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Interrogazione parlamentare su proliferazione degli impianti di biometano in Pianura Padana

Valentina Barzotti, deputata del Movimento Cinque Stelle, interviene alla Camera accusando il governo di utilizzare i fondi del PNRR per sviluppare il mercato attorno a questa forma di energia e non, come il piano vorrebbe, a garantire un vero modello sostenibile di agricoltura circolare…

La vendita di alcuni impianti per la produzione di biometano (in particolare sette impianti in provincia di Brescia e 5 tra Verona e Mantova) realizzati inizialmente attraverso l’accesso a fondi pubblici e subito dopo ceduti a grandi gruppi finanziari, quali il fondo statunitense Goldman Sachs, è stata al centro di una discussione in commissione Ambiente della Camera.

Il Governo ha precisato che non è consentito il trasferimento della titolarità a terzi di un impianto aggiudicatario di una procedura prima della sua entrata in esercizio e della stipula del contratto tipo di incentivazione per il biometano prodotto, sostenendo che tale condizione “limita fortemente” eventuali cessioni a fini speculativi.

«La risposta del Governo alla nostra interrogazione sulla cessione degli impianti di biometano conferma tutte le nostre preoccupazioni e, soprattutto, non corrisponde ai fatti. Il Governo precisa, infatti, che ad oggi non risulterebbero richieste o registrazioni di cessioni di impianti già realizzati. Una ricostruzione che, tuttavia, non corrisponde al vero. Il numero elevatissimo di impianti, oltre 500 impianti di biogas concentrati soprattutto nelle province agricole più produttive, rende strutturale il rischio che la produzione di digestato superi di molto la reale capacità di utilizzo sui terreni. E se a questo si aggiungono dinamiche speculative, il danno è doppio: si inquina il territorio con impianti pensati per la rendita e non per l’equilibrio agronomico». Così si è espressa l’onorevole pentastellato sottolineando come le cifre del fenomeno di cessione degli impianti dopo l’ottenimento delle autorizzazioni appaia assolutamente reale, concreto e già in atto.

«Un meccanismo che rappresenta a tutti gli effetti un’operazione speculativa, in aperto contrasto con gli obiettivi del PNRR secondo Valentina Barzotti – poiché impianti approvati grazie a risorse pubbliche vengono ceduti per generare profitti immediati, per patrimonializzare società con il rischio di vanificare lo scopo delle misure finanziate e di trasformare una straordinaria occasione di transizione ecologica in un enorme spreco di fondi pubblici. Siamo assolutamente contrari alla speculazione energetica e all’utilizzo distorto del denaro pubblico, soprattutto in un settore strategico come quello del biometano».

Particolarmente critica pare la situazione presente in Lombardia, dove risultano presenti quasi 500 impianti, un terzo del totale nazionale: una concentrazione che dimostra – secondo l’onorevole Barzotti – come il sistema sia ormai sovradimensionato rispetto alla reale capacità agronomica del territorio. «L’eccesso di digestato supera i limiti di utilizzo consentiti, con rischi ben noti. Ricordiamo infatti che una distribuzione eccedente del digestato comporta seri pericoli: inquinamento delle falde, emissioni odorigene e rilascio di ammoniaca. Si finisce così per inquinare attraverso impianti che dovrebbero contribuire alla sostenibilità. È indispensabile un monitoraggio rigoroso di quanto sta accadendo. E invece il Governo, dichiarando di non avere alcuna notizia delle cessioni, mostra una preoccupante mancanza di vigilanza su un settore cruciale, finanziato con ingenti risorse pubbliche. La transizione ecologica non può essere ostaggio della speculazione».

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