Milano: la goccia che fa traboccare la Bovisa

Cari abitanti di Bovisa, noi siamo abitanti di Bovisa come voi. E siamo venuti a conoscenza del piano per il nostro quartiere presentato l’agosto scorso dal Comune di Milano al Governo per ottenere finanziamenti che favorirebbero la cementificazione della zona di Bovisa chiamata la Goccia, per la sua caratteristica forma rilevabile sulla mappa.

La Goccia, per intenderci è quella a ovest della stazione ferroviaria, su cui si staglia il gasometro, che qualcuno ha felicemente definito “torre Eiffel della Bovisa”. Si tratta di oltre 800mila metri quadrati di cui 160mila già costruiti.

Ma noi abitanti della Bovisa, nell’area dei gasometri, non vogliamo cemento, vogliamo il Parco la Goccia. Uno spazio di verde, prati, alberi, per respirare, camminare, correre, andare in bicicletta, giocare con i bambini.

In questo momento la Goccia, “chiusa” tra due tracciati ferroviari, ha un aspetto desertico e desolato, nonostante la presenza dell’istituto Mario Negri e della sezione di Ingegneria Industriale del Politecnico. La Triennale Bovisa, il cui insediamento è stato salutato con toni trionfalistici solo nel 2006, è attualmente in stato di totale abbandono. La maggior parte del paesaggio, contrappuntato dai suggestivi gasometri, è invece formato da boschi recintati e da piccole costruzioni di archeologia industriale, per quello che è possibile vedere.

Questa grande distesa verde, questo polmone formidabile, che i documenti del Comune chissà perché chiamano “spazio vuoto”, era decenni fa occupato da fabbriche che ora non ci sono più, e attende da tempo immemore una bonifica dagli inquinanti prodotti dalle industrie. E’ appunto sul percorso di bonifica della Goccia e di riuso del suo territorio che nasce il contrasto che oppone noi abitanti di Bovisa al Comune e al suo piano.

La bonifica attualmente ipotizzata dal Comune di Milano, problematica e costosa, mette in moto un meccanismo non chiaro di cessione della maggior parte della zona, che attualmente appartiene in parte al Politecnico, ma per la maggior parte al Comune (e quindi a noi cittadini) e solo in minima parte a privati.

Per quello che riusciamo a capire l’intenzione del Comune sarebbe di rifarsi delle spese si bonifica cedendo le aree ai privati e quindi procedendo all’abbattimento del bosco della Goccia e consentendo la cementificazione.

Il progetto di edificazione è contraddistinto da termini roboanti, come “parco scientifico e tecnologico”, o suadenti come “edilizia convenzionata”.

E questo è l’elenco della occupazione del suolo (fonte PGT):

  • 150.000 metri quadri residenziali
  • 80.000 mq edilizia convenzionata
  • 35.000 mq edilizia agevolata
  • 35.000 mq in affitto
  • 15.000 mq commerciali grandi strutture
  • 25.000mq commerciali medie strutture
  • 20.000 mq alberghi
  • 20.000 mq produttivo
  • 90.000 mq terziario
  • 10.000 mq sport, ricreativo, tempo libero
  • 103.000 mq Politecnico didattica
  • 36.000 mq Politecnico ricerca
  • 21.000 mq Politecnico fondazione
  • Per il Parco scientifico e tecnologico:
  • 25.000 mq sperimentazione
  • 20.000 mq spazi connessi alla ricerca
  • 15.000 mq agenzia dell’innovazione
  • 10.000 mq attività istituzionali
  • 20.000 mq residenze per studenti

La terminologia non deve trarci in inganno. In passato altre promesse sono finite nel nulla. A parte la Triennale Bovisa, inaugurata dentro la Goccia con grande pubblicità come primo passo per la valorizzazione dell’area e dopo poco chiusa nel silenzio generale, tutto il quartiere Bovisa al di qua della stazione trabocca di luoghi già abbandonati che avrebbero dovuto nelle intenzioni trasformarla in una zona di grande attrattiva. Vediamo i più evidenti. Di fianco al grande spazio verde recintato tra via Andreoli e via Durando, sempre in via Durando svetta ancora lo scheletro in metallo di quella che doveva essere una casa per lo studente. Confinanti con questo “fantasma” ci sono le costruzioni dello studio Mendini, pensate per uffici di moda e design, inaugurate la primavera scorsa e ancora per la maggior parte sfitte. Si tratterà ora di vedere se si riempiranno i 600 appartamenti di fianco alle case Mendini, in via Cosenz 54, tre torri e un edificio interno. Anche questi si pubblicizzano come in parte destinati ad edilizia convenzionata.

Ma tutti gli esercizi commerciali vuoti che punteggiano il quartiere sarebbero in attesa di buone idee e progetti, non certo di un nuovo grande insediamento commerciale che toglierebbe il fiato alle piccole attività di quartiere, per le quali sarebbe piuttosto necessario un lavoro di consulenza.

Quanto al Politecnico, è da dimostrare che effettivamente necessiti di ulteriore allargamento degli spazi. Infatti il Piano dei servizi recentemente approvato dal Comune non fa menzione di tali fabbisogni, gli studenti non sono in aumento e vi è il rischio di trasformazioni di destinazioni d’uso verso funzioni private di insediamenti universitari del Politecnico già esistenti a Città studi.

Per tutte queste ragioni noi abitanti della Bovisa, preoccupati dal progetto faraonico che potrebbe di nuovo finire in cementificazione, questa sì “vuota”, ribadendo l’esito dei referendum del 2011 in cui la città di Milano si è espressa praticamente unanime contro l’edificazione selvaggia e a favore di parchi, orti, giardini, vorremmo intraprendere una strada alternativa.

La controproposta è quella di realizzare una bonifica “verde”, già sperimentata in altri ambiti, che permetterebbe ai boschi recintati dell’area dei gasometri di diventare il parco la Goccia.

Questa opzione consisterebbe nel trattare i terreni a seconda del tipo di inquinamento, della sua quantità e profondità, con specie vegetali particolari, capaci di interagire con i veleni del suolo e, nel corso del tempo, di neutralizzarli. Per poterlo fare sono necessarie informazioni precise, che presumiamo e speriamo siano in possesso del Comune e possano venire pubblicate, in nome della trasparenza.

Noi abitanti della Bovisa chiediamo al governo della città e al sindaco Pisapia di aprire un confronto e rendere pubblici i rilievi scientifici della Goccia ed eventualmente dei terreni incolti in Bovisa.

Sogniamo un Parco la Goccia collegabile al verde più a Sud e a quello a Nord. Mantenendo la Goccia a verde, sarà possibile collegarla a Nord con il parco di via Eritrea/Perini e con quello di Villa Scheibler, con possibili ulteriori connessioni verso il Castellazzo di Bollate e il Parco delle Groane. E a Sud con quello dell’area Farini, che dovrebbe anch’essa essere destinata in gran parte a Parco. Si realizzerebbe così, invece di una cementificazione intensissima, la più grande penetrazione urbana di verde fin nel centro di Milano. Davvero qualcosa di paragonabile al Central Park di New York, e dunque un potentissimo strumento di vera riqualificazione territoriale.

Concludiamo con una semplice considerazione. Le città vanno ripensate, da quando più della metà della popolazione mondiale vive inurbata è diventato indispensabile trasportare la campagna in città. Abbiamo bisogno di aria pulita e di natura. Ne abbiamo bisogno ora e soprattutto per il futuro dei nostri figli.

Ci rivolgiamo quindi con convinzione e speranza al governo della nostra città. Perché vogliamo essere coinvolti e collaborare alla trasformazione così ricca di opportunità del nostro amato quartiere.

Comitato La Goccia

Per una Goccia verde e libera da speculazioni mail: comitatolagoccia@gmail.com

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12 commenti

  1. Sono letteralmente allibita per la posizione ottusa e retrograda degli abitanti della Bovisa. Anch’io come loro abito in questa zona di Milano da quasi 7 anni e, prima di trasferirmi mi sono documentata sulle prospettive di riqualificazione futura. Devo dire che a tutt’oggi nulla è stato fatto. La Bovisa continua ad essere area di degrado e di abbandono e questo anche grazie ai continui litigi fra comune – abitanti – privati. Sinceramente la storiella del “verde , parco , bosco” mi convince molto poco e non ho nulla contro la cementificazione. Si può edificare in modo intelligente con equo rispetto del verde. Inoltre ritengo anche che l’intervento dei privati sia fondamentale se non necessaria, per i tempi di realizzazione, per alleggerire i costi pubblici e per limitare la corruzione…EXPO docet!!!
    Alessandra, 30 Dicembre 2014

  2. Milano ha bisogno di verde che nella realtà di oggi e anche nel futuro è invitante nella vita quotidiana dell’individuo uomo donna bambino !!! la zona Bovisa ha tutti gli aspetti di spazio calpestabile per rendere questo un parco inserito nel contesto urbano . . . .viva il verde

  3. Concordo pienamente con quanto scritto e in parte, con alcuni commenti.
    Personalmente non ritengo sia giusto imputare colpe all’attuale sindaco in quanto il progetto Cosenz è partito nel 2005, quindi parecchi anni prima della sua elezione. Trovo però corretto sollecitare la giunta in carica ad un monitoraggio di quanto sta avvenendo ora. Visto che è inutile parlare di ciò che non è stato fatto, parliamo insieme di ciò che ci aspettiamo e chiediamo un interlocutore competente che abbia la facoltà di intervenire in tutte quelle migliorie necessarie a riqualificare seriamente la zona.
    La via più efficace per ottenere un risultato credo sia formare un gruppo unito e ragionevole che sappia dialogare con le autorità competenti..e poi serve molta determinazione e voglia di insistere!

  4. Perché chi ha il potere decisionale (da noi concesso….con tanta fiducia) perde completamente il senso della vita…? Immagino non sia facile fare determinate scelte, ci vuole impegno, costanza, denaro, ma anche tanta forza di volontà, imposizione…e voglia di fare per una volta la cosa giusta. Non credo che serva tanta intelligenza per capire quale sia quella giusta per la Goccia…per Milano…e per tutta la Natura, che un giorno o l’altro si ribellera’…

  5. Vent’anni fa già qualcuno vagheggiava di un parco nell’area degli ex gasometri.Portavo a spasso i miei figli nel passeggino facendo lo slalom tra le cacche dei cani che punteggiavano i marciapiedi dissestati. Mi immaginavo un vero parco a portata di bicicletta e non osavo crederci.
    Forse avevo ragione.
    Trovo anch’io indecente e inutile continuare a cementificare Milano. Tra l’altro un sacco di nuove costruzioni restano invendute o sfitte.

  6. sì al parco, no ad altro cemento.
    ma dire che al politecnico non c’è aumento di studenti è una cazzata, e magari una casa studenti che non fosse dall’altro lato della città non sarebbe male, visto le migliaia di studenti che siamo.

  7. Sono pienamente d’accordo con l’articolo. Milano ha bisogno di spazi verdi in cui la gente possa vivere in primis e godere della tranquillità purtroppo mancante da questi progetti che hanno un solo scopo di distruggere l’ambiente , piuttosto è da salvaguardare l’esistente il costruito utilizzando tutte le risorse a nostra disposizione energetiche , rinnovabili, risparmio energia , ecc.

  8. sono d’accordo alla realizzazione di un parco!basta cementificazione che serve solo a far arricchire pochi!

  9. ma questo pisapia che si è presentato come un grande ecologista dalla
    parte della salute dei cittadini cosa stà facendo sta permettendo la distruzione di questa città a favore del cemento e delle auto.

  10. Pisapia, che doveva rappresentare il nuovo e che proprio per questo è stato eletto, si comporta esattamente come tutti i sindaci che lo hanno preceduto, interessati solo a fare profitti e non alla tutela del bene dei cittadini e dell’ambiente. Non se ne puo’ piu’ di questa democrazia per la quale il volere dei cittadini conta meno di zero!!

  11. Penso che il vento non è poi così cambiato per la buona pace di chi ci credeva e per la coscienza di chi oggi ha messo Maroni supercementifocatore a capo della Lombardia. Sino ad ora ho solo sentito, come per lo scempio di casina merlata/area Expo e la costruzione del palazzetto dello sport chiamato pala AJ di Armani in piazzale stuparich/lotto, che non si possono fermate perché scelte prima evidenziando una sprta di continuità con la giunta precedente. Io ho sempre pensato che volere è potere e non si può, non si deve passare sulle teste dei cittadini minandone la salute e la qualità di vita. Milano non ha certo bisogno di altro cemento per avere cassoni vuoti, Milano ha bisogno di piante e di are verdi, vaste aree verdi.

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