La campagna “Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia”, obiettivi e primi risultati

La campagna promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia ha l’obiettivo di salvaguardare le dune e la spiaggia anche per le generazioni future e garantirne la fruizione pubblica e in sole tre settimane ha raggiunto già risultati straordinari.

Personalità dello spettacolo come Piero Pelù, Piero Marras e Paolo Fresu hanno espresso il loro sostegno pubblico, così come personalità della cultura come Sandro Roggio, architetto e urbanista, Vanessa Roggeri, scrittrice, Paolo Frau, assessore comunale cagliaritano alla cultura.

Hanno perfettamente colto il senso della campagna e il suo profondo significato “popolare”, così come soprattutto migliaia di persone che, da ogni parte d’Italia e ora anche dall’Estero.

Finora sono pervenuti contributi pari a 70 mila euro, segno tangibile del forte sostegno “popolare”. Centinaia di messaggi pervenuti, alcuni quasi commoventi per il loro amore per Chia. Nonni che contribuiscono per i nipotini, collette organizzate sui luoghi di lavoro, turisti che vogliono difendere il loro mare, Sardi via dall’Isola da troppi anni che non intendono mancare alla difesa della propria Terra, bambini che offrono i loro soldini per la spiaggia dell’estate. C’è chi da parte del proprio contenuto guadagno giornaliero per evitare che le dune finiscano in mani sbagliate.

Per le dune e la spiaggia di Chia questo e altro.

Che cos’ha fatto il GrIG.

Sabbia finissima, macchia mediterranea con Ginepri secolari, disegnati dal vento e dal mare, rifugio di una fauna selvatica sempre più rara, luci e colori di una natura che dobbiamo preservare e fruire con estrema attenzione.

A breve distanza un’edilizia turistica fin troppo presente, ma ancora parti di pregiato paesaggio agrario.

Le dune e la spiaggia sono in pericolo, non solo per colpa dei maleducati che gettano rifiuti o dei vandali che danneggiano i Ginepri.

Infatti, come noto e testimoniato dalla cartografia ufficiale demaniale (il SID – Portale del Mare del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il sistema informativo del demanio marittimo), nonché dalle certificazioni catastali (foglio 306, mappali 50, 275 e 276), sono di proprietà privata, fin a pochi metri dalla battigia marina, caso raro in Italia.

L’area dunale, per un’estensione di circa 9,5 ettari, intestati a 8 privati (di cui omettiamo i nominativi per ragioni di privacy) per quote diverse, è oggetto del contratto preliminare di compravendita sottoscritto dal GrIG e da uno dei comproprietari per una quota corrispondente a 4 ettari.
Successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita si farà luogo alla divisione.

Altri elementi contribuiscono a chiarire definitivamente la titolarità dell’area, in primo luogo la sentenza n. 12 del 12 gennaio 2016 emessa dalla Sezione II della Corte d’Appello di Cagliari (passata in giudicato) che, dopo un lungo giudizio, ha definitivamente respinto un’istanza di usucapione e ha confermato la titolarità del diritto di proprietà.

L’ha confermato il Comune di Domus de Maria, conferendo nell’agosto 2018 il relativo certificato di destinazione urbanistica al richiedente “in qualità di proprietario”.

Lo confermano ancor più le varie visure e gli accertamenti effettuati preliminarmente dal Notaio che ha curato e garantito la stipula del contratto preliminare di compravendita per atto pubblico.

Quali sono i pericoli?

Vari soggetti immobiliari a capitale arabo e internazionale stanno rastrellando terreni lungo le coste sarde. Anche qui.

Purtroppo non è azzardato ipotizzare un futuro privatizzato per dune e spiaggia. Per non parlare di altamente probabili integrazioni normative che consentano la produzione di volumetrie edilizie da concentrare subito a ridosso di dune e spiaggia. Si tratta del c.d. trasferimento di volumetrie, riconosciuto in giurisprudenza.

Chiuse, location di eventi esclusivi, vietate all’accesso dei comuni mortali, in particolare di chi vive in quest’Isola da sempre.

Sardi a foras dalle proprie spiagge, tanto per capirci. Come è successo e continua a succedere: da Capo Ceraso allo Scoglio di Peppino, alla Valle dell’Erica.

Dimentichiamoci l’intervento dell’Agenzia per la Conservatoria delle coste, lodevolmente istituita qualche anno fa proprio su nostre forti richieste, ma colpevolmente consegnata da anni alla completa inoperattività.

Certo, nell’area vi sono stati interventi importanti nell’ambito del progetto Providune (2008-2014), ormai concluso (e le leggere recinzioni in corda divelte lo testimoniano), ma non impedisce che l’area dunale possa correre rischi.

Come dimenticare, poi, spot pubblicitari, feste, avvenimenti “privati”, parcheggi estivi per autoveicoli nelle zone umide, spesso e volentieri autorizzati dalle amministrazioni pubbliche competenti e oggetto di numerosi esposti per ottenere il rispetto delle normative di tutela ambientale da parte delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra.

Ed è per questo che l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha preferito prevenire, ha preferito tappare un buco presente nella doverosa attività di tutela ambientale di Stato, Regione, Comune e ha deciso di opporsi a un copione che sembra già scritto: sta, quindi, procedendo all’acquisto di una parte delle dune e della spiaggia di Chia, davanti all’isolotto di Su Giudeu.

La proprietà pubblica darebbe garanzie assolute di tutela e per la fruizione dei cittadini?

Diciamo la verità: in Italia la presenza di una proprietà pubblica o, addirittura, l’appartenenza al Demanio dello Stato non implicano la tutela effettiva dei beni ambientali e la loro fruibilità pubblica.

E’ un fatto sul quale è necessario riflettere.

La legge 30 dicembre 2018, n. 145 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” prevede, all’art. 1, commi 675° – 686°, la proroga per 15 anni delle concessioni demaniali marittime in violazione della normativa comunitaria (direttiva n. 2006/123/CE, c.d. direttiva Bolkenstein), di fatto sospende la demolizione delle opere abusive, amplia la possibilità di concessione di ulteriori aree demaniali in assenza di adeguamento dei canoni.

Per capirci, lo Stato incasserebbe – secondo l’Agenzia del Demanio – solo 103 milioni annui dai canoni demaniali e vi sarebbe un’evasione del 50%. Il canone per la parte non ricoperta da strutture ammonterebbe alla folle cifra di euro 1,27 annue.

Per esempio, l’esclusivo Hotel “Cala di Volpe” a Porto Cervo pagherebbe ben 520 euro all’anno di canone demaniale per la spiaggia dove, ovviamente, non possono accedere i comuni mortali.

Quei comuni mortali che non accedono comunque a Capo Ceraso, per esempio, in quanto legittimamente recintata dalla proprietaria Edilizia Alta Italia s.p.a. della famiglia Berlusconi.

Quei comuni mortali che non accederanno più liberamente alle decine di ettari della pineta costiera di Torregrande affittati per decenni dal Comune di Oristano alla Ivi Petrolifera s.r.l. per realizzarvi un complesso turistico-edilizio con campo da golf, quando non vi sono, poi, addirittura alienazioni di lotti di spiaggia in favore di Privati, come recentemente avvenuto a Piscinas da parte del Comune di Arbus.

Quei comuni mortali che non potrebbero più accedere agevolmente alla spiaggia di Chia – Su Giudeu se l’area dunale retrostante venisse acquistata da un proprietario desideroso di privacy. Ed è uno dei motivi fondamentali che ha spinto il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ad avviare l’acquisto di parte delle dune e della spiaggia e il coinvolgimento concreto della collettività.

Non solo.

Sempre a titolo di esempio, il Demanio dello Stato vuol vendere, per fare cassa, l’Isola di Poveglia, una delle pochissime rimaste di proprietà pubblica nella Laguna di Venezia, la Provincia di Grosseto vende, ancora per fare cassa (la speranza è di ricavarne 9 milioni di euro), 49 lotti di terreno e fabbricati agricoli dentro la riserva naturale della Diaccia Bottrona, il Castello di Sammezzano è stato venduto (2017) a un’asta fallimentare alla Helitrope ltd, società immobiliare avente sede a Dubai, per 15 milioni di euro, ma la vendita è stata annullata dal Tribunale di Firenze su ricorso della concorrente società Kairos s.r.l. Che però il peculiare “bene culturale” finisca in mani private pare pressoché certo.

Avanti tutta con la campagna “Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia”!

Non possiamo rimanere con le mani in mano.

L’obiettivo, come abbiamo detto più volte, è salvaguardare le dune e la spiaggia anche per le generazioni future e garantirne la fruizione pubblica.

Possiamo farlo insieme.

Per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le persone che tengono al proprio ambiente, alla propria identità, al futuro della propria Terra.

Contribuisci all’acquisto delle dune e della spiaggia di Chia con un versamento sul conto corrente postale n. 22639090 intestato a “associazione Gruppo d’Intervento Giuridico“ (causale “dune e spiaggia di Chia”) oppure con un bonifico bancario con il codice IBAN IT39 G076 0104 8000 0002 2639 090 (per i versamenti dall’Estero il codice BIC/SWIFT è BPPIITRRXXX).

A chi contribuirà con almeno 30,00 euro sarà inviato un simbolico attestato di benemerenza e la tessera associativa, se gradita.

Ricordiamo, fra le tante agevolazioni previste, che per le erogazioni liberali in favore delle onlus come il Gruppo d’Intervento Giuridico è prevista la detrazione del 19% degli importi donati fino a un massimo di 2.065,83 euro (art. 15, comma 1°, lettera i – quater, del D.P.R. n. 917/1986 e s.m.i., testo unico delle imposte sui redditi – T.U.I.R.).

Naturalmente anche imprese e aziende rispettose dell’ambiente possono contribuire e ne sarà dato ampio risalto.

Il nostro ambiente e la nostra identità non sono in vendita, insieme possiamo dimostrarlo concretamente!

Per ulteriori informazioni: http://gruppodinterventogiuridicoweb.com