Audizione di Salviamo il Paesaggio alla Camera sul decreto “Sblocca Italia”

logo_salviamoilpaesaggioIl 29 settembre il Forum Salviamo il Paesaggio ha partecipato ad un’audizione alla Camera sul Decreto “Sblocca Italia”, insieme a WWF, Italia Nostra, Legambiente e Greenpeace.

Realacci ha presieduto l’audizione, presenti anche Massimo De Rosa (vice presidente della commissione ambiente), la commissaria di SEL, la relatrice Braga e Tullio Berlenghi (ufficio legale M5S). SiP era rappresentato da Claudio Arbib, Paolo Berdini e Cristiana Mancinelli Scotti.

Riportiamo qui sotto il nostro intervento durante l’audizione.

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Quando il 29 ottobre del 2013 il nostro Forum fu ascoltato per la prima volta da questa Commissione, discutevamo in aula e con voi alcune proposte di legge sul tema del “consumo del suolo”, che dall’inizio della legislatura sembrava diventato un interesse prioritario del Parlamento e del Governo. Tanto che il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina non più tardi di qualche mese fa aveva assicurato l’approvazione di un provvedimento in materia entro la fine del 2014 (o comunque entro l’Expo).

Queste promesse, oggi, ci paiono lontane anni luce, e se guardiamo ai singoli articoli del cd. decreto “Sblocca Italia” per il quale ci troviamo a intervenire qui oggi (e di cui abbiamo preparato un’analisi di dettaglio, che vi consegnamo), non possiamo che riconoscere che esso calpesta ogni idea di intervento organico sui temi cari alle oltre mille tra associazioni e comitati che hanno dato vita al nostro Forum.

Non potremmo giudicare altrimenti una legge che – tra le altre cose:

  • rende possibile con un comma cucito ad hoc la costruzione di un inutile monumento d’asfalto, viadotti e cemento come la Orte-Mestre, progetto già bloccato dalla Corte dei Conti;

  • limita il potere di controllo delle Soprintendenze, arrivando a creare una sorta di “dissenso-assenso”;

  • limita la capacità d’intervento delle autonomie locali nell’ambito dei processi di valutazione d’impatto ambientale;

  • considera strategico e di pubblica utilità “a prescindere” ogni intervento in ambito energetico, aprendo di fatto le porte a quel piano mai sopito che vorrebbe fare del nostro Paese – e in particolare del suo Meridione – un hub metanifero europeo;

  • porta all’estremo il proposito di depauperare il patrimonio pubblico, il Demanio, attraverso la sua cessione e “valorizzazione”;

  • e infine, invece di prendere atto del fallimento di alcuni grandi progetti autostradali (tra cui il Passante di Mestre e la BREBEMI), offre ai concessionari non una ma due stampelle: la possibile emissione di project bond e l’accorpamento delle concessioni “limitrofe”.

Che ne è della lotta al consumo di suolo? Che ne è dell’esigenza di salvaguardare i terreni agricoli da ogni ulteriore cementificazione? 

C’è in Italia un’immensa fonte di lavoro nelle opere di manutenzione del territorio, delle strade, delle ferrovie, delle scuole, degli ospedali, della pubblica illuminazione, degli autobus. Ma lo Stato sembra abdicare ai propri compiti per consentire a privati di fare nuovi, enormi profitti sulle spalle dei cittadini-utenti.

Per qual motivo – tanto per esemplificare – strade statali intensamente utilizzate versano da decenni in condizioni da terzo mondo chiedendo ogni anno il loro tributo di morti e feriti, e la sola soluzione che si riesce a concepire è costruire arterie a pagamento parallele per darle in concessione – uso bancomat – a degli oligopolisti?

Onorevoli, l’Italia non è la Polonia, che dall’ingresso nell’Unione ha dovuto colmare un retaggio di arretratezza realizzando migliaia di km di strade. Non lo è perché è un paese già infrastrutturato, e perciò a bassissima efficienza marginale del capitale speso (dallo Stato) in infrastrutture. Non lo è – e il Governo dovrebbe saperlo molto bene – per paesaggio e turismo: gli esempi di opere inutili per l’economia e letali per il paesaggio sono, in Italia, infiniti.

Opere fini a se stesse, che hanno funzionato soltanto da creatori di PIL malato: generato dalla loro costruzione, da incremento dei consumi energetici e, spesso, dalla corruzione. Opere che lasceranno ai posteri i costi della loro manutenzione e l’eredità di un patrimonio paesistico perduto per sempre.

Questo decreto – la cui costituzionalità è già stata messa in dubbio da autorevoli giuristi – andrebbe dunque lasciato scadere.

Ora, poiché è nostra abitudine contribuire agli atti governativi e parlamentari che riguardano la salvaguardia e la corretta gestione del territorio fornendo non soltanto le nostre valutazioni strategiche, ma anche puntuali osservazioni tecniche, abbiamo avviato al nostro interno una disamina completa degli articoli proposti dal DL; essendosi appena conclusa la nostra IV assemblea nazionale e avendo ricevuto la Vostra richiesta di audizione con scarso preavviso, questo processo è ancora in corso.

In questa sede provvediamo perciò a fornirVi una valutazione complessiva e un documento parziale che contiene i primi rilievi approfonditi. Prossimamente sarà nostra cura farVi pervenire un documento conclusivo, augurandoci comunque – come sopra considerato – che il decreto non trovi attuazione.

8 commenti

  1. ottimo l’intervento dei nostri amici del Forum nel corso dell’audizione.
    Ora bisogna fare un lavoro molto paziente e difficile, ma indispensabile se vogliamo eliminare gli aspetti negativi di questo sciagurato provvedimento : avvicinare e convincere della bontà delle nostre posizioni quanti più parlamentari sia possibile, a cominciare da quelli più vicini alla nostra sensibilità e alle nostre posizioni in materia di governo del territorio, tutela dellam salute e del paesaggio, politiche energetiche e infrastrutturali, mobilità, rifiuti, rigenerazione urbana, ecc.
    e poi mettere nelle loro mani quanti più emendamenti sia possibile per smontare pezzo per pezzo un testo che è pieno di norme con forti profili di incostituzionalità e con altre che aprirebbero la strada ad una nuova fase di cementificazione distruttiva da nord a sud del nostro già martoriato paese.
    E poi c’è da dare attuazione a quanto deciso nell’assemblea di Roma : la parte propositiva dell’azione del Forum; la proposta di legge di iniziativa popolare, il censimento degli immobili inutilizzati, le proposte per il rilancio dell’economia sulla base del risanamento del territorio, della rigenerazione urbana e della prevenzione dai rischi ambientali e sismici.
    Avremo la capacità e soprattutto l’energia e la costanza di fare tutto questo ?

  2. Mi auguro veramente che la Commissione Ambiente legga attentamente le vostre osservazioni e le valutazioni strategiche che andrete a redigere.

  3. l’incapacità di riformare seriamente gli aspetti più burocratici e ritardanti dell’azione dell’amnministrazione pubblica insime ad interessi di parte (costruyttori etc) stanno producendo una mistificazione preoccupante, si spaccia per rilancio l’ulteriore distruzione del territorio italiano, che oltre che un bene nostro, di noi cittadini, in teermini di salute e godimento di natura bella e sana, inficia ancora una volta le possibilità turistiche di un paese bellissmo e ricco di bellezze architettoniche e naturali, che sempre più vine snobbato dai turisti proprio per carenze minime (pulizia e trasporti pubblici nelle città: Roma ha 6 milioni di turisti l’anno, Parigi 16, interrogati rispondono appunto che pulizia e trasporti efficeinti fanno la differenza), aumenterà invece lo scempio che già dagli anni 70 ha distrutto le coste e non solo di questo paese a vocazione turistica. Occorre battersi con tutte le forze per fornire alternative valide. Non siamo solo quelli del no. Un paese che non riesce neppure a pulire i tombini per cui la capitale si allga ad ogni temporale normale si dà priorità che nulla hanno a che vedere con il benessere dei cittadini, ma solo con gli interessi di affaristi.

  4. Concordo con quanto esposto dall’ Associazione nell’ audizione alla Commissione della Camera.
    La scorsa settimana avevo preso un caffè con Realacci nel bar sotto casa a Trastevere e gli avevo accennato alla odiosità del decreto sblocca-Italia.
    E’ di tutta evidenza che Renzi è figlio di Berlusconi ed esegue i progetti berlusconiani sia nelle riforme istituzionali sia nella legislazione economica.
    Ciò che colpisce, ma non sorprende, è il silenzio dei milioni di elettori che votavano PD perchè erano contro Berlusconi: evidentemente a loro non piaceva Berlusconi come persona, ma approvano nel contenuto ciò che Berlusconi progetta per l’ Italia.

  5. mai avuto alcuna fiducia in un governo come quello attuale. cosa aspettarsi da certi ministri se non la mazzata finale al territorio? e ,come sempre il pres. della repubblica ,tace. avrà dimenticato l’ art,9

  6. LE CRITICHE ALLO SBLOCCA ITALIA ,CONTENUTE IN QUESTO INTERVENTO,ESPRIMONO EFFICACEMENTE MOLTE DELLE PREOCCUPAZIONI E DELLE ANGOSCE MANIFESTATE NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL FORUM SiP NEI CONFRONTI DI QUESTO ASSURDO DECRETO E DEL DDL LUPI.ADESSO BISOGNA CONCENTRARSI SULLA NOSTRA PROPOSTA PER FAR RIPRENDERE L’ECONOMIA ITALIANA SU BASI ALTERNATIVE AL CEMENTO ED AL PETROLIO.SAREBBE AUSPICABILE L’IMMEDIATA ATTUAZIONE DI UN NEW DEAL CHE PORTI UN REDDITO DI CITTADINANZA LEGATO ALLA TUTELA ED ALLA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO ,DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICO ED ARTISTICO DEL PAESE
    “F.D. Roosevelt capì che la salvezza dell’America dipendeva anche dalla regolazione del corso dei fiumi e dalla lotta all’erosione, dalla ricostruzione della fertilità dei suoli agricoli e dei pascoli e dalla regolamentazione dell’estrazione di minerali, carbone e petrolio, da una nuova politica urbanistica e da un nuovo rapporto città-campagna, da un controllo della produzione delle merci e dalla lotta alle frodi praticate a danno dei consumatori, dalla salvaguardia delle foreste e dall’estensione dei parchi.
    Tutte le competenze nel campo delle risorse naturali — acqua, foreste, difesa del suolo, opere pubbliche, urbanistica, parchi, miniere, rifiuti, eccetera — furono concentrate in due ministeri, quello dell’agricoltura e quello dell’interno, affidati a due persone, H.A. Wallace e Harold L. Ickes, singolari come competenze e devozione al loro mandato.
    E quanto sia opportuna una politica coordinata nel campo delle risorse naturali lo dimostrano la lentezza e l’inefficacia delle azioni dei nostri governi, sparpagliate fra le competenze dei ministeri dell’ambiente, delle infrastrutture, dell’agricoltura, dell’economia, continuamente mutevoli non solo per il succedersi delle persone e dei funzionari e dei nomi, uniti solo nella mancanza di una linea politica, dispersione comoda al fine di moltiplicare uffici e appalti, ma catastrofica per la difesa della natura e dell’ambiente.”QUESTE RIFLESSIONI DEL PROF.GIORGIO NEBBIA MI FANNO PENSARE CHE OCCORRA CMQ RIORDINARE L’ASSETTO DEI POTERI SE SI VUOLE VERAMENTE SALVARE L’ITALIA IN BILICO SUL BARATRO DELLA TOTALE DISTRUZIONE ANCHE A CAUSA DEI MOLTEPLICI CONFLITTI DI COMPETENZA, FRUTTO DELLA SCELLERATA RIFORMA TITOLO QUINTO DELLA COSTITUZIONE ATTUATA NEL 2001. PERCHE’NON TORNARE AL TESTO ORIGINARIO DELLA NOSTRA COSTITUZIONE?

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