Una prima vittoria nella battaglia per la salvaguardia delle alberate stradali

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Dopo anni di tentativi infruttuosi, convegni, tavole rotonde, articoli sui giornali e sui periodici, nonchè pressioni sui parlamentari e sugli amministratori locali, abbiamo finalmente ottenuto una prima vittoria carica di speranze per un futuro migliore del verde lungo le strade italiane:

la Commissione Ambiente della Camera ha accolto le nostre osservazioni alla Legge Delega per la modifica del Codice della Strada.

Ricapitoliamo i punti salienti della vicenda: Avevamo descritto in un articolo del Novembre 2013 la grave situazione delle alberate stradali e delle fasce boscate laterali, a rischio di estinzione per la complessa e intricata normativa: fin da quando abbiamo capito che non si poteva affrontare il tema operando solo a livello locale, ci siamo dedicati a studiare attentamente le leggi, i decreti, le circolari ministeriali, arrivando a definire una prima serie di modifiche “chirurgiche” al Codice della Strada al fine di risolvere alla base il problema, legittimando e promuovendo la presenza delle alberate almeno sulle piste ciclabili e sulle strade secondarie, definendo regole per limitare la velocità e ipotizzando per i privati distanze ridotte dal confine stradale. Le modifiche proposte liberavano inoltre da una pesante responsabilità i gestori delle strade, spesso in preda al comprensibile terrore di poter essere incriminati e condannati penalmente, come accaduto ad un tecnico dell’ANAS nel 2010.

Il primo tentativo, infruttoso, ci ha costretto ad addentrarci ancora di più nella sfera legislativa: abbiamo così iniziato a seguire il processo di modifica del Codice della Strada, in corso di revisione dopo 22 anni, anche per accogliere le istanze dell’utenza debole (in primis i ciclisti e i pedoni). Questa volta abbiamo cercato di inserire le nostre proposte come osservazioni alla Legge-Delega e siamo riusciti ad ottenere un primo risultato: la Commissione Ambiente della Camera, riunita in sede consultiva il 9 settembre, ha dato all’unanimità parere favorevole alla Legge-Delega, facendo proprie le nostre osservazioni. Il resoconto della seduta si trova in: http://www.camera.it/leg17/126?idDocumento=1588 seguendo “Esame in Commisione” e quindi “Sede consultiva”, cercando l’VIII Commissione Ambiente: nonostante alcuni errori (probabilmente dovuti alla trascrizione) e la dimenticanza di qualche parola chiave, le osservazioni ricalcano fedelmente quelle da noi proposte.

Ricordiamo che il Codice della Strada è un Decreto Legislativo scritto dal Governo sulla base di una Legge-Delega del Parlamento, nel nostro caso la Legge-Delega è stata discussa dalla Commissione Trasporti ed è attualmente all’esame dalle altre Commissioni, tra cui quella che si occupa di Ambiente. Nella legge-delega vengono indicate le linee-guida su cui dovrà svilupparsi l’azione legislativa del Governo, quindi volutamente in sede consultiva non abbiamo proposto le solite numerose e incomprensibili modifiche ‘chirurgiche’, limitandoci a poche affermazioni di principio. Esaminando gli Atti, ci sembra particolarmente significativa una premessa: “superando l’attuale approccio, che consiste esclusivamente nel tagliare gli alberi, provocando danni paesaggistici gravi e permanenti”.

Analizziamo le osservazioni come appaiono nel testo (in corsivo):

valuti la Commissione di merito l’opportunità di prevedere che il codice della strada rechi:

a) la definizione delle alberate stradali nelle fasce di pertinenza e di rispetto, tramite la loro definizione, al pari di altri elementi stradali come le banchine o gli spartitraffico; 

La richiesta delle Associazioni è di legittimare la presenza di alberi definendo cosa si intende per “alberata stradale”: ad oggi questa definizione non esiste e le conseguenze sono tutte negative: ad esempio fuori dai centri abitati non è possibile ripiantare gli alberi malati abbattuti, non è possibile realizzare nuove alberate per ombreggiare una pista ciclabile, non è possibile proteggere gli alberi durante i lavori stradali, e così via.

b) la possibilità di conservazione degli alberi e delle siepi nelle fasce di pertinenza e di rispetto delle strade modulando i divieti in relazione alla categorie delle stesse;

La nostra richiesta è leggermente diversa: noi vogliamo consentire non solo la conservazione, ma anche l’impianto di nuovi alberi, altrimenti per forza di cose perderemo negli anni tutto il patrimonio arboreo; i divieti (accettabili) dovranno essere modulati in funzione della categoria della strada (quello che vale per un’autostrada a sei corsie non necessariamente vale anche per un sentiero o una pista ciclabile, come oggi accade). Inoltre vorremmo che le distanze venissero stabilite dal limite esterno della carreggiata, e non dal confine stradale: le due definizioni erano simili nel secolo scorso, ma oggi le autostrade e superstrade hanno il confine anche a decine di metri dal limite della carreggiata. In altre parole, se voglio evitare che un albero cadendo invada la carreggiata, misuro la distanza di piantamento dal limite della carreggiata e non dalla rete di protezione che delimita il confine.

c) deroghe alle distanze minime per realizzare opere di ingegneria naturalistica con uso di alberi e siepi per la protezione delle strade o per costruire barriere naturali antirumore e antiinquinamento al poste delle barriere artificiali;

Oggi di fatto non è possibile realizzare efficaci opere naturali ed ecocompatibili a protezione delle strade, in quanto per mantenere le distanze bisognerebbe piantare a decine di metri; inoltre in una scarpata la misura deve essere effettuata dalla base della stessa. Ma anche un comune che voglia realizzare una barriera antirumore o antiinquinamento ai lati di un’autostrada o di una tangenziale deve rispettare le stesse distanze, e quindi utilizzare fasce laterali molto ampie, almento 50 metri per lato. Troppo.

d) obblighi di piantamento di alberi e siepi nelle aree di servizio e sosta;

Chiunque entri in un’area di sosta all’estero noterà la presenza di alberi ombrosi di grandi dimensioni, quasi totalmente assenti in Italia: i gestori, vuoi perchè la normativa è oscura, vuoi per un puro calcolo economico, evitano accuratamente di piantare alberi, limitandosi nel migliore dei casi a qualche cespuglio a crescita lenta; considerato che nelle aree di servizio e sosta la velocità dei veicoli è molto limitata, non ci sono motivi per lasciarle desolatamente assolate.

e) regole precise per la corretta gestione e protezione delle alberate esistenti, anche in relazione alle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle strade.

Oggi non ci sono regole univoche e i risultati si vedono: potature eccessive o erronee che portano i rami rimasti o l’intero albero ad ammalarsi divenendo pericoloso, scavi per il passaggio di tubature con il taglio delle grandi radici laterali e la sicura compromissione dell’equilibrio statico dell’albero, danni ai tronchi non protetti dalle ruspe, solo per citare alcune situazioni molto comuni.

Nelle osservazioni approvate non è riportata quella (da noi proposta) relativa ai guard-rail di protezione o ai limiti di velocità in presenza di alberate stradali: sarebbe opportuno prevederli per aumentare la sicurezza stradale fuori dai centri abitati.

Ringraziamo tutti i sostenitori dell’iniziativa, associazioni, privati, enti: senza tali apporti, quanto descritto in questa nota non si sarebbe mai realizzato. Grazie!

A questo punto la palla ritorna alla Commissione Trasporti, che potrebbe anche non considerare le osservazioni (“valuti la Commissione di merito l’opportunità”), poi si andrà in aula dove potrebbero comparire emendamenti contrari a quanto indicato, infine il Governo avrà a disposizione 12 mesi per redigere il testo del nuovo Codice, e potrebbe non seguire fedelmente le linee-guida dettate dalla Legge-Delega. Non abbiamo quindi finito di lavorare, anzi la parte piú gravosa comincia oggi, ma il risultato ottenuto é comunque significativo.

Angelo Porta, Franco Correggia, Marco Devecchi

Circolo Legambiente Valtiversa
Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano
Terra Boschi Gente e Memorie

strade

14 commenti

  1. Ottimo lavoro! Non molliamo su questo ambito, aggiungerei la possibilità di far coprire di edere e rampicanti muri, colonne, guard rail, ecc. Oltre che un buon risultato estetico assorbono e filtrano gli inquinanti.

  2. APPELLO a tutti i coordinamenti e tutte le Associazioni per la stesura di un documento di posizione comune sulla tematica dell’abbattimento ottuso e stupido degli alberi,
    Gli alberi sono i nostri veri amici, i custodi della nostra storia e della nostra tradizione
    L’uomo onora gli alberi, solo l’uomo-bestia li distrugge.
    PRENDIAMO ESEMPIO DAGLI ALTRI PAESI EUROPEI
    ABBASSO IL CHIPPATO ED I TAGLIATORI DI PIANTE

  3. Gli alberi rappresentano la vita del pianeta. Dovrebbe essere obbligatorio piantare gli alberi e vietato tagliarli.
    Purtroppo stiamo assistendo allo scempio demenziale dell’abbattimento di alberi lungo le strade, i canali , i fiumi e le scarpate . Mi vien da pensare che la demenza umana non abbia limiti.
    A Novara gli alberi tagliati sono una moltitudine e i viali sembrano pettini senza denti.
    I posteggi sono assolati perché gli alberi non vengono piantati e addirittura tagliati.
    I nostri politici e amministratori sono degli incompetenti e dei codardi perché hanno paura degli alberi e così continuano a piantare i cartelloni pubblicitari.
    Stiamo creando il deserto. La bella campagna novarese è stata annientata da strade e capannoni che adesso sono vuoti. Complimenti alla miope classe dirigente.

  4. Visitate la nostra pagina facebook: giuglialberi viapradat!
    E se avete consigli ben vengano, ormai manca una settimana e i nostri 161 frassini non ci saranno piu’!!!
    Da ottobre lottiamo per salvare la nostra via alberata che passa davanti al Cimitero del nostro paese, ma l’amministrazione del nostro Comune vuole tagliare tutto…. come sempre nel segno della sicurezza

    1. Se hai risposto a noi, forse siamo stati chiari, i 161 frassini sono stati venduti all’asta ad un commerciante di legnami e biomasse che li tagliera’.
      Non ci sono vittorie, finche’ non ci uniremo per combattere questi scempi.
      Com’e’ possibile che i Comuni siano liberi di distruggere tutto?

  5. Chi finisce contro un albero in auto a 70 / 80 kmh rischia di morire, va molto peggio ai motociclisti, gli alberi si possono lasciare o piantumare lungo le strade che vietano di superare i 40 kmh

  6. Cosa ci consigliate di fare contro un’amministrazione (Aprilia, Lt) che da quando si è insediata (2010) ha abbattuto centinaia di alberi, anche monumentali, storici, alberature stradali e che ora sta procedendo all’abbattimento di filari ventennali di platani (90) perchè sollevano le betonelle del marciapiede?
    Considerate che un mesetto fa il consiglio comunale, dietro nostre pressioni e in concomitanza della giornata dell’albero, ha firmato una decisione in cui giuravano che non sarebbero stati più abbattuti alberi e il sindaco la settimana scorsa aveva ribadito questo impegno: 3 giorni dopo, l’assessore ai lavori pubblici con delega al verde ha proceduto all’abbattimento dei platani.E ora temiamo che possa eliminare anche la storica pinetina di Largo delle Rose (lì dal 1950), dato che questo energumeno va dichiarando in giro a chi lo intervista che la città è per gli umani, gli alberi stanno in campagna. Noi come comitato sono anni che cerchiamo di ostacolare questo dendricidio, ma nessuna legge vale da noi…

    Comitato per la città degli alberi di Aprilia

  7. Dopo le migliaia di dendrocidi per futili motivi lungo le strade della nostra penisola arriva una vittoria da far impallidire anche il mitico “Pirro”!!

    Ieri, l’altro ieri, ieri l’altro, dove eravate?!!!

    Buona notte, giorgioganis

  8. Nei Paesi del Nord Europa ed in quelli dell’Est è normale avere degli alberi a bordo strada, come nel nostro Paese sino a qualche decennio fa. Stiamo massacrando il paesaggio sotto l’indifferenza di troppi.
    Porto l’esempio della strada Terraglio tra Mestre e Treviso, seppure la legge obblighi al reimpianto degli alberi tagliati (area sottoposta a vincolo) non si arriva a nulla. Gianpaolo Pamio delegato LIPU Venezia

  9. Purtroppo solo in Italia esiste il becero concetto degli alberi pericolosi.
    Se andiamo ad esempio a Coblenza il problema non esiste, se si devono fare dei lavori nei giardini pubblici, gli alberi vengono completamente protetti per evitare che durante i lavori si danneggi l’albero, oppure platani immensi lungo il Reno sviluppatisi sopra alla pista ciclabile e sulla passeggiata sono stati messi in sicurezza legando gli enormi rami con funi di nylon per evitare la rottura. Non hanno potato beceramente rovinando per sempre l’albero.
    Ho alcune foto che posso inviare a testimonianza.

  10. In Francia si percorrono bellissime strade di campagna ombreggiate da piante altrettanto belle. Prendiamo esempio!

  11. Effettivamente è sconsolante assistere alla distruzione delle alberature stradali soprattutto in aree, come la Costiera amalfitana dove vivo, nelle quali la loro presenza costituisce un elemento insostituibile del paesaggio stradale.

  12. Ottima iniziativa, che bello scoprire finalmente di non essere soli a pensare che le piante rappresentano un aspetto importante della qualità della vita e a dover lottare contro le iniziative (di solito taglio a raso) di quelli per cui le piante sono solo un costo da abbattere nel segno della sicurezza.

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