Europee 2019: le risposte dei Candidati ai quesiti del Forum Salviamo il Paesaggio

Questa pagina verrà aggiornata quotidianamente per ospitare le risposte inviateci dai Candidati in merito ai tre quesiti che il nostro Forum ha inteso rivolgere sul tema della tutela del suolo, del paesaggio, dei territori.

Come sapete, il 26 maggio i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento Europeo e i temi cari al nostro Forum nazionale paiono essere – gravemente – assenti dal dibattito politico. Così come, negli ultimi anni, risultano “scomparsi” dal dibattito dello stesso organismo comunitario, dopo il fallimento della proposta di Direttiva europea del 2006, che avrebbe dovuto definire il quadro complessivo per la protezione del suolo e adottare la Strategia tematica per la protezione e l’uso sostenibile del suolo, ritirata nel 2014 dalla Commissione europea a causa della forte opposizione di alcuni Stati membri per motivi legati principalmente alla sussidiarietà, ai costi ritenuti eccessivi e al carico amministrativo.

Convinti che il tema del consumo di suolo e della tutela dei paesaggi rappresenti, invece, una precisa emergenza su cui intervenire senza indugi, abbiamo ritenuto di non poterci “accontentare” delle nostre azioni intraprese a livello italiano e abbiamo deciso di portare all’attenzione di tutti i candidati (in tutti i collegi elettorali e di qualunque forza politica) questo tema.

Per questo motivo, il nostro coordinamento nazionale ha preparato un sintetico documento contenente tre quesiti e li ha rivolti a tutti i candidati:

a) È a conoscenza di legislazioni a difesa del suolo nella sua o in altre nazioni?

b) Ritiene essenziale la creazione di una «piattaforma» comune (al momento inesistente a livello UE) ove gli interessati all’uso del suolo (costruttori, agricoltori, amministratori, sindacati, società civile, professionisti, ricercatori, …) possano discutere insieme sul futuro della conservazione del suolo?

c) È disposto/a a richiedere una specifica legislazione europea in difesa del suolo basata sui contenuti della nostra Proposta di Legge Popolare “NORME PER L’ARRESTO DEL CONSUMO DI SUOLO E PER IL RIUSO DEI SUOLI URBANIZZATI“, attualmente in discussione al Senato? (Commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente, rubricata come AS164 – http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2018/02/DEFINITIVO-Proposta-di-legge-iniziativa-popolare-Forum-SiP-agg.-31-1-2018.pdf).

Qui trovate le risposte pervenute. Tenetene conto per il Vostro voto consapevole!…

CIRCOSCRIZIONE 1: Italia nord-occidentale – Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Piemonte

EUROPA VERDE

Domenico FINIGUERRA
a) In alcuni paesi europei si è tentato di legiferare per contrastare il consumo di suolo, in Francia e in Germania in particolare. Ma non mi risultano leggi che abbiano arrestato il consumo di suolo. In Italia abbiamo solo alcune leggi regionali, come in Lombardia, che però pur enunciando il “consumo di suolo zero” di fatto non fermano il fenomeno, garantendo le volumetrie già previste dai Piani Regolatori. A livello nazionale il dibattito è aperto. Abbiamo diverse proposte di legge presentate da tutte le forze politiche presenti in Parlamento. La più avanzata nonché l’unica che si propone di arrestare realmente il consumo di suolo è quella di iniziativa popolare presentata dal Forum Salviamo il Paesaggio.
b) Credo sia uno strumento utile innanzitutto per accrescere la consapevolezza di tutti gli attori interessati alla tutela del suolo e comunque di tutti coloro che sul suolo operano per studio, lavoro o ricerca. Penso che nella discussione vadano coinvolti i cittadini, attraverso strumenti innovativi di partecipazione e mi impegno a contribuire a diffondere informazioni e dati sullo stato di salute del suolo italiano, europeo dell’intero pianeta. Solo dalla conoscenza diffusa e dall’affermazione il più possibile condivisa del principio “suolo bene comune e non rinnovabile” è possibile arrivare ad una legislazione europea e degli stati membri che tuteli realmente i suoli. Fondamentale è anche accompagnare alla legislazione europea e nazionale sul suolo una diversa politica agricola comunitaria che possa produrre una nuova riforma agraria ed una rinnovata e più stringente azione di tutela della biodiversità che in molte regioni d’Italia è seriamente messa in discussione da numerosi progetti pendenti e devastanti, sia di grandi opere che di operazioni edilizie, soprattutto di grande distribuzione.
c) Certamente ed ovviamente. Non potrei fare diversamente se non smentendo me stesso. Infatti ho partecipato al gruppo tecnico che ha steso la stessa Proposta di Legge Popolare del Forum ed ho rappresentato il Forum nell’ultima audizione presso le Commissioni Agricoltura e Ambiente che si è tenuta in Senato lo scorso mese di aprile. Si tratta di una proposta radicale, ma il problema del consumo di suolo è talmente grave e preoccupante, come il cambiamento climatico (cui contribuisce), che occorre un’azione risoluta e che non lasci scappatoie. Oltre a chiedere una specifica legislazione europea in difesa del suolo mi impegno a portare gli obiettivi perseguiti dalla proposta di legge in ogni sede e discussione in cui si affrontano tematiche connesse alla tutela del suolo e del paesaggio, siano esse ambientali, culturali, fiscali e di politica economica in generale.

MOVIMENTO 5 STELLE

Tiziana BEGHIN
a) Conosco il lavoro svolto dalla deputata Francesca Daga in collaborazione con questo Forum per dotare il nostro paese di una legislazione d’avanguardia in materia di consumo del suolo.
b) E’ necessario un confronto ampio tra tutte le parti interessate e credo che una piattaforma di dialogo del genere andrebbe senz’altro a beneficio dei cittadini e dell’ambiente.
c) Assicuro la mia massima disponibilità in Europa per giungere ad una direttiva volta a disciplinare il consumo di suolo nei paesi membri sulla base della proposta già sostenuta dai miei colleghi in Parlamento italiano.

Eugenio CASALINO
a) SI.
b) SI.
c) SI.
Sono stato consigliere regionale del Movimento 5 Stelle nel consiglio Regionale della Lombardia dal 2013 al 2018, anche nella Commissione Territorio ed Infrastrutture, dove come gruppo abbiamo spesso affrontato il tema del consumo di suolo in Lombardia, problema drammatico negli ultimi 20 anni.

Nicola CLERICI
a) Ad oggi in Italia, nonostante la cementificazione sia una grave minaccia per il nostro paese ed il nostro futuro, manca una vera e propria legge a difesa del suolo. Conosco la proposta di legge di Salviamo il Paesaggio che è oggi in Parlamento e ne auspico l’approvazione. Sono particolarmente orgoglioso del fatto che la vostra proposta sia stata recepita dai nostri parlamentari e che nel contratto di Governo sia inserito uno specifico impegno: “È indispensabile fermare il consumo di suolo (spreco di suolo) il quale va completamente eliminato attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana. A questo proposito vanno promosse azioni di sostegno alle iniziative per rilanciare il patrimonio edilizio esistente, favorendo la rigenerazione urbana e il retrofit (riqualificazione energetica) degli edifici”. Inoltre “Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”.
b) Il suolo è una risorsa preziosa ed indispensabile per la vita di tutti noi, ma soprattutto è una risorsa deperibile e irrecuperabile a seguito della cementificazione. Ritengo quindi necessario e mi impegnerò, qualora eletto, a promuovere una piattaforma comune in seno al parlamento europeo ove gli interessati all’uso del suolo possano discutere insieme sul futuro della conservazione del suolo.
c) Arrivare a una specifica legislazione europea in difesa del suolo basata sui contenuti della Proposta di Legge Popolare da voi proposta sarà un obiettivo primario. Il suolo va assolutamente tutelato, ne va del nostro futuro. Grazie al lavoro già svolto dai portavoce 5 stelle nei Comuni, nelle regioni e in parlamento, sono sicuro che potremo arrivare a una legislazione efficace.

Eleonora EVI
a) Sono consapevole dell’esistenza di legislazioni e strategie a difesa del suolo in alcuni paesi europei, in Germania, e sono altrettanto consapevole dell’assenza di norme armonizzate a livello dell’Unione e delle conseguenze che ciò comporta. Negli ultimi cinque anni al Parlamento europeo ho potuto constatare in prima persona come la mancanza di una legislazione europea specifica contro il consumo e il degrado dei suoli, nonché di norme comuni per contrastare la contaminazione ambientale attraverso strumenti adeguati, rende difficoltosa la risoluzione delle problematiche legate al consumo del suolo e ai siti inquinati. Problematiche che i territori vivono, anzi subiscono, nella loro dimensione locale. Conosco la normativa regionale adottata in Lombardia che sebbene possa considerarsi uno sviluppo nella giusta direzione è ancora ben lungi dall’arrestare veramente il consumo di suolo. Un fenomeno che nel territorio da cui provengo ha causato una perdita significativa di biodiversità e di servizi ecosistemici offerti dalla natura e/o custoditi dalle attività agricole tradizionali, oltre alla trasformazione radicale del modo in cui viviamo lo spazio e le relazioni economiche, sociali e culturali che in esso si sviluppano. Sono a conoscenza del dibattito in corso a livello politico nazionale e sono felice che il Movimento 5 Stelle nel parlamento italiano si stia impegnando per proteggere il suolo, anche attraverso il sostegno e la sottoscrizione alla Proposta di Legge Popolare.
b) Ritengo che l’ascolto dei diversi portatori di interesse e della società civile, nonché del mondo della scienza, sia sempre essenziale: il dialogo e lo scambio delle conoscenze dovrebbero essere alla base di ogni processo decisionale in cui sono coinvolti i rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. Credo che indubbiamente potrebbe essere utile costruire delle sinergie in Europa attorno a questo tema, per creare convergenze più forti di quelle che ci sono state sinora e che non hanno portato ai risultati sperati. In questo senso devo menzionare l’ICE “People4Soil”, che ho sostenuto come cittadina e come europarlamentare del Movimento 5 Stelle: è un vero peccato che non abbia raggiunto il traguardo di 1 milione di firme necessarie affinché potesse essere considerata ammissibile. Una piattaforma comune potrebbe essere un buon modo per far pressione sulla Commissione europea affinché inserisca la definizione di politiche e norme per la conservazione del suolo nel proprio programma di lavoro per il prossimo quinquennio. Ma non solo, credo che chiunque voglia spingere questa Europa a decidersi finalmente a proteggere il suolo e le sue risorse debba necessariamente agire nei confronti del Consiglio dell’Unione, vale a dire i Governi dei 27 Stati membri, che hanno influito grandemente sulla decisione della Commissione di ritirare la proposta di direttiva quadro sui suoli nel maggio del 2014.
c) Nonostante l’estrema importanza del suolo e delle sue risorse, purtroppo non si è mai giunti a fornire loro un’adeguata protezione a livello europeo attraverso un atto legislativo dedicato. Ciò risulta singolare e abbastanza sbalorditivo se si considera che abbiamo invece diverse direttive nel settore della politica delle acque e in quello relativo alla qualità dell’aria-ambiente. A mio avviso è necessario un intervento quanto prima coordinato. Non solo perché il degrado del suolo può avere importanti conseguenze transfrontaliere, ma anche perché il consumo e lo sfruttamento del suolo hanno un enorme impatto su altre risorse naturali che invece, come indicato più sopra, sono già protette dalla legislazione europea, come per esempio l’acqua, l’aria o la biodiversità. Ritengo che la proposta di legge popolare sopra menzionata possa costituire, nei limiti di competenza dell’Unione, un ottimo punto di partenza per ispirare una proposta legislativa in Europa relativa alla protezione del suolo. Ritengo anche che bisogna fare molto di più per utilizzare meglio alcuni degli strumenti e delle politiche dell’Unione che possono aiutarci a tutelare meglio i suoli e le risorse che essi custodiscono, come la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi o le misure di rinverdimento della Politica agricola comune (PAC), che peraltro nella prossima legislatura va riformata affinché garantisca un uso più sostenibile delle risorse naturali, in Europa e a livello globale. Con il Movimento 5 Stelle in Europa mi sono spesa moltissimo contro il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato e ho chiesto a più riprese una drastica riduzione dell’uso dei pesticidi in agricoltura, anche per garantire una migliore tutela dello stato qualitativo del suolo.
Il suolo è vita per noi, per le piante e per gli animali. Senza un terreno sano e vivo, senza un suolo resiliente, non abbiamo cibo di qualità e non abbiano nulla che ci protegga dai disastri ambientali e dai cambiamenti climatici.
È anche per questo che in Commissione Ambiente, nell’ambito di alcuni dossier rilevanti, ho proposto emendamenti relativi allo sviluppo dell’infrastruttura verde nelle città, come antidoto alla cementificazione del territorio e come fattore chiave per aumentare la resilienza dei contesti urbani agli eventi meteorologici avversi, resi più intensi dai cambiamenti climatici. È per questo che come relatrice ombra per il Movimento 5 Stelle alla relazione del Parlamento sull’attuazione del 7° Programma d’azione ho ribadito la necessità di tutelare i beni pubblici e i servizi ecosistemici forniti dal suolo e che, come relatrice ombra alla relazione del Parlamento europeo sull’Azione dell’Unione a favore della sostenibilità, ho rimarcato l’urgenza di agire sugli attuali modelli di produzione e consumo che inaspriscono il degrado del suolo al fine di poter realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030, in particolare l’OSS 15, vale a dire proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Ed è sempre per questa ragione che come Membro della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo nella legislatura che volge al termine mi sono impegnata per chiedere che numerose petizioni presentate da cittadini italiani ed europei relative al consumo di suolo fossero pubblicamente dibattute e valutate dai parlamentari degli altri gruppi politici e dalla Commissione europea. Sono sempre più numerosi infatti i cittadini che utilizzano il diritto di petizione per portare all’attenzione delle istituzioni europee la loro contrarierà a grandi infrastrutture autostradali calate dall’alto oppure a grandi centri commerciali che consumano territorio, modificano irrimediabilmente il paesaggio, inaridiscono il tessuto economico e sociale delle regioni europee e contribuiscono ad aggravare l’inquinamento atmosferico, con gravi conseguenze per la salute delle persone. Alla luce di quanto precede, sono favorevole all’introduzione di una specifica legislazione europea sul suolo e mi impegno a lavorare in tal senso, in caso di mia rielezione al Parlamento europeo.

+EUROPA

Silvja MANZI
a) L’Italia non ha alcuna legge che preveda la difesa del suolo propriamente detto. Nella legislazione italiana quando si parla di “suolo” non si intende il suolo dal punto di vista fisico o scientifico ma si associa alla parola suolo, con una derivazione dal lessico fascista, la nazione, le infrastrutture, il territorio in senso lato. Sono ormai oltre 10 anni che proponiamo che l’Italia si doti di una legge sulla protezione del suolo seguendo quanto previsto dalla Strategia tematica per la protezione del suolo emanata dall’Europa nel 2006.
b) Credo sia innanzitutto necessaria una alleanza politica transnazionale per ottenere dall’Europa una direttiva cogente sulla protezione del suolo che, come accaduto per acque, aria, rifiuti, condizioni e impegni le legislazioni nazionali ad andare nella riduzione degli effetti delle minacce che incombono sul suolo, contenendone il degrado e costruendo una necessaria inversione di tendenza dopo decenni di sfruttamento intensivo irragionevole.
c) Chiediamo da oltre 10 anni che l’Europa si doti di una direttiva europea e continuiamo a chiederlo con +EUROPA che dell’ambiente ha fatto uno dei cardini del proprio programma elettorale. Credo che ogni legislazione che abbia l’ambizione di contenere il consumo di suolo, favorendo il riutilizzo di aree già cementificate, debba passare dalla valorizzazione delle funzioni pubbliche che il suolo svolge. Solo la leva fiscale ed economica e la cosiddetta “Compensazione ecologica” può rendere meno conveniente consumare ulteriore suolo e riutilizzare aree degradate. Peraltro proteggere i suoli significa ridurre gli effetti del cambiamento climatico.

PARTITO DEMOCRATICO

Mercedes BRESSO
a) La tematica ambientale, e di conseguenza la difesa del suolo, è un tema che seguo con interesse non solo dal punto di vista politico, ma anche per formazione infatti io sono Professore di Economia al Politecnico di Torino ed esperta di economia dell’ambiente. Il tema della sostenibilità ambientale e della salvaguardia del suolo è uno dei grandi obiettivi che ci siamo posti come Gruppo dei Sociali e Democratici al Parlamento europeo. In questa legislatura ho avuto l’onore di essere nominata vicepresidente del Gruppo S&D e così ho avuto modo di partecipare alla stesura di un documento, che è la base del programma per la prossima legislatura, che mira a una crescita europea che metta al centro lo sviluppo, l’equità e l’ambiente. Perché lo sviluppo delle nostre società non può prescindere dal rispetto dell’ambiente.
b) Il nostro obiettivo deve essere contenere l’usura dell’ambiente. Per farlo è indispensabile conservare e tutelare il suolo dalle speculazioni edilizie promovendo politiche di supporto ad azioni di ristrutturazioni dell’esistente. Ciò lo dobbiamo fare per salvaguardare lo spazio e il suolo libero da strutture impattanti. Sono consapevole che i suoli non stati oggetto di misure di protezione specifiche a livello comunitario. Anzi la protezione del suolo è “sparpagliata” in più disposizioni legate alla tutela ambientale o ad altri settori strategici, come l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Allo stato attuale queste disposizioni non consentono di garantire una protezione sufficiente dei suoli. Un’azione coordinata a livello europeo è necessaria visto anche l’impatto dello stato del suolo su altri aspetti legati all’ambiente o alla sicurezza alimentare che sono disciplinati a livello comunitario.
Il suolo è una delle nostre principali ricchezze: produzione di biomassa, stoccaggio e trasformazione di elementi minerali, organici e di energia, filtro per la protezione delle acque sotterranee e lo scambio di sostanze con l’atmosfera. Tante per citare alcune delle sue funzioni. Per consentire al suolo di svolgerle è pertanto necessario mantenere le sue condizioni difendendolo dai processi di degrado che ne danneggiano l’ambiente e la salute.
c) Considero che sia fondamentale il ruolo dell’Unione europea nella difesa e salvaguardia del suolo. Il problema è globale e soltanto a livello di Unione è possibile affrontare determinate emergenze e trovare soluzioni condivise e uniformi. Tutti quanti dobbiamo impegnarci in prima linea e io sono disponibile a partecipare a una task force per mettere al centro delle politiche dell’Unione europea la questione dell’usura del suolo, della sua tutela e conservazione.

Giuliano PISAPIA
a) La salvaguardia del suolo, la sua protezione e il suo riutilizzo sono stati tra gli obiettivi prioritari durante la mia esperienza come sindaco di Milano. Dal punto di vista normativo in Italia non c’è ancora un quadro legislativo uniforme a livello nazionale, nonostante alcune realtà regionali e comunali abbiamo tentato di affrontare questa tematica attivamente e seriamente. Proprio a Milano, con la mia giunta siamo riusciti a elaborare un nuovo PGT (piano di governo territoriale) che era stato approvato con larga maggioranza con l’obiettivo di rendere Milano una città più verde, più housing sociale e più vivibile. È profondamente necessario però adottare una soluzione nazionale tenendo conto delle importanti iniziative legislative popolari in materia di contenimento, se non di totale arresto, del consumo di suolo e di tutela del paesaggio.
b) Gli Stati hanno il dovere di adottare soluzioni collettive che siano più impattanti e che ci permettano di raggiungere gli obiettivi comuni sul tema della protezione dei nostri territori. La creazione di una rete comune può rivelarsi sicuramente uno strumento efficace in grado di coinvolgere un numero maggiore di partecipanti capaci di offrire punti di vista eterogenei per discutere della conservazione e della riutilizzazione del suolo. Sappiamo benissimo che sia meglio prevenire che curare, sia in termini economici che di impatto sui nostri territori. Proprio per questo, ritengo fondamentale un impegno a livello europeo per l’utilizzo mirato dei fondi per la conservazione del suolo. Da parte mia, posso certamente dire che la difesa dell’ambiente, la conservazione del suolo, la protezione della biodiversità e la lotta ai condoni edilizi saranno temi centrali sia nella mia campagna sia durante la mia eventuale esperienza come eurodeputato.
c) Non si può rimanere indifferenti davanti a un tale questione, ma bisogna invece cercare il più possibile di promuovere e diffondere la conoscenza della tutela e della protezione del paesaggio. Per questo motivo penso che l’Italia lavorando insieme agli altri Stati membri debba accettare questa sfida cercando di rafforzare e incrementare gli strumenti legislativi a livello sovranazionale, come l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo che si cercò di definire a livello europeo con la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006, poi fallita. Tale strategia aveva come obiettivo principale di diminuire per quanto possibile gli effetti negativi del consumo del suolo, in particolare per quanto riguarda l’impermeabilizzazione (soil sealing). Mi sembra ovvio che si debba ripartire da lì.

CIRCOSCRIZIONE 2: Italia nord-orientale – Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto

EUROPA VERDE

Angelo BONELLI
a) In Italia non esiste alcuna legislazione in difesa del suolo, al contrario esistono provvedimenti che aumentano il consumo del suolo: Decreto sblocca Italia (governo Renzi), Decreto sblocca Cantieri (governo M5S-Lega) e molte regioni legiferano per aprire al cemento e all’asfalto come nel caso della Liguria e Lazio. In altri paesi europei esistono leggi sul consumo del suolo, seppur non soddisfacenti, come in Germania e in Inghilterra.
b) Assolutamente si, ma la piattaforma deve arrivare a vincoli precisi di contenimento del consumo del suolo attraverso una specifica direttiva europea che possa obbligare gli stati membri, Italia compresa, a modificare la legge urbanistica.
c) Si. Condivido i contenuti di questa proposta di legge e sarà sicuramente sostenuta dal gruppo parlamentare verde in Europa e dal sottoscritto ove fossi eletto.

Mao VALPIANA
Cari amici del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio,
vi ringrazio per avermi contattto.
La mia è una risposta positiva alle vostre tre domande.
La difesa del suolo, del clima, e la tutela dell’ambiente, fonte di vita e di lavoro, è al centro dei programmi di Europa Verde.

LA SINISTRA

Luisa DE BIASIO CALIMANI
Carissimi amici, sono d’accordissimo con voi e apprezzo anche questo ulteriore sforzo di sensibilizzazione attraverso il questionario che impone almeno la lettura e la presa di coscienza dei temi per i quali da sempre lottiamo.
a) b) c) Rispondo positivamente a tutte tre le domande, avendo anche collaborato alla redazione della proposta di Legge di Salviamo il Paesaggio sul Consumo di Suolo.
In Europa non solo renderei più cogente per i singoli Stati la sua applicazione, ma aggiungerei tre ulteriori disposizioni: 1. inserirei fra gli standard obbligatori per gli Stati membri i servizi ecosistemici, la cui distruzione crea danni all’agricoltura, produce catastrofi “cosi dette” naturali che tanto naturali non sono, costa miliardi di € all’anno e soprattutto costa vite umane. 2. Proporrei le Debat Publique obbligatorio su tutte le opere pubbliche che producono danno ambientale, paesaggistico, consumo di suolo in modo che i cittadini siano chiamati ad esprimersi sull’utilità dell’opera e i benefici che essa produce rispetto ai danni e ai costi, che spesso dimentichiamo, vengono prelevati dalle nostre tasche. 3. Una disposizione contro l’Obsolescenza Programmata (ovvero la premeditata “morte” di oggetti di consumo concordata fra le ditte produttrici) che attualmente sta creando una massa di inutili rifiuti, dai cellulari alle lavatrici e che potrebbe costituire, se applicata, un grande risparmio per le famiglie.

LEGA

Manuel GHILARDELLI
a) In Italia, nel corso dell’attuale legislatura, sono state adottate numerose disposizioni volte a contrastare il dissesto idrogeologico, che hanno interessato la disciplina della governance, il coordinamento e la gestione degli interventi. Purtroppo il suolo italiano non è tutelato a dovere. La situazione morfologica non ci aiuta e occorre fare di più, a livello ambientale, anche con nuove leggi per difendere il suolo e proteggere il nostro territorio.
b) Certamente, credo il suolo sia una priorità. Creare una piattaforma comune europea faciliterà il compito di trovare un futuro sostenibile.
c) Sono assolutamente favorevole. Nel 2014, in occasione della mia candidatura alle regionali, proposi una legge per fermare la cementificazione del territorio, favorendo il riutilizzo e il recupero degli edifici abbandonati. Allo stesso modo, una proposta analoga, l’ho inserita nel programma della mia lista, quale candidato come primo cittadino alle elezioni amministrative di Ziano. Quindi si tratta di un tema che mi sta a cuore e che voglio portare avanti. Il pianeta sul quale viviamo è uno solo e dobbiamo fare qualche cosa per garantire un futuro a noi e soprattutto ai nostri figli. Così come le risorse stanno per finire, allo stesso tempo, stiamo distruggendo le bellezze della Terra. Un male che colpisce i nostri mari, le nostre pianure e le nostre montagne.

PARTITO DEMOCRATICO

Laura PUPPATO
Per il ruolo politico che ho fin qui svolto rispetto al tema del consumo di suolo, voglio -senza dubbio- rispondere prontamente alle vostre domande e soprattutto aderire alla necessità di una forte attivazione europea alla difesa del suolo.
1) l’ Italia, anche nel corso della passata XVII legislatura ha visto un buon livello di attivazione volto ad inserire, nel comparto legislativo nazionale, una legge sulla salvaguardia del suolo e quindi sulla riduzione del suo consumo. Personalmente al senato, sono stata relatrice nel corso del 2017 di una revisione relativa al ddl sul consumo di suolo, che era passato alla Camera provocando però forti malumori in tutte le realtà associative che si occupano di ambiente e paesaggio e la netta contrarietà della Conferenza delle Regioni che ne vedeva uno stravolgimento degli arti. 116/117 della Costituzione, soprattuto relativo alle competenze concorrenti.
Ho ripreso quindi il tema affidatomi, con una visione più nitida, coinvolgente le diverse competenze e decisa nelle applicazioni in riduzione. È stato un lavoro lungo e proficuo che, al termine, ha visto l’ok di Ispra, agricoltori, associazioni, comuni e le stesse Regioni. È mancato l’ultimo pezzo ovvero l’accelerazione politica indispensabile per approvare il testo nel breve tempo residuo alla conclusione della legislatura.
Lo stesso testo, frutto di un lavoro determinato e congiunto, ha trovato diversi estimatori in questa legislatura, tra i quali anche il Ministro Costa. Vedremo se ci sarà la forza per portare finalmente in porto la salvaguardia del poco suolo che ci resta da coltivare ma anche da forestare per la cattura di inquinanti e da mantenere, per la cattura di carbonio…
2) il tema della piattaforma europea per lo scambio di buone pratiche e informazioni statistiche, geografiche e scientifiche non l’avevo presa in considerazione, ma mi pare una buonissima iniziativa che sposo senz’altro.
3) assolutamente SI ad una legge europea stringente sul tema, approvo e mi faccio carico di promuovere e portare avanti la AS164 – http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/wp-content/uploads/2018/02/DEFINITIVO-Proposta-di-legge-iniziativa-popolare-Forum-SiP-agg.-31-1-2018.pdf).

CIRCOSCRIZIONE 3: Italia centrale – Lazio, Marche, Toscana, Umbria

MOVIMENTO 5 STELLE

Tiziana ALTERIO
a)
SI. Sono a conoscenza dei tentativi di contrasto del consumo di suolo in altre nazioni: Francia e Germania. Sono altresì consapevole della lacuna italiana in tale ambito. Nel nostro Paese esistono leggi regionali, si veda la Lombardia, che però non sono sufficienti per arrestare il fenomeno. Ho notizia della proposta di legge di Salviamo il Paesaggio, recepita nel contratto di Governo attraverso uno specifico impegno. È mia convinzione che un’armonizzazione delle norme a livello europeo sarebbe utile e necessaria.
b) SI. A mio parere, discussioni che coinvolgano diversi attori legati tra loro da un interesse comune sono sempre da supportare: solo attraverso il confronto e l’ascolto reciproco, infatti, si possono creare idee utili al bene comune. Per questo, ritengo che la creazione di una simile piattaforma sia auspicabile.
c) SI. Il focus principale del mio operato è incentrato sul supporto alle piccole e medie imprese. Come da voi evidenziato nella stessa proposta di legge, il cosiddetto land grabbing ha come esito la perdita di proprietà dei suoli da parte delle piccole e medie aziende agricole, con profitto da parte di multinazionali e grandi investitori, sia europei che stranieri. Per questo, sono favorevole ad una legislazione europea che si basi sulla Vostra Proposta di Legge Popolare.

Fabio Massimo CASTALDO
a) Negli Stati membri dell’unione europea, a parte poche eccezioni, manca, purtroppo, una legislazione specifica ed unitaria che porti tutte le Nazioni a porre la giusta attenzione su una tematica che, come Movimento 5 Stelle, ci sta molto a cuore. Ciò farebbe sì che le Nazioni e le singole Regioni possano mettere in pratica azioni mirate anche e soprattutto a cambiare la nostra mentalità sulle tematiche ambientali.
In Italia, a livello nazionale, fin dal nostro insediamento in Parlamento, abbiamo portato all’attenzione pubblica la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo di suolo e il riuso dei terreni urbanizzati. Recentemente il nostro Ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ha ribadito l’impegno, suo e del Governo, a seguire tale tema affinché venga presto approvata una legge sul consumo di suolo.
b) Credo che sia assolutamente da sostenere una piattaforma attraverso la quale possano incontrarsi, in modo paritario, diversi punta di vista, dove le parti interessate possano anche suggerire alle amministrazioni, locali e non, come tutelare il nostro territorio.
La difesa del suolo e del territorio, il rilancio del patrimonio edilizio esistente, la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica degli edifici è infatti interesse del singolo e soprattutto della comunità in quanto tale.
c) Sono assolutamente pronto a sostenere, insieme ai miei colleghi del Movimento 5 stelle in Europa e in Italia la creazione di una normativa volta alla riduzione del consumo di suolo e alla rigenerazione urbana.
E’ fondamentale evitare ulteriore consumo di suolo libero e ​ incentivare il riuso e la rigenerazione dei suoli già urbanizzati, il risanamento del costruito tramite ristrutturazione e restauro degli edifici a fini antisismici e di risparmio energetico, la riconversione attraverso la riedificazione e la sostituzione dei manufatti edilizi vetusti.
Sono convinto che questa sia la base di partenza per difendere il nostro Territorio, la nostra agricoltura e la nostra economia.
Molto utile a perseguire questa finalità sarebbero misure di incentivazione ai Comuni, per gli interventi di riuso, rigenerazione urbana e di bonifica dei siti contaminati, e ai privati per il recupero di edifici e di infrastrutture nei territori rurali, per il recupero di suolo agricolo mediante la demolizione di capannoni e altri fabbricati rurali abbandonati e per il riuso di capannoni o edifici dismessi. Regioni e province potranno istituire incentivi, così, anche di natura fiscale, per il recupero del patrimonio edilizio e esistente.
Il contrasto del consumo di suolo è, a mio avviso, una misura essenziale a sostegno del benessere economico e sociale e dev’essere considerato una priorità dell’agenda parlamentare.

Dario TAMBURRANO
a) Se per “difendere il suolo” si intende “fermare il consumo di suolo”, a livello di Unione Europea il bilancio è desolatamente pari a zero ed è decisamente scarno a livello delle legislazioni nazionali. In Italia, in attesa che venga approvata la legge sul consumo di suolo depositata dal M5S il giorno stesso dell’insediamento delle Camere, sono state varate alcune leggi regionali (Lombardia, Emilia…) che costituiscono dei passi nella direzione giusta ma che non arrestano davvero, almeno per i prossimi anni, il consumo del suolo. So che esiste una legislazione per limitare il consumo di suolo in Germania e per certi versi anche in Gran Bretagna, dove si è voluto soprattutto impedire alle città di saldarsi fra loro preservando la “cintura” di campagna e di paesaggio naturale che le circonda. Il panorama si amplia se al concetto di “difendere il suolo” si assegna un significato più ampio. Sia l’UE sia gli Stati membri hanno diversi strumenti dedicati alla difesa del suolo in ambiti legati a biodiversità, gestione dell’agricoltura, contrasto dell’inquinamento, e così via. Non esiste tuttavia un approccio olistico che permetta di dare al suolo rilevanza primaria nella politica europea. Ecco, mi aspetterei che l’UE, così come partecipa all’accordo di Parigi sul clima, partecipi anche all’iniziativa internazionale “4 per 1000” per la ri-fertilizzazione del suolo. In alternativa, mi aspetterei che lo facciano tutti i suoi Stati membri. Mi piacerebbe vedere anche il nostro Ministero dell’Agricoltura sottoscrivere gli impegni “4 per 1000”, e non solo quello spagnolo, quello tedesco e quello francese!
b) È sempre importantissimo ascoltare le voci provenienti dalla società civile e da ciascuna delle sue componenti. Lo è ancor di più quando si parla del suolo, che ci nutre e che costituisce il fondamento stesso dell’esistenza di ogni essere vivente, persone umane comprese. Una piattaforma sarebbe utile innanzitutto per tentare di comporre in un unico mosaico i vari tasselli di legislazione europea relativi alla protezione del suolo; per capire se, dai diversi punti di vista, si notano pezzi mancanti o punti deboli; e per sollecitare la Commissione europea (l’unica istituzione dell’UE che ha il potere di iniziativa legislativa) affinché provveda a colmare le eventuali lacune.
Dalla piattaforma, tuttavia, potrebbero emergere anche altre riflessioni utili a stimolare ulteriori proposte legislative della Commissione europea. Personalmente ritengo che la mancanza di norme comuni per salvaguardare il paesaggio e fermare o almeno limitare l’uso del suolo rappresenti una lacuna della legislazione dell’UE. La storia dell’Europa non è (solo) scritta nei libri: è scritta innanzitutto nel paesaggio europeo, modellato da millenni di attività umane. Per questo il paesaggio è un bene comune e come tale va preservato e tramandato ai posteri. Credo anche che sia necessario proteggere il suolo non solo dal consumo dovuto all’edilizia e all’urbanizzazione, ma anche dal degrado in un senso molto più ampio.
Gli umili ed essenziali lombrichi, ad esempio. I ricercatori hanno notato che vanno rarefacendosi nei suoli europei: hanno un ruolo molto importante nell’areazione del terreno e nella formazione dell’humus (lo strato fertile del suolo agricolo), quindi nella produzione del nostro cibo. Tuttavia quando l’Unione Europea valuta se autorizzare l’uso di una sostanza chimica in agricoltura non si preoccupa specificamente del suo impatto sui lombrichi né delle conseguenze dell’alterazione degli equilibri all’interno del mix di microrganismi, miceti e micorrize che popolano il suolo e che sono vitali per la sua fertilità.

c) Si tratta della proposta di legge che il M5S ha presentato il giorno dell’insediamento delle Camere. Sono favorevole all’introduzione di una legislazione di questo genere nell’Unione Europea e, se sarò rieletto, sarò un suo fiero sostenitore. Credo che il concetto di arresto del consumo di suolo vada declinato rispetto a tutte le pratiche che lo sottraggono alle sue funzioni fondamentali: fornire supporto alla biodiversità e produrre cibo per sfamare il genere umano. Dunque bisognerebbe parlare di arresto al consumo di suolo anche in relazione, ad esempio, alla produzione di biocarburanti derivati da colture alimentari e alla trasformazione degli ecosistemi in campi e piantagioni per produrre biocarburanti.
Dal momento che manca un quadro legislativo europeo, nella direttiva rinnovabili, alla quale ho lavorato come relatore di minoranza, è stato possibile difendere in misura appena soddisfacente il principio che il terreno agricolo serve per nutrire gli uomini e non i serbatoi delle auto. Ci è voluto un duro lavoro per accompagnare all’uscita, se non altro nel 2030, l’olio di palma (uno dei biocarburanti spesso legati alla deforestazione) e per far spazio ai biocarburanti ricavati dai secondi raccolti o da scarti vegetali come paglia e stoppie. Nello stesso modo, vedrei bene norme comuni a livello di Unione Europea per difendere il suolo dalle installazioni fotovoltaiche a terra: e lo dico io che ho sostenuto – vittoriosamente – battaglie durissime per ottenere un quadro europeo favorevole alla generazione distribuita di energie rinnovabili.
Non mi scandalizzo certo se i pannelli solari vengono collocati su una discarica giunta a fine ciclo vita e ricoperta di terra. Ma per produrre energia fotovoltaica bisogna usare innanzitutto il suolo già cementificato o fortemente degradato, i tetti degli edifici, le coperture dei parcheggi.

CIRCOSCRIZIONE 4: Italia meridionale – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia

EUROPA VERDE

Giuseppe BARBARO
Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di conoscere la vostra importante iniziativa. In merito ai quesiti da voi postimi vi comunico:
a) Che conosco solo parzialmente la legislazione di settore ma mi propongo di colmare questa lacuna;
b) Che ritengo davvero essenziale creare una piattaforma comune di confronto sul futuro della conservazione del suolo;
c) Che sono pronto a chiedere, una volta eletto, l’emanazione di una specifica legislazione europea, in difesa del suolo, fondata sulla proposta di legge Popolare da voi articolata.

LA SINISTRA

Piero BEVILACQUA
L’Italia è uno dei paesi d’Europa in cui più si è costruito negli ultimi decenni. In Regioni come Lombardia e Veneto, ma anche in Campania, si è consumato con il cemento il 10% del territorio. Un fenomeno clamoroso, se si pensa che nel frattempo la popolazione non è cresciuta, mentre è rallentata e talora decresciuta l’attività economica. Ma l’Italia non può permettersi ulteriore espansione del cemento, per un insieme di motivi. Il primo è di sicurezza e incolumità dei cittadini. Ci si stupisce degli allagamenti delle città e li si attribuisce alle cosiddette bombe d’acqua. Ma la ragione principale è che i temporali violenti, che ci sono comunque sempre stati, un tempo erano attutiti nella loro violenza dai campi, dagli orti, dal verde che si stendeva intorno alla città. La cintura periurbana fungeva da spugna, che in parte assorbiva la caduta dell’acqua. Oggi la città e le loro periferie sono un tutt’uno di asfalto e cemento e perciò le piogge impetuose trasformano le strade in letti di fiumi, rendendo fenomeni un tempo normali, rischiosi per uomini e animali.
C’è poi una ragione ambientale e climatica che impone di non cementificare. Il verde produce ossigeno, assorbe il particolato prodotto dal traffico, rende l’aria cittadina meno inquinata. Il cemento, dal canto suo, non solo trattiene lo smog, ma riflette i raggi solari e rende più caldo il clima urbano, rendendo pessima la qualità della vita d’estate e contribuendo al riscaldamento generale del pianeta.
Occorre imporre il blocco della cementificazione anche creando un movimento positivo: lanciare la parola d’ordine che ogni area dismessa, le parti libere e degradate delle periferie, devono essere trasformate in orti, in verde, in siti per impiantare alberi. Luoghi anche di piccola produttività economica, che facciano apparire l’edificazione come la mostruosità di un epoca arcaica, in cui si ignoravano i danni che l’attività umana producono al Pianeta e perciò a noi stessi.
Il consumo di suolo fa parte delle mie priorità e quindi sosterrò la vostra battaglia.

MOVIMENTO 5 STELLE

Isabella ADINOLFI
a) In Italia la nostra collega Daga, nel marzo 2018, ha presentato una proposta di legge intitolata “Disposizioni per dotare il nostro paese di una legislazione d’avanguardia in materia di consumo del suolo”. A livello europeo non vi è alcun tipo di legislazione in materia, mentre so che vi è una normativa in Germania.
b) Sono convinta che la creazione di un forum a livello europeo dove i diversi portatori di interessi possano incontrarsi, discutere, scambiarsi idee e punti di vista possa costituire un aspetto positivo. È molto importante infatti che le diverse parti in campo, quali ricercatori, professionisti, sindacati per citarne alcuni, si incontrino ed instaurino un dialogo. Solo attraverso il dialogo e lo scambio di idee, anche diverse, si può arrivare ad adottare la soluzione migliore ad un determinato problema.
c) Sono senza ombra di dubbio favorevolea che si introduca una disposizione di legge europea volta a difendere il suolo. Il MoVimento si è sempre battuto a difesa del suolo e contro il suo consumo selvaggio e quindi, qualora sarò rieletta, sosterrò una simile proposta.

CIRCOSCRIZIONE 5: Italia insulare – Sardegna, Sicilia

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5 commenti

  1. Credo siano solo risposte elettorali. Partiti o persone che hanno risposto in modo favorevole alle domande, hanno avuto anni per intervenire ma non lo hanno fatto, anzi hanno incrementato il danno. Non mi stupisce.

  2. Penso che l’attenzione ad un problema così decisivo sia del tutto insufficiente (in specie da un movimento “rivoluzionario” nei fatti come i 5 Stelle). Nella Regione Marche mi capitò nel 2014 di presentare un drammatico rapporto sullo scarso e inadeguato utilizzo del patrimonio edilizio esistente della città di Ascoli Piceno, in occasione della stretta finale per l’adozione di un nuovo PRG, e sono rimasto sconcertato dal minimo utilizzo dei dati allora forniti in forma di “Osservazioni” alla Variante Generale. In particolare dal Movimento 5 Stelle, nonostante la pubblicazione di quella ricerca qui, sul sito di Salviamo il Paesaggio.

  3. Perché mancano risposte dalle Grandi Isole (Circoscrizione 5)? mancanza di spazio o disinteresse?

    1. Tutte le risposte pervenute dai Candidati sono pubblicate in questa pagina, ci auguriamo che nell’ultima settimana il numero delle risposte cresca….

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