Devastazione boschiva, sponde di cemento e impermeabilizzazione dei suoli a monte delle zone colpite dalle alluvioni, ma politici e media continuano a ignorare il fenomeno. In Emilia Romagna la corsa al cemento è favorita proprio dalla legge sulla tutela del suolo, grazie alla logica del saldo zero
di Patrizia Pezzuoli
Le ultime intense piogge in Toscana ed Emilia-Romagna hanno nuovamente fatto tracimare i fiumi, aumentando danni alle abitazioni e centri abitati, già colpiti in passato da disastrose alluvioni. Il suolo imbibito e saturo di acque passate si comporta come un’immensa distesa di cemento, rilasciando sempre più lentamente le acque nel sottosuolo. E ogni volta, nella paura dilagante dell’irrimediabile, nessun politico o mezzo di informazione si domanda da che parte, tonnellate di acqua e fango, arrivano ad allagare i paesi nelle valli. Quello che avviene invece a monte, da anni, è la devastazione boschiva. Il bosco che con le sue radici protegge il suolo, rallentando il deflusso delle acque verso il basso; lo stesso bosco cresciuto ai margini dei letti dei fiumi, le piantumazioni esistenti sugli argini, la vegetazione ripariale, insomma l’intero eco sistema forestale, a salvaguardia anche della fauna selvatica e della tenuta delle scarpate collinari e montane.
Non è un caso forse che le frane che si formano in montagna sono spesso accompagnate da alluvioni nelle pianure sottostanti? La realizzazione di sponde in cemento e la copertura impermeabile dei suoli, fanno il resto. Gli assalti sfrenati agli ecosistemi naturali, al territorio e paesaggio sono aumentati, camuffati da interventi sulla sicurezza e necessità, sulla rigenerazione urbana e la transazione ecologica. Quasi sempre sostenuti e finanziati dalla peggior politica degli ultimi 20 anni, che finge di non vedere le conseguenze disastrose di scelte operate per proprio arricchimento a scapito dell’impoverimento dei suoli, quindi della stessa vita. Nel 2021 il materiale sintetico (cemento, asfalto, plastica) aveva già eguagliato quello biologico, e se nel ‘800 e primi del ‘900 era appena del 1%, oggi supera il 50%.
Sappiamo da decenni che il suolo naturale è la vita stessa per le nostre generazioni future, ma ciò nonostante le politiche di aggressione e consumo di suolo non si fermano. Non si contano più i richiami e gli appelli che l’Unione europea e le Nazioni Unite stesse – sulla base di consolidate evidenze scientifiche – fanno agli Stati per la tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio, del riconoscimento del valore del capitale naturale.
Le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, colpite dalle ultime catastrofiche alluvioni, sono quelle che, a scapito dei reclami dei loro presidenti di Regione, Provincia e Sindaci, stanno facendo man bassa del proprio suolo. La piana toscana che va da Pistoia a Firenze ha sopportato un crescendo di opere imbarazzanti: Università sopra aree paludose, grandi edifici militari, nuovi centri sportivi, strade, svincoli autostradali, capannoni, e un faraonico Hub in espansione dell’attuale aeroporto per 5,9 milioni di utenti/anno. Oggi, in fase di VIA presso il MASE, il nuovo aeroporto è previsto nella Piana fiorentina, tra Sesto e Campi Bisenzio, area soggetta alle ultime inondazioni. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ARPAT coinvolta nell’iter autorizzativo, continua a indicare mancanza di dati ed elementi di analisi che impediscono la valutazione degli impatti del Nuovo Aeroporto su Aria, Acque, terre di scavo ma soprattutto rumore.

L’Emilia Romagna, al dichiarato scopo di attirare investimenti, soprattutto stranieri, e agevolare l’insediamento di imprese logistiche nel Nord Italia, ha moltiplicato le Zls per la realizzazione di 11 nodi intermodali tra Ravenna e Piacenza, interessando 9 province. Nonostante l’Emilia-Romagna sia tra le Regioni più colpite con 52 eventi estremi solo nel 2024, con l’approvazione della Zona logistica semplificata (Zls), ulteriori mille ettari di terreno (definiti “aree libere”) saranno destinati all’espansione della logistica, con incentivi e facilitazioni.
L’Emilia Romagna, una delle prime regioni a essersi dotata nel 2017 di una legge sulla tutela e l’uso del suolo basata sul saldo zero, con le sue proroghe e cavilli, ha prodotto l’effetto opposto con la corsa al cemento. Un esempio eclatante è il Comune di Bologna dove, secondo ISPRA, tra il 2017 e il 2022 sono stati consumati 600 ettari di suolo, mentre il Comune dichiara che il consumo netto è nullo.
Il Presidente di Regione De Pascale, nel discorso di insediamento nel 2024, ha lanciato un appello al governo per un “Patto sulle grandi opere”. Tra queste spicca il Passante di Mezzo di Bologna, una nuova autostrada a 18 corsie, situata a pochi chilometri dalla città, sulla quale transiteranno 65 milioni di veicoli l’anno, mentre nei prossimi mesi diventerà operativo il rigassificatore di Ravenna, a tempo di record che consentirà di importare gas liquido via nave dagli Stati Uniti, con costi elevati sia sul piano economico che ambientale.
Insomma, La Regione si è dotata del Presidente che nel ruolo di Sindaco di Ravenna, si è rilevato il maggior cementificatore d’Italia, con 8 milioni di superficie territoriale programmata nel secondo POC Comunale del 2016-2021 e una nuova Bretella di Porto Fuori, e che al Rapporto ISPRA ha risposto: «Quella adottata dall’Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale fa riferimento anche a suoli che sono stati trasformati in maniera reversibile come, ad esempio, quelli connessi all’apertura di cantieri per la realizzazione di infrastrutture, di reti energetiche, ovvero di impianti fotovoltaici. Nel caso dell’Emilia-Romagna questo territorio incide per il 70% sul totale di consumo di suolo indicato da ISPRA».
Alcune fonti:
L’aeroporto di Firenze sarà nascosto sotto ad un vigneto di 8 ettari (con cantina!). Il nuovo aeroporto di Firenze avrà un vigneto sul tetto (da FirenzeToday)
Via libera dal Governo alla istituzione della Zona logistica semplificata (Zls) dell’Emilia-Romagna (da Mobilità Regione Emilia Romagna)
De Pascale incontra Salvini a Roma: «Sblocco delle opere in breve tempo» (da Ravenna e dintorni)
Verlicchi (La Pigna): “de Pascale un green a corrente alternata” (da ravennawebtv.it)
Verlicchi: “Consumo di suolo, De Pascale? Green a corrente alternata” (da Lapressa)
Passante di Mezzo (da Bologna for climate justice)