Più appartamenti, più traffico e una profonda ferita al patrimonio storico a cui si oppongono cittadini e comitati, anche con una petizione online.

Giornate intense di mobilitazione e azione

Subito dopo la pubblicazione della documentazione che ha reso noti i contenuti della variante al Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) dell’ “Ex Feltrificio Scotti” di via C. Battisti a Monza, i cittadini si sono mobilitati. Dal passaparola ai banchetti, la consapevolezza del rischio incombente e la determinazione dei residenti più vicini all’area in questione, ha fatto nascere il Comitato Residenti Area Scotti che ora cresce raccogliendo numerosi cittadini interessati a collaborare e appoggiare le iniziative del gruppo. La segnalazione è arrivata anche alla nostra redazione e diversi giornali hanno iniziato ad occuparsi della vicenda.

Un primo successo, forse inaspettato e per questo ancora più incoraggiante , è quello della petizione NO AI CASERMONI SU VIALE CESARE BATTISTI DI MONZA lanciata lo scorso 28 giugno che, in una settimana ha superato le 1.800 firme. Un numero che può crescere perchè è ancora possibile firmare su change.org a questo link.

Durante la conferenza stampa del 3 luglio 2020 Antonella Gaddi, referente del comitato, ha sottolineato la criticità di un progetto, ormai avviato da tempo, su cui però si può ancora intervenire chiedendo, molto chiaramente, una riduzione del numero dei piani.

Cosa sta succedendo?

L’iter del Programma Integrato di Intervento (P.I.I.) è iniziato nel 2015. Nel 2018 alcune modifiche proposte avevano iniziato a cambiare la fisionomia dell’intervento che era già stato approvato in consiglio comunale. Ora con la modifica dello scorso maggio si propone un aumento della superficie residenziale, riducendo quella per il terziario e il commerciale. Ma soprattutto si staglia all’orizzonte un aumento considerevole delle altezze degli edifici che da 4 passano a 5 e “crescono” rispetto a quanto inizialmente previsto. 5 casermoni, così sono già stati giustamente ribattezzati, di cui 3 da oltre 32 metri, con più di 140 nuovi appartamenti.

L’intervento previsto porterà quindi più appartamenti e sicuramente più guadagno per i proponenti, ma senza dubbio meno sostenibilità e meno rinaturalizzazione, principi che in realtà dovrebbero prevalere per la salute dei cittadini e per l’interesse pubblico. Ma ci saranno soprattutto conseguenze preoccupanti sulla vivibilità e sul traffico (auto in ingresso e in uscita si concentreranno su un’unica via) in una zona già congestionata che lo stesso Rapporto Preliminare definisce come un contesto che risulta “molto denso e urbanizzato“.

In più verrà profondamente modificata un’area dall’importante valore storico e paesaggistico. Perché, come si ricorda nella petizione, il viale Cesare Battisti, o meglio il vialone, “è vincolato con decreto ministeriale del 1965, è parte fondamentale della storia di Monza e ne verrebbe completamente snaturato il suo significato oltre che la sua forma e la visione prospettica di collegamento ideale con Vienna secondo i disegni originali del Canonica“.

I cittadini residenti nella zona ma non solo, hanno compreso da subito il rischio di “una ferita al patrimonio storico culturale e paesistico della città, che ne cambierà per sempre l’immagine“. E’ vivo il ricordo di un’altro intervento che 10 anni fa circa aveva già profondamente cambiato quella zona come ancora oggi si può vedere: il centro commerciale Auchan del Rondò dei Pini

Rischia di sparire anche la memoria storica di un’area, quella dell’ex feltrificio, caratterizzata dalla presenza della ciminiera, che per il comitato è un bene storico da mantenere e recuperare insieme ai capannoni. Di questo elemento, che da sempre caratterizza la zona, era inizialmente prevista la conservazione. La variante prevede invece l’eliminazione quasi totale.

Ci chiediamo: ben venga il recupero di un’area degradata, ma questo deve per forza coincidere con un’inopportuno sovrasfruttamento? Con la motivazione di risolvere una situazione di degrado e abbandono, si può giustificare questa corsa verso l’alto? Crediamo proprio di no. Così facendo non si arresta il consumo di suolo. Lo si riduce, solo formalmente, rispetto alla precedente proposta, pagando però questa scelta in termini di impatto visivo e sostanziale. Sarebbe più opportuno tener conto del notevole patrimonio immobiliare sfitto e dei tanti progetti incompiuti, alcuni di questi ricordati dal comitato in conferenza. In più l’effettivo andamento demografico cittadino non giustifica, dal punto di vista dell’interesse pubblico, questo aumento.

Non c’è solo l’area Scotti

Per l’intervento in questione è stata avviata la procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica. Entro il 28 luglio quindi c’è un’altra fase importante, quella della presentazione delle osservazioni al Programma Integrato di Intervento su cui il comitato e gli ambientalisti sono già al lavoro.

Il nuovo Comitato Residenti Area Scotti si aggiunge ad una realtà di movimenti, molto attivi e ben coordinati sia a livello cittadino che provinciale.

Perchè le minacce al paesaggio e al territorio sono tante. Lo ricorda Giorgio Majoli del coordinamento delle associazioni e dei comitati. «Ci sono altri piani in itinere, molti caratterizzati da questa corsa verso il cielo, insostenibile dal punto di vista paesaggistico e ambientale» aggiunge Majoli «Dai 50 m (16 piani) del bosco verticale previsto in Via Ugo Foscolo ai 12 piani sull’area dell’ex Buon Pastore di via Cavallotti, vincolata dalla Soprintendenza come bene monumentale». Solo per citare due delle tante “vertenze urbanistiche” che interessano il capoluogo della provincia più urbanizzata d’Italia.

Da qualche settimana è in corso un’altra importante battaglia che da Monza interessa i comuni limitrofi e, per i benefici ambientali che potrebbe avere, tutta la provincia. Quella per l’adesione del Comune di Monza al Parco Locale di interesse Sovracomunale Grubria. Si tratta di aree agricole, verdi e libere minacciate da interventi di cementificazione come il deposito della futura linea metropolitana M5.

Luca D’Achille@LucaDAchille

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Peschiera Borromeo (MI): anche in emergenza sanitaria non deve essere trascurata l’emergenza suolo http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/04/peschiera-borromeo-mi-anche-in-emergenza-sanitaria-non-deve-essere-trascurata-lemergenza-suolo/ http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/04/peschiera-borromeo-mi-anche-in-emergenza-sanitaria-non-deve-essere-trascurata-lemergenza-suolo/#comments Mon, 27 Apr 2020 09:03:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13766

La corsa all’approvazione del PGT di Peschiera Borromeo (MI) preoccupa gli ambientalisti che chiedono un opportuno stop al procedimento per garantire una miglior valutazione delle proposte. A rischio la partecipazione ma soprattutto il territorio.

Maggior partecipazione ed informazione della cittadinanza rispetto a quanto fatto fino a ora. Aver tempo di valutare nuove proposte come interventi di forestazione, orti condivisi e un approccio più sostenibile con la conservazione del suolo e delle cascine. In più la richiesta di fermarsi per garantire un’adeguata discussione che in questo particolare momento non è possibile.

Queste le osservazioni al rapporto preliminare (Documento di Scoping) relativo alla variante del P.G.T. presentate lo scorso 1 aprile e spiegate da Edoardo Musci di Peschiera Borromeo Sostenibile, un’associazione ambientalista locale attiva dal 2011.

La richiesta di sospensione e i rischi per il territorio

«L’Amministrazione non sta informando nel modo adeguato e non informa le persone. In tutti questi anni, nulla ha fatto in tal senso» ci dice, aggiungendo che ci vuole il giusto tempo per valutare altre proposte come quella di un forte investimento in interventi di forestazione, fondamentale per la salute dei cittadini. Per questo è stata chiesta l’immediata sospensione dell’iter del piano, considerando l’emergenza sanitaria in corso.
«Eppure» rileva «si è svolto comunque l’incontro del 06/04/2020», in modalità telematica, sottolineando che non è ancora arrivata nessuna risposta alle richieste formulate.

Tra le proposte che, secondo il comitato, renderebbero Peschiera “più dolce, indipendente, con attenzione a ambiente e qualità della vita” ci sono anche: produzioni agricole locali, energie da biomasse, mensa a Km 0, attività ricreative nelle cascine, “green-belt” di protezione, due nuovi centri ecologici, sostenibilità, coinvolgimento e ricorso a fondi europei.

Non è soltanto una questione di forma ma anche di contenuti. Qual è il parere sulle scelte dell’Amministrazione?
«Avevano promesso che sarebbero stati annullati tutti gli Ambiti di Trasformazione Urbana del vecchio PGT. In realtà ne hanno confermati ben 3. In particolare quello dell’area dell’ex cartiera che nel lotto comprende 45.000 mq circa di terreno che oggi è ancora non impermeabilizzato, naturale e semi-boschivo».

«Il rischio principale è quello di vedere altre cascine trasformate in palazzine, in particolare la Cascina Deserta» aggiunge, non condividendo inoltre la scelta di realizzare una nuova strada, in entrata a Cascina Fornace, che passerebbe dietro il Castello, in pieno Parco Agricolo Sud Milano dove adesso c’è una strada ad uso agricolo. Ricordando altri interventi contestati, sottolinea con amarezza che negli ultimi anni nel territorio «continua inesorabilmente la speculazione e la cementificazione».

«Il documento di Scoping parla inoltre di Bilancio Ecologico senza specificare dove venga usato». In merito al consumo di suolo: «viene annunciato a zero» ma non è così. L’ultimo dato a livello comunale fornito da ISPRA dice che la percentuale di suolo consumato sulla superficie amministrativa è del 29,74%. e che il suolo consumato all’interno delle aree sottoposte a tutela paessaggistica ai sensi del D.Lgs. 42/2004 è di 74,83 ettari. Significativa anche la perdita di servizi ecosistemici stimata dall’istituto che ne periodo dal 2012 al 2018 va da poco meno di 400.000 €. ad un massimo stimato in 480.000 €. circa.

Musci ricorda anche la nostra iniziativa della Campagna per il censimento degli immobili sfitti o non utilizzati mostrando la risposta inviata dal comune, ritenuta non valida perché priva di tutti i dati richiesti eccezion fatta per la popolazione e le famiglie residenti.
«Sono moltissimi a Peschiera Borromeo, si parla di oltre 1000 appartamenti vuoti e decine e decine di capannoni sfitti».

Mantenere alta l’attenzione in attesa di un’apertura

L’impegno dell’associazione per la sensibilizzazione e il coinvolgimento sul tema del territorio è forte e si rivolge a tutti gli attori in campo.
«Abbiamo contattato consiglieri e assessori e qualcosa si è mosso: anche i sei consiglieri di opposizione hanno scritto che almeno in questa situazione tragica l’iter del PGT doveva essere interrotto».

Anche la stampa locale ha ripreso le proposte del gruppo che ora vuole continuare a mantenere alta l’attenzione e guarda alle prossime elezioni. La loro speranza è che ci sia «qualcuno che investa sulla partecipazione della cittadinanza e sulla conservazione delle cascine che non devono essere trasformate in palazzine».

«Mi aspetto da questa amministrazione un cambio e un’apertura» conclude Edoardo Musci «una partecipazione reale e anche la valutazione delle nostre proposte con la possibilità di poterle esporre pubblicamente. Il PGT è un procedimento importantissimo per tutti i cittadini. E’ importante avere un legame, un’empatia con il proprio territorio, coinvolgere i cittadini e creare coscienza e amore per la tutela di questa risorsa. Ci sono altre possibilità oltre alla speculazione. Viviamo in mezzo al Parco Agricolo Sud Milano e questa è una ricchezza da conservare, per il bene di tutti».

Luca D’Achille@LucaDAchille

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Milano: brutto colpo al Bosco della Goccia http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/milano-brutto-colpo-al-bosco-della-goccia/ Sun, 22 Mar 2020 06:38:49 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13671
Immagine tratta dal sito boscolagoccia.net

Abbattuto il pioppeto presente da più di 40 anni nell’area verde della Goccia di Milano. Il comitato La Goccia denuncia lo scempio e annuncia un esposto alla procura

Il Comitato La Goccia segnala che ad inizio marzo sono stati tagliati ben 80 alberi di alto fusto nell’area che porta appunto il nome di “Goccia”, cioè gli ex Gasometri della Bovisa a Milano. Gli alberi erano stati piantati a scopo di riforestazione negli anni ’70  per conto di AEM, ultima proprietaria del terreno. 

Avevamo già parlato di quest’area, chiamata così per la sua forma geografica, quando negli anni scorsi i cittadini aveva chiesto con forza la realizzazione di un parco e il coinvolgimento nelle scelte del comune, in particolare considerando le previsioni di edificazione e i dubbi sull’intervento di bonifica.

Oggi il Comitato annuncia “un’altra brutta notizia” che arriva in un periodo già drammatico per il nostro paese. Un “colpo basso” scrivono sul loro sito.

I pioppi avevano circa cinquant’anni, in media un diametro di 70 cm e costituivano un vero e proprio bosco” sottolineano riportando una precisa documentazione fotografica in cui si rilevano tutti i ceppi degli alberi abbattuti.

E’ ricordato poi l’intento del comune, riportato nel Piano di Governo del Territorio di Milano approvato nel 2019, di realizzare 20 nuovi parchi per Milano, con incremento di aree verdi a Bovisa (da 10% a 50%) nonché la volontà di sostenere il progetto ForestaMI, che si propone di piantare 3 milioni di alberi nella città metropolitana. 
Tutto questo in risposta alla “situazione di emergenza climatica del pianeta” si precisa.

Ma con l’abbattimento sopra descritto in realtà ”è stato distrutto un bosco che da solo avrebbe potuto assorbire 65.000 kg di CO2 nel 2020, minore riduzione della temperatura e dell’ozono, sconvolgimento della vita degli animali e degli uccelli che in questo periodo nidificano, diverse e svariate altre conseguenze sull’ambiente e sulla salute degli umani”. 

È sorprendente” – rilevano ancora – “che nell’area naturale e non inquinata del Bosco la Goccia, dove alberi adulti avevano ormai formato un rigoglioso bosco, si sia deciso di eliminare radicalmente il verde urbano tanto agognato dall’amministrazione milanese”.

A maggio l’area era stata protagonista di un’azione artistica volta a difendere questo luogo unico nel contesto cittadino.

Cosa intendiamo fare?” ci dice Luciana Bordin del Comitato “non possiamo restare in silenzio ed accettare questo arrogante scempio che ci danneggia in tutto e per tutto in ogni settore! Diciamo basta e sollecitiamo interventi a chi è preposto alla cura, alla tutela del territorio, dell’ambiente, della salute per porre fine a questa insana e pericolosa incoscienza”

Il Comitato annuncia un esposto alla Procura appena possibile e intanto invita i cittadini a firmare la petizione on line  “Salviamo La Goccia: chiediamo al Comune di fermare il taglio illegittimo del Bosco“.


Luca D’Achille@LucaDAchille

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Comitati, gruppi e associazioni ambientaliste chiedono al comune di Monza di aderire al nuovo parco locale GruBria http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2020/03/comitati-gruppi-e-associazioni-ambientaliste-chiedono-al-comune-di-monza-di-aderire-al-nuovo-parco-locale-grubria/ Tue, 10 Mar 2020 22:07:56 +0000 http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/?p=13647

Sono 24 i soggetti riuniti nell’appello diffuso in questi giorni a sostegno del nuovo parco locale nato dall’unione Grugnotorto-Villoresi e Brianza Centrale. Non può mancare il capoluogo di provincia, che temporeggia da tempo su un’adesione già approvata nel 2016. C’è anche una petizione online con cui i cittadini possono sostenere questa richiesta.

Perchè Monza  non è nel parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) GruBria? E’ questa la domanda che offre il titolo al comunicato dello scorso 6 marzo con il quale il Coordinamento di Associazioni e Comitati di Monza e il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB vogliono sostenere il nuovo parco che sta muovendo i primi passi.

Per la città, ma anche per la provincia, l’obiettivo dichiarato del raggruppamento di comitati e associazioni è rendere partecipi i cittadini per la valorizzazione del Parco, considerato “un importante tassello per la salvaguardia dei territori liberi dalla cementificazione, per la realizzazione dei corridoi ecologici e di un sistema verde a nord di Milano”.

Ai dieci comuni già consorziati (Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, Varedo) che garantiscono 2.063 ettari di terreno vincolato, manca il contributo del Comune di Monza.

Eppure nel 2016 l’adesione ad uno dei due parchi che oggi costituiscono il PLIS GruBria, quello del Parco del Grugnotorto-Villoresi, era già stata approvata dal Consiglio Comunale. Ma i  218 ettari individuati ancora mancano così come la convenzione e il versamento delle quote previste. Aderire è fondamentale per proteggere le aree verdi e agricole come quelle della Boscherona, della parte ovest di San Fruttuoso (due fasce di spazi aperti), e del Casignolo (a sud di viale Campania). 

Quale futuro attende queste aree se non entreranno nel parco? “Non si può escludere che potrebbero verificarsi interventi di cementificazione, come il deposito della linea metropolitana M5 previsto nel relativo studio di fattibilità” conclude il comunicato ricordando che la Provincia di Monza e Brianza “è capolista nella triste classifica delle province d’Italia con il più alto indice di consumo di suolo”. 

Il testo del comunicato Perchè Monza  non è nel parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) GruBria? e la petizione on line Monza deve aderire al Parco Grugnotoro Villoresi e Brianza Centrale (Grubria).

Luca D’Achille@LucaDAchille

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