A cura del Gruppo d’intervento Giuridico odv.
In questi giorni è in corso di discussione presso la Camera dei Deputati la conversione in legge del c.d. decreto governance PNRR (il decreto-legge n. 77/2021).
Una norma, l’art. 63 bis, dovrebbe riguardare le Modifiche all’articolo 3 della legge 20 novembre 2017, n. 168, in materia di trasferimenti di diritti di uso civico e permute aventi ad oggetto terreni a uso civico, che consentirebbe a Regioni e Province autonome di procedere a legiferare in materia di trasferimenti di diritti di uso civico e permute, sbloccando così una situazione ormai cristallizzata dalla sentenza della Corte costituzionale n. 178/2018.
Infatti, la sentenza Corte costituzionale n. 178/2018 ha dichiarato illegittimi gli artt. 37-39 della legge regionale Sardegna n. 11/2017 che avevano il pregio – caso unico in Italia – di legare qualsiasi eventuale ipotesi di sdemanializzazione di terreni a uso civico irreversibilmente trasformati (seppure illegittimamente) a trasferimenti del diritto di uso civico su altri terreni pubblici di pregevole interesse ambientale (es. coste, boschi, zone umide, ecc.) e sempre previa vincolante procedura di copianificazione Stato – Regione.
Attualmente le operazioni di riordino dei demani civici attraverso trasferimenti di diritti di uso civico e permute sono rese estremamente difficoltose. Potrebbero avvenire, di fatto, solo in via giurisdizionale davanti al Commissario per gli usi civici mediante quelle soluzioni conciliative proprie del procedimento (art. 29 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.).
Con l’approvazione dell’art. 63 bis oggi in discussione Regioni e Province autonome potrebbero legiferare per consentire il trasferimento dei diritti di uso civico dalle aree ormai irreversibilmente (sebbene illegittimamente) trasformate (es. edificate) ad altre aree di grande valore naturalistico (boschi, coste, zone umide, pascoli, ecc.) con il coinvolgimento dei Ministeri della Cultura e della Transizione Ecologica. Analoghe operazioni potrebbero esser effettuate mediante permute.
Il Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG), da sempre impegnato per la difesa delle terre collettive in tutta Italia (oltre 5 milioni di ettari, pressoché in ogni regione), sostiene questa buona proposta normativa e auspica che Governo e Forze politiche ne comprendano importanza e positiva efficacia per la reale ed efficace difesa dei demani civici, finora fin troppo dimenticati (o peggio) da chi deve gestire bene questa fondamentale forma di patrimonio collettivo.