Vogliamo diventare obiettori di coscienza per difendere i suoli?

Un appello rivolto a tutti i professionisti dei settori collegati al comparto edile che ritengono sia davvero giunta l’ora di non favorire l’ulteriore consumo di suolo derivante da nuove edificazioni e vogliano contribuire concretamente ad un cambio di rotta.

Seguiamo l’esempio di questo giovane collega e creiamo un folto gruppo di “obiettori per la salvaguardia dei suoli non cementificati”?

Per adesioni: info@stopalconsumoditerritorio.it
(indicare: cognome e nome, professione, età, comune e provincia di residenza)

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Di fronte al consumo di territorio cosa possono fare i progettisti edili “critici”?

In che modo un tecnico come me, convinto della necessità di uno stop immediato alle nuove edificazioni che distruggono suolo, vi si può opporre?

Da tempo mi pongo queste domande e, di fronte ad un incarico riguardante una nuova edificazione su terreni ancora liberi, mi sono sempre chiesto se accettarlo volesse dire essere complice oppure no.

Essendo un progettista dell’efficienza energetica, ho ritenuto di non dovermi tirare indietro (il committente avrebbe facilmente trovato un altro tecnico disposto a svolgere il lavoro) ma di far forza sul ruolo conferitomi per ridurre il danno.

Fare cioè pressione affinché l’intervento in progetto potesse raggiungere un livello prestazionale più elevato rispetto agli standard vigenti dettati dalla normativa energetica. Mi sono così sforzato per massimizzare gli spessori degli isolamenti e l’efficienza degli impianti. E ho avuto maggiore attenzione che dalla teoria del progetto si passasse realmente alla pratica in cantiere.

Ritengo che qualche risultato sia stato ottenuto e che, quindi, qualche nuova costruzione abbia consumato del suolo con un’impronta ecologica complessiva leggermente minore.

Questa consapevolezza mi aiutava a mascherare il timore di avere assunto un atteggiamento complice. E dentro di me continuavo ad attribuire la responsabilità del danno a chi aveva politicamente deciso la pianificazione territoriale, a chi aveva messo a disposizione il lotto di terreno e a chi aveva investito (speculato) nella costruzione.

Ho maturato ora una differente convinzione: il fenomeno del consumo di suolo va contrastato alla base, evitando anche che possa sfruttare una targa energetica per autogiustificarsi.

Serve una nuova cultura collettiva e noi tecnici possiamo giocare un ruolo importante se diamo nuovi stimoli di riflessione.

Il cambiamento può passare anche attraverso la constatazione che “c’è chi dice no”.

Per questo ho scelto di fare obiezione di coscienza al consumo di territorio, non accettando più alcun incarico progettuale per edifici da realizzarsi su terreni non ancora edificati.

Affinché non si riveli una presa di posizione fine a se stessa ­ utile a giustificarmi con la coscienza ma non a costruire un’alternativa praticabile ­ lancio un appello a coloro che vorranno condividere con me questa scelta per formare una massa critica capace di futuro.

Servirà darsi degli obiettivi, definire dei criteri di azione, essere capaci di comunicare.

È un percorso ancora da delineare e poiché credo nella contaminazione tra le differenze, sono certo che nel Movimento “Stop al Consumo di Territorio” e nel Forum “Salviamo il Paesaggio” ci siano le persone giuste per poterlo fare.

Grazie in anticipo a tutti coloro che vorranno dare il proprio personale contributo.

Tommaso Gamaleri, Savona

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Tommaso Gamaleri, 32 anni, vive e lavora a Savona. Laureato triennale in ingegneria dell’ambiente opera nel 2006 nel settore dell’efficienza energetica in edilizia. Collabora con l’associazione PAEA nelle attività di didattica e progettazione (Gruppo Tecnici del Risparmio Energetico).
E’ socio dal 2010 della cooperativa Retenergie, svolgendo il ruolo di Tecnico del Gruppo di Acquisto Fotovoltaico e per efficienza energetica del Nodo Liguria.
Dal 2012 ha assunto anche il ruolo di consigliere del C.d’A. della cooperativa.

23 commenti

  1. Penso che il percorso di Tommaso Gamaleri sia interessante e virtuoso, sicuramente molto difficile da praticare. Io sono interessata alla costruzione di un progetto di fattibilità di una Rete Europea degli Obiettori al Consumo di Suolo. Il finanziamento di questa rete potrebbe aiutare la omogenizzazione delle regioni europee per quanto riguarda leggi sul paesaggio e consumo di suolo.

    1. Ciao Laura, sono un laureando in Ingegneria edile-Architettura, sto svolgendo il lavoro di tesi proprio sul rapporto tra etica e architettura, e sulla frattura, che esiste e che è esistita, tra teoria e pratica. La multidisciplinarietà e il coinvolgimento democratico della popolazione ritengo siano “conditio sine qua non” per una progettazione finalmente diversa e matura. Per questo mi piacerebbe sapere qualcosa in più sulla tua ricerca e la tua attività.

  2. Penso che in questo momento nel nostro paese e non solo, il dibattito su etica e paesaggio e su etica e ambiente stia emergendo come un tema interdisciplinare in cui gruppi e singoli si riconoscono e sviluppano progetti. Ho partecipato al convegno della società europea di geografia (EUGEO 2013) e a parte la vicinanza fra progetti e rilevazioni in Veneto, Umbria e Sardegna, mi hanno colpito le ricerche svolte da gruppi di universitari in Grecia, Germania, Svezia. Emerge come un campo interdisciplinare a sè stante (con metodi e figure professionali diverse entro un solo progetto)il tema dell’etica, della partecipazione della economia della salute e della felicità. Molti dei lavori erano ricerca accademica di anziani e giovani ricercatori insieme, altri lavori erano tesi di dottorato. E’un un nuovo filone di ricerca interdisciplinare in cui il ruolo che i finanziamenti europei potrebbero svolgere è molto importante e sembra possibile se solo università e scuole secondarie da cui escono tecnici e certificatori partecipassero in modo attivo.Non è difficile immaginare linguisti, sociologi,architetti, geometri, ingegneri,biologi, geologi, urbanisti, storici dell’arte e archeologi entro un solo progetto e nei casi in cui tutto questo si verifica sembra importante, ovvio, indispensabile. Ma quali e quante leggi, stili di decisione e controllo, formazione devono cambiare? E sulla base di quale spinta?

  3. Sono d’accordo con Tommaso in toto. Ho uno studio ad Alba (Cn) dove il consumo di suolo impera in maniera bulimica. Ho 37 anni sono architetto esperto CasaClima jr. e membro del direttivo dell’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero, tento di proporre un discorso di bioarchitettura, che da queste parti è un po’ come convincere un leone a mangiare l’erba. Già mio papà fondatore dello studio e anche lui membro del direttivo dell’Osservatorio, si è sempre rifiutato di progettare PEC, capannoni e villette a schiera, per salvaguardare il paesaggio e il territorio anche sotto l’aspetto architettonico; sono cresciuto in questa obiezione di coscienza e la vivo grazie anche agli amici di Stop al consumo di territorio e Canale Ecologia. Vero è che bisogna pur vivere, soprattutto adesso che arrivare alla fine del mese è un problema per tutti. Però se si ragiona in un’ottica lungimirante ci si accorge che il nostro impegno professionale ha degli aspetti molto importanti: proporre di riqualificare un edificio è un lavoro che non tutti i professionisti hanno voglia di fare, chi è abituato alla vita facile e al guadagno facile non ha voglia di provarci. Ma questo è il futuro, il patrimonio edilizio italiano è costituito da edifici colabrodo su cui si può intervenire e di conseguenza c’è il lavoro per i professionisti attenti e aggiornati, oltre che per le piccole medie imprese e per gli artigiani. Tutta gente che ha voglia di lavorare bene! La lungimiranza deve arrivare ai nostri politici, che devono guardare avanti oltre gli anni dei propri mandati. da parte nostra “rompiamogli le scatole” con osservazioni ai piani regolatori, cercando colloqui con gli uffici tecnici e con i sindaci, cerchiamo di entrare nelle commissioni edilizie e del paesaggio, non lasciamo che a fare questi servizi ci siano i soliti con le mani già sporche. Da un po’ di anni abbiamo cominciato questa campagna con l’Osservatorio e si iniziano a vedere alcuni primi risultati. é bello sapere che non si è soli a condurre queste tematiche. Bravo Tommaso e grazie per l’appello! Alessandro Veglio e Silvio Veglio

  4. Anche io mi batto nel mio comune perchè prevalga la volontà di dire basta AL CONSUMO DI TERRITORIO AGICOLO E NON ANCORA EDIFICATO.
    fACCIO PARTE DEL movimentoversouncomunevirtuoso di Trevignano romano e sono un’architetto e do tutto il mio sostegno a questa iniziativa coerente e coraggiosa

  5. condivido l’iniziativa e mi impegno a diffondere il messaggio.faccio parte del Comitato contro sprechi e privilegi di Bari.(wwwsprechieprivilegi.it)le nostre battaglie e denunce in difesa del paesaggio e territorio pugliese non hanno esito.Il Comune di Bari con una variante al piano regolatore ha approvato una delibera che cosente di costruire 11 milioni di metri cubi di cemento, Bari ha solo 360 mila abitanti.Nemmeno una metropoli come Parigi ha mai approvato tanto cemento! Gli ulivi secolari del Salento rischiano l’espianto per la costruzione di una inutile e costosa superstrada; sono solo alcuni esempi.

  6. non limitate il discorso agli specialisti (ingegneri, architetti, urbanisti e operatori del setore edile). io sono antropologo e uno scrittore civlie, scrivo da anni libri sul tema della difesa della bellezza e del paesaggio al sud e in calabria specialmente. occorre spostare l’attenzione su una più ampia sensibilizzazione, incontrare il consenso di tutto il mondo del terzo settore e delle associazioni di tutela e del consumo sostenibile e di cittadianza attiva, passare per le scuole e le aule di istituti e università. fare massa critica e muovere la politica, anzi costringerla a interloquire, a considerare e rispondere allineandosi alle ragioni collettive dei cittadini e dei territori locali, a favore di chi tutela i beni pubblici indisponibili dal seccheggio della speculazione. bisogna rafforzarsi e uscire dal web, occorre far presto, rimane poco in tutti i sensi.
    mauro f. minervino

    1. condivido,condivido pienamente quello che pensi.Uniamo le nostre speranze affinche’diventino una sola realta’di movimento verso la materializzazione dei sani e puliti progetti .

  7. caro collega,
    sono completamente d’accordo con la tua proposta e la sottoscrivo.

  8. Mi devo complimentare con Tommaso per far si che il nostro teeritorio sia salvaguardato,per molti fattori,e gli abitanti di qusto paese si devono rendere conto quanti benefici ci sono nel salvaguardare tutte le nostre bellezze,per lasciare anche ai nostri figli qualcosa di unico in Europa.

  9. Caro Tommaso, condivido pienamente la tua posizioni e, sopratutto, le motivazioni che tu poni alla base della tua difficile scelta.
    Ma da geometra con qualche decennio di attività professionale(anche come componente di diverse Commissioni Edilizie)in una Regione (la Sicilia) dove l’attività urbanistica è normata “in attesa di una normativa organica – testuale dall’art. 1” da una Legge risalente al 1978 ed, in particolare, in un’area stupenda dell’Isola dove la pianificazione urbanistica si fa ancora con i Programmi di Fabbricazione, devo dirti che avverto molto di più l’esigenza di ottenere regole certe e non soggette ad interpretazioni occasionali.
    Da noi, grazie ai ritardi della normativa la “normalità” è la “deroga”.
    Buon lavoro.
    Santo Mastroeni (Comitato SalviamiilPaesaggio- Riviera jonica Messina)

  10. EFFICACE INIZIATIVA DA DIFFONDERE AD AMPIO RAGGIO!
    GRAZIE, TOMMASO!

  11. Sono un Funzionario Comunale e mi trovo ad urbanizzare aree agricole e poi ad assegnare i lotti per capannoni industriali e artigianali.
    Il termine tecnico è Piani Insediamenti Produttivi.
    Ho chiesto il trasferimento ad altro incarico anche per questo motivo

  12. Bene Tommaso,
    bisogna portare avanti l’educazione al consumo consapevole del suolo così come faticosamente si stà portando avanti quella sul cibo, senza restrizioni elitarie, per rendere fruibile a tutti la bioedilizia (e prima ancora la biourbanistica), così come il cibo biologico, ancora apparentemente indirizzati ad una cosiddetta utenza ‘eco-chic’…
    Io intanto appoggio completamente l’appello e ti ringrazio per quello che stai facendo!
    Saluti.
    Marco Minetto – Monteriggioni (SI)
    (referente territoriale del Forum e consigliere nazionale slow food)

  13. Bravo Tommaso. Spero che il tuo appello sia da stimolo per tanti professionisti. Sarà dura per cultura e per le difficoltà e la crisi che incombono, ma ritengo la tua espressione di volontà assolutamente condivisibile! Grazie Patrizia

  14. Sinceri complimenti a chi finalmente antepone alla speculazione l’etica!
    Da futuro planner un grosso in bocca al lupo.
    Francesco Ranieri (Legambiente padova, circolo Salviamo il Peesaggio Padova)

  15. Sono molto importanti queste scelte “dal basso” anche, o forse soprattutto, per smuovere una certa classe politica e amministrativa spesso troppo inerte di fronte a questi temi o attenta solo a percepire se certe scelte di campo possano o meno essere vantaggiose in termini elettorali.

  16. Penso che un discorso sul territorio debba necessariamente coinvolgere chi opera nel campo dell’edilizia.In questo senso osservo che spesso le imprese edili e gli operatori nel settore operano senza osservare un minimo di rispetto per il territorio e senza tener conto degli strumenti dell’urbanistica. Che sono stati sviliti e utilizzati per interessi particolari. Il fatto che vogliamo tutti un mondo senza regole precise è testimonianza di come il mancato rispetto della normativa e il cercare e trovare i modi per eludere la normativa hanno reso la stessa un ” ferrovecchio arrugginito” come ebbe a definirla tempo addietro lo stimato architetto Vezio de Lucia. Sperando che questi siano segnali di rinascita della legalità saluto
    Maurizio Cannavò (Forum Salviamo il paesaggio di Genova)

  17. Il proposito di bloccare qualunque sviluppo invasivo del territorio è ampiamente sostenuto dal gruppo ROMA LA CITTA’ CHE VOGLIAMO. Da tempo a Roma forze culturali inascoltate propongono a tutta la politica il blocco perciò delle nuove costruzioni e nel contempo mirano alla riqualificazione di un paesaggio metropolitano peraltro subordinato ad una RETE ANTICA ancora sconosciuta ma non del tutto dispersa.
    La promozione di tale impresa presuppone però nuovi rapporti culturali tra le istituzioni pubbliche ed il privato cittadino CONSUMA-ATTORE chiamato a riconsiderare le scelte dello sviluppo ed a partecipare in prima persona al conseguimento di obiettivi strategici della Cultura condivisibile da tutti…da gestire in RETE WIRELESS come ROMA SMART CITY….
    Tale linea densa di contenuti partecipe ad una tutela come quella espressa da Tommaso…. che anzitutto rispetta l’art.9 della Costituzione Italiana…e – a mio avviso – pone in assoluta priorità ed evidenza il tematismo dello sviluppo per il paese ITALIA da fondare sulla CULTURA.
    Il TERZO SETTORE dunque viene coinvolto tutto dalla salvaguardia ed(in senso lato) promuove nuova produzione e produttività attraverso le forme del costo/beneficio territorio-Cultura che assicurano la salvaguardia del BENE COMUNE ….
    Insomma gli Italiani ai quali sono venute a mancare i valori delle proprie radici storiche ….devono imparare a riprendersi la memoria dei territori soffocati dall’omologazione imposta dall’economia:
    il blocco delle cementificazioni fa parte di siffatto disegno strategico a cui aderire.
    La parola da recuperare è dunque OIKOS-NOMOS (identità e regola della Casa!….come PROGETTO DI SVILUPPO del paese ITALIA-CULTURA

  18. Penso che Tommaso abbia intrapreso una strada che tutti dovrebbero percorrere.In sintesi a preso coscienza di quanto sta succedendo in termini di cementificazione e sta prendendo le contromisure.
    Un grande imbocca al lupo a Tommaso e un augurio che tanti prendano il suo esempio.

    Saluti
    Andrea Ferrari (comitato Salviamo il Paesaggio di Parma)

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