di Maria Cariota
Il Bosco urbano di via Curtatone, a Gallarate (VA), recintato e considerato area cantiere, è ancora in piedi. La mobilitazione di alcuni cittadini da tempo attivi nella difesa dell’area è riuscita a bloccare gli abbattimenti, iniziati il 5 agosto. Da quel giorno è nato il presidio permanente e pacifico: all’esterno del bosco, con un gazebo in strada autorizzato, e all’interno, dove alcuni ragazzi si sono arrampicati sugli alberi.
Nell’ultima settimana di agosto il presidio ha subito numerosi interventi delle forze dell’ordine, sfociati in provocazioni, arresti e violenze. “È inaccettabile che il diritto alla manifestazione pacifica e all’espressione del dissenso venga ostacolato da comportamenti intimidatori e provocatori da parte di chi dovrebbe garantire la sicurezza”, denunciano il Comitato Salviamo gli Alberi di Gallarate e le persone partecipanti al presidio in una nota stampa del 4 settembre che racconta i fatti accaduti in quei giorni.
Il 27 agosto l’irruzione della Digos all’interno del bosco ha portato a denunce nei confronti di alcuni ragazzi, che sono state notificate in modo irregolare e rivolte a persone che non sono state identificate né riconosciute sul posto. Lo stesso giorno una ragazza che era all’esterno del bosco non solo è stata arrestata in modo immotivato e violento, ma nelle sedi della Polizia locale, del Commissariato di Gallarate e poi alla Questura di Varese è stata sottoposta a tre perquisizioni, durante le quali è stata costretta a spogliarsi completamente. Il 30 agosto gli operai comunali hanno abbattuto un manufatto mettendo seriamente in pericolo l’incolumità degli attivisti presenti sugli alberi. Il 31 agosto sono stati effettuati in zona controlli a tappeto fermando e identificando le persone che, in auto o a piedi, tentavano di raggiungere il presidio; durante la conferenza stampa del comitato, un passante che stava riprendendo con il cellulare è stato fermato e atterrato, cosa che ha comportato il suo ricovero in ospedale; inoltre alcuni attivisti hanno ricevuto minacce e insulti da parte delle forze dell’ordine. Nel corso di questi giorni sono stati notificati anche diversi fogli di via.
Secondo il Comitato (che ha documentato tutto attraverso la diretta streaming sulla pagina Facebook) si tratta di tentativi di intimidazione volti a scoraggiare la resistenza pacifica dei cittadini e ad alzare la tensione.
Il presidio continua e lancia la manifestazione di domenica 15 settembre
Ma la mobilitazione non si ferma: il presidio prosegue a tempo indeterminato ed è stata annunciata una manifestazione per domenica 15 settembre, per ribadire la richiesta rivolta al sindaco Andrea Cassani (Lega) e a tutta l’amministrazione comunale di salvare il bosco di via Curtatone, di ristrutturare e riqualificare le quattro scuole di quartiere già esistenti e in ogni caso di interrompere i lavori fino al 15 ottobre (fine del periodo di nidificazione – come previsto dalla legge 157/1992 – ) e tutelare la fauna.
Il progetto Grow29 sarà realizzato al posto dell’area verde
Il progetto di “rigenerazione urbana” Grow29 infatti prevede la chiusura dei quattro plessi scolastici esistenti dell’infanzia e primaria di Cajello e Cascinetta e la creazione di un unico polo scolastico al posto del bosco di via Curtatone, tra l’altro a ridosso dell’autostrada e della ferrovia. Il valore complessivo del progetto è di 16 milioni di euro finanziato da fondi europei.
Scomparirebbe uno degli ultimi polmoni verdi del paese (con querce, aceri di montagna, cedri e abeti e dove è stata censita la presenza di merli, cinciallegre, picchi rossi maggiori, capinere, cince bigie, ricci), consumando altro suolo. In una lettera inviata il 3 settembre alle istituzioni, Legambiente Lombardia ricorda che il Comune di Gallarate ha consumato già 1137 ettari di suolo vergine, il 54% del territorio comunale, contro una media provinciale del 21% e regionale del 12%.
Sono molti i comitati e le associazioni che supportano la difesa del bosco di Gallarate, tra cui anche realtà provenienti da territori limitrofi. “La natura e il paesaggio non hanno confini amministrativi. La natura è gentile con i cittadini ma viene maltrattata”, ricorda Maurizio Cremascoli, di Salviamo il Paesaggio Cislago.
Sono passati al presidio anche rappresentanti di alcune forze politiche, che hanno promesso iniziative a tutela del bosco. Oltre ad alcuni consiglieri comunali hanno portato la loro solidarietà anche Elena Sironi del Movimento 5 Stelle, dicendo che presenterà un’interrogazione parlamentare in Senato, Gaetano Pedullà del Movimento 5 Stelle e Benedetta Scuderi di Alleanza Verdi e Sinistra sostenendo che porteranno la questione in Parlamento Europeo, Tino Magni e Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra hanno annunciato una interrogazione parlamentare al Ministro degli interni sugli atti di violenza delle Forze dell’ordine (ad inizio agosto ne era stata presentata un’altra al Ministero dell’Ambiente), Onorio Rosati di Alleanza Verdi e Sinistra ha annunciato che continuerà la battaglia anche in Regione. Vedremo se la passerella di politici rimarrà tale o sarà seguita da atti concreti. Per ora è stata chiesta a livello comunale una seduta della commissione consiliare Lavori Pubblici, che si è svolta l’11 settembre, e Alleanza Verdi e Sinistra ha riportato gli eccessi delle forze dell’ordine nell’ambito della discussione sul decreto sicurezza alla Camera dei Deputati. L’interessamento di queste forze politiche è una buona notizia per il bosco, ma non ci si può esimere dall’evidenziare la insopportabile contraddizione e incoerenza di tali partiti, che in altri comuni d’Italia, dove sono forze di maggioranza e non di opposizione, sono convinti fautori di progetti del tutto analoghi a quelli di Gallarate, che distruggono senza scrupoli la natura e i nostri territori.
Per rimanere aggiornati, conoscere i dettagli della manifestazione del 15 settembre e sapere come contribuire per difendere il bosco di Via Curtatone, è possibile seguire i canali Instagram e Facebook del Comitato Salviamo gli alberi di Gallarate.
La raccolta firme è ancora in corso: presso i banchetti e attraverso la petizione on line.